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Attentato a Stoccolma: camion sulla folla nel centro della citt?
Attentato di Stoccolma: ? la fine del sogno multietnico?
L?assalto nella via simbolo della citt?, specchio anche della diversit? del Paese.
Specchio ultimamente in crisi, tra gruppi razzisti e sparatorie tra bande
?Qui ? la polizia. Restate nelle vostre abitazioni, non uscite all?aperto?. ? stato il monito lanciato dalle radio a dire ?anzi a confermare, a ribadire, e dopo 7 anni- che il paradiso ? finito. ? finito anche l?, nella citt? che domina ?almeno nelle statistiche teoriche- le classifiche europee dell?integrazione etnica, religiosa, ideologica. Perch?, proprio come 7 anni fa quando un cittadino svedese di origine irachena si fece saltare in aria per strada, gioved? altoparlanti e radio diffondevano quelle parole a Drottninggatan, nella ?via della regina Cristina?, Drottninggatan, la via pi? famosa di Stoccolma, il cuore pedonale fra i negozi lucenti e i marciapiedi puliti, le fioriere e l?asfalto dove le auto non passano mai (ma oggi qualcuno l?ha fatto ancora, uccidendo). L? si va e si passeggia per stare in pace, e se c?? un simbolo del Nord che parla di un??altra? Europa ? o ? stato proprio quello: commercio, benessere, libert? di circolazione delle merci e delle persone, cio? proprio i pilastri del sogno Ue, almeno quelli che stavano in piedi fino a pochissimi anni fa.
Indiani di terza generazione
Ai limiti di quella zona pedonale, o intorno alla stazione evacuata nel terrore, ? difficile trovare un tassista che non sia un immigrato curdo, o somalo, eritreo, indiano di prima, seconda o anche terza generazione. Nei grandi centri commerciali come Ahlens, pare anch?esso bersaglio dell?odio di oggi, ? quasi impossibile trovare tre banchi o tre vetrine di file dove un piatto di ?smorrebrod?, gli antipasti scandinavi, non si affianchi agli spiedini di kebab o alle padelle di riso alla cantonese. O dove un tavolo di cristallo di ultima generazione non stia accanto a un abito modello ?sari? indiano. La Svezia, e Stoccolma, sono da almeno vent?anni un modello di quello che l?Unione Europea avrebbe voluto e vorrebbe ancora essere. Ma non tutto era come appariva.
A Malmo si spara
A Malmo, la metropoli con la pi? alta percentuale di immigrati musulmani, quasi ogni settimane bande giovanili si scontrano per le strade a fucilate e anche raffiche di mitra. Nella stessa Stoccolma, due giorni fa, un gruppo razzista chiamato ?Soldati di Odino? ? andato ad affiggere manifesti minacciosi in alcune scuole dove i ragazzi e le ragazze musulmane si recano a lezione in autobus separati, per volere delle loro famiglie e nonostante le proteste delle autorit?. Anche questo, cio? gli autobus separati per sesso, non ? certo un bel segno. Come non lo sono certe scritte in arabo, che invocano vendetta per la Siria, comparse e poi cancellate in certe vie di periferia. Nella ?via della regina? si compra, si mangia, si brinda, ma poi arriva il fantasma ubriaco di ferocia che semina la morte. E la Svezia ricorda, di colpo, che anche le bellissime statistiche sull?integrazione possono trarre in inganno.
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