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Ricordate il furgone che travolse i ragazzi in moto?
Avrebbe potuto essere una carta a favore dell?accusa per delineare la personalit? di Maurizio De Giulio, l?elettricista di 50 anni di Nichelino, accusato dell?omicidio di Elisa Ferrero, travolta insieme al fidanzato a Condove il 9 luglio scorso. Il processo che vede De Giulio accusato dell?aggressione di una donna di Moncalieri, colpevole di aver mancato una precedenza, per? non ? ancora nemmeno cominciato. Il fatto risale al 12 ottobre 2015. ?Mi aveva afferrato per la gola e minacciato di morte?, aveva spiegato la donna che aveva denunciato l?accaduto ai carabinieri. ?Ho avuto davvero paura che mi ammazzasse?, si era confidata con i militari. Quella reazione esagerata alla guida che risale a pi? di due anni fa, forse colpa di una mancata precedenza, ricalca alla lontana quello che ? avvenuto a Condove quando una lite per un?altra precedenza avrebbe spinto l?elettricista- secondo l?accusa - ad inseguire e poi travolgere la moto su cui viaggiavano Elisa Ferrero e Matteo Penna.
L?indagine del 2015 era stata coordinata dal pm Dionigi Tibone che il 30 luglio dell?anno scorso aveva disposto la citazione in giudizio per l?elettricista di Nichelino, oggi in carcere per la vicenda di Condove. E? passato pi? di un anno ma il tribunale non ha ancora fissato l?inizio del processo. Il problema sono, come spesso accade, i carichi di lavoro del tribunale, che rendono difficile anche trovare una data disponibile nel calendario delle udienze.
Spetta invece a una perizia, richiesta dalla difesa dell?uomo e condivisa dal pm Paola Stupino, l?ultima parola sull?indagine di Condove che ha portato De Giulio in carcere. E? l?analisi sulla centralina elettrica del Ford Transit che ha travolto i due fidanzatini su cui viaggiavano De Giulio e la sua compagna.
Secondo gli avvocati della difesa Vittorio Nizza e Marco Moda questo esame sar? decisivo per stabilire se - come ha pi? volte detto - De Giulio ha cercato di frenare per evitare l?impatto con la moto. I pezzi della centralina sono stati inviati alla Bosch che la produce ma i tempi tecnici delle analisi potrebbero essere pi? lunghi del previsto.
Dal 9 luglio scorso sono cambiate molte cose. Matteo Penna ? tornato a casa dopo due mesi e mezzo di ospedale. Non ricorda ancora nulla di quel pomeriggio.
I genitori di Elisa hanno istituito una borsa di studio per la figlia, giovane pediatra, e in questi mesi hanno avviato una raccolta fondi che si chiuder? a fine anno in favore del Centro per la medicina del sonno pediatrica dell' ospedale Regina Margherita. Entrambe le famiglie, assistite dall?avvocato Pierfranco Bertolino, aspettano la chiusura dell?indagine e l?avvio del processo. Alla fine i due processi potrebbero finire per accavallarsi.
Si vede chiaramente dai video che questa merda non tenta di frenare, anzi secondo me accelera anche.... Ma no, la difesa lavora per dare il minimo della pena.... Che schifo
Cmq il ragazzo di Elisa sar? anche una persona per bene e istruita.. Ma qua ci vorrebbe un bell' ignorante afgano.. che lo becchi.. altro che spendere in processi e altro con queste evidenze e futili motivi..
Si vede chiaramente dai video che questa merda non tenta di frenare, anzi secondo me accelera anche.... Ma no, la difesa lavora per dare il minimo della pena.... Che schifo
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? il lavoro degli avvocati lavorare per il minimo della pena per i loro clienti,
La legge ? di questo mondo, la giustizia no
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Cmq ancora il processo deve iniziare.
L'articolo dice che il killer si era reso protagonista di un precedente di violenza dopo una mancata precedenza ma il caso non era ancora stato preso in esame a causa della lentezza della giustizia italiana. Non penso ci saranno dubbi che pagher? per quello che ha fatto.. strani che per? non sia stato trattenuto in carcere come forma cautelativa.
Una persona del genere non merita un processo....
Probabilmente fosse stata mia figlia sarei in carcere dal giorno dopo l'accaduto.
Le disgrazie purtroppo capitano, ma che mi venga ammazzata una figlia in strada, volutamente come fosse un gatto che attraversa NO, mi spiace, non ci starei.
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