Il boss Bernardo Provenzano, morto oggi, era ricoverato nell'ospedale San Paolo di Milano dal 9 aprile 2014, proveniente dal centro clinico degli istituti penitenziari di Parma. La moglie e i figli di Provenzano, giunti a Milano il 10 luglio, come informa il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il giorno stesso sono stati autorizzati ad incontrare il loro congiunto.
?I familiari di Bernardo Provenzano due giorni fa hanno fatto una istanza al Dap per potere incontrare nuovamente il loro congiunto, ma fino a ieri non avevano avuto alcuna risposta?. Lo ha detto all'Adnkronos l'avvocato Rosalba Digregorio, legale del boss Bernardo Provenzano, morto oggi all'ospedale di Milano. ?So che il Dap era in attesa dei pareri delle procure competenti, cio? Palermo, Caltanissetta e Firenze - spiega l'avvocato - ma fino a ieri non avevano ottenuto alcuna risposta e nel frattempo il mio cliente ? morto?.
La moglie del boss, Saveria Palazzolo, e i figli, Angelo e Paolo, hanno incontrato Bernardo Provenzano lo scorso 10 luglio, quando gi? le sue condizioni si erano aggravate. Ma ne avevano chiesto un altro, proprio per le sue condizioni nettamente peggiorate. Lo stesso legale, nei giorni scorsi, come spiega, ha avanzato una richiesta di differimento pena per Provenzano. ?Ma non ? mai arrivata la risposta...?, dice oggi.
? si appena tre mesi fa l'ultima proroga al carcere duro per il boss mafioso Bernardo Provenzano, che era ricoverato all'ospedale San Paolo di Milano, in stato quasi vegetativo, da pi? di due anni. Lo aveva deciso il ministro della Giustizia Andrea Orlando che aveva firmato il rinnovo del carcere duro per il capomafia, a dieci anni esatti dal suo arresto, avvenuto l'11 aprile del 2006, in una masseria del corleonese. Secondo il Guardasigilli ?non ? venuta meno la capacit? di Provenzano di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell'organizzazione criminale di appartenenze, anche in ragione della sua particolare concreta pericolosit??.
Anche se in tre diversi processi la sua posizione ? stata stralciata e la sua posizione da imputato ? stata sospesa proprio per le sue gravi condizioni di salute. Tra questi c'? il processo sulla trattativa tra Stato e mafia. A dare parere negativo sulla proroga del carcere duro sono state, ancora una volta, le Procure di Caltanissetta e di Firenze, mentre per la prima volta, la Dda di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, ha dato parere positivo per la proroga del regime del 41 bis nei confronti di Provenzano. Secondo la Dda di Caltanissetta, come si legge nella relazione del ministro della Giustizia, il boss non dovrebbe continuare a stare al 41 bis per ?le particolari condizioni di salute in cui versa?.
La Dda di Firenze ?pone alla base il fatto che non sono in corso indagini, nell'ambito del territorio di sua competenza, che riguardano direttamente o indirettamente Provenzano, o il contesto criminale a lui riferibile?. Invece, la Dda di Palermo, a differenze delle altre due Procure, di Caltanissetta e Firenze, ?ha affermato che - si leggeva nella relazione - per una migliore valutazione della necessit? del rinnovo del regime detentivo speciale nei confronti di Provenzano, occorre delineare la sua figura e il suo ruolo nell'associazione mafiosa Cosa nostra?. Per il procuratore Lo Voi ?il detenuto in questione, grazie ai diffusi appoggi della consorteria mafiosa siciliana ? riuscito ad assicurarsi lo stato di latitanza per oltre 40 anni, sino all'11 aprile 2006?. E ricorda che dopo l'arresto del boss Tot? Riina ? Provenzano ha assunto una incontestata posizione verticistica rimanendo per diversi anni l'incontrastato capo dell'associazione mafiosa nel suo insieme, non di uno o l'altro mandamento?.
Ecco perch? la Dda riteneva che esistesse ?il pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica derivante da vincoli con la criminalit? organizzata e dalla capacit? del detenuto di mantenere contatti con essa?. Parole non condivise dal legale di Provenzano, l'avvocato Rosalba Di Gregorio che continuava a ripetere: ? Provenzano ? un vegetale, non parla, non mangia, non capisce, viene alimentato artificialmente con un sondino che finisce direttamente nell'intestino, visto che lo stomaco ? necrotizzato?. ?Come dovrebbe gestire in queste condizioni l'organizzazione mafiosa? - diceva il legale - Non riesce a parlare neppure con i suoi familiari. Non li riconosce pi?. ? un vegetale, lo ribadisco?.
