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Fascismo in Italia

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    #121
    Boh, solo ricordo l'olio di ricino fatto assaporare a tutti quelli che non votavano il partito?

    La guerra in Somalia per ripristanare l'"impero" (pura follia) fatta con aerei e gas nervino contro gente armata di arco e frecce?

    Eravamo tanto amati in somalia che quando ce ne siamo andati, quelli che sono riusciti a catturare li hanno ingabbiati o peggio.....

    Le leggi raziali le ricordo solo io?

    La dichiarazione di guerra la ricordo solo io? (mussolini forse non voleva la guerra nel '39 perch? diceva che l'italia non era pronta, ma la voleva eccome).

    Sorvolo su tutta le gestione della guerra che ? pi? tragicomica che altro, e a farne le spese sono stati i soldati comuni...come al solito

    I 250000 cristi, mandati in russia con gli stivali di cartone, li ricordo solo io?

    Potenza ecomomica prima della guerra? Come e quando?

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      #122
      a parte che "ricordi solo tu" non so come forse sei un reincarnato?
      al massimo ricordi il nulla che insegnano a scuola nei programmi di storia su libri, talvolta, veramente imbarazzanti.

      l'olio di ricino per tutti!! evvai! 40 milioni di italiani, 20 milioni di elettori, roba che arrivavano le petroliere, che ancora non c'erano, piene di olio di ricino per il partito!

      secondo te, quando gli inglesi, molto dopo, se ne sono andati dall'india, gli indiani era disperati?
      e' ovvio che un popolo colonizzato non prenda mai granche' bene l'occupante... ma ti ripeto, in libia, nonostante la guerra in corso, viaggiano ancora su strade, vivono in citta', e usano acquedotti e fogne costruiti dagli italiani.

      le leggi razziali sono state introdotte solo verso la fine della guerra, con l'esercito tedesco "occupante a garanzia"... al fascismo degli ebrei non fregava nulla...

      la guerra e' stata una conseguenza dei simpatici inglesi... con il loro blocco navale (ovvero sparavano ed affondavano navi civili con rifornimenti diretti in libia, in tempo di pace non di guerra...).

      eh, infine, si, prima della guerra l'italia era probabilmente il paese europeo continentale con l'economia piu' solida (svizzera a parte, ma non e' europa quella).

      quindi, in sostanza... o se c'eri non ti ricordi tanto bene, oppure i libri delle superiori tuoi erano come i miei... zeppi di balle.
      Last edited by Larsen_EE; 31-05-17, 21:41.

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        #123
        Mah............benefattori.....potenza economica....con tutto il materiale in rete che c ?....

        Rimango sempre basito del fatto che nessuno spieghi come si diventi potenza economica.....ma i soldi per gli investimenti da dove arrivavano ..cosi per parlare.....

        Questa ? la situazione nel 22.....si parla di 15000 squadristi. Per dare una lezione a parma........si era in guerra gia in quel periodo....tra italiani.........eh tutti bravi ragazzzi...fosse solo l olio di ricino........ma in che mondo vivete.......anche copo la fine della guerra..fino agli anni 50/55...una vita di un povero valeva zero......

        Pure toscanini ne fece le spese...nel 31 a bologna prima di scappare in usa nel 38
        Il 14 maggio 1931 io ero tra gli invitati all’annunciato concerto che il Maestro Toscanini doveva tenere al Comunale di Bologna in commemorazione di Giuseppe Martucci.


        Ah..alle elezioni ,in ogni seggio elettorale erano presenti le camice nere coi manganelli...e non tiravi la tenda quando entravi a votare....e se non votavi giusto..fuori dal seggioti manganellavano...........

        Pretendete di andare a votare oggi o esternare pensieri vostri.....auguri se eravate in vita a quel tempo...
        Ma quale cavolo di benessere e tutti felici.....si...se eravate gerarchi fascisti......gli altri morivano di fame....

