E maggio?
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Coronavirus....censimento opinioni diverse non allineate...
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Sicuro sia Maggio 21
Le % dei Vaccinati sono quelle di oggi ... o ancora più alte ...
Propio stasera al TG ho sentito la stessa frase del 9 a 1
Cmq fantastico l’applauso ... ricorda Il Duce in piazza Venezia
PS: Schwab chi ? il nipote dei Banchieri padroni della Bayer quando produceva i Gas per i campi di concentramento degli Ebrei ! Ora capisco perché Israele è il paese di riferimento per i Vaccini... e anche perché il Green Pass somiglia sempre dippiù alla Tessera Nazista ...
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Originally posted by mano View Post
è tornato l educato, quello che si confronta , che dialoga, la mente aperta ,quello che spiega ad un universo di professonisti medici le soluzoni ,perche i veri medici curano, mentre quelli nelle i.c.u. son tutti microcippati da gates.
Quando hai finito di lavorare passa da loro a raccontargli che è solo una influenza ,che colpisce gli anziani e che non ci hanno capito nulla.
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mettiamo un pò di feicnius....
«Non si somministrano vaccini ma terapie geniche senza opportuni controlli»: la lettera di un gruppo di accademici italiani
UNDICI ACCADEMICI LANCIANO L’ALLARME:
«I SIERI CHE CI DANNO NON SONO VACCINI»
Un gruppo di accademici italiani ha pubblicato oggi una lettera su La Verità lanciando un forte allarme sui vaccini: “sono terapie geniche”
Sul quotidiano fondato da Maurizio Belpietro, La Verità, è stata pubblicata oggi una lettera firmata da undici accademici italiani che lanciano un allarme che lascia basiti, o meglio, che conferma ciò che da più parti si grida da mesi e che viene tacciato come complottismo: quelli che ci stanno iniettando contro il Covid non sarebbero vaccini, ma terapie geniche.
Ecco la missiva nella quale si spiegano le ragioni che hanno portato gli undici studiosi di diverse università italiane a lanciare un allarme così forte:
“Un vaccino è un preparato biologico prodotto allo scopo di procurare un’immunità acquisita attiva contro un particolare tipo di infezione. Un farmaco, invece, è un prodotto, realizzato con principi attivi (naturali o sintetici, imprescindibilmente conformi alle norme di buona fabbricazione, definiti da specifiche regole, procedure e linee guida, in grado di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente. I vaccini vengono somministrati a persone sane con l’obbiettivo di conseguire un risultato immediato. Ne consegue che la sicurezza (inclusi gli effetti a lungo termine) dei primi in quanto somministrati a persone sane, è assai più rilevante rispetto ai secondi che vengono utilizzati individui più o meno gravemente malati.
Nel primo caso non si deve comunque compromettere una situazione che – in partenza – si ritiene essere “di buona salute”. Nel secondo ci propone di modificare la condizione attuale di malattia. Mentre nel secondo caso l’eventuale comparsa di eventi avversi potrebbe anche essere ascritta all’evoluzione della malattia e/o alla sua riposta al trattamento, gli effetti secondari dopo somministrazione del vaccino non potrebbero non essere ascritti al vaccino stesso, dato che la condizione di partenza è per definizione di “buona salute”.
Queste sostanziali differenze fanno sì che l’immissione in commercio di vaccini o farmaci siano soggette a differenti regolamentazioni e controlli demandati ad organi diversi. Negli Usa, i farmaci sono supervisionati dal Center for drug evaluation and research (Cder), mentre i vaccini sono supervisionati dal Center for biologics evaluation and research (Cber), entrambi regolati dalla Food and drug administration (Fda). Anche la vigilanza circa gli eventi avversi è demandata a istituti distinti: per il vaccino al Center for disease control di Atlanta; per i farmaci alla stessa Fda. Per un farmaco, come la terapia genica, è obbligatorio valutare la mutagenicità e la canceroginità, due caposaldi della farmacovigilanza. Per i vaccini questo step valutativo non è invece – paradossalmente – richiesto. Di fatto, molte domande pertinenti la sicurezza ed efficacia dei vaccini a mRna restano a tutt’oggi inevase, come denunciato con forza dal British Medical Journal.
I vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a Dna) non sono in realtà vaccini ma esempi di “terapia genica”, come descritto in numerosi articoli scientifici e sottolineato da recenti dichiarazioni ufficiale del presidente della Bayer. Questi prodotti contengono acidi nucleici (Dna o Rna) che stimolano la produzione della proteina virale e hanno la capacità di interferire significativamente con le funzioni cellulari. L’utilizzo di questo ‘vaccini genetici’, il cui uso è stato finora limitato a campi limitati e in presenza di malattie (immunoterapia del cancro, terapia genica di malattie genetiche), è stato ampliato enormemente a tutta la popolazione sana senza i necessari controlli di sicurezza, soprattutto a lungo termine.
