(Da Wikipedia)
L'infanzia a Salisburgo
W. A. Mozart 1790
La notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
"Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perci? ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a ***, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Johannes Chrysostomus Wolfangus Theophilus".
I quattro nomi che furono dati al bambino si giustificano cos?: Johannes Chrysostomus, perch? il 27 gennaio, secondo il calendario cattolico, era intitolato a San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli e patrono degli oratori; Wolfangus, in onore del suo nonno paterno, Wolfgang Nikolaus Pertl; Theophilus (Gottlieb, in tedesco), in onore del padrino, Johann Gottlieb Pergmayr, commerciante e consigliere civico. In seguito l'ultimo nome venne mutato nel pi? armonioso Amadeus, che ? la traduzione latina del greco Theophilus. Ma intanto il bambino fu chiamato affettuosamente "Wolferl".
La famiglia del piccolo Wolfgang era costituita da altre tre persone: il padre Leopold, un uomo dal carattere austero, permeato di ideali illuministi, schivo e sprezzante, che all'epoca ricopriva l'incarico di compositore di corte e insegnante di musica al servizio dell'arcivescovo Anton Firmian; la madre Anna Maria, una donna semplice, dal carattere sereno e scherzoso; la sorella Nannerl, nata sei anni prima, il 30 luglio 1751. I coniugi Mozart avevano avuto in precedenza altri cinque figli, ma erano tutti morti in tenerissima et?.
Non si sa molto dei primissimi anni di vita di Mozart. ? per? certo che egli venne in contatto con la musica assai presto. Quando infatti il padre cominci? a impartire alla sorella di sei anni le prime lezioni di clavicembalo, il piccolo Wolfgang, che di anni ne aveva tre, dimostr? immediatamente uno spiccato interesse per la musica. Il bimbo infatti amava trascorrere ore intere a strimpellare sulla tastiera.
Leopold riun? gli esercizi che dava da studiare alla figlia in un libretto che intitol? Pour le clavecin, ce Livre appartient ? Mademoiselle Marie-Anne Mozartin (1759). Dagli appunti di Leopold si viene a sapere che Wolfgang era gi? in grado di utilizzare questa raccolta di esercizi. Il fatto ? confermato anche da una successiva lettera scritta dalla sorella: "Quando Wolfgang ebbe quattro anni, nostro padre inizi? a insegnargli alcuni minuetti. A Wolfgang occorreva solo mezz'ora per eseguirli perfettamente. Fece progressi cos? straordinari che gi? a cinque anni componeva brevi pezzi, che poi suonava al padre perch? questi li trascrivesse."
Anche molte altre persone che conobbero il piccolo Mozart rimasero sbalordite dalle sue capacit?, lasciandone trepide testimonianze. Johann Andreas Schachtner, trombettista della corte di Salisburgo e amico della famiglia Mozart, scrisse in una lettera di aver visto il bambino, di appena quattro anni, tutto intento a scarabocchiare su un foglio di carta un abbozzo di concerto: "All'inizio ridemmo di questo pasticcio; poi il padre rimase a lungo assorto nella lettura del foglio, finch? gli caddero lagrime di meraviglia e di gioia. Guardi Schachtner, mi disse, come tutto sia corretto: peccato che non se ne possa far nulla, perch? ? cos? difficile che nessuno sarebbe in grado di suonarlo".
Nel 1769 Wolfgang viaggi? con il padre per l'Italia, soggiornando a Milano, Venezia, Bologna, Roma e Napoli.
Mozart arriv? a Milano il 23 gennaio 1770, invitato dal conte Firmian, all'et? di 14 anni. Il giovane ? accompagnato dal padre Leopold.
Prima di arrivare a Milano, visit? alcuni teatri come quello di Cremona e di Mantova, riportando le sue impressioni nelle lettere che scrive alla sorella: ?Anche l? c'? stato un Crudescer, che ad ogni piroetta lasciava andare una scoreggia...?.
I due alloggeranno alla foresteria del Convento di San Marco, in zona Brera. Qui si pu? ancora trovare una lapide che racconta l'evento, anche se ? situata in un luogo sbagliato, in quanto il convento fu abbattuto e sostituito dal Liceo Parini.
