Una doccia senza precedenti per Matteo Renzi. La bocciatura, riportata oggi da Repubblica, arriva infatti a poche settimane alla prima bolletta elettrica contenente l'imposta sulla tiv?. "Il governo - tuona Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera - si dimostra incompetente e approssimativo".
Il decreto, scritto dal ministero dello Sviluppo Economico, non solo manca di dare una "definizione di apparecchio tv", ma non precisa nemmeno che il canone si versa una volta sola, anche se il contribuente possiede pi? televisori in casa. Il Consiglio di Stato ha, quindi, invitato il legislatore a specificare che "la famiglia deve versare la gabella un'unica volta e soltanto se possiede un televisione che riceve i programmi in modo diretto oppure attraverso il decoder". "In questo modo - spiega Aldo Fontanarosa su Repubblica - il decreto chiarir? una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno 'smartphone o un tablet' che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo".
Secondo il Consiglio di Stato , la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy dal momento che Anagrafe tributaria, Autorit? per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'interno, Comuni e societ? private saranno chiamati a scambiarsi un'elevata mole di dati. Tuttavia il decreto non assicura mai "il rispetto delle normativa sulla riservatezza". Lo stesso vale per la "definizione delle categorie di utenti tenute al pagamento dell'imposta" e per la dichiarazione da inviare all'Agenzia delle Entrate per attestare di non avere il televisore. "Gli adempimenti in capo a chi non deve versare la gabella tv - si legge su Repubblica - sono tali da imporre allo Stato una campagna d'informazione capillare, che il decreto per? si guarda bene dal chiedere".
Sotto accusa non c'? solo il ministero dello Sviluppo economico. Anche il dicastero dell'Economia non ha dato un formale via libera ma si ? limitato a "una presa d'atto dell'esistenza". In assenza del "concerto" adesso potrebbe anche inficiarsi la "correttezza formale" dell'iter amministrativo.
Fonte: Ilgiornale.it
Il decreto, scritto dal ministero dello Sviluppo Economico, non solo manca di dare una "definizione di apparecchio tv", ma non precisa nemmeno che il canone si versa una volta sola, anche se il contribuente possiede pi? televisori in casa. Il Consiglio di Stato ha, quindi, invitato il legislatore a specificare che "la famiglia deve versare la gabella un'unica volta e soltanto se possiede un televisione che riceve i programmi in modo diretto oppure attraverso il decoder". "In questo modo - spiega Aldo Fontanarosa su Repubblica - il decreto chiarir? una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno 'smartphone o un tablet' che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo".
Secondo il Consiglio di Stato , la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy dal momento che Anagrafe tributaria, Autorit? per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'interno, Comuni e societ? private saranno chiamati a scambiarsi un'elevata mole di dati. Tuttavia il decreto non assicura mai "il rispetto delle normativa sulla riservatezza". Lo stesso vale per la "definizione delle categorie di utenti tenute al pagamento dell'imposta" e per la dichiarazione da inviare all'Agenzia delle Entrate per attestare di non avere il televisore. "Gli adempimenti in capo a chi non deve versare la gabella tv - si legge su Repubblica - sono tali da imporre allo Stato una campagna d'informazione capillare, che il decreto per? si guarda bene dal chiedere".
Sotto accusa non c'? solo il ministero dello Sviluppo economico. Anche il dicastero dell'Economia non ha dato un formale via libera ma si ? limitato a "una presa d'atto dell'esistenza". In assenza del "concerto" adesso potrebbe anche inficiarsi la "correttezza formale" dell'iter amministrativo.
Fonte: Ilgiornale.it
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