L’approvazione dei “vaccini” a mRna in regime di urgenza ha permesso di ‘risolvere’ i dubbi e la doverosa necessità di studi sulla sicurezza a breve e medio-lungo termine che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodi generalizzato di cura (senza per altro evidenza di efficacia).
L’obiettivo è chiaro: soppiantare l’apparato farmacologico tradizionale in cui la cura o la profilassi sono basate sull’evidenza, con una miriade di farmaci/vaccini basati sulla sequenza dell’Rna (o Dna), poco controllati, gestiti da poche multinazionali del farmaco e utilizzate su larga scala.
Questo spiega bene perché i media si industrino a negare il fatto che i due nuovi vaccini sono forme di terapia genica e perché lo stravolgimento delle regole normalmente seguite per l’immissione in commercio dei vaccini sia stato avallato tanto avventatamente.
Queste preoccupazioni meritano di essere affrontate con laica razionalità in ambito scientifico e legislativo, senza nascondersi dietro il paravento di slogan e della propaganda, ma propugnando il ritorno ad una scienza indipendente che non si pieghi ad essere serva di interessi economici o altro”.
Firmatari:- Marco Cosentino – Università dell’Insubria
- Stefano Dumontet – Università Parthenope
- Davide Conversi – Università La Sapienza
- Maria Luisa Chiusano – Università Federico II
- Nicola Schiavone – Università di Firenze
- Leonardo Vignoli – Università Roma Tre
- Salvatore Valiante – Università Federico II
- Marco Milanesi – Università del Piemonte Orientale
- Carlo Gambacorti-Passerini – Università di Milano Bicocca
- Monica Facco – Università di Padova
- Daniela Porretta – Università La Sapienza
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Originally posted by moreno.44 View Postmettiamo un pò di feicnius....
«Non si somministrano vaccini ma terapie geniche senza opportuni controlli»: la lettera di un gruppo di accademici italiani
UNDICI ACCADEMICI LANCIANO L’ALLARME:
«I SIERI CHE CI DANNO NON SONO VACCINI»
Un gruppo di accademici italiani ha pubblicato oggi una lettera su La Verità lanciando un forte allarme sui vaccini: “sono terapie geniche”
Sul quotidiano fondato da Maurizio Belpietro, La Verità, è stata pubblicata oggi una lettera firmata da undici accademici italiani che lanciano un allarme che lascia basiti, o meglio, che conferma ciò che da più parti si grida da mesi e che viene tacciato come complottismo: quelli che ci stanno iniettando contro il Covid non sarebbero vaccini, ma terapie geniche.
Ecco la missiva nella quale si spiegano le ragioni che hanno portato gli undici studiosi di diverse università italiane a lanciare un allarme così forte:
“Un vaccino è un preparato biologico prodotto allo scopo di procurare un’immunità acquisita attiva contro un particolare tipo di infezione. Un farmaco, invece, è un prodotto, realizzato con principi attivi (naturali o sintetici, imprescindibilmente conformi alle norme di buona fabbricazione, definiti da specifiche regole, procedure e linee guida, in grado di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente. I vaccini vengono somministrati a persone sane con l’obbiettivo di conseguire un risultato immediato. Ne consegue che la sicurezza (inclusi gli effetti a lungo termine) dei primi in quanto somministrati a persone sane, è assai più rilevante rispetto ai secondi che vengono utilizzati individui più o meno gravemente malati.
Nel primo caso non si deve comunque compromettere una situazione che – in partenza – si ritiene essere “di buona salute”. Nel secondo ci propone di modificare la condizione attuale di malattia. Mentre nel secondo caso l’eventuale comparsa di eventi avversi potrebbe anche essere ascritta all’evoluzione della malattia e/o alla sua riposta al trattamento, gli effetti secondari dopo somministrazione del vaccino non potrebbero non essere ascritti al vaccino stesso, dato che la condizione di partenza è per definizione di “buona salute”.
Queste sostanziali differenze fanno sì che l’immissione in commercio di vaccini o farmaci siano soggette a differenti regolamentazioni e controlli demandati ad organi diversi. Negli Usa, i farmaci sono supervisionati dal Center for drug evaluation and research (Cder), mentre i vaccini sono supervisionati dal Center for biologics evaluation and research (Cber), entrambi regolati dalla Food and drug administration (Fda). Anche la vigilanza circa gli eventi avversi è demandata a istituti distinti: per il vaccino al Center for disease control di Atlanta; per i farmaci alla stessa Fda. Per un farmaco, come la terapia genica, è obbligatorio valutare la mutagenicità e la canceroginità, due caposaldi della farmacovigilanza. Per i vaccini questo step valutativo non è invece – paradossalmente – richiesto. Di fatto, molte domande pertinenti la sicurezza ed efficacia dei vaccini a mRna restano a tutt’oggi inevase, come denunciato con forza dal British Medical Journal.
I vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a Dna) non sono in realtà vaccini ma esempi di “terapia genica”, come descritto in numerosi articoli scientifici e sottolineato da recenti dichiarazioni ufficiale del presidente della Bayer. Questi prodotti contengono acidi nucleici (Dna o Rna) che stimolano la produzione della proteina virale e hanno la capacità di interferire significativamente con le funzioni cellulari. L’utilizzo di questo ‘vaccini genetici’, il cui uso è stato finora limitato a campi limitati e in presenza di malattie (immunoterapia del cancro, terapia genica di malattie genetiche), è stato ampliato enormemente a tutta la popolazione sana senza i necessari controlli di sicurezza, soprattutto a lungo termine.
L’approvazione dei “vaccini” a mRna in regime di urgenza ha permesso di ‘risolvere’ i dubbi e la doverosa necessità di studi sulla sicurezza a breve e medio-lungo termine che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodi generalizzato di cura (senza per altro evidenza di efficacia).
L’obiettivo è chiaro: soppiantare l’apparato farmacologico tradizionale in cui la cura o la profilassi sono basate sull’evidenza, con una miriade di farmaci/vaccini basati sulla sequenza dell’Rna (o Dna), poco controllati, gestiti da poche multinazionali del farmaco e utilizzate su larga scala.
Questo spiega bene perché i media si industrino a negare il fatto che i due nuovi vaccini sono forme di terapia genica e perché lo stravolgimento delle regole normalmente seguite per l’immissione in commercio dei vaccini sia stato avallato tanto avventatamente.
Queste preoccupazioni meritano di essere affrontate con laica razionalità in ambito scientifico e legislativo, senza nascondersi dietro il paravento di slogan e della propaganda, ma propugnando il ritorno ad una scienza indipendente che non si pieghi ad essere serva di interessi economici o altro”.
Firmatari:- Marco Cosentino – Università dell’Insubria
- Stefano Dumontet – Università Parthenope
- Davide Conversi – Università La Sapienza
- Maria Luisa Chiusano – Università Federico II
- Nicola Schiavone – Università di Firenze
- Leonardo Vignoli – Università Roma Tre
- Salvatore Valiante – Università Federico II
- Marco Milanesi – Università del Piemonte Orientale
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- Monica Facco – Università di Padova
- Daniela Porretta – Università La Sapienza
CATTIVI SCIENZIATI
Gli 11 prof. della Verità e una balla da smontare
ENRICO BUCCI 20 NOV 2021
Il giornale diretto da Belpietro pubblica un articolo in cui alcuni docenti universitari sostengono una serie di affermazioni dubbie o palesemente erronee sui vaccini contro il Covid-19. Ecco quali
Sullo stesso argomento:- Pseudoscienze perfino nelle cliniche, rifugi dei No vax tedeschi
- In Italia serve una nuova sinergia tra scienze dure e materie umanistiche
1:55/5:14
Smartworking e innovazione le ultime...
Trovo sorprendente che 11 docenti universitari, tra cui il responsabile di un laboratorio di farmacologia medica, siano riusciti a infilare in un singolo articolo apparso su un quotidiano una serie di affermazioni dubbie o palesemente erronee circa gli attuali vaccini contro Covid-19. Innanzitutto, si afferma nell’articolo in questione, pubblicato ieri sulla Verità, che i vaccini sarebbero somministrati a persone sane. Da questo, secondo i firmatari dell’articolo, deriverebbe che “gli effetti secondari dopo somministrazione del vaccino non potrebbero non essere ascritti al vaccino stesso”, dato che la condizione di partenza è per definizione quella di “buona salute”. Questa affermazione non è vera nei suoi presupposti – visto che il vaccino si somministra a tutti, a cominciare proprio dai soggetti pluripatologici e quindi più fragili – ma non è vera anche nelle sue conclusioni, visto che lo stato attuale di buona salute di un soggetto non preclude affatto la possibilità che, dopo la vaccinazione, insorga una patologia. Proprio per questo motivo, l’attribuzione al vaccino di un certo effetto collaterale – evenienza, ricordiamolo, possibilissima ma osservata a frequenze tali da non spostare in territorio negativo il rapporto costi-benefici – deriva dallo studio attento del caso specifico, non certo da semplicistiche assunzioni di buona o cattiva salute prima della vaccinazione.
Inoltre, insistere sul fatto che il vaccino sia somministrato a soggetti sani, e quindi possa modificare solo in peggio la condizione del soggetto trattato, mentre gli altri trattamenti sarebbero utilizzati partendo da uno stato di malattia, è una ovvia stupidaggine: si ignora la chemioprofilassi, per esempio con il chinino e la clorochina contro la malaria, solo per citare due esempi. Forse che in questi casi non si somministra un farmaco a soggetti “sani”? Forse che non vi sono, anche per questi farmaci, possibili effetti collaterali specifici? E basta forse l’insorgenza di un sintomo a valle della loro somministrazione, per stabilire che essi ne siano la causa? Si dà ad intendere poi che i nuovi vaccini, particolarmente quelli a Rna, sarebbero insicuri perché non testati dal punto di vista della loro potenziale mutagenicità (e quindi anche cancerogenicità). Innanzitutto, questo non è vero in generale: il vaccino Moderna è stato testato in 4 diversi studi per potenziale mutagenico attraverso tre diverse procedure standard e non è risultato in grado di indurre nessuna mutagenesi e quindi trasformazione cellulare. Questi test hanno confermato ciò che le linee guida prevedono, ovvero la non obbligatorietà dei test di mutagenesi e carcinogenesi per gli attuali vaccini a Rna, perché non contengono ingredienti che possano destare preoccupazione in quel senso.