Un altro parere positivo per la proroga del 41 bis per Provenzano era arrivato dalla Direzione nazionale antimafia, diretta da Franco Roberti. Secondo la Dna ?in nessun modo la modifica del regime del 41 bis pu? incidere sulle condizioni di salute di Provenzano?. Anzi. ?Nel vigente regime detentivo egli ben possa usufruire di tutte le cure necessarie?. Secondo il ministro della Giustizia dalle ?informazioni ricevute dalle autorit? giudiziarie e dagli organi investigativi? emerge ?l'elevata pericolosit? del soggetto e del gruppo criminale di appartenenza?. Gi? nei mesi scorsi la Corte di Cassazione aveva confermato, dopo l'ennesimo ricorso della difesa di Provenzano, il carcere duro per il boss mafioso. Nonostante le patologie di cui soffre l'ex capo di Cosa Nostra - condannato all'ergastolo - siano ?plurime e gravi di tipo invalidante?.
La stessa Cassazione aveva rilevato il decadimento cognitivo, i problemi dei movimenti involontari, l'ipertensione arteriosa, un'infezione cronica del fegato, oltre alle conseguenze degli interventi subiti da Provenzano per lo svuotamento di un ematoma da trauma cranico, per l'asportazione della tiroide e per il tumore alla prostata. La Cassazione aveva trovato corretto il verdetto di merito dato che Provenzano ?risponde alle terapie?.
I ?trascorsi criminali? di Provenzano e il ?valore simbolico del suo percorso criminale? lo espongono, ?qualora non adeguatamente protetto nella persona? e ?trovandosi in condizioni di assoluta debolezza fisica?, ad ?eventuali 'rappresagli? connesse al suo percorso criminale, ai moltissimi omicidi volontari dei quali ? stato riconosciuto colpevole, al sodalizio malavitoso? di cui ? stato ?capo fino al suo arresto?. ? uno dei motivi per cui il giudice di sorveglianza di Milano 2 giorni fa ha detto no alla scarcerazione del boss morto oggi.
Fonte ilmessaggero.it
?I familiari di Bernardo Provenzano due giorni fa hanno fatto una istanza al Dap per potere incontrare nuovamente il loro congiunto, ma fino a ieri non avevano avuto alcuna risposta?. Lo ha detto all'Adnkronos l'avvocato Rosalba Digregorio, legale del boss Bernardo Provenzano, morto oggi all'ospedale di Milano. ?So che il Dap era in attesa dei pareri delle procure competenti, cio? Palermo, Caltanissetta e Firenze - spiega l'avvocato - ma fino a ieri non avevano ottenuto alcuna risposta e nel frattempo il mio cliente ? morto?.
La moglie del boss, Saveria Palazzolo, e i figli, Angelo e Paolo, hanno incontrato Bernardo Provenzano lo scorso 10 luglio, quando gi? le sue condizioni si erano aggravate. Ma ne avevano chiesto un altro, proprio per le sue condizioni nettamente peggiorate. Lo stesso legale, nei giorni scorsi, come spiega, ha avanzato una richiesta di differimento pena per Provenzano. ?Ma non ? mai arrivata la risposta...?, dice oggi.
? si appena tre mesi fa l'ultima proroga al carcere duro per il boss mafioso Bernardo Provenzano, che era ricoverato all'ospedale San Paolo di Milano, in stato quasi vegetativo, da pi? di due anni. Lo aveva deciso il ministro della Giustizia Andrea Orlando che aveva firmato il rinnovo del carcere duro per il capomafia, a dieci anni esatti dal suo arresto, avvenuto l'11 aprile del 2006, in una masseria del corleonese. Secondo il Guardasigilli ?non ? venuta meno la capacit? di Provenzano di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell'organizzazione criminale di appartenenze, anche in ragione della sua particolare concreta pericolosit??.
