L’incidenza dei nuovi contagi nella popolazione non vaccinata è di 777 casi ogni 100mila. Quella dei vaccinati è di 95 ogni 100mila. I decessi sono 74 per milione tra i non vaccinati e 4 tra i vaccinati. Sono gli ultimi dati del report dell’Istituto superiore di sanità come elaborati su Lab24 nella nuova sezione “L’effetto dei vaccini”.
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Per valutare quanto stanno proteggendoci i vaccini i dati assoluti possono essere fuorvianti. Questo perché quando le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica il cosiddetto “effetto paradosso”, per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi.
Cosa che è già evidente nella fascia di over 80, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%. Qui, secondo gli ultimi dati che vanno dal 30 luglio al 5 settembre, ci sono stati 352 decessi tra i non vaccinati (48%) e 402 tra i vaccinati (52%).
Significa che il vaccino non funziona? Al contrario, è un esito prevedibile quando hai quota ampia di immunizzati con un vaccino che garantisce una protezione molto elevata ma inferiore al 100%.
Per ipotesi se tutta la popolazione italiana oggi fosse vaccinata, a essere contagiati o ricoverati sarebbero una minima quota di vaccinati, in tutta probabilità anziani o immunodepressi. Questi rappresenterebbero il 100% dei casi, non essendoci più “non vaccinati”.
Per depurare questo effetto paradosso abbiamo messo in relazione lo stato clinico con il numero di vaccinati/non vaccinati nello stesso arco temporale. Il risultato è il grafico qui sotto.
Più nel dettaglio, l'incidenza viene calcolata come rapporto tra numero di vaccinati o non (almeno parzialmente) vaccinati (i dati sono quelli del report settimanale Iss) e la popolazione di riferimento intesa come numero cumulato di vaccinati o non vaccinati da inizio campagna vaccinale fino a una data di riferimento.
Tale data viene fatta coincidere con la fine dell'intervallo di calcolo delle diverse voci: casi, ricoveri, terapie intensive e decessi. In tal modo si catturano nell'analisi sia i vaccinati di lunga data che quelli più recenti.
Per quanto la popolazione di riferimento sia in costante cambiamento, rendendo così meno significativo il confronto tra i valori della stessa categoria in periodi diversi, questa distorsione è comune a entrambe le categorie sotto esame per cui il loro confronto mantiene significatività.
Nel grafico sotto la serie storica dell’incidenza, dove si può vedere una rappresentazione delle “due pandemie”, quella dei vaccinati e non vaccinati.
A completare la rappresentazione abbiamo aggiunto i due grafici che trovate sotto con l’efficacia del vaccino calcolata dall'Istituto superiore di sanità. Questa misura la riduzione proporzionale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate. Equivale quindi alla riduzione percentuale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate rispetto alle persone non vaccinate.
È interessante osservare la serie storica dell’efficacia così calcolata, perché consente di vedere se la protezione del vaccino sta calando nel tempo. Come evidente dai grafici si osserva un calo per tutte le voci, ma ancora minimo. Per gli over 80, ad esempio, per quanto riguarda la capacità di ridurre le ospedalizzazioni si passa dall’efficacia del 94,2% l’11 luglio al 92,1% il 26 settembre, ultimo dato disponibile.
Una tendenza ancora non preoccupante, considerando che gli over 80, insieme a rsa e successivamente sanitari, avranno presto la terza dose.
Nei dati dell’ultima settimana si nota invece una crescita di efficacia del vaccini nel proteggere i 12-39enni dal rischio infezione: si passa dal 67% di fine agosto fino al 72,6% del 26 settembre.
La nuova bugia: muoiono di più i vaccinati dei non vaccinati. Ieri sotto il nostro post sul perché i non vaccinati causano le varianti abbiamo ricevuto un commento, condito dai soliti insulti, da parte di un’insegnante italiana. Allegata al commento era presente questa immagine.