Ora, si può anche dissentire con queste linee guida, ma non senza portare neppure uno straccio di dato in supporto dei rischi paventati. Per continuare a sollevare paure attraverso la suggestione di anomalia e di immaginarie condizioni speciali di rischio, si afferma poi anche che “i vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a Dna) non sono in realtà vaccini ma esempi di terapia genica”. E’ la solita, trita litania dei “sieri genici sperimentali” tanto cara ai No vax, ed è una stupidaggine bella e buona. Innanzitutto, il genoma di chi si vaccina non è modificato dalla presenza transiente dell’Rna vaccinale. Se qualcuno afferma il contrario, porti le prove, soprattutto se provveduto dallo stato di tutte le necessarie risorse per sperimentare in tal senso. Che i vaccini non siano terapia genica non sono del resto io a dirlo, ma gli stessi regolamenti europei: la direttiva comunitaria tuttora in vigore 2001/83/EC stabilisce nella parte IV del suo annesso 1 che “i prodotti medicinali per la terapia genica non includono i vaccini contro le malattie infettive”. Dal 2001, non da oggi; non è certo un’eccezione fatta per il Covid-19.
Eppure, sempre dando a intendere che i vaccini attuali costituiscano terapia genica, gli autori dell’articolo continuano scrivendo di “dubbi e la doverosa necessità di studi sulla sicurezza a breve e medio termine che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodo generalizzato di cura (senza peraltro evidenza di efficacia)”. Anche questa è un’affermazione curiosa: nessuna terapia genica, per definizione, può essere altro che mirata – e dunque non può costituire un metodo generalizzato. E riguardo la mancanza di efficacia, non so a cosa si alluda: consiglio comunque di guardare a Luxturna per l’amaurosi congenita o Zolgensma per l’atrofia muscolare spinale, nonché a tutte le terapie geniche che fanno uso di trapianti di cellule geneticamente modificate per ripristinare le funzioni difettose nel paziente. Non solo è falso che i vaccini a Rna siano terapia genica, ma anche che questa sia in qualche modo insicura o poco efficace. Il processo di sollevare obiezioni, magari da una cattedra universitaria e dalle pagine di un quotidiano, è sempre più veloce di quanto si chiede per rispondere a quelle; e per quel che riguarda le risposte, basta fingere che non siano state già date.
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Originally posted by mano View PostCATTIVI SCIENZIATI
Gli 11 prof. della Verità e una balla da smontare
ENRICO BUCCI 20 NOV 2021
Il giornale diretto da Belpietro pubblica un articolo in cui alcuni docenti universitari sostengono una serie di affermazioni dubbie o palesemente erronee sui vaccini contro il Covid-19. Ecco quali
Sullo stesso argomento:- Pseudoscienze perfino nelle cliniche, rifugi dei No vax tedeschi
- In Italia serve una nuova sinergia tra scienze dure e materie umanistiche
1:55/5:14
Smartworking e innovazione le ultime...
Trovo sorprendente che 11 docenti universitari, tra cui il responsabile di un laboratorio di farmacologia medica, siano riusciti a infilare in un singolo articolo apparso su un quotidiano una serie di affermazioni dubbie o palesemente erronee circa gli attuali vaccini contro Covid-19. Innanzitutto, si afferma nell’articolo in questione, pubblicato ieri sulla Verità, che i vaccini sarebbero somministrati a persone sane. Da questo, secondo i firmatari dell’articolo, deriverebbe che “gli effetti secondari dopo somministrazione del vaccino non potrebbero non essere ascritti al vaccino stesso”, dato che la condizione di partenza è per definizione quella di “buona salute”. Questa affermazione non è vera nei suoi presupposti – visto che il vaccino si somministra a tutti, a cominciare proprio dai soggetti pluripatologici e quindi più fragili – ma non è vera anche nelle sue conclusioni, visto che lo stato attuale di buona salute di un soggetto non preclude affatto la possibilità che, dopo la vaccinazione, insorga una patologia. Proprio per questo motivo, l’attribuzione al vaccino di un certo effetto collaterale – evenienza, ricordiamolo, possibilissima ma osservata a frequenze tali da non spostare in territorio negativo il rapporto costi-benefici – deriva dallo studio attento del caso specifico, non certo da semplicistiche assunzioni di buona o cattiva salute prima della vaccinazione.