        Sena nominare dove arrivavano i soldi per l autarchia...da obbligazioni dello stato ad alto tasso vendute ai poveracci...eran gli stessi soldi che giravano...e quando bisognava ridarli..si fan le guerre...cosila gente muore e i soldi spariscono.......

        Leggete di pi?........che neva del vostro futuro...


        In seguito all’inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, l’Alleanza del Lavoro (organo di un ampio fronte sindacale) pro…



        3 agosto 1922 Parma respinge i fascisti

        2 Votes

        In seguito all?inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, l?Alleanza del Lavoro (organo di un ampio fronte sindacale) proclam? per il 1? agosto 1922 uno sciopero generale nazionale in ?difesa delle libert? politiche e sindacali?. Contro la mobilitazione dei lavoratori si scaten? la violenza delle squadre fasciste lungo tutta la penisola.
        L?Alleanza del Lavoro sospese lo sciopero il 3 agosto, ma le aggressioni aumentarono e solo in poche citt? fu organizzata la resistenza alle azioni delle camicie nere. Le spedizioni punitive ebbero cos? un totale successo con la distruzioni di circoli, cooperative, sindacati, giornali ed amministrazioni popolari.
        A Parma, sola eccezione, gli sviluppi dello sciopero furono ben diversi: la citt? divenne teatro di una resistenza armata alle squadre fasciste che, dopo cinque giorni di combattimenti, risult? vittoriosa. I lavoratori avevano risposto compatti allo sciopero e, forti delle tradizioni locali del sindacalismo rivoluzionario, mostrarono ancora una volta grande capacit? di mobilitazione e di combattivit?.

        Parma era ?rimasta quasi impermeabile al fascismo? ed inoltre, dal luglio 1921, operava contro le aggressioni delle squadre nere l?organizzazione armata degli Arditi del Popolo, costituita dal deputato socialista Guido Picelli, che reclutava giovani lavoratori soprattutto tra le fila del socialismo radicale e dell?anarchismo.
        Nei giorni di agosto furono mobilitati dal Partito Fascista per la spedizione su Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarle venne inviato Italo Balbo, gi? protagonista di analoghe spedizioni militari a Ravenna e a Forl?.

        Mentre a livello nazionale lo sciopero si esauriva e il fronte democratico veniva sconfitto, a Parma la resistenza si faceva sempre pi? tenace e, nei borghi dietro le barricate popolari, i poteri passarono al direttorio degli Arditi del Popolo e al suo comandante Picelli.

        All?alba del 2 agosto 1922 affluiscono a Parma circa 15 mila squadristi provenienti da tutta l?Emilia, dal Veneto, da parte della Toscana, dal Manto?vano e dal Cremonese. Il prefetto e il questore ritirano tutta la forza pubblica dai quartieri a rischio (l?Oltretorrente e il Naviglio), mentre gli arditi del po?polo, ? che da giorni attendevano la spedizione punitiva ? si organizzano:

        I caposquadra ? racconter? Picelli dodici anni pi? tardi ? scelti fra gli operai militari, eb?bero il compito dell?addestramento degli uomini, mentre gli addetti ai servizi speciali furono incaricati di mantenere il contatto coi soldati dei reggimenti di permanenza a Parma per il rifornimento di armi e munizioni. [?] Il Comando degli ?Arditi del Popolo? appena ebbe no?tizia dell?arrivo dei fascisti, convoc? d?urgenza i capi squadra e capi gruppo e dette loro di?sposizioni per la costruzione immediata di sbarramenti, trincee, reticolati, con l?impiego di tutto il materiale disponibile. All?alba, all?ordine di prendere le armi e insorgere, la popolazio?ne operaia scese per le strade, impetuosa come le acque di un fiume che straripi, con picconi, badili, spranghe ed ogni sorta di arnesi, per dar mano agli ?Arditi del Popolo? a divellere pie?tre, selciato, rotaie del tramway, scavare fossati, erigere barricate con carri, banchi, travi, la?stre di ferro e tutto quanto era a portata di mano. Uomini, donne, vecchi, giovani di tutti i par?titi e senza partito furono l?; fusi in una sola volont? di ferro: resistere e combattere.

