Visionario e provocatore: Beppe Grillo non smette mai di stupire. L'ultima proposta del garante del M5s ? destinata a far discutere, come sempre. L'idea, pubblicata sul suo blog, prevede il punto interrogativo finale: "Se togliessimo il diritto di voto agli anziani?". Grillo, che nel 2016 aveva gi? proposto di allargare ai 16enni il diritto di entrare nelle cabile elettorali in occasione delle elezioni politiche (idea poi "cavalcata" poche settimane fa da Enrico Letta e condivisa anche dal premier Conte), adesso rilancia citando Douglas J. Stewart in "Disfranchise the Old": ?Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunit? politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi".
Il post di Beppe Grillo - In un mondo sempre pi? anziano, esperti, studiosi e politici propongono di abbassare l'et? del voto (cos? come proposi anni fa), ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni?
Una proposta, gi? ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga, Philippe Van Parijs ? nonch? tra i pi? grandi sostenitori del reddito universale ? potrebbe essere quella di privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa et? (oppure dare ai genitori voti per procura per ciascuno dei loro figli a carico). E? questa la teoria per una democrazia pi? efficace quale garanzia di giustizia sociale del professor Van Parijs, in un articolo della rivista accademica Philosophy and Public Affairs, che ai pi? potr? sembrare drastica, ingiusta e insensata.
L'idea nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa et?, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni pi? giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l?affluenza relativamente bassa degli elettori pi? giovani pu? essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura.
Se un 15enne non pu? prendere una decisione per il proprio futuro, perch? pu? farlo chi questo futuro non lo vedr??
I dati dell?Istat dicono che nel nostro paese le persone che hanno pi? di 65 anni, vicine all?et? della pensione, o che hanno gi? smesso di lavorare, sono oggi oltre 13 milioni e mezzo. La classe pi? numerosa ? quella di coloro che hanno tra i 65 e i 69 anni, ma ci sono anche 17.630 centenari.
Sempre i dati ci dicono che gli anziani non amano particolarmente il progresso, scelgono risultati pi? ?vicini? al loro stile di vita. Durante le elezioni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le persone con pi? di 65 anni ? rispetto ai 30enni ? avevano quasi il doppio delle probabilit? di essere contrari ai matrimoni gay; il doppio delle probabilit? di essere pro-Brexit; la met? delle probabilit? di sostenere la legalizzazione della marijuana; quasi cinque volte meno propensi a voler spendere soldi per l?istruzione; 60% in pi? di probabilit? di votare per Donald Trump; e quasi il 50% in pi? di probabilit? di credere che gli immigrati avessero un impatto negativo sulla societ?, cos? come un forte disinteresse verso la salvaguardia del clima, che diminuisce man mano con l?et?.
Una indagine dell?Istat del 2015 rivela che dopo i 65 anni 1 persona su 5 non si interessa di politica e non ne parla mai e questa percentuale sale a circa 1 persona su 3 (il 32%) oltre i 75 anni.
In ambito Brexit la maggior parte dei giovani ha votato chiaramente per restare in Europa. Gli over 50 hanno votato il contrario, preferendo quindi un futuro che le nuove generazioni non vogliono. L?organizzazione YouGov, ha documentato le linee di voto sulla Brexit: i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno votato il 64% -24% per rimanere; I giovani di et? compresa tra 25 e 49 anni hanno votato il 45% -39% per rimanere. Poi i risultati hanno iniziato a capovolgersi: i 50-64enni hanno votato il 49% -35% per andarsene e i 65enni e oltre hanno votato il 58%-33% per andarsene. Delle 30 aree del Regno Unito con le persone pi? anziane, 27 hanno votato per non restare in Europa.
Questi dati dimostrano senza ombra di dubbio che le decisioni prese dalle generazioni pi? anziane influenzano gli interessi delle generazioni pi? giovani e non ancora nate.
Ma privare il diritto al voto dei cittadini pi? anziani sarebbe giusto?
La prima opposizione sarebbe quella della discriminazione, fondata sull?et?. Ma ? falso, affinch? vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o pi? gruppi/identit? basato su alcune caratteristiche arbitrarie. In questo caso, le politiche differenziate per et? non dividono la popolazione in due o pi? gruppi, poich? tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c?? ingiustizia.
Gli anziani non sono un gruppo che pu? essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani. Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzer? tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull?attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo.
Il principio fondamentale alla base della proposta di privare il diritto agli anziani, come affermato dal filosofo Philippe Van Parijs, ? che ?le persone dovrebbero avere il potere di influenzare le decisioni in proporzione alla misura in cui sono suscettibili di sostenere le conseguenze di tali decisioni?.