Inoltre, insistere sul fatto che il vaccino sia somministrato a soggetti sani, e quindi possa modificare solo in peggio la condizione del soggetto trattato, mentre gli altri trattamenti sarebbero utilizzati partendo da uno stato di malattia, è una ovvia stupidaggine: si ignora la chemioprofilassi, per esempio con il chinino e la clorochina contro la malaria, solo per citare due esempi. Forse che in questi casi non si somministra un farmaco a soggetti “sani”? Forse che non vi sono, anche per questi farmaci, possibili effetti collaterali specifici? E basta forse l’insorgenza di un sintomo a valle della loro somministrazione, per stabilire che essi ne siano la causa? Si dà ad intendere poi che i nuovi vaccini, particolarmente quelli a Rna, sarebbero insicuri perché non testati dal punto di vista della loro potenziale mutagenicità (e quindi anche cancerogenicità). Innanzitutto, questo non è vero in generale: il vaccino Moderna è stato testato in 4 diversi studi per potenziale mutagenico attraverso tre diverse procedure standard e non è risultato in grado di indurre nessuna mutagenesi e quindi trasformazione cellulare. Questi test hanno confermato ciò che le linee guida prevedono, ovvero la non obbligatorietà dei test di mutagenesi e carcinogenesi per gli attuali vaccini a Rna, perché non contengono ingredienti che possano destare preoccupazione in quel senso.
Ora, si può anche dissentire con queste linee guida, ma non senza portare neppure uno straccio di dato in supporto dei rischi paventati. Per continuare a sollevare paure attraverso la suggestione di anomalia e di immaginarie condizioni speciali di rischio, si afferma poi anche che “i vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a Dna) non sono in realtà vaccini ma esempi di terapia genica”. E’ la solita, trita litania dei “sieri genici sperimentali” tanto cara ai No vax, ed è una stupidaggine bella e buona. Innanzitutto, il genoma di chi si vaccina non è modificato dalla presenza transiente dell’Rna vaccinale. Se qualcuno afferma il contrario, porti le prove, soprattutto se provveduto dallo stato di tutte le necessarie risorse per sperimentare in tal senso. Che i vaccini non siano terapia genica non sono del resto io a dirlo, ma gli stessi regolamenti europei: la direttiva comunitaria tuttora in vigore 2001/83/EC stabilisce nella parte IV del suo annesso 1 che “i prodotti medicinali per la terapia genica non includono i vaccini contro le malattie infettive”. Dal 2001, non da oggi; non è certo un’eccezione fatta per il Covid-19.
Eppure, sempre dando a intendere che i vaccini attuali costituiscano terapia genica, gli autori dell’articolo continuano scrivendo di “dubbi e la doverosa necessità di studi sulla sicurezza a breve e medio termine che, nel corso degli ultimi vent’anni, hanno impedito alla terapia genica di imporsi come metodo generalizzato di cura (senza peraltro evidenza di efficacia)”. Anche questa è un’affermazione curiosa: nessuna terapia genica, per definizione, può essere altro che mirata – e dunque non può costituire un metodo generalizzato. E riguardo la mancanza di efficacia, non so a cosa si alluda: consiglio comunque di guardare a Luxturna per l’amaurosi congenita o Zolgensma per l’atrofia muscolare spinale, nonché a tutte le terapie geniche che fanno uso di trapianti di cellule geneticamente modificate per ripristinare le funzioni difettose nel paziente. Non solo è falso che i vaccini a Rna siano terapia genica, ma anche che questa sia in qualche modo insicura o poco efficace. Il processo di sollevare obiezioni, magari da una cattedra universitaria e dalle pagine di un quotidiano, è sempre più veloce di quanto si chiede per rispondere a quelle; e per quel che riguarda le risposte, basta fingere che non siano state già date.
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Originally posted by moreno.44 View Post
sei ridicolo, potresti andare a fare da spalla a Vespa, fazio, gruber, merlino, telese, checca pavone etc...
Tutti voi no vacse avete medici immmaginari che vi spalleggiano, ma fateli intervenire qui.
Ma solo sui siti/giornali no vacs ,o su chat segrete di istagram scrivono?
Almeno ci si diverte un po..
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Originally posted by mano View Post
Tutti voi no vacse avete medici immmaginari che vi spalleggiano, ma fateli intervenire qui.
Ma solo sui siti/giornali no vacs ,o su chat segrete di istagram scrivono?
Almeno ci si diverte un po..
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AGAMBEN SCATENATO CONTRO IL GREEN PASS ▷ "GLI STORICI GIUDICHERANNO LA VOSTRA INFAME COMPLICITÀ”
La parola è lucida, il pensiero tagliente e raffinato. Giorgio Agamben non fa prigionieri nella sua requisitoria contro il Green pass. Sotto la lente d'ingrandimento la graduale distruzione dello Stato di diritto da parte di un sistema di potere in grado di annichilire ogni possibile oppositore e decostruire lo stesso principio di legalità. Agamben nella sua disamina è preciso e senza alcun conformismo: "Bisogna rendersi conto che in Italia è stato attuato un vero e proprio colpo di stato".
