Giustizia, 50 mila sentenze bloccate in corte d'appello a Napoli - Repubblica.it
Sos del presidente: manca personale, la cancelleria non riesce ad eseguire i verdetti. Spese da recuperare, beni da restituire, condanne da iscrivere e almeno mille persone da arrestare: tutto fermo
La giustizia bloccata. Pi? di 50 mila sentenze gi? passate in giudicato sono ferme negli scaffali della Corte d'Appello di Napoli in attesa di essere eseguite. I processi si sono celebrati regolarmente e sono arrivati a conclusione. Ma per chiudere definitivamente l'iter, mancano gli ultimi adempimenti amministrativi. Ci sono spese di giustizia da recuperare, beni sequestrati che dovrebbero tornare nella disponibilit? dei proprietari. Ma anche pene pecuniarie da incassare e imputati, liberi, che dovrebbero entrare in carcere. Verdetti di colpevolezza che devono essere registrati nel casellario giudiziale. Tutto fermo, impantanato negli uffici.
Oltre ventimila sono le sentenze di prescrizione o assoluzione. Anche in questo caso, rimarca il presidente della Corte d'Appello, la ricaduta ? soprattutto di carattere economico: quasi sempre ci sono spese o reperti che vanno restituiti, oltre al diritto dell'imputato scagionato da ogni accusa ad ottenere rapidamente la comunicazione della chiusura favorevole del procedimento.
Ma come pu? essersi verificato un simile ingorgo? "Questo accade - spiega il presidente De Carolis - perch? le singole cancellerie che dovrebbero provvedere alle esecuzioni non sono in grado di farlo per carenza di mezzi, risorse e personale: gli amministrativi sono costretti a fronteggiare innanzitutto le urgenze, come i processi con detenuti e quelli a rischio decorrenza dei termini, ai quali viene giustamente attribuita una corsia preferenziale. Il resto finisce per essere considerato meno urgente e, inevitabilmente, si accumula l'arretrato". Il paradosso ? che la situazione rappresenta una conseguenza del maggiore impegno dei giudici. In sette anni, l'arretrato delle esecuzioni in Corte d'Appello ? passato da 15 mila a 50 mila fascioli.
Sos del presidente: manca personale, la cancelleria non riesce ad eseguire i verdetti. Spese da recuperare, beni da restituire, condanne da iscrivere e almeno mille persone da arrestare: tutto fermo
La giustizia bloccata. Pi? di 50 mila sentenze gi? passate in giudicato sono ferme negli scaffali della Corte d'Appello di Napoli in attesa di essere eseguite. I processi si sono celebrati regolarmente e sono arrivati a conclusione. Ma per chiudere definitivamente l'iter, mancano gli ultimi adempimenti amministrativi. Ci sono spese di giustizia da recuperare, beni sequestrati che dovrebbero tornare nella disponibilit? dei proprietari. Ma anche pene pecuniarie da incassare e imputati, liberi, che dovrebbero entrare in carcere. Verdetti di colpevolezza che devono essere registrati nel casellario giudiziale. Tutto fermo, impantanato negli uffici.
Oltre ventimila sono le sentenze di prescrizione o assoluzione. Anche in questo caso, rimarca il presidente della Corte d'Appello, la ricaduta ? soprattutto di carattere economico: quasi sempre ci sono spese o reperti che vanno restituiti, oltre al diritto dell'imputato scagionato da ogni accusa ad ottenere rapidamente la comunicazione della chiusura favorevole del procedimento.
Ma come pu? essersi verificato un simile ingorgo? "Questo accade - spiega il presidente De Carolis - perch? le singole cancellerie che dovrebbero provvedere alle esecuzioni non sono in grado di farlo per carenza di mezzi, risorse e personale: gli amministrativi sono costretti a fronteggiare innanzitutto le urgenze, come i processi con detenuti e quelli a rischio decorrenza dei termini, ai quali viene giustamente attribuita una corsia preferenziale. Il resto finisce per essere considerato meno urgente e, inevitabilmente, si accumula l'arretrato". Il paradosso ? che la situazione rappresenta una conseguenza del maggiore impegno dei giudici. In sette anni, l'arretrato delle esecuzioni in Corte d'Appello ? passato da 15 mila a 50 mila fascioli.