In queste giornate partecipa al carnevale ambrosiano, assiste ad una esecuzione capitale e suona l'organo della chiesa. Il soggiorno milanese diventer? una importante esperienza formativa e rimarr? a Milano per quasi un anno della sua breve vita. Incontr? musicisti (A. Hasse, Niccol? Piccinni, Giovan Battisti Sammartini e forse anche Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti). Hasse rimase molto colpito dalle capacit? del ragazzo, tanto che disse ?Questo ragazzo ci far? dimenticare tutti?.
A Milano ebbe anche la sua prima infatuazione. Nella passione per il castrato Venanzio Rauzzini, si mescolarono arte e sentimenti. Per lui Mozart scrisse il mottetto Exsultate Jubilate.
Compose qui il suo primo vero lavoro teatrale, Mitridate, Re di Ponto. Nella citt? meneghina scopr? per la prima volta il clarinetto, che si diffuse in Austria pi? tardi.
Lasci? Milano il 15 marzo 1770, per tornarvi pi? volte. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rond? che scriver? pi? tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774).
Torner? a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.
A Bologna prese lezioni di contrappunto da padre Martini. Il Papa gli confer? lo Speron d'oro.
Mozart sper? di rimanere a Milano quale compositore di corte, ma le sue aspettative furono frustrate da Maria Teresa d'Austria: ?Non capisco perch? avete bisogno di un compositore o di gente inutile ... Avvilisce il servizio quando si tratta di gente che viaggia per il mondo come pezzenti; Mozart inoltre ha una grande famiglia?.
Il padre Leopold, avvezzo a queste situazioni, gi? il 17 febbraio 1770 scriveva ?Dall'Italia non pu? venir fuori granch?. L'unico mio piacere ? che qui si ? meglio desiderati e meglio capiti, e che gli italiani riconoscono quel che Wolfgang vale?. Wolfgang ricorder? il tempo trascorso in Italia in una lettera al padre dell'11 ottobre 1777: ?In verit? non ho mai avuto tanti onori, non sono mai stato cos? stimato come in Italia?.
La malattia finale e la morte di Mozart sono un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti. Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenz? i suoi ultimi lavori.
L' idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch' esse in ugual misura. Al contrario qualche erudito suo contemporaneo sottoline? come Mozart nell' ultimo anno fosse di buon umore e che la sua morte fosse inattesa al punto di shoccare la sua famiglia e i suoi amici. La tomba di Mozart rimane ignota; la sua musica ? il suo monumento.
Anche l’effettiva causa del decesso di Mozart ? materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta “hitziges Frieselfieber” (“febbre miliare acuta” o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente ad identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all’avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, pi? recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all’epoca diffusa, ? menzionata come concausa della morte.
Mozart spir? nella notte del 5 Dicembre 1791, poco prima dell’una, mentre stava lavorando alla sua ultima composizione: il Requiem. Al giovane compositore Franz Xaver S?ssmayr, allievo e amico di Mozart, fu affidato il compito di completare il Requiem. Non fu il solo compositore al quale fu affidato tale incarico, ma ? collegato ad esso pi? di altri a causa del suo rilevante contributo.
Secondo la leggenda, Mozart mor? squattrinato e dimenticato da tutti e fu seppellito in una tomba per poveri. In realt?, sebbene a Vienna non fosse ormai pi? “sulla cresta dell’onda”, continu? ad avere un lavoro ben pagato a corte e a ricevere consistenti commesse dalle pi? disparate parti d’Europa, soprattutto da Praga. Restano molte sue lettere in cui richiede aiuto economico che testimoniano non tanto della sua indigenza quanto della sua inclinazione a spendere pi? di quel che guadagnasse. Non fu seppellito in una “fossa comune”, ma in una normale tomba comunale conformemente alla normativa del 1783. Anche se al cimitero di St. Marx la tomba originaria ? andata perduta, in corrispondenza della sepoltura e nel Zentralfriedhof sono state collocate lapidi commemorative.
Grande Mozart..ho tantissimi dischi che ho pututo apprezzare grazie a mio pap?!