Le affilate stilettate del filosofo non risparmiano intellettuali e giornalisti, la cui funzione di controllo e critica è stata tradita in favore di un asservimento al potere senza uguali. Per Agamben il giudizio della storia non potrà che ricadere sulle loro colpe e silenzi.
LINK PER IL VIDEO COMPLETO DEL CONGRESSO: https://www.youtube.com/watch?v=OopRY...
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Originally posted by moreno.44 View Post
quando vanno in tivvù nei programmi che ti piacciono tanto non li fanno parlare e cercano di buttare sempre in caciara la discussione...ma scommetto che anche tu sei contento quando avviene tutto ciò...
gli altri fanno i personaggi per avere visibilita, non portano in uno studio tv evidenze, solo chiacchiere...
il comitato cure covid e mesi che deve fornire i dati sulle loro cure, li stiamo ancora aspettando.
⛔ Questa Web App non è più attiva ⛔✅ Clicca e scopri il nuovo sito web app della Fondazione TDC19 ETS, evoluzione del Comitato Cura Domiciliare Covid19 ⛔ Il Comitato TDC19 non è attivo ⛔✅ Clicca e scoprila Fondazione TDC19 ETS e la nuova Progressive Web App TDC19 Comitato Cura Domiciliare Covid Siamo un gruppo di cittadini […]
questo è il sito,non pubblicano nulla.
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CLAMOROSO "THE LANCET" ▷ L'ARTICOLO CHE FA SALTARE IL BANCO: "BASTA STIGMATIZZARE I NON VACCINATI"
"Stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato". Inizia così l'articolo pubblicato dalla rivista scientifica #TheLancet ad opera della penna del professore Günter #Kampf dell'Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell'Università di Greifswald. Nello strisciante clima di divisone sociale, nella pericolosa polarizzazione degli schieramenti, il prof. Kampf getta acqua sul fuoco sulle facili schematizzazioni tra vaccinati e non vaccinati.
La definizione "pandemia dei non vaccinati" nata prima in Germania e negli Stati Uniti, affermatasi poi nei media anche in Italia, non è giustificata secondo "The Lancet" da nessun dato scientifico poiché i vaccinati continuano ad avere un ruolo cruciale nella trasmissione del virus. Il messaggio di pacificazione del prof. Kampf si basa su una fitta serie di dati sulla base dei quali viene evidenziata la fallacia della demonizzazione dei non vaccinati nella trasmissione del contagio.
Nel #Massachusetts ben il 74% dei contagi ha colpito persone vaccinate evidenziando un'alta carica virale. Dati simili sono stati riscontrati anche in Germania a Münster, dove ulteriori analisi hanno individuato significativi cluster anche tra la popolazione sottoposta alla doppia dose di vaccino. In Germania ben il 55% dei sintomatici di Covid-19 in pazienti con età pari o superiore a 60 anni riguarda individui completamente vaccinati.
La pubblicazione "The Lancet" incrina, numeri alla mano, ogni narrazione divisiva di stampo moralistico tra vaccinati e non vaccinati. La presunta supremazia morale-scientifico ideologicamente affermata dai presunti tedofori della verità cade di fronte alla complessità del reale quadro pandemico.
Fabio #Duranti e l'avv. #Sandri analizzano i dati della rivista "The Lancet" ad "Un giorno speciale"
00:00 - 04:46 L'inganno delle parole
04:47 - 13:43 L'articolo di The Lancet
13:44 - 19:54 "Le nostre tesi sono scientifiche"
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Originally posted by moreno.44 View Post
CLAMOROSO "THE LANCET" ▷ L'ARTICOLO CHE FA SALTARE IL BANCO: "BASTA STIGMATIZZARE I NON VACCINATI"
"Stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato". Inizia così l'articolo pubblicato dalla rivista scientifica #TheLancet ad opera della penna del professore Günter #Kampf dell'Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell'Università di Greifswald. Nello strisciante clima di divisone sociale, nella pericolosa polarizzazione degli schieramenti, il prof. Kampf getta acqua sul fuoco sulle facili schematizzazioni tra vaccinati e non vaccinati.
La definizione "pandemia dei non vaccinati" nata prima in Germania e negli Stati Uniti, affermatasi poi nei media anche in Italia, non è giustificata secondo "The Lancet" da nessun dato scientifico poiché i vaccinati continuano ad avere un ruolo cruciale nella trasmissione del virus. Il messaggio di pacificazione del prof. Kampf si basa su una fitta serie di dati sulla base dei quali viene evidenziata la fallacia della demonizzazione dei non vaccinati nella trasmissione del contagio.
Nel #Massachusetts ben il 74% dei contagi ha colpito persone vaccinate evidenziando un'alta carica virale. Dati simili sono stati riscontrati anche in Germania a Münster, dove ulteriori analisi hanno individuato significativi cluster anche tra la popolazione sottoposta alla doppia dose di vaccino. In Germania ben il 55% dei sintomatici di Covid-19 in pazienti con età pari o superiore a 60 anni riguarda individui completamente vaccinati.
