Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

La 6 estinzione di massa

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #76
    ce l'ha eccome, tant'e' che il fine primario di un virus, oltre a prosciugare l'ospite, e' trovare il modo di "saltare" ad una altro ospite il prima possibile.
    e piu' ospiti ha a tiro, meglio e'.

    l'effetto di ucciderti in realta' e' dovuto alla reazione del tuo organismo, al virus frega cazzi dell'ospite, ma se il sistema immunitario lo attacca, fa di tutto per evitare di essere "ucciso", fino ad uccidere l'ospite.

    il fatto che tu parli di consapevolezza dimostra la nostra arroganza... siamo come il castoro che fa la diga: fotte sega se a valle poi non bevono piu', io do priorita' alla mia casa e alla mia riserva di caccia.
    siamo esseri viventi, animali, tanto quanto il castoro, gli istinti ancestrali mica li abbiamo persi?
    sicurezza, mangiare, bere, riproduzione... sono identici per ogni forma vivente conosciuta, e' arrogante pensare che l'animale uomo sia svincolato da queste "leggi di natura".

    noi le applichiamo secondo il grado di tecnologia ed evoluzione sociale raggiunto... prima la caverna con la famiglia, poi la tribu' nomade, poi la tribu' stanziale, i primi regni, gli imperi, gli stati e domani chissa', magari i pianeti.
    se invece del cervello delle scimmie, si fosse evoluto quello dei castori, oggi farebbero dighe enormi, in cemento armato, lasciando il minimo indispensabile di terre emerse, giusto per "chiudere" le dighe.

    Comment


    • Font Size
      #77
      Originally posted by mauri954 View Post
      Potrebbero fare la plastica commestibile per?
      sarebbe un'idea

      Comment


      • Font Size
        #78
        Originally posted by arabykola View Post
        Va spiegare il mondo a un cinghiale ? dura eh...
        occorre piombo solo un tantino pi? grosso...e capisce in fretta

        Comment


        • Font Size
          #79
          va che il cinghiale in questione ero io
          a piombo rispondo con piombo ocio eh

          Comment


          • Font Size
            #80
            Tanto il piombo ? naturale :gaen:

            Cresce sugli alberi
            Last edited by arabykola; 15-07-17, 16:28.

            Comment


            • Font Size
              #81
              Originally posted by Larsen_EE View Post
              va che il cinghiale in questione ero io
              a piombo rispondo con piombo ocio eh
              mettiamo dei fiori nei ns cannoni

              Comment


              • Font Size
                #82
                Originally posted by arabykola View Post
                Tanto il piombo ? naturale :gaen:

                Cresce sugli alberi
                ah, perche' il piombo adesso non e' naturale?

                Comment


                • Font Size
                  #83
                  Originally posted by paolo_c View Post
                  Pensi che l'umanit? attuale sia "naturale"?
                  Perch? non dovrebbe esserlo ? Cosa vedi di innaturale nell'essere umano

                  Comment


                  • Font Size
                    #84
                    Originally posted by Larsen_EE View Post
                    ce l'ha eccome, tant'e' che il fine primario di un virus, oltre a prosciugare l'ospite, e' trovare il modo di "saltare" ad una altro ospite il prima possibile.
                    e piu' ospiti ha a tiro, meglio e'.

                    l'effetto di ucciderti in realta' e' dovuto alla reazione del tuo organismo, al virus frega cazzi dell'ospite, ma se il sistema immunitario lo attacca, fa di tutto per evitare di essere "ucciso", fino ad uccidere l'ospite.

                    il fatto che tu parli di consapevolezza dimostra la nostra arroganza... siamo come il castoro che fa la diga: fotte sega se a valle poi non bevono piu', io do priorita' alla mia casa e alla mia riserva di caccia.
                    siamo esseri viventi, animali, tanto quanto il castoro, gli istinti ancestrali mica li abbiamo persi?
                    sicurezza, mangiare, bere, riproduzione... sono identici per ogni forma vivente conosciuta, e' arrogante pensare che l'animale uomo sia svincolato da queste "leggi di natura".

                    noi le applichiamo secondo il grado di tecnologia ed evoluzione sociale raggiunto... prima la caverna con la famiglia, poi la tribu' nomade, poi la tribu' stanziale, i primi regni, gli imperi, gli stati e domani chissa', magari i pianeti.
                    se invece del cervello delle scimmie, si fosse evoluto quello dei castori, oggi farebbero dighe enormi, in cemento armato, lasciando il minimo indispensabile di terre emerse, giusto per "chiudere" le dighe.
                    Bell'intervento

                    Comment


                    • Font Size
                      #85
                      Originally posted by Lele-R1-Crash View Post
                      Perch? non dovrebbe esserlo ? Cosa vedi di innaturale nell'essere umano


                      La domanda apparentemente banale implica un ragionamento complesso ed un approccio "filosofico"

                      Vediamola al negativo, ovvero: cosa ? artificiale ?