        Viene quindi divisa la citt? in quattro settori: due nell?Oltretorrente (Nino Bixio e Massimo D?Azeglio) e due in Parma nuova (Naviglio e Aurelio Saf?fi). Le squadre di arditi del popolo, composte da otto-dieci uomini, si suddi?vidono le zone d?operazione sulla base dell?estensione territoriale dei quar?tieri. Ventidue sono impegnate in Oltretorrente, sei nel Naviglio e quattro nel rione Aurelio Saffi: circa trecento uomini, solo la met? dei quali armati di fucili modello 1891, moschetti, pistole d?ordinanza, rivoltelle automati?che e bombe SIPE. Nei punti ritenuti tatticamente importanti vengono rafforzate le difese e gli sbarramenti minando il sottosuolo; i campanili ven?gono numerati e utilizzati come osservatorii. I poteri passano nelle mani del Comando degli Arditi del popolo, costituito da un ristretto numero di operai (eletti dalle squadre) tra i quali viene ripartita la direzione delle branche di servizio: ?difesa e ordinamento interno?, ?approvvigionamenti? e, infine, ?sanit??. I commercianti e le classi medie simpatizzano con gli antifascisti e mettono a loro disposizione l?occorrente (viveri e quant?altro).

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          #124
          Originally posted by Balu1987 View Post
          Boh, solo ricordo l'olio di ricino fatto assaporare a tutti quelli che non votavano il partito?

          La guerra in Somalia per ripristanare l'"impero" (pura follia) fatta con aerei e gas nervino contro gente armata di arco e frecce?

          Eravamo tanto amati in somalia che quando ce ne siamo andati, quelli che sono riusciti a catturare li hanno ingabbiati o peggio.....

          Le leggi raziali le ricordo solo io?

          La dichiarazione di guerra la ricordo solo io? (mussolini forse non voleva la guerra nel '39 perch? diceva che l'italia non era pronta, ma la voleva eccome).

          Sorvolo su tutta le gestione della guerra che ? pi? tragicomica che altro, e a farne le spese sono stati i soldati comuni...come al solito

          I 250000 cristi, mandati in russia con gli stivali di cartone, li ricordo solo io?

          Potenza ecomomica prima della guerra? Come e quando?
          olio di ricino ? un toccasana per lo stomaco...all'incirca come le torture inflitte dai ladrigiani ad inermi ragazzotti che rientravano a casa per poi seppellirli sull'argine del Santerno e nemmeno avvertire i familiari...questa ? la cura che mi sembra tu voglia osannare...quindi direi che ci sia poco o nulla da dire

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            #125
            Originally posted by Larsen_EE View Post
            a parte che "ricordi solo tu" non so come forse sei un reincarnato?
            al massimo ricordi il nulla che insegnano a scuola nei programmi di storia su libri, talvolta, veramente imbarazzanti.

            l'olio di ricino per tutti!! evvai! 40 milioni di italiani, 20 milioni di elettori, roba che arrivavano le petroliere, che ancora non c'erano, piene di olio di ricino per il partito!

            secondo te, quando gli inglesi, molto dopo, se ne sono andati dall'india, gli indiani era disperati?
            e' ovvio che un popolo colonizzato non prenda mai granche' bene l'occupante... ma ti ripeto, in libia, nonostante la guerra in corso, viaggiano ancora su strade, vivono in citta', e usano acquedotti e fogne costruiti dagli italiani.

            le leggi razziali sono state introdotte solo verso la fine della guerra, con l'esercito tedesco "occupante a garanzia"... al fascismo degli ebrei non fregava nulla...