La pubblicazione "The Lancet" incrina, numeri alla mano, ogni narrazione divisiva di stampo moralistico tra vaccinati e non vaccinati. La presunta supremazia morale-scientifico ideologicamente affermata dai presunti tedofori della verità cade di fronte alla complessità del reale quadro pandemico.
Fabio #Duranti e l'avv. #Sandri analizzano i dati della rivista "The Lancet" ad "Un giorno speciale"
00:00 - 04:46 L'inganno delle parole
04:47 - 13:43 L'articolo di The Lancet
13:44 - 19:54 "Le nostre tesi sono scientifiche"
Si prevedeva che gli elevati tassi di vaccinazione COVID-19 riducessero la trasmissione di SARS-CoV-2 nelle popolazioni riducendo il numero di possibili fonti di trasmissione e quindi riducendo l'onere della malattia COVID-19. Dati recenti, tuttavia, indicano che la rilevanza epidemiologica degli individui vaccinati COVID-19 è in aumento. Nel Regno Unito è stato descritto che i tassi di attacco secondario tra i contatti domestici esposti a casi indice completamente vaccinati erano simili ai contatti domestici esposti a casi indice non vaccinati (25% per vaccinati vs 23% per non vaccinati). 12 delle 31 infezioni nei contatti familiari completamente vaccinati (39%) sono sorte da casi indice epidemiologicamente collegati completamente vaccinati. Il picco di carica virale non differiva in base allo stato di vaccinazione o al tipo di variante
[
[1]
]. In Germania, il tasso di casi sintomatici di COVID-19 tra i completamente vaccinati ("infezioni rivoluzionarie") è riportato settimanalmente da 21. Luglio 2021 ed era del 16,9% in quel momento tra i pazienti di 60 anni e più [
[2]
]. Questa percentuale sta aumentando di settimana in settimana ed è stata del 58,9% su 27. Ottobre 2021 (Figura 1) fornendo prove chiare della crescente rilevanza dei vaccinati come possibile fonte di trasmissione. Una situazione simile è stata descritta per il Regno Unito. Tra la settimana 39 e 42, un totale di 100.160 casi di COVID-19 sono stati segnalati tra i cittadini di 60 anni o più. 89.821 si sono verificati tra i vaccinati (89,7%), 3.395 tra i non vaccinati (3,4%) [
[3]
]. Una settimana prima, il tasso di casi di COVID-19 per 100.000 era più alto tra il sottogruppo dei vaccinati rispetto al sottogruppo dei non vaccinati in tutte le fasce di età di 30 anni o più. In Israele è stato segnalato un focolaio nosocomiale che ha coinvolto 16 operatori sanitari, 23 pazienti esposti e due familiari. La fonte era un paziente COVID-19 completamente vaccinato. Il tasso di vaccinazione è stato del 96,2% tra tutti gli individui esposti (151 operatori sanitari e 97 pazienti). Quattordici pazienti completamente vaccinati si ammalarono gravemente o morirono, i due pazienti non vaccinati svilupparono una malattia lieve [
[4]
]. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) identificano quattro delle prime cinque contee con la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata (99,9-84,3%) come contee ad "alta" trasmissione [
[5]
]. Molti decisori presumono che il vaccinato possa essere escluso come fonte di trasmissione. Sembra essere gravemente negligente ignorare la popolazione vaccinata come possibile e rilevante fonte di trasmissione quando si decide sulle misure di controllo della salute pubblica.
]. 16 parono una malattia lie della salute pubblica.Figura 1Tassi di vaccinazione e proporzioni di persone completamente vaccinate tra i casi sintomatici di COVID-19 (≥ 60 anni) in Germania tra i 21. Luglio e 27. Ottobre 2021 sulla base dei rapporti settimanali del Robert Koch-Institute [[2]
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- Singanayagam A
- Hakki S
- Dunning J
- et
- al.
Trasmissione comunitaria e cinetica della carica virale della variante SARS-CoV-2 delta (B.1.617.2) in individui vaccinati e non vaccinati nel Regno Unito: uno studio prospettico, longitudinale, di coorte.
Lancet Infetta Dis. 2021;https://doi.org/10.1016/S1473-3099(21)00648-4
Visualizza nell'articolo - [2]. Robert Koch-Institut. Wöchentlicher Lagebericht des RKI zur Coronavirus-Krankheit-2019 (COVID-19). AKTUALISIERTER STAND FÜR DEUTSCHLAND 22. Luglio 2021. https://www.rki.de/DE/Content/InfAZ/...ublicationFile (accesso 28. Settembre 2021).
Visualizza nell'articolo - [3]. Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito. Rapporto di sorveglianza del vaccino COVID-19. Settimana 4328. Ottobre 2021. https://assets.publishing.service.go...rt-week-43.pdf (accesso 1. Novembre 2021).
Visualizza nell'articolo - [4].