L'infanzia a Salisburgo
W. A. Mozart 1790
La notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
"Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perci? ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a ***, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Johannes Chrysostomus Wolfangus Theophilus".
I quattro nomi che furono dati al bambino si giustificano cos?: Johannes Chrysostomus, perch? il 27 gennaio, secondo il calendario cattolico, era intitolato a San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli e patrono degli oratori; Wolfangus, in onore del suo nonno paterno, Wolfgang Nikolaus Pertl; Theophilus (Gottlieb, in tedesco), in onore del padrino, Johann Gottlieb Pergmayr, commerciante e consigliere civico. In seguito l'ultimo nome venne mutato nel pi? armonioso Amadeus, che ? la traduzione latina del greco Theophilus. Ma intanto il bambino fu chiamato affettuosamente "Wolferl".
La famiglia del piccolo Wolfgang era costituita da altre tre persone: il padre Leopold, un uomo dal carattere austero, permeato di ideali illuministi, schivo e sprezzante, che all'epoca ricopriva l'incarico di compositore di corte e insegnante di musica al servizio dell'arcivescovo Anton Firmian; la madre Anna Maria, una donna semplice, dal carattere sereno e scherzoso; la sorella Nannerl, nata sei anni prima, il 30 luglio 1751. I coniugi Mozart avevano avuto in precedenza altri cinque figli, ma erano tutti morti in tenerissima et?.
Non si sa molto dei primissimi anni di vita di Mozart. ? per? certo che egli venne in contatto con la musica assai presto. Quando infatti il padre cominci? a impartire alla sorella di sei anni le prime lezioni di clavicembalo, il piccolo Wolfgang, che di anni ne aveva tre, dimostr? immediatamente uno spiccato interesse per la musica. Il bimbo infatti amava trascorrere ore intere a strimpellare sulla tastiera.
Leopold riun? gli esercizi che dava da studiare alla figlia in un libretto che intitol? Pour le clavecin, ce Livre appartient ? Mademoiselle Marie-Anne Mozartin (1759). Dagli appunti di Leopold si viene a sapere che Wolfgang era gi? in grado di utilizzare questa raccolta di esercizi. Il fatto ? confermato anche da una successiva lettera scritta dalla sorella: "Quando Wolfgang ebbe quattro anni, nostro padre inizi? a insegnargli alcuni minuetti. A Wolfgang occorreva solo mezz'ora per eseguirli perfettamente. Fece progressi cos? straordinari che gi? a cinque anni componeva brevi pezzi, che poi suonava al padre perch? questi li trascrivesse."
Anche molte altre persone che conobbero il piccolo Mozart rimasero sbalordite dalle sue capacit?, lasciandone trepide testimonianze. Johann Andreas Schachtner, trombettista della corte di Salisburgo e amico della famiglia Mozart, scrisse in una lettera di aver visto il bambino, di appena quattro anni, tutto intento a scarabocchiare su un foglio di carta un abbozzo di concerto: "All'inizio ridemmo di questo pasticcio; poi il padre rimase a lungo assorto nella lettura del foglio, finch? gli caddero lagrime di meraviglia e di gioia. Guardi Schachtner, mi disse, come tutto sia corretto: peccato che non se ne possa far nulla, perch? ? cos? difficile che nessuno sarebbe in grado di suonarlo".
Nel 1769 Wolfgang viaggi? con il padre per l'Italia, soggiornando a Milano, Venezia, Bologna, Roma e Napoli.
Mozart arriv? a Milano il 23 gennaio 1770, invitato dal conte Firmian, all'et? di 14 anni. Il giovane ? accompagnato dal padre Leopold.
Prima di arrivare a Milano, visit? alcuni teatri come quello di Cremona e di Mantova, riportando le sue impressioni nelle lettere che scrive alla sorella: ?Anche l? c'? stato un Crudescer, che ad ogni piroetta lasciava andare una scoreggia...?.
I due alloggeranno alla foresteria del Convento di San Marco, in zona Brera. Qui si pu? ancora trovare una lapide che racconta l'evento, anche se ? situata in un luogo sbagliato, in quanto il convento fu abbattuto e sostituito dal Liceo Parini.