            la guerra e' stata una conseguenza dei simpatici inglesi... con il loro blocco navale (ovvero sparavano ed affondavano navi civili con rifornimenti diretti in libia, in tempo di pace non di guerra...).

            eh, infine, si, prima della guerra l'italia era probabilmente il paese europeo continentale con l'economia piu' solida (svizzera a parte, ma non e' europa quella).

            quindi, in sostanza... o se c'eri non ti ricordi tanto bene, oppure i libri delle superiori tuoi erano come i miei... zeppi di balle.
            la storia ? stata scritta come sempre dai vincitori...e questi si sono dimenticati qualche passaggio

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              #126
              ma infatti e' questo il punto... anche quello che riporta mano, fa parte della storia scritta dai vincitori, e capita ovunque nel mondo.

              c'e' da dire pero' che, altrove, dopo 70 anni, le cose sono gia' state riviste e ridimensionate.... ma non qui.
              tra anpi, centri sociali che sono una vera e propria forza politica, tra una repubblica farlocca, nata da brogli, una costituzione, unica al mondo, scritta esclusivamente dai "vincitori"... non c'e' verso di accettare la verita' storica.

              scriveranno tra 30 anni che l'invasione "migratoria" e' stata un bene per l'italia, che erano tutti felici di accorglierli, e che sono stati felicissimi quando si e' instaurato in primo governo italiano della sharia...

              citi poi balbo, "infame squadrista"... uomo stimato in tutto il mondo per le sue capacita' ed imprese... ti rendi conto?

              se dovessimo parlare del g7 di genova oggi, in quei termini, cosa dovremmo scrivere?

              quanti poliziotti c'erano? la citta' fu occupata quasi con strategia militare da parte dei "paladini della liberta'", e i fascisti in divisa li hanno manganellati, addirittura "uccisi!!! e torturati!!!!"...

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                #127
                p.s. un'altra delle cose buone fatte dal fascismo fu proprio quella di spazzare via i sindacati... le motivazioni dovrebbero essere chiare... o no?

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                  #128
                  Originally posted by Carapintadas View Post
                  olio di ricino ? un toccasana per lo stomaco...all'incirca come le torture inflitte dai ladrigiani ad inermi ragazzotti che rientravano a casa per poi seppellirli sull'argine del Santerno e nemmeno avvertire i familiari...questa ? la cura che mi sembra tu voglia osannare...quindi direi che ci sia poco o nulla da dire
                  Certo, uno se non ? a favore del fascimo allora ? un partigiano comunista....direi tipico modo di ragionare.

                  A mio modesto parere, e con la cultura che mi sono fatto personalemente, fancedo una somma di tutto il vostro amatissimo ventennio, mi sembra che che i difetti superino di gran lunga le poche cose buone che sono riusciti a fare in 20 anni di governo, d'altronde di un altro bel ventennio ne abbiamo avuto un bell'esempio anche di recente e guardacaso anche qui i nostalgici non mancano .

                  P.S. Io a tutti i fascistelli farei provare le ebrezza del ritorno a piedi da Nikolajewka durante il mite inverno russo, con il super equipaggiamento fornito dalla potenza economica Italia.
                  Se e quando tornate, siete ancora conviti, vi stringo la mano.
                  Last edited by Balu1987; 01-06-17, 19:42.

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                    #129
                    fai ancora riferimento al periodo di guerra...

                    l'assistenza sociale, oggi abusata, le pensioni, oggi abusate, aziende pubbliche ai vertici mondiali, oggi dismesse grazie alla cura prodi, tecnologie ai vertici mondiali (l'ossatura del progetto manhattan arrivava da quelli di via Panisperna).
                    la bonifica dell'agro pontino fu una delle grandi opere mondiali dell'epoca...

                    ripeto, la guerra e' la guerra, chiunque ci sia al potere, se perde, viene condannato, se vince, osannato.
                    togli la guerra e analizza solo il periodo di pace, non e' difficile: la guerra fu breve rispetto al resto.

