Convinto no vax, si sarebbe contagiato volontariamente a casa di un amico positivo, ma il virus lo ha ucciso. Nonostante si fosse negativizzato prima del decesso, i danni provocati dall’infezione all’apparato polmonare lo hanno infatti portato alla morte. Una storia, quella di un 60enne ravennate deceduto nei giorni scorsi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Ravenna, che ricorda quello della cantante moldava Hana Horkà che ampia eco aveva avuto su social e stampa.
Un caso non isolato quello dei no vax che si espongono volontariamente al Covid (molti degli accessi delle ultime settimane al “Santa Maria delle Croci” sarebbero legati proprio a contagi di questo tipo), soprattutto da quando a inizio anno la variante Omicron è diventata prevalente. Una variante considerata meno aggressiva di quelle precedenti ma, come più volte spiegato dai medici, non meno pericolosa per i non vaccinati. Come appunto il 60enne ravennate, che lascia oltre alla moglie anche un figlio piccolo.
Contrario all’immunizzazione, secondo quanto si è appreso l’uomo nelle scorse settimane si era recato appositamente a casa di un amico che era stato contagiato. Non un contatto occasionale; stando a quanto trapelato, l’obiettivo sarebbe stato proprio quello di esporsi al virus utilizzando un cotton fioc, per ottenere così un’immunizzazione naturale ed evitare lo scoglio dell’obbligo vaccinale. Purtroppo però gli eventi hanno preso una piega diversa. Dopo alcuni giorni infatti l’uomo ha iniziato a stare poco bene. Un malessere che è progredito tanto da rendere necessario il ricovero a causa delle funzionalità polmonari compromesse, un quadro clinico risultato fatale nonostante nel frattempo si fosse negativizzato.
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