- Shitrit P
- Zuckerman NS
- Mor O
- Gottesman BS
- Chowers M.
Epidemia nosocomiale causata dalla variante SARS-CoV-2 Delta in una popolazione altamente vaccinata, Israele, luglio 2021.
Euro Surveill. 2021; 26 anni 2100822https://doi.org/10.2807/1560-7917.ES.2021.26.39.2100822
Visualizza nell'articolo- [5].
- Subramanian SV
- Kumar A.
Gli aumenti di COVID-19 non sono correlati ai livelli di vaccinazione in 68 paesi e 2947 contee negli Stati Uniti.
Eur J Epidemiol. 2021;https://doi.org/10.1007/s10654-021-00808-7
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Data di pubblicazione: novembre 19, 2021
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DOI: https://doi.org/10.1016/j.lanepe.2021.100272
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Io posso capire che nascere stupidi possa essere una condizione degradante, ma preoccuparsi dei contagi quando invece si muore ...mi sembra eccessivamente stupido ecco
I vaccinati contro il Covid hanno un tasso di mortalità più basso
22 Novembre 2021Credit: David Greedy/Stringer/GettyImages
Tutti coloro che si sono vaccinati contro Covid hanno meno probabilità di morire per qualsiasi malattia o causa metabolica, anche non collegata al virus. Ad annunciarlo è il Cdc americano (Centers for disease control and prevention), in un rapporto sul controllo e la prevenzione delle malattie, pubblicando lo studio svolto su 6,4 milioni di persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino Pfizer e Moderna o la monodose di Johnson & Johnson.
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Originally posted by mano View Post
Ma postiamolo lo studio pubblicato su lancet è la prova schiacciante,se ne sono accorti solo i no vacse.
Si prevedeva che gli elevati tassi di vaccinazione COVID-19 riducessero la trasmissione di SARS-CoV-2 nelle popolazioni riducendo il numero di possibili fonti di trasmissione e quindi riducendo l'onere della malattia COVID-19. Dati recenti, tuttavia, indicano che la rilevanza epidemiologica degli individui vaccinati COVID-19 è in aumento. Nel Regno Unito è stato descritto che i tassi di attacco secondario tra i contatti domestici esposti a casi indice completamente vaccinati erano simili ai contatti domestici esposti a casi indice non vaccinati (25% per vaccinati vs 23% per non vaccinati). 12 delle 31 infezioni nei contatti familiari completamente vaccinati (39%) sono sorte da casi indice epidemiologicamente collegati completamente vaccinati. Il picco di carica virale non differiva in base allo stato di vaccinazione o al tipo di variante
[
[1]
]. In Germania, il tasso di casi sintomatici di COVID-19 tra i completamente vaccinati ("infezioni rivoluzionarie") è riportato settimanalmente da 21. Luglio 2021 ed era del 16,9% in quel momento tra i pazienti di 60 anni e più [
[2]
]. Questa percentuale sta aumentando di settimana in settimana ed è stata del 58,9% su 27. Ottobre 2021 (Figura 1) fornendo prove chiare della crescente rilevanza dei vaccinati come possibile fonte di trasmissione. Una situazione simile è stata descritta per il Regno Unito. Tra la settimana 39 e 42, un totale di 100.160 casi di COVID-19 sono stati segnalati tra i cittadini di 60 anni o più. 89.821 si sono verificati tra i vaccinati (89,7%), 3.395 tra i non vaccinati (3,4%) [
[3]
]. Una settimana prima, il tasso di casi di COVID-19 per 100.000 era più alto tra il sottogruppo dei vaccinati rispetto al sottogruppo dei non vaccinati in tutte le fasce di età di 30 anni o più. In Israele è stato segnalato un focolaio nosocomiale che ha coinvolto 16 operatori sanitari, 23 pazienti esposti e due familiari. La fonte era un paziente COVID-19 completamente vaccinato. Il tasso di vaccinazione è stato del 96,2% tra tutti gli individui esposti (151 operatori sanitari e 97 pazienti). Quattordici pazienti completamente vaccinati si ammalarono gravemente o morirono, i due pazienti non vaccinati svilupparono una malattia lieve [
[4]
]. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) identificano quattro delle prime cinque contee con la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata (99,9-84,3%) come contee ad "alta" trasmissione [
[5]
]. Molti decisori presumono che il vaccinato possa essere escluso come fonte di trasmissione. Sembra essere gravemente negligente ignorare la popolazione vaccinata come possibile e rilevante fonte di trasmissione quando si decide sulle misure di controllo della salute pubblica.
]. 16 parono una malattia lie della salute pubblica.Figura 1Tassi di vaccinazione e proporzioni di persone completamente vaccinate tra i casi sintomatici di COVID-19 (≥ 60 anni) in Germania tra i 21. Luglio e 27. Ottobre 2021 sulla base dei rapporti settimanali del Robert Koch-Institute [[2]
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Data di pubblicazione: novembre 19, 2021
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