Le generazioni non nate sono, sfortunatamente, incapaci di influenzare le decisioni che prendiamo qui ed ora. Tuttavia, possiamo migliorare il loro destino spostando il potere decisionale verso chi tra noi dovr? interagire con loro.
Il dibattito ? aperto.
da tgcom24
Il post di Beppe Grillo - In un mondo sempre pi? anziano, esperti, studiosi e politici propongono di abbassare l'et? del voto (cos? come proposi anni fa), ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni?
Una proposta, gi? ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga, Philippe Van Parijs ? nonch? tra i pi? grandi sostenitori del reddito universale ? potrebbe essere quella di privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa et? (oppure dare ai genitori voti per procura per ciascuno dei loro figli a carico). E? questa la teoria per una democrazia pi? efficace quale garanzia di giustizia sociale del professor Van Parijs, in un articolo della rivista accademica Philosophy and Public Affairs, che ai pi? potr? sembrare drastica, ingiusta e insensata.
L'idea nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa et?, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni pi? giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l?affluenza relativamente bassa degli elettori pi? giovani pu? essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura.
Se un 15enne non pu? prendere una decisione per il proprio futuro, perch? pu? farlo chi questo futuro non lo vedr??
I dati dell?Istat dicono che nel nostro paese le persone che hanno pi? di 65 anni, vicine all?et? della pensione, o che hanno gi? smesso di lavorare, sono oggi oltre 13 milioni e mezzo. La classe pi? numerosa ? quella di coloro che hanno tra i 65 e i 69 anni, ma ci sono anche 17.630 centenari.
Sempre i dati ci dicono che gli anziani non amano particolarmente il progresso, scelgono risultati pi? ?vicini? al loro stile di vita. Durante le elezioni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le persone con pi? di 65 anni ? rispetto ai 30enni ? avevano quasi il doppio delle probabilit? di essere contrari ai matrimoni gay; il doppio delle probabilit? di essere pro-Brexit; la met? delle probabilit? di sostenere la legalizzazione della marijuana; quasi cinque volte meno propensi a voler spendere soldi per l?istruzione; 60% in pi? di probabilit? di votare per Donald Trump; e quasi il 50% in pi? di probabilit? di credere che gli immigrati avessero un impatto negativo sulla societ?, cos? come un forte disinteresse verso la salvaguardia del clima, che diminuisce man mano con l?et?.
Una indagine dell?Istat del 2015 rivela che dopo i 65 anni 1 persona su 5 non si interessa di politica e non ne parla mai e questa percentuale sale a circa 1 persona su 3 (il 32%) oltre i 75 anni.
In ambito Brexit la maggior parte dei giovani ha votato chiaramente per restare in Europa. Gli over 50 hanno votato il contrario, preferendo quindi un futuro che le nuove generazioni non vogliono. L?organizzazione YouGov, ha documentato le linee di voto sulla Brexit: i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno votato il 64% -24% per rimanere; I giovani di et? compresa tra 25 e 49 anni hanno votato il 45% -39% per rimanere. Poi i risultati hanno iniziato a capovolgersi: i 50-64enni hanno votato il 49% -35% per andarsene e i 65enni e oltre hanno votato il 58%-33% per andarsene. Delle 30 aree del Regno Unito con le persone pi? anziane, 27 hanno votato per non restare in Europa.
Questi dati dimostrano senza ombra di dubbio che le decisioni prese dalle generazioni pi? anziane influenzano gli interessi delle generazioni pi? giovani e non ancora nate.
Ma privare il diritto al voto dei cittadini pi? anziani sarebbe giusto?
La prima opposizione sarebbe quella della discriminazione, fondata sull?et?. Ma ? falso, affinch? vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o pi? gruppi/identit? basato su alcune caratteristiche arbitrarie. In questo caso, le politiche differenziate per et? non dividono la popolazione in due o pi? gruppi, poich? tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c?? ingiustizia.
Gli anziani non sono un gruppo che pu? essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani. Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzer? tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull?attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo.
Il principio fondamentale alla base della proposta di privare il diritto agli anziani, come affermato dal filosofo Philippe Van Parijs, ? che ?le persone dovrebbero avere il potere di influenzare le decisioni in proporzione alla misura in cui sono suscettibili di sostenere le conseguenze di tali decisioni?.
Le generazioni non nate sono, sfortunatamente, incapaci di influenzare le decisioni che prendiamo qui ed ora. Tuttavia, possiamo migliorare il loro destino spostando il potere decisionale verso chi tra noi dovr? interagire con loro.
Il dibattito ? aperto.
da tgcom24
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