Una tabella con dei numeri con scritti sopra dei calcoli. Il nesso con il nostro post sulle varianti ci è oscuro, lo facciamo rientrare nel classico commento di chi non legge cosa scriviamo, vede post pro vaccini e risponde con un commento anti vaccini. Internet. Ammetto di essermi surriscaldato quando ho visto che era un commento che arrivava da un’insegnante. Per questo motivo, invece di rispondere male alla diretta interessata, cercherò di sfogare la mia rabbia con questo post.
La nuova bugia: muoiono di più i vaccinati dei non vaccinati. Partiamo dall’immagine. Diamole un contesto. La tabella (senza scritte) è stata presa da un report del 18 giugno 2021 del ministero della salute pubblica Inglese. I calcoli, invece, devono arrivare da un luminare convinto di aver scoperto il grande inganno di questa pandemia. Per chi non ci fosse ancora arrivato le percentuali sono calcolate con un semplice rapporto in cui il numero dei morti è moltiplicato per 100 per poi essere diviso per il valore in alto nella tabella (esempio prima percentuale: 73 (morti) x 100 diviso 60.624 (il totale dei contagi) = 0,12 ). Il dato che emergerebbe da queste percentuali e che dimostrerebbe l’inefficacia dei vaccini è tutto in quel morti da vaccino = 0,21 % e morti non vaccinati = 0,09 %. I vaccinati muoiono più del doppio dei non vaccinati!
Sto per urlare. Ma mi trattengo. Facciamo cadere assieme il castello di sabbia. Prima di tutto gli errori di marketing. I non vaccinati sono sotto alla soglia psicologica del 0,10% con un bel 0,09%? Certo! Se arrotondiamo male i numeri.
Si li sento già i vostri commenti “0,09 % o 0,10 % il dato è sorprendente, minore della media (0,12%) i vaccinati muoiono meno della media! Ciò significa che i vaccinati muoiono più dei non vaccinati!”. Ma è così? Ovviamente no.
Siamo palesemente in un problema di sampling bias (errore di campionamento). Come diceva la mia maestra di matematica delle elementari, stiamo confrontando le pere con le mele. I numeri senza un’attenta analisi possono portarci a conclusioni errate. Chiediamoci cosa caratterizza queste due categorie. Le fasce d’età rappresentate nelle due categorie sono le stesse? No, la popolazione che compone la categoria dei vaccinati non è la stessa che va a comporre la categoria dei non vaccinati.
I primi ad essere stati vaccinati sono stati gli over 90, personale sanitario e categorie a rischio. Per poi andare a scendere (over 80, 70, 60…). La scelta, chiaramente non è stata casuale ma dettata dal fatto che le persone più anziane hanno una più alta probabilità di finire in terapia intensiva e morire. Stiamo confrontando due categorie molto diverse. I vaccinati sono mediamente più anziani e con un più alto rischio di morire di COVID-19 dei non ancora vaccinati mediamente più giovani e con un minor rischio di morire a causa della malattia. Potrei andare avanti per conto mio ma ripeterei cosa ha giù scritto Mattia Villa (@emmevilla) su twitter in un thread da incorniciare.
I vaccini stanno salvando vite. E chi non è in grado di ammetterlo è accecato dalle sue errate convinzioni o in totale malafede. Basta vedere cosa è successo in Israele o cosa sta accadendo nel Regno Unito (UK) adesso per rendersene conto chiaramente. In UK i contagi sono risaliti con un andamento esponenziale ma le morti (che ci sono) sono per il momento sotto controllo. Una situazione completamente diversa dalla prima e seconda ondata.
l’articolo è qui
Vorrei aggiungere anche una considerazione sull’insegnante che ha fatto nascere questo post ma oggi sono fortunato ci ha già pensato Riccardo Dal Ferro (@RickDuFer) a scrivere un tweet che condivido al 100%.