In queste giornate partecipa al carnevale ambrosiano, assiste ad una esecuzione capitale e suona l'organo della chiesa. Il soggiorno milanese diventer? una importante esperienza formativa e rimarr? a Milano per quasi un anno della sua breve vita. Incontr? musicisti (A. Hasse, Niccol? Piccinni, Giovan Battisti Sammartini e forse anche Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti). Hasse rimase molto colpito dalle capacit? del ragazzo, tanto che disse ?Questo ragazzo ci far? dimenticare tutti?.
A Milano ebbe anche la sua prima infatuazione. Nella passione per il castrato Venanzio Rauzzini, si mescolarono arte e sentimenti. Per lui Mozart scrisse il mottetto Exsultate Jubilate.
Compose qui il suo primo vero lavoro teatrale, Mitridate, Re di Ponto. Nella citt? meneghina scopr? per la prima volta il clarinetto, che si diffuse in Austria pi? tardi.
Lasci? Milano il 15 marzo 1770, per tornarvi pi? volte. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rond? che scriver? pi? tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774).
Torner? a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.
A Bologna prese lezioni di contrappunto da padre Martini. Il Papa gli confer? lo Speron d'oro.
Mozart sper? di rimanere a Milano quale compositore di corte, ma le sue aspettative furono frustrate da Maria Teresa d'Austria: ?Non capisco perch? avete bisogno di un compositore o di gente inutile ... Avvilisce il servizio quando si tratta di gente che viaggia per il mondo come pezzenti; Mozart inoltre ha una grande famiglia?.
Il padre Leopold, avvezzo a queste situazioni, gi? il 17 febbraio 1770 scriveva ?Dall'Italia non pu? venir fuori granch?. L'unico mio piacere ? che qui si ? meglio desiderati e meglio capiti, e che gli italiani riconoscono quel che Wolfgang vale?. Wolfgang ricorder? il tempo trascorso in Italia in una lettera al padre dell'11 ottobre 1777: ?In verit? non ho mai avuto tanti onori, non sono mai stato cos? stimato come in Italia?.
La malattia finale e la morte di Mozart sono un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti. Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenz? i suoi ultimi lavori.
L' idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch' esse in ugual misura. Al contrario qualche erudito suo contemporaneo sottoline? come Mozart nell' ultimo anno fosse di buon umore e che la sua morte fosse inattesa al punto di shoccare la sua famiglia e i suoi amici. La tomba di Mozart rimane ignota; la sua musica ? il suo monumento.
Anche l’effettiva causa del decesso di Mozart ? materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta “hitziges Frieselfieber” (“febbre miliare acuta” o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente ad identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all’avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, pi? recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all’epoca diffusa, ? menzionata come concausa della morte.
Mozart spir? nella notte del 5 Dicembre 1791, poco prima dell’una, mentre stava lavorando alla sua ultima composizione: il Requiem. Al giovane compositore Franz Xaver S?ssmayr, allievo e amico di Mozart, fu affidato il compito di completare il Requiem. Non fu il solo compositore al quale fu affidato tale incarico, ma ? collegato ad esso pi? di altri a causa del suo rilevante contributo.
Secondo la leggenda, Mozart mor? squattrinato e dimenticato da tutti e fu seppellito in una tomba per poveri. In realt?, sebbene a Vienna non fosse ormai pi? “sulla cresta dell’onda”, continu? ad avere un lavoro ben pagato a corte e a ricevere consistenti commesse dalle pi? disparate parti d’Europa, soprattutto da Praga. Restano molte sue lettere in cui richiede aiuto economico che testimoniano non tanto della sua indigenza quanto della sua inclinazione a spendere pi? di quel che guadagnasse. Non fu seppellito in una “fossa comune”, ma in una normale tomba comunale conformemente alla normativa del 1783. Anche se al cimitero di St. Marx la tomba originaria ? andata perduta, in corrispondenza della sepoltura e nel Zentralfriedhof sono state collocate lapidi commemorative.
Grande Mozart..ho tantissimi dischi che ho pututo apprezzare grazie a mio pap?!
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