Apple non molla: il caso dell'iPhone "di San Bernardino" verso la Corte Suprema. Istanza del governo - Repubblica.it
LO SCONTRO sulla privacy, sul controllo e sulla sicurezza potrebbe portare il caso sul tavolo della Corte Suprema degli Stati Uniti. Apple infatti sarebbe pronta a chiedere la protezione garantita dalla libert? di parola usando il diritto come argomento centrale per difendere la sua decisione di non collaborare con il governo. Cupertino non vuole rispettare la decisione di un giudice che la obbliga a decriptare l'iphone 5 dell'attentatore Syed Rizwan Farook, l'autore della strage del 2 dicembre scorso a San Bernardino, California, in cui sono state uccise 14 persone e ferite 22. Il Dipartimento della giustizia ha, da parte sua, presentato un'istanza nel tentativo di costringere Apple a rispettare il provvedimento.
Il giudice ha chiesto l'aiuto dell'azienda (che nel suo diniego ? appoggiata dai giganti della Silicon Valley) nel decrittare il sistema chiuso iOs dell'iPhone "nella speranza di ottenere prove cruciali". L'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, non avrebbe alcuna intenzione di fare passi indietro, come sostiene il New York Times. Anzi, pare che Apple sia pronta ad aumentare il livello di crittaggio dei suoi smartphone. L'aumento del livello di protezione non ? un'idea nuova. Il gruppo californiano da tempo sta pensando a un programma per codificare tutti i dati contenuti sui suoi device, ma soprattutto sui servizi cloud dove i file sono conservati senza alcuna schermatura. "Se dai un valore alle libert? civili, non fai quello che le forze dell'ordine ti chiedono", ha detto Cook.
L'azienda ha ottenuto comunque pi? tempo per rispondere all'ordine del giudice federale (la risposta di Apple ? slittata al 26 febbraio invece di marted?) che tre giorni fa aveva accolto la richiesta del dipartimento di Giustizia, ordinando a Apple di collaborare con l'Fbi. La societ? aveva a disposizione cinque giorni lavorativi per opporsi alla sua disposizione. Subito dopo la richiesta del Dipartimento di giustizia, Apple aveva annunciato che si sarebbe opposta all'ordine del giudice federale. In un messaggio ai propri clienti, Cook aveva detto che costruire una 'back door' per accedere ai dati criptati dell'iPhone di Syed Farook costituirebbe un precedente "troppo pericoloso".
Al fianco di Tim Cook si sono schierati anche l'ad di Google Sundar Pichai e con lui si ? mosso con un tweet anche il Ceo di WhatsApp, Jan Koum. L'appoggio a Apple ? arrivato anche da Mark Zuckerberg di Facebook, che ha diffuso una dichiarazione: "Continueremo a combattere aggressivamente contro le richieste alle societ? di indebolire la sicurezza dei loro sistemi". E dal ceo di Twitter, Jack Dorsey, l'appoggio a Apple ? giunto proprio tramite il sito di microblogging: Dorsey ha cinguettato "Noi stiamo con @tim_cook e Apple (e grazie a lui per la sua leadership)".
Il Senato degli Stati Uniti, per?, non se ne star? fermo con le mani in mano. Questa volta la politica sembra voler andare fino in fondo a regolamentare un caso che potrebbe ripresentarsi in futuro. La commissione Intelligence del senato sta lavorando infatto a una proposta di legge che render? reato penale la scelta fatta da Cupertino, ovvero non rispettare la decisione di un tribunale che chiede al colosso di collaborare con il governo nel decrittare le informazioni dell'iPhone di un accusato di omicidio. Lo scrive il Wall Street Journal, citando quattro fonti anonime vicine a Richard Burr, repubblicano a capo della commissione. Una mossa che potrebbe inasprire il braccio di ferro tra Washington e la Silicon Valley. Burr non ha ancora terminato la bozza e non c'? alcun accordo tra i politici. Sarebbe comunque difficile un sostegno bipartisan a una legge che potrebbe essere percepita dai cittadini come un nuovo attacco alle loro libert?, dopo lo scandalo del Datagate. Ma soprattutto scende in campo il candidato repubblicano Donald Trump che - durante un comizio in Sourh Carolina - lancia la sfida ad Apple, chiedendo di boicottare la casa di Cupertino finch? non fornir? il software per sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino.
