Gran Bretagna, tre quarti dei ricoverati Covid non è vaccinato. E il governo valuta obbligo per sanitari e green pass
Tre quarti del totale delle persone ricoverate nei reparti Covid in Gran Bretagna non sono vaccinate. Lo sottolineano oggi i giornali riprendendo un dato diffuso ieri sera dal primo ministro Boris Johnson durante una visita al St Thomas Hospital di Londra: lo stesso in cui proprio lui venne ricoverato drammaticamente nell'aprile 2020 in terapia intensiva. Johnson ha definito preoccupante questa percentuale, evidenziando nel contempo l'incremento dei dati sul contagio dei giovani, la fascia di età coinvolta per ultima nella campagna vaccinale britannica, in un Paese dove i casi giornalieri alimentati dalla variante Delta restano in media oltre quota 30.000 da una decina di giorni e il totale dei ricoveri e risalito a quasi 8000 contro 5600 di un mese fa, sebbene con un impatto delle infezioni gravi e dei decessi per ora largamente inferiore a quello delle ondate pre-vaccini della pandemia. La fine di tutte le maggiori restrizioni introdotta sull'isola dal governo dal 19 luglio «si è rivelata giusta - ha sostenuto il premier Tory al St Thomas - poiché la relativa riapertura dell'economia ci sta facendo crescere adesso più velocemente di qualunque altro Paese del G7, ma siamo stati chiari con la gente sul fatto che il rischio esiste ancora, che la pandemia non è finita e i contagi rimangono abbastanza alti. Per questo sono preoccupato in particolare che in grandi ospedali come questo il 75% dei pazienti afflitti dal Covid sia tuttora non vaccinato».
Governo valuta obbligo vaccino per sanitari
Il governo britannico di Boris Johnson sta valutando l'introduzione di un obbligo legale di vaccinazione anti Covid per tutti coloro che lavorano «in prima fila» nelle strutture sanitarie o nell'assistenza. Lo riferiscono i media, evidenziando peraltro le resistenze di sindacati di categoria e organizzazioni private assistenziali secondo cui un vincolo formale potrebbe indurre i recalcitranti a dare forfait e creare buchi d'organico. La viceministra della Salute, Helen Whately, ha da parte sua sottolineato a Radio Times come il 92% di tutti i dipendenti sella sanità pubblica (Nhs) abbia già ricevuto una dose di vaccino nel Paese e l'88% due dosi; mentre ha ipotizzato per ora la possibile retrocessione a incarichi amministrativi e d'ufficio per quella minoranza di personale impiegato nei reparti ospedalieri che insista a non vaccinarsi. Una specifica direttiva che impone di fatto l'obbligo vaccinale è stata del resto già introdotta per chi opera nelle case di riposo e di cura riservate ad anziani e vulnerabili a diretto contatto con gli ospiti: con l'indicazione ci completare il ciclo di vaccinazioni anti-Covid (salvo esenzione medica) entro l'11 novembre, pena la perdita del diritto d'accesso al posto di lavoro.
Green pass anche in Gb, ma non per servizi essenziali
La certificazione obbligatoria del vaccino anti-Covid - o Green Pass, come è stato ribattezzato in Italia - sarà introdotta in forma limitata nel Regno Unito nelle prossime settimane, ma non dovrà essere esibita per l'accesso ai servizi essenziali: dai negozi di prima necessità (supermercati, farmacie, alimentari, eccetera) ai trasporti pubblici locali. Lo ha sottolineato oggi alla Camera dei Comuni Nadhim Zahawi, viceministro responsabile della campagna vaccinale nel governo Tory di Boris Johnson, rispondendo alle interrogazioni dei deputati dopo il tradizionale Question Time del primo ministro (sfidato nella circostanza dal leader dell'opposizione laburista Keir Starmer sul tema della riforma dell'assistenza sociale e sanitaria che l'esecutivo si appresta a finanziare con un aumento di tasse). Zahawi non ha indicato una data esatta per l'entrata in vigore del Green Pass britannico, prevista verso fine settembre. Mentre ha dato rassicurazioni alle opposizioni - laburisti e indipendentisti scozzesi in testa - che chiedevano garanzie sull'esenzione di qualsiasi obbligo appunto per i servizi essenziali. Nelle attese la certificazione, in versione d'Oltremanica, dovrebbe essere imposta di fatto solo per poter accedere a locali notturni, eventi collettivi come concerti, spettacoli o competizioni sportive e poco altro.
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