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Per valutare quanto stanno proteggendoci i vaccini i dati assoluti possono essere fuorvianti. Questo perché quando le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica il cosiddetto “effetto paradosso”, per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi.
Cosa che è già evidente nella fascia di over 80, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%. Qui, secondo gli ultimi dati che vanno dal 30 luglio al 5 settembre, ci sono stati 352 decessi tra i non vaccinati (48%) e 402 tra i vaccinati (52%).
Significa che il vaccino non funziona? Al contrario, è un esito prevedibile quando hai quota ampia di immunizzati con un vaccino che garantisce una protezione molto elevata ma inferiore al 100%.
Per ipotesi se tutta la popolazione italiana oggi fosse vaccinata, a essere contagiati o ricoverati sarebbero una minima quota di vaccinati, in tutta probabilità anziani o immunodepressi. Questi rappresenterebbero il 100% dei casi, non essendoci più “non vaccinati”.
Per depurare questo effetto paradosso abbiamo messo in relazione lo stato clinico con il numero di vaccinati/non vaccinati nello stesso arco temporale. Il risultato è il grafico qui sotto.
Più nel dettaglio, l'incidenza viene calcolata come rapporto tra numero di vaccinati o non (almeno parzialmente) vaccinati (i dati sono quelli del report settimanale Iss) e la popolazione di riferimento intesa come numero cumulato di vaccinati o non vaccinati da inizio campagna vaccinale fino a una data di riferimento.
Tale data viene fatta coincidere con la fine dell'intervallo di calcolo delle diverse voci: casi, ricoveri, terapie intensive e decessi. In tal modo si catturano nell'analisi sia i vaccinati di lunga data che quelli più recenti.
Per quanto la popolazione di riferimento sia in costante cambiamento, rendendo così meno significativo il confronto tra i valori della stessa categoria in periodi diversi, questa distorsione è comune a entrambe le categorie sotto esame per cui il loro confronto mantiene significatività.
Nel grafico sotto la serie storica dell’incidenza, dove si può vedere una rappresentazione delle “due pandemie”, quella dei vaccinati e non vaccinati.
A completare la rappresentazione abbiamo aggiunto i due grafici che trovate sotto con l’efficacia del vaccino calcolata dall'Istituto superiore di sanità. Questa misura la riduzione proporzionale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate. Equivale quindi alla riduzione percentuale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate rispetto alle persone non vaccinate.
È interessante osservare la serie storica dell’efficacia così calcolata, perché consente di vedere se la protezione del vaccino sta calando nel tempo. Come evidente dai grafici si osserva un calo per tutte le voci, ma ancora minimo. Per gli over 80, ad esempio, per quanto riguarda la capacità di ridurre le ospedalizzazioni si passa dall’efficacia del 94,2% l’11 luglio al 92,1% il 26 settembre, ultimo dato disponibile.
Una tendenza ancora non preoccupante, considerando che gli over 80, insieme a rsa e successivamente sanitari, avranno presto la terza dose.
Nei dati dell’ultima settimana si nota invece una crescita di efficacia del vaccini nel proteggere i 12-39enni dal rischio infezione: si passa dal 67% di fine agosto fino al 72,6% del 26 settembre.
La nuova bugia: muoiono di più i vaccinati dei non vaccinati. Ieri sotto il nostro post sul perché i non vaccinati causano le varianti abbiamo ricevuto un commento, condito dai soliti insulti, da parte di un’insegnante italiana. Allegata al commento era presente questa immagine.
Una tabella con dei numeri con scritti sopra dei calcoli. Il nesso con il nostro post sulle varianti ci è oscuro, lo facciamo rientrare nel classico commento di chi non legge cosa scriviamo, vede post pro vaccini e risponde con un commento anti vaccini. Internet. Ammetto di essermi surriscaldato quando ho visto che era un commento che arrivava da un’insegnante. Per questo motivo, invece di rispondere male alla diretta interessata, cercherò di sfogare la mia rabbia con questo post.