Negli ultimi anni un numero crescente di aziende ha creato sistemi di criptaggio accessibili solo alle due persone che si sono scambiate un messaggio. Una decisione pi? volte attaccata dai politici e dalla polizia che invece vorrebbero avere la possibilit? (con il benestare di un giudice e in casi straordinari) di entrare e decifrare i messaggi. Ma i gruppi hi-tech e diverse associazioni per la difesa della privacy sostengono che sia sbagliato per due motivi: da una parte sarebbe una intromissione nella sfera privata di una persona e creerebbe un precedente per ulteriori incursioni. Dall'altra potenzialmente darebbe le chiavi d'accesso a hacker e a governi stranieri a messaggi che dovrebbero restare segreti.
Burr ha passato mesi a fare pressioni sui gruppi tecnologici, affinch? lavorassero in modo pi? collaborativo con Washington. Soprattutto nei casi in cui queste tecnologie vengono usate da criminali, come di fatto ? successo a San Bernardino. A dicembre insieme alla democratica Dianne Feinstein aveva presentato un documento per chiedere ai social media di avvisare Washington sulle attivit? terroristiche online. Per ora il disegno di legge non ? avanzato, anche se diversi gruppi tech hanno aumentato la loro attenzione per evitare che i messaggi dei terroristi si diffondano sul web attraverso le loro piattaforme.
Negli Usa si preoccupano della privacy, in questo caso di un terrorista, mentre non si preoccupano affatto di intercettare un paese straniero ....
Berlusconi spiato da Nsa, Renzi chiede informazioni. Usa: "Non sorvegliamo senza motivo" - Repubblica.it
Rimaniamo al punto iPhone del terrorista che ha ammazzato 14 persone.
Secondo me la Apple dovrebbe collaborare immediatamente.
Se ha paura che il mercato crolli si sbaglia, da anni sappiamo che intercettano tutto e tutti, e la gente compra cellulari ancora di pi?....
Chi sta con la Apple ?
LO SCONTRO sulla privacy, sul controllo e sulla sicurezza potrebbe portare il caso sul tavolo della Corte Suprema degli Stati Uniti. Apple infatti sarebbe pronta a chiedere la protezione garantita dalla libert? di parola usando il diritto come argomento centrale per difendere la sua decisione di non collaborare con il governo. Cupertino non vuole rispettare la decisione di un giudice che la obbliga a decriptare l'iphone 5 dell'attentatore Syed Rizwan Farook, l'autore della strage del 2 dicembre scorso a San Bernardino, California, in cui sono state uccise 14 persone e ferite 22. Il Dipartimento della giustizia ha, da parte sua, presentato un'istanza nel tentativo di costringere Apple a rispettare il provvedimento.
Il giudice ha chiesto l'aiuto dell'azienda (che nel suo diniego ? appoggiata dai giganti della Silicon Valley) nel decrittare il sistema chiuso iOs dell'iPhone "nella speranza di ottenere prove cruciali". L'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, non avrebbe alcuna intenzione di fare passi indietro, come sostiene il New York Times. Anzi, pare che Apple sia pronta ad aumentare il livello di crittaggio dei suoi smartphone. L'aumento del livello di protezione non ? un'idea nuova. Il gruppo californiano da tempo sta pensando a un programma per codificare tutti i dati contenuti sui suoi device, ma soprattutto sui servizi cloud dove i file sono conservati senza alcuna schermatura. "Se dai un valore alle libert? civili, non fai quello che le forze dell'ordine ti chiedono", ha detto Cook.
L'azienda ha ottenuto comunque pi? tempo per rispondere all'ordine del giudice federale (la risposta di Apple ? slittata al 26 febbraio invece di marted?) che tre giorni fa aveva accolto la richiesta del dipartimento di Giustizia, ordinando a Apple di collaborare con l'Fbi. La societ? aveva a disposizione cinque giorni lavorativi per opporsi alla sua disposizione. Subito dopo la richiesta del Dipartimento di giustizia, Apple aveva annunciato che si sarebbe opposta all'ordine del giudice federale. In un messaggio ai propri clienti, Cook aveva detto che costruire una 'back door' per accedere ai dati criptati dell'iPhone di Syed Farook costituirebbe un precedente "troppo pericoloso".