Anche se in tre diversi processi la sua posizione ? stata stralciata e la sua posizione da imputato ? stata sospesa proprio per le sue gravi condizioni di salute. Tra questi c'? il processo sulla trattativa tra Stato e mafia. A dare parere negativo sulla proroga del carcere duro sono state, ancora una volta, le Procure di Caltanissetta e di Firenze, mentre per la prima volta, la Dda di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, ha dato parere positivo per la proroga del regime del 41 bis nei confronti di Provenzano. Secondo la Dda di Caltanissetta, come si legge nella relazione del ministro della Giustizia, il boss non dovrebbe continuare a stare al 41 bis per ?le particolari condizioni di salute in cui versa?.
La Dda di Firenze ?pone alla base il fatto che non sono in corso indagini, nell'ambito del territorio di sua competenza, che riguardano direttamente o indirettamente Provenzano, o il contesto criminale a lui riferibile?. Invece, la Dda di Palermo, a differenze delle altre due Procure, di Caltanissetta e Firenze, ?ha affermato che - si leggeva nella relazione - per una migliore valutazione della necessit? del rinnovo del regime detentivo speciale nei confronti di Provenzano, occorre delineare la sua figura e il suo ruolo nell'associazione mafiosa Cosa nostra?. Per il procuratore Lo Voi ?il detenuto in questione, grazie ai diffusi appoggi della consorteria mafiosa siciliana ? riuscito ad assicurarsi lo stato di latitanza per oltre 40 anni, sino all'11 aprile 2006?. E ricorda che dopo l'arresto del boss Tot? Riina ? Provenzano ha assunto una incontestata posizione verticistica rimanendo per diversi anni l'incontrastato capo dell'associazione mafiosa nel suo insieme, non di uno o l'altro mandamento?.
Ecco perch? la Dda riteneva che esistesse ?il pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica derivante da vincoli con la criminalit? organizzata e dalla capacit? del detenuto di mantenere contatti con essa?. Parole non condivise dal legale di Provenzano, l'avvocato Rosalba Di Gregorio che continuava a ripetere: ? Provenzano ? un vegetale, non parla, non mangia, non capisce, viene alimentato artificialmente con un sondino che finisce direttamente nell'intestino, visto che lo stomaco ? necrotizzato?. ?Come dovrebbe gestire in queste condizioni l'organizzazione mafiosa? - diceva il legale - Non riesce a parlare neppure con i suoi familiari. Non li riconosce pi?. ? un vegetale, lo ribadisco?.
Un altro parere positivo per la proroga del 41 bis per Provenzano era arrivato dalla Direzione nazionale antimafia, diretta da Franco Roberti. Secondo la Dna ?in nessun modo la modifica del regime del 41 bis pu? incidere sulle condizioni di salute di Provenzano?. Anzi. ?Nel vigente regime detentivo egli ben possa usufruire di tutte le cure necessarie?. Secondo il ministro della Giustizia dalle ?informazioni ricevute dalle autorit? giudiziarie e dagli organi investigativi? emerge ?l'elevata pericolosit? del soggetto e del gruppo criminale di appartenenza?. Gi? nei mesi scorsi la Corte di Cassazione aveva confermato, dopo l'ennesimo ricorso della difesa di Provenzano, il carcere duro per il boss mafioso. Nonostante le patologie di cui soffre l'ex capo di Cosa Nostra - condannato all'ergastolo - siano ?plurime e gravi di tipo invalidante?.
La stessa Cassazione aveva rilevato il decadimento cognitivo, i problemi dei movimenti involontari, l'ipertensione arteriosa, un'infezione cronica del fegato, oltre alle conseguenze degli interventi subiti da Provenzano per lo svuotamento di un ematoma da trauma cranico, per l'asportazione della tiroide e per il tumore alla prostata. La Cassazione aveva trovato corretto il verdetto di merito dato che Provenzano ?risponde alle terapie?.
I ?trascorsi criminali? di Provenzano e il ?valore simbolico del suo percorso criminale? lo espongono, ?qualora non adeguatamente protetto nella persona? e ?trovandosi in condizioni di assoluta debolezza fisica?, ad ?eventuali 'rappresagli? connesse al suo percorso criminale, ai moltissimi omicidi volontari dei quali ? stato riconosciuto colpevole, al sodalizio malavitoso? di cui ? stato ?capo fino al suo arresto?. ? uno dei motivi per cui il giudice di sorveglianza di Milano 2 giorni fa ha detto no alla scarcerazione del boss morto oggi.
Fonte ilmessaggero.it
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