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                      #130
                      Originally posted by Balu1987 View Post
                      Certo, uno se non ? a favore del fascimo allora ? un partigiano comunista....direi tipico modo di ragionare.

                      A mio modesto parere, e con la cultura che mi sono fatto personalemente, fancedo una somma di tutto il vostro amatissimo ventennio, mi sembra che che i difetti superino di gran lunga le poche cose buone che sono riusciti a fare in 20 anni di governo, d'altronde di un altro bel ventennio ne abbiamo avuto un bell'esempio anche di recente e guardacaso anche qui i nostalgici non mancano .

                      P.S. Io a tutti i fascistelli farei provare le ebrezza del ritorno a piedi da Nikolajewka durante il mite inverno russo, con il super equipaggiamento fornito dalla potenza economica Italia.
                      Se e quando tornate, siete ancora conviti, vi stringo la mano.
                      sulla considerazione ladrigiani comunisti devi cercare di capire da dove provengo e la difficolt? di crescere e operare in una terra maledetta dalla piaga "rossa".I partigiani non comunisti si sono poco visti da noi perch? assolutamente non in grado causa esiguo numero di poter fermare o almeno contrastare le barbarie del triangolo degli ignoti.Allucinante il leggere che gli assassinati della strage di Codevigo erano in toto nati e provenienti dalla prov di ravenna e limitrofi...grazie all'onnipresente torturatore bulow..osannato a sx quanto odiato a dx...i suoi sgherri hanno ampie strade dedicate nei ns comuni asfaltate con il sangue dei vinti.Come ho gi? detto non sono fascista,non l'ho mai votato...ma darei tutto per poter riscrivere nella maniera giusta il periodo post armistizio e poter rendere storiche le porkate fatte da certi ladrigiani

                      ...dai pochi interventi che ricordo di te mi sembravi di dx..perlomeno un leghista della prima ora...si vede che mi sono sbagliato ma non preoccupartene troppo..per me chi non ? di dx ? komunista

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                        #131
                        ops..OT

                        ..chiedo scusa ad utente Balu1987..nella risposta finale precedente ero convinto di parlare con utente dal nick simile al tuo e vicino alle mie posizioni....poi ora rileggendo mi sono accorto di aver fatto confusione,quindi non va considerata parte finale del mio messaggio riguardante tua presunta posizione politica..mi dispiace.
                        fine OT
                        Last edited by Carapintadas; 02-06-17, 06:48.

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                          #132
                          Originally posted by Larsen_EE View Post
                          fai ancora riferimento al periodo di guerra...

                          l'assistenza sociale, oggi abusata, le pensioni, oggi abusate, aziende pubbliche ai vertici mondiali, oggi dismesse grazie alla cura prodi, tecnologie ai vertici mondiali (l'ossatura del progetto manhattan arrivava da quelli di via Panisperna).
                          la bonifica dell'agro pontino fu una delle grandi opere mondiali dell'epoca...

                          ripeto, la guerra e' la guerra, chiunque ci sia al potere, se perde, viene condannato, se vince, osannato.
                          togli la guerra e analizza solo il periodo di pace, non e' difficile: la guerra fu breve rispetto al resto.
                          .....il periodo fascista e una enron...worldcom..etc..etc..mettetevelo in testa.....ma quale potenza..........tutto falso.....bilanci falsi...



                          Tra il 1925 e il 1926, il regime elimina ogni libertà nei luoghi di lavoro, sopprimendo il diritto di sciopero e mettendo fuorilegge tutti i sindacati, tranne quello fascista. L’indirizzo politico esplicitamente favorevole agli imprenditori è evidenziato sia dalla scarsa forza contrattuale attribuita allo stesso sindacato fascista, che rende possibili ulteriori incrementi della produttività, sia dalla compressione dei salari, realizzata mediante appositi provvedimenti di legge, sia dal rafforzamento del ruolo dello Stato come maggior committente e finanziatore dei grandi gruppi industriali.
                          Queste condizioni favorevoli agevolano la crescita delle imprese maggiori, come manifesta la vicenda della Fiat.