                      Garzanti dice

                      Comment


                      • Font Size
                        #86
                        Originally posted by Larsen_EE View Post
                        ce l'ha eccome, tant'e' che il fine primario di un virus, oltre a prosciugare l'ospite, e' trovare il modo di "saltare" ad una altro ospite il prima possibile.
                        e piu' ospiti ha a tiro, meglio e'.

                        l'effetto di ucciderti in realta' e' dovuto alla reazione del tuo organismo, al virus frega cazzi dell'ospite, ma se il sistema immunitario lo attacca, fa di tutto per evitare di essere "ucciso", fino ad uccidere l'ospite.

                        il fatto che tu parli di consapevolezza dimostra la nostra arroganza... siamo come il castoro che fa la diga: fotte sega se a valle poi non bevono piu', io do priorita' alla mia casa e alla mia riserva di caccia.
                        siamo esseri viventi, animali, tanto quanto il castoro, gli istinti ancestrali mica li abbiamo persi?
                        sicurezza, mangiare, bere, riproduzione... sono identici per ogni forma vivente conosciuta, e' arrogante pensare che l'animale uomo sia svincolato da queste "leggi di natura".

                        noi le applichiamo secondo il grado di tecnologia ed evoluzione sociale raggiunto... prima la caverna con la famiglia, poi la tribu' nomade, poi la tribu' stanziale, i primi regni, gli imperi, gli stati e domani chissa', magari i pianeti.
                        se invece del cervello delle scimmie, si fosse evoluto quello dei castori, oggi farebbero dighe enormi, in cemento armato, lasciando il minimo indispensabile di terre emerse, giusto per "chiudere" le dighe.

                        La differenza fra l'essere umano e gli altri animali che popolano il pianeta dovrebbe essere proprio la coscienza e la consapevolezza.
                        Ovvero il castoro fa le dighe perch? "istintivamente" sa di doverle fare in quanto cosi' modificando l'habitat sa di trarne giovamento ma ne ignora tutte le altre conseguenze.

                        L'uomo, di contro, "dovrebbe" esser cosciente e consapevole degli effetti delle azioni che provoca e con il libero arbitrio decidere se agire o no.

                        Circa ci? che ? naturale e ci? che non lo ?, trattandosi, nella loro estremizzazione, di questioni filosofiche, per mia inadeguatezza -pur odiando tale modalit?- riporto (ovvero copio ed incollo) un pezzo che ho trovato molto interessante [invitando a non soffermarsi, indipendentemente dalla condivisione o meno, sulle considerazioni religiose che l'autore esprime alla fine] :

                        Paolo Musso
                        La distinzione tra naturale e artificiale, da sempre una della pi? fondamentali e almeno apparentemente delle pi? chiare, si trova oggi in una ben strana situazione. Ne parla PAOLO MUSSO

                        La distinzione tra naturale e artificiale, da sempre una della pi? fondamentali e almeno apparentemente delle pi? chiare, si trova oggi in una ben strana situazione. Da un lato infatti assistiamo a una esaltazione senza precedenti di tutto ci? che ? o si presenta come naturale (anche nel campo dei valori e dei comportamenti, ma qui non insister? su questo), che viene presentato come intrinsecamente positivo e spesso quasi divinizzato, in contrapposizione a tutto ci? che ? prodotto dalla tecnologia, vista come intrinsecamente cattiva, in quanto rivolta al dominio e allo sfruttamento della natura stessa e degli altri esseri umani.
                        D’altro lato assistiamo a una opposta e simmetrica esaltazione e quasi divinizzazione della tecnologia, vista come strumento di liberazione dell’uomo dalla sua condizione di asservimento alle bizze di una natura ostile o quantomeno indifferente, che si spinge spesso fino al punto di negare ogni distinzione tra naturale e artificiale e quindi ogni limite allo sviluppo e all’applicazione della tecnologia stessa (a parte quello della sua fattibilit? pratica), fino ai veri e propri deliri del “transumanesimo”, che pretenderebbe di “riprogettare” radicalmente su base tecnologica l’essere umano e il suo ambiente (il che nei casi pi? estremi significa addirittura l’intero universo).
                        A ben vedere, tuttavia, questi due atteggiamenti, in apparenza opposti ed eterogenei, in realt? non sono altro che due facce della stessa medaglia, ovvero del “manicheismo” intrinseco al pensiero moderno, che ormai da diversi secoli (diciamo da Cartesio in poi) ? incapace di pensare l’essere in maniera analogica e riesce quindi a concepire le relazioni, tanto tra le cose che tra le persone, solo in termini di assoluta e meccanica identit? o di non meno assoluta e meccanica contrapposizione.
                        L’altro aspetto che spesso confonde le idee (e che di nuovo entrambi i suddetti atteggiamenti condividono) ? il fatto di cercare la differenza al livello delle cose, paradossalmente ragionando ancora in termini pregalileiani, come se quelle naturali dovessero avere una diversa “essenza” rispetto a quelle artificiali.

