Nessun indennizzo per la famiglia del giovane ucciso a Terni nel marzo del 2015, colpito alla gola con un coccio di bottiglia da un marocchino immigrato clandestino, ubriaco. ?David guadagnava troppo famigliari non possono accedere a fondo
Era la sera del 12 marzo del 2015 quando David Raggi, 27 anni di Terni moriva, per strada, ucciso da un 29enne marocchino ubriaco, immigrato clandestino, che gli aveva squarciato la gola con un coccio di vetro. Senza un motivo, senza neanche un accenno di lite. A quasi un anno e mezzo da quel giorno si scopre che la sua famiglia non ha diritto ad alcuni indennizzo di quelli previsti dal nuovo fondo statale istituito per le vittime di reati intenzionali e violenti lo scorso 7 luglio. Il motivo? David, ?era troppo ricco?.
?Nessun risarcimento?
A spiegare la vicenda l?avvocato della famiglia Raggi, Massimo Proietti. David Raggi aveva cominciato a lavorare da un anno quando fu ucciso, e aveva un reddito di 13mila e 500 euro. Troppo, perch? la normativa prevede come tetto massimo per poter accedere al fondo quella degli 11mila e 500 euro. Insomma, il 27enne guadagnava troppo, e oggi la sua famiglia non ha diritto a nessun risarcimento. ?Limitazione gravissima e incostituzionale?, cos? la definisce il legale, che assiste anche altri familiari che si trovano nelle stesse condizioni: quelli di Pietro Raccagni, commerciante bresciano ucciso durante una rapina in villa da una banda di stranieri nel luglio 2014, e di Carlo Macro, 33 anni, ucciso da un indiano clandestino che lo aveva trafitto al cuore con un cacciavite nel febbraio del 2014, a Roma. Anche per loro, reddito troppo alto e risarcimenti negati. La famiglia di Macro ha gi? avviato una causa civile davanti al tribunale di Roma (prima udienza il 12 dicembre prossimo), e l?avvocato Proietti ha annunciato che sollever? una questione di legittimit? costituzionale perch? a suo dire ?la norma ? contraria ai principi costituzionali interni ed europei?.
Il fondo
Secondo il legale, inoltre, la legge presenta un?anomalia anche per quanto riguarda l?ammontare del fondo: ?Quest?ultimo ? stato accorpato al gi? esistente fondo per le vittime dei reati di mafia, estorsione ed usura, con un?integrazione di appena 2 milioni e 600 mila euro l?anno. Si tratta di una cifra insufficiente a soddisfare tutte le richieste e, tra l?altro, al momento non ci sono previsioni n? sull?entit? dell?indennit?, n? sulle modalit? e i tempi di erogazione. ? quindi un fondo che di fatto non risarcir? nessuno, una presa in giro e un?elemosina?. ?Sto scrivendo ai parlamentari umbri affinch? si facciano promotori di una modifica della legge 122 - ha detto il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo - ? assurdo considerare il reddito di David tale da non consentire alcun risarcimento? ha aggiunto, spiegando che ?la regione Umbria ha invece gi? provveduto ad erogare quanto dovuto alla famiglia Raggi?. Il fondo, che recepisce una direttiva europea in materia risalente gi? al 2004, prevede che le vittime di ?reati intenzionali violenti? vengano risarcite dallo Stato nel caso che il responsabile resti ignoto o che non abbia risorse economiche per risarcire la vittima per i danni arrecati a questa o, nel caso di morte, ai famigliari.
La morte di David
David Raggi era morto la sera del 12 marzo 2015, a ucciderlo Amine Assaoui, 29 anni, detto Aziz, marocchino, clandestino e gi? condannato per pi? reati, nei confronti del quale gi? nel 2007 era stato emesso un decreto di espulsione. Che, ubriaco, lo aveva colpito ?per caso? con un coccio di vetro, squarciandogli la gola. I due neanche si conoscevano, non c?era stata nessuna lite, nulla che facesse presagire alla tragedia. Una morte senza senso, Assaoui ? stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere e nel febbraio scorso la famiglia di David ha deciso di far causa allo Stato, convinta che l?inadempienza nei confronti dell?extracomunitario (considerato pericoloso e appunto gi? colpito da un decreto di espulsione mai eseguito) sia stata causa indiretta dalla morte del 27enne.
Fonte corriere.it
Applausi applausi e ancora applausi.