                          Nel 1923, la holding di Giovanni Agnelli inaugura lo stabilimento del Lingotto, riconverte la fabbrica delle origini, acquista l’impianto torinese dell’Ansaldo e quello bresciano delle Officine meccaniche (OM); nel 1926, compra, ancora dall’Ansaldo, la Società italiana aeronautica e incorpora l’azienda automobilistica Spa; nel 1927, crea l’Istituto finanziario industriale (Ifi) per coordinare gli investimenti.

                          per le pensioni..è il classico schema ponzi....dammi i soldi ora...che te li rido tra 30 anni.......se non muori prima.. ma svegliatevi.....


                          Economia e società nel regime fascista - Istituto Luigi Sturzo

                          Economia e società nel regime fascista

                          La Carta del lavoro e lo Stato corporativo

                          Uno degli obiettivi del fascismo sul piano della organizzazione economico-sociale dello Stato era la realizzazione di un sistema in grado di attenuare i contrasti tra capitale e lavoro al fine di armonizzare gli interessi dei diversi gruppi sociali e arrivare al superamento della lotta di classe. Questo indirizzò trovò una articolata elaborazione teorica in un documento dal titolo Carta del lavoro, emanata il 21 aprile 1927, che si ispirava ai seguenti principi basilari: la collaborazione tra le classi; la preminenza dell'iniziativa privata sull'intervento dello Stato; la contrattazione sindacale sulla base del sindacato unico; la magistratura del lavoro per la soluzione dei conflitti; il ricorso agli uffici di collocamento statale per l'assunzione dei lavoratori.

                          Su queste basi Mussolini intendeva costruire il sistema corporativo con l'obiettivo di realizzare il superamento dell'antitesi tra liberismo e socialismo. Il problema della costruzione dello Stato corporativo conobbe un ampio confronto dottrinale da parte di studiosi, economisti, giuristi e teorici della dottrina dello Stato.

                          La costruzione del corporativismo venne completata con la legge del 5 febbraio 1934 sulla istituzione e funzionamento delle corporazioni. La legge istituiva sette corporazioni divise per categorie (industria, agricoltura, commercio, banca, professioni e arti, trasporti marittimi, trasporti terrestri). All'interno delle corporazioni dovevano essere rappresentati sia datori di lavoro che lavoratori, con l'obiettivo di risolvere al loro interno le controversie, superando gli antagonismi di classe. La loro attività era diretta alla salvaguardia degli interessi del paese e della nazione, il che escludeva lo sciopero e riduceva notevolmente il potere contrattuale dei lavoratori.

                          Il processo di organizzazione dello Stato corporativo venne completato alla vigilia della seconda guerra mondiale con la riforma del Consiglio nazionale delle corporazioni (5 gennaio 1939), la soppressione della Camera dei deputati e l'istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni (19 gennaio 1939).

                          Gli indirizzi economici del regime: "Quota Novanta"