La nuova bugia: muoiono di più i vaccinati dei non vaccinati. Partiamo dall’immagine. Diamole un contesto. La tabella (senza scritte) è stata presa da un report del 18 giugno 2021 del ministero della salute pubblica Inglese. I calcoli, invece, devono arrivare da un luminare convinto di aver scoperto il grande inganno di questa pandemia. Per chi non ci fosse ancora arrivato le percentuali sono calcolate con un semplice rapporto in cui il numero dei morti è moltiplicato per 100 per poi essere diviso per il valore in alto nella tabella (esempio prima percentuale: 73 (morti) x 100 diviso 60.624 (il totale dei contagi) = 0,12 ). Il dato che emergerebbe da queste percentuali e che dimostrerebbe l’inefficacia dei vaccini è tutto in quel morti da vaccino = 0,21 % e morti non vaccinati = 0,09 %. I vaccinati muoiono più del doppio dei non vaccinati!
Sto per urlare. Ma mi trattengo. Facciamo cadere assieme il castello di sabbia. Prima di tutto gli errori di marketing. I non vaccinati sono sotto alla soglia psicologica del 0,10% con un bel 0,09%? Certo! Se arrotondiamo male i numeri.
Si li sento già i vostri commenti “0,09 % o 0,10 % il dato è sorprendente, minore della media (0,12%) i vaccinati muoiono meno della media! Ciò significa che i vaccinati muoiono più dei non vaccinati!”. Ma è così? Ovviamente no.
Siamo palesemente in un problema di sampling bias (errore di campionamento). Come diceva la mia maestra di matematica delle elementari, stiamo confrontando le pere con le mele. I numeri senza un’attenta analisi possono portarci a conclusioni errate. Chiediamoci cosa caratterizza queste due categorie. Le fasce d’età rappresentate nelle due categorie sono le stesse? No, la popolazione che compone la categoria dei vaccinati non è la stessa che va a comporre la categoria dei non vaccinati.
I primi ad essere stati vaccinati sono stati gli over 90, personale sanitario e categorie a rischio. Per poi andare a scendere (over 80, 70, 60…). La scelta, chiaramente non è stata casuale ma dettata dal fatto che le persone più anziane hanno una più alta probabilità di finire in terapia intensiva e morire. Stiamo confrontando due categorie molto diverse. I vaccinati sono mediamente più anziani e con un più alto rischio di morire di COVID-19 dei non ancora vaccinati mediamente più giovani e con un minor rischio di morire a causa della malattia. Potrei andare avanti per conto mio ma ripeterei cosa ha giù scritto Mattia Villa (@emmevilla) su twitter in un thread da incorniciare.
I vaccini stanno salvando vite. E chi non è in grado di ammetterlo è accecato dalle sue errate convinzioni o in totale malafede. Basta vedere cosa è successo in Israele o cosa sta accadendo nel Regno Unito (UK) adesso per rendersene conto chiaramente. In UK i contagi sono risaliti con un andamento esponenziale ma le morti (che ci sono) sono per il momento sotto controllo. Una situazione completamente diversa dalla prima e seconda ondata.
l’articolo è qui
Vorrei aggiungere anche una considerazione sull’insegnante che ha fatto nascere questo post ma oggi sono fortunato ci ha già pensato Riccardo Dal Ferro (@RickDuFer) a scrivere un tweet che condivido al 100%.
LE SCUSE ACCAMPATE DAL 25% DEL PERSONALE DOCENTE CHE SI RIFIUTA DI SOTTOPORSI ALLA VACCINAZIONE MI FANNO CAPIRE CHE UN QUARTO DELLE PERSONE CHE INSEGNANO A SCUOLA NON HA LA MINIMA ABILITAZIONE INTELLETTUALE AD INSEGNARE ALCUNCHÉ.
— RICK DUFER (@RICKDUFER) JULY 8, 2021
— RICK DUFER (@RICKDUFER) JULY 8, 2021
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