                        Ma la tecnologia, anche se si serve di cose, non ? una “cosa: ? un processo. E se guardiamo appunto al processo di produzione anzich? al prodotto finito, non ? difficile accorgersi che la distinzione suddetta non pu? essere accantonata a cuor leggero, bench? certo sia oggi pi? sfumata che in passato. ? vero infatti che la tecnologia sfrutta possibilit? presenti all’interno della natura, tuttavia lo fa in modi e gradi diversi (analogicamente, appunto). Possiamo quindi distinguere almeno cinque diversi significati di “artificiale”, a seconda che la natura venga modificata dall’uomo:
                        1) provocando intenzionalmente, per i propri scopi, un fenomeno che si verifica spontaneamente in natura (esempio: l’irrigazione dei campi);
                        2) amplificando, come entit? e/o come velocit?, un fenomeno che si verifica spontaneamente in natura (esempio: l’induzione di mutazioni nelle piante da coltivazione);
                        3) utilizzando un fenomeno che si verifica spontaneamente in natura in un contesto diverso, in cui senza l’intervento umano non si verificherebbe mai (esempio: l’ingegneria genetica);
                        4) sfruttando le leggi naturali per produrre oggetti che in natura non verrebbero mai generati spontaneamente (esempio: qualsiasi tipo di macchina);
                        5) sfruttando le leggi naturali per produrre oggetti che in natura non verrebbero mai generati spontaneamente e che in aggiunta la natura non riesce neanche a distruggere spontaneamente – o, pi? esattamente, riesce a distruggere solo con grande fatica: perch? alla fine tutto si distrugge (esempio: la plastica).
                        Ora, ? semplicemente un fatto che ciascuno di questi passi modifica sempre pi? profondamente la natura e, in questo senso, “ci allontana” sempre pi? da essa: ci? quindi non pu? e non deve essere negato, anche se la sua valutazione ? un altro discorso.
                        Non si pu? infatti automaticamente ritenere che ci? sia un male, come vorrebbe l’ecologismo radicale, che per? dimentica che anche l’intelligenza umana, da cui nasce la tecnologia, ? un fenomeno “naturale”, mentre d’altro canto ? semplicemente cieco di fronte a tutti quegli aspetti della natura (e sono molti) che ci causano disagio, sofferenza e morte e che quindi ? certamente lecito e anzi doveroso cercare di correggere.
                        D’altro canto, per?, anche l’idea scientista che il rispetto dell’ordine naturale delle cose non abbia nessuna rilevanza morale ? altrettanto erronea, in generale e non solo rispetto alla manipolazione della natura umana (a cui spesso il problema viene ridotto), come dimostrano i tanti disastri ecologici che tale mentalit? ha causato, perch? si basa, quantomeno implicitamente (ma spesso anche esplicitamente), su un’interpretazione nichilista dell’evoluzione, che vede la realt? come il frutto di un cieco caso e quindi priva di qualsiasi significato all’infuori di quello che arbitrariamente decidiamo di darle.
                        Se quindi non vogliamo trascurare nessuno dei fattori in gioco, sembra inevitabile concludere che da un lato nella realt? ? indubbiamente all’opera una grande Ragione, che si presenta fondamentalmente come positiva e ci ha concesso, fra l’altro, di poter comprendere e in parte anche modificare il mondo a nostro beneficio; ma d’altro canto, per un motivo misterioso che solo nella croce di Ges? Cristo ? diventato almeno in parte comprensibile (e soprattutto vivibile), chi ha fatto il mondo ha voluto che l’essere si realizzi nel sacrificio, fin dal suo livello pi? elementare e non cosciente.
                        E se ? giusto usare tutte le risorse che lo stesso Autore del mondo ci ha dato per ridurne, almeno in parte, la durezza, non dobbiamo per? commettere l’errore fatale di pretendere di eliminarla del tutto: perch?, cos? come non ci riuscir? la politica, neanche la tecnologia riuscir? mai a costruire ?sistemi cos? perfetti da rendere inutile agli uomini essere buoni? (T.S. Eliot).

                        IL PUNTO/ Naturale vs artificiale: un dibattito che sa di manicheismo
                        Last edited by paolo_c; 17-07-17, 13:17.

                        Comment


                        • Font Size
                          #87
                          Originally posted by paolo_c View Post
                          La domanda apparentemente banale implica un ragionamento complesso ed un approccio "filosofico"

                          Vediamola al negativo, ovvero: cosa ? artificiale ?

                          Garzanti dice

                          In pratica 2 terzi del pianeta sono artificiali ?

                          Comment

                          X
                          Working...
                          X