Al fianco di Tim Cook si sono schierati anche l'ad di Google Sundar Pichai e con lui si ? mosso con un tweet anche il Ceo di WhatsApp, Jan Koum. L'appoggio a Apple ? arrivato anche da Mark Zuckerberg di Facebook, che ha diffuso una dichiarazione: "Continueremo a combattere aggressivamente contro le richieste alle societ? di indebolire la sicurezza dei loro sistemi". E dal ceo di Twitter, Jack Dorsey, l'appoggio a Apple ? giunto proprio tramite il sito di microblogging: Dorsey ha cinguettato "Noi stiamo con @tim_cook e Apple (e grazie a lui per la sua leadership)".
Il Senato degli Stati Uniti, per?, non se ne star? fermo con le mani in mano. Questa volta la politica sembra voler andare fino in fondo a regolamentare un caso che potrebbe ripresentarsi in futuro. La commissione Intelligence del senato sta lavorando infatto a una proposta di legge che render? reato penale la scelta fatta da Cupertino, ovvero non rispettare la decisione di un tribunale che chiede al colosso di collaborare con il governo nel decrittare le informazioni dell'iPhone di un accusato di omicidio. Lo scrive il Wall Street Journal, citando quattro fonti anonime vicine a Richard Burr, repubblicano a capo della commissione. Una mossa che potrebbe inasprire il braccio di ferro tra Washington e la Silicon Valley. Burr non ha ancora terminato la bozza e non c'? alcun accordo tra i politici. Sarebbe comunque difficile un sostegno bipartisan a una legge che potrebbe essere percepita dai cittadini come un nuovo attacco alle loro libert?, dopo lo scandalo del Datagate. Ma soprattutto scende in campo il candidato repubblicano Donald Trump che - durante un comizio in Sourh Carolina - lancia la sfida ad Apple, chiedendo di boicottare la casa di Cupertino finch? non fornir? il software per sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino.
Negli ultimi anni un numero crescente di aziende ha creato sistemi di criptaggio accessibili solo alle due persone che si sono scambiate un messaggio. Una decisione pi? volte attaccata dai politici e dalla polizia che invece vorrebbero avere la possibilit? (con il benestare di un giudice e in casi straordinari) di entrare e decifrare i messaggi. Ma i gruppi hi-tech e diverse associazioni per la difesa della privacy sostengono che sia sbagliato per due motivi: da una parte sarebbe una intromissione nella sfera privata di una persona e creerebbe un precedente per ulteriori incursioni. Dall'altra potenzialmente darebbe le chiavi d'accesso a hacker e a governi stranieri a messaggi che dovrebbero restare segreti.
Burr ha passato mesi a fare pressioni sui gruppi tecnologici, affinch? lavorassero in modo pi? collaborativo con Washington. Soprattutto nei casi in cui queste tecnologie vengono usate da criminali, come di fatto ? successo a San Bernardino. A dicembre insieme alla democratica Dianne Feinstein aveva presentato un documento per chiedere ai social media di avvisare Washington sulle attivit? terroristiche online. Per ora il disegno di legge non ? avanzato, anche se diversi gruppi tech hanno aumentato la loro attenzione per evitare che i messaggi dei terroristi si diffondano sul web attraverso le loro piattaforme.
Negli Usa si preoccupano della privacy, in questo caso di un terrorista, mentre non si preoccupano affatto di intercettare un paese straniero ....
Berlusconi spiato da Nsa, Renzi chiede informazioni. Usa: "Non sorvegliamo senza motivo" - Repubblica.it
Rimaniamo al punto iPhone del terrorista che ha ammazzato 14 persone.
Secondo me la Apple dovrebbe collaborare immediatamente.
Se ha paura che il mercato crolli si sbaglia, da anni sappiamo che intercettano tutto e tutti, e la gente compra cellulari ancora di pi?....
Chi sta con la Apple ?
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