                          A partire dal 1925, con l'avvento di Giuseppe Volpi al ministero delle Finanze, cominciarono a pesare negli indirizzi economici del governo Mussolini nuovi orientamenti, che tendevano da un lato a favorire il potere d'acquisto della piccola e media borghesia, messo in pericolo dalle spinte inflazionistiche, e dall'altro a rafforzare il prestigio internazionale dell'Italia. Si deve a questo orientamento la decisione di Mussolini, annunciata in un discorso tenuto a Pesaro il 18 agosto 1926 (il discorso di "quota novanta"), di rivalutare il valore della lira rispetto alle altre divise estere equiparate all'oro. In particolare, con legge del 21 dicembre 1927 il valore della sterlina venne equiparato a 92,45 lire italiane, mentre il cambio del dollaro venne fissato a 19 lire. Gli effetti della rivalutazione forzata della lira furono diversi, favorendo il potere d'acquisto dei lavoratori a reddito fisso senza frenare le tendenze espansive di alcuni settori della grande industria in espansione, quali i gruppi elettrici, chimici e tessili. Conseguenze negative subirono invece quei settori (meccanici, automobilistici, delle sete artificiali, alimentari, ecc.) che producevano in gran parte anche per l'esportazione, che a seguito dell'aumento dei prezzi subirono consistenti contrazioni. Tuttavia la maggiore industria automobilistica, la Fiat, riuscì a superare le difficoltà grazie al rafforzamento del mercato interno e alla politica di sviluppo delle infrastrutture stradali e autostradali che favorì l'avvio della motorizzazione del paese.

                          La bonifica integrale e la battaglia del grano

                          Nel settore agricolo la politica del fascismo, ispirata dal ministro Serpieri, orientò i suoi obiettivi verso un aumento della produzione (tenendo conto che gli acquisti di grano all'estero costituivano il 15% del totale delle importazioni italiane); verso la cosiddetta "bonifica integrale", tendente a recuperare superfici agrarie improduttive attraverso opere di bonifica e di valorizzazione; infine, obiettivo del fascismo era la tranquillità sociale nelle campagne, favorendo, in particolare, quelle forme di conduzione agricola meno conflittuale tra capitale e lavoro, quali il piccolo affitto, la mezzadria e la colonia, cercando di favorire la riduzione del bracciantato agricolo e l'aumento della piccola proprietà.

                          In questo contesto si colloca la cosiddetta "battaglia del grano", promossa dal fascismo sin dal 1925 allo scopo di assicurare l'autonomia cerealicola del paese. Tra l'altro, questa campagna rifletteva le esigenze ideologico-propagandistiche del fascismo attraverso l'esaltazione della ruralità e del lavoro dei campi, che lo stesso Mussolini volle evidenziare, facendo diffondere le immagini che lo ritraevano impegnato personalmente, a torso nudo, nella trebbiatura del grano. Nel giro di pochi anni la produzione cerealicola conobbe significativi risultati, consentendo tra l'altro, l'espansione di alcuni settori industriali che producevano prodotti per l'agricoltura (dai fertilizzanti alle macchine agricole). Tuttavia questa politica contribuì a frenare in maniera consistente un più incisivo processo di modernizzazione e di sviluppo capitalistico delle campagne italiane, mantenendole ancorato alla sola produzione delle colture cerealicole.

                          Tra i successi della politica del fascismo va annoverata la realizzazione della bonifica delle paludi pontine, tra il 1931 e il 1934, nel quadro del programma di bonifica integrale delle campagne italiane che ebbe, tuttavia, soltanto una parziale realizzazione. Attraverso la bonifica della zona pontina vennero recuperati circa 60 mila ettari di terreno coltivabile che venne suddiviso in 3 mila poderi. Tutta quella ampia zona a sud di Roma, venne popolata attraverso l'immigrazione di contadini provenienti da altre regioni italiane (soprattutto dal Veneto) e vide la nascita di nuove città e paesi, quali Littoria (oggi Latina), Sabaudia, Pontinia ecc.

                          L'intervento dello Stato nella vita economica

                          Le conseguenze che sia il settore agricolo che industriale subirono a seguito della crisi del 1929, che, tra l'altro, mise in pericolo il sistema bancario italiano, portò il governo a realizzare un intervento diretto dello Stato nella vita economica del paese. Nel novembre 1931 venne creato l'Istituto Mobiliare italiano (IMI), con il compito di integrare l'attività creditizia a favore delle industrie. Successivamente, il 23 gennaio 1933 venne creato l'Istituto per la Ricostruzione industriale (IRI), guidato da un gruppo di dirigenti qualificati, quali Alberto Beneduce e Donato Menichella, con l'obiettivo di sostituirsi alle grande banche nel sostegno alle imprese industriali in difficoltà, procedendo al salvataggio e alla riorganizzazione di numerose aziende.