Poi spendiamo milioni per tirar su un barcone di clandestini.
Applausi applausi e ancora applausi.
Maledetti.
Era la sera del 12 marzo del 2015 quando David Raggi, 27 anni di Terni moriva, per strada, ucciso da un 29enne marocchino ubriaco, immigrato clandestino, che gli aveva squarciato la gola con un coccio di vetro. Senza un motivo, senza neanche un accenno di lite. A quasi un anno e mezzo da quel giorno si scopre che la sua famiglia non ha diritto ad alcuni indennizzo di quelli previsti dal nuovo fondo statale istituito per le vittime di reati intenzionali e violenti lo scorso 7 luglio. Il motivo? David, ?era troppo ricco?.
?Nessun risarcimento?
A spiegare la vicenda l?avvocato della famiglia Raggi, Massimo Proietti. David Raggi aveva cominciato a lavorare da un anno quando fu ucciso, e aveva un reddito di 13mila e 500 euro. Troppo, perch? la normativa prevede come tetto massimo per poter accedere al fondo quella degli 11mila e 500 euro. Insomma, il 27enne guadagnava troppo, e oggi la sua famiglia non ha diritto a nessun risarcimento. ?Limitazione gravissima e incostituzionale?, cos? la definisce il legale, che assiste anche altri familiari che si trovano nelle stesse condizioni: quelli di Pietro Raccagni, commerciante bresciano ucciso durante una rapina in villa da una banda di stranieri nel luglio 2014, e di Carlo Macro, 33 anni, ucciso da un indiano clandestino che lo aveva trafitto al cuore con un cacciavite nel febbraio del 2014, a Roma. Anche per loro, reddito troppo alto e risarcimenti negati. La famiglia di Macro ha gi? avviato una causa civile davanti al tribunale di Roma (prima udienza il 12 dicembre prossimo), e l?avvocato Proietti ha annunciato che sollever? una questione di legittimit? costituzionale perch? a suo dire ?la norma ? contraria ai principi costituzionali interni ed europei?.
Il fondo
Secondo il legale, inoltre, la legge presenta un?anomalia anche per quanto riguarda l?ammontare del fondo: ?Quest?ultimo ? stato accorpato al gi? esistente fondo per le vittime dei reati di mafia, estorsione ed usura, con un?integrazione di appena 2 milioni e 600 mila euro l?anno. Si tratta di una cifra insufficiente a soddisfare tutte le richieste e, tra l?altro, al momento non ci sono previsioni n? sull?entit? dell?indennit?, n? sulle modalit? e i tempi di erogazione. ? quindi un fondo che di fatto non risarcir? nessuno, una presa in giro e un?elemosina?. ?Sto scrivendo ai parlamentari umbri affinch? si facciano promotori di una modifica della legge 122 - ha detto il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo - ? assurdo considerare il reddito di David tale da non consentire alcun risarcimento? ha aggiunto, spiegando che ?la regione Umbria ha invece gi? provveduto ad erogare quanto dovuto alla famiglia Raggi?. Il fondo, che recepisce una direttiva europea in materia risalente gi? al 2004, prevede che le vittime di ?reati intenzionali violenti? vengano risarcite dallo Stato nel caso che il responsabile resti ignoto o che non abbia risorse economiche per risarcire la vittima per i danni arrecati a questa o, nel caso di morte, ai famigliari.
La morte di David
David Raggi era morto la sera del 12 marzo 2015, a ucciderlo Amine Assaoui, 29 anni, detto Aziz, marocchino, clandestino e gi? condannato per pi? reati, nei confronti del quale gi? nel 2007 era stato emesso un decreto di espulsione. Che, ubriaco, lo aveva colpito ?per caso? con un coccio di vetro, squarciandogli la gola. I due neanche si conoscevano, non c?era stata nessuna lite, nulla che facesse presagire alla tragedia. Una morte senza senso, Assaoui ? stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere e nel febbraio scorso la famiglia di David ha deciso di far causa allo Stato, convinta che l?inadempienza nei confronti dell?extracomunitario (considerato pericoloso e appunto gi? colpito da un decreto di espulsione mai eseguito) sia stata causa indiretta dalla morte del 27enne.
Fonte corriere.it
Applausi applausi e ancora applausi.
Poi spendiamo milioni per tirar su un barcone di clandestini.
Applausi applausi e ancora applausi.
Maledetti.
Comment