                          L'IRI assunse il controllo delle più grandi banche e di numerose imprese industriali. Nel 1936 l'IRI divenne un ente permanente dello Stato con uno stanziamento di 285 milioni annui. Tra il 1936 e il 1942, l'Istituto riuscì a controllare il 44% del capitale azionario italiano, assorbendo e gestendo importanti industrie del settore meccanico, siderurgico e cantieristico. Alla fine degli anni Trenta l'IRI controllava il 77% della produzione di ghisa, il 45% di acciaio, il 75% della lavorazione dei minerali di ferro. L'IRI gestiva anche alcune società elettriche e le principali aziende telefoniche (quali la Sip) e il 90 % delle linee di navigazione.

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                            #133
                            S? purtroppo il minus habens medio nn riesce ad argomentare scindendo ideologia politica , politica sociale DALLA guerra

                            PERO' come dice Mano non era tutto oro ci? che luccicava... Manco la pensione
                            Last edited by gabelbrucken; 02-06-17, 10:33.

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                            • Font Size
                              #134
                              ma con tutto il materiale in rete..ancora a credere a babbo natale.......

                              se qualcuno tira fuori .."eh..ma qualcosa di buono han fatto..." ..io rispondo ma vorrei anche vedere se con tutti quei soldi rubati e spesi non si sia fatto qualcosa di buono

                              ma lo sapete quanto è ORA il bilancio dello stato italiano?! 600 miliardi di euro

                              Gennaio 2016 - Ragioneria Generale dello Stato - Ministero dell'Economia e delle Finanze

                              ci manca che in mezzo a tutte ste spese non si faccia qualcosa di buono decidendo il tutto lanciando una monetina e scommettendo a testa o croce..






                              La biblioteca di Alessandria: La politica economica del fascismo: commercio e industria



                              Viene bloccata la distribuzione delle terre promessa durante la guerra e viene stretta la morsa fiscale sui redditi bassi con l’abolizione dell’imposta progressiva sul reddito.
                              Ma come accolgono queste misure i diversi ceti sociali? I grandi proprietari terrieri sono favorevoli al fascismo (alcuni di essi finanziano le “squadre”). Gli industriali, invece, non vedono con grande favore i disordini provocati dalle squadre di picchiatori nelle fabbriche. In risposta all’opposizione degli industriali segue nel 1924 l’assassinio di Giacomo Matteotti, che fa sorgere il dubbio alla Confindustria se il fascismo sia la scelta migliore. Viene chiesto a gran voce un ridimensionamento della violenza, ma gli industriali si accorgono ben presto che i benefici dati dal regime sono superiori al rischio delle tensioni sociali. Gli industriali si accontentano di una promessa di normalizzazione: nel 1924 Mussolini promette di controllare le squadre fasciste.

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                                #135
                                guarda, io come fonti preferisco usare quelle straniere... guardati un paio di documentari della bbc, anche se ci odiano, e ti renderai conto che la storia scritta dagli italiani e' fuffa, proprio perche' scritta esclusivamente dai vincitori, dopo aver epurato a suon di fucilazioni sommarie, qualsiasi voce discordante.

                                ed in ogni caso, francamente, in un'ottica di stato, quel brano che riporti di struzo non mi pare cosi' "sconclusionato".
                                un paese esclusivamente agricolo punta al raggiungimento dell'autarchia, rafforzando e costruendo, gruppi industriali e finanziari solidi.

                                per distruggere l'iri, l'alfa, l'italsider, tutta roba "eredita' del fascismo" c'e' voluto prodi...

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