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Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia ?bullismo online?) ? il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico attuato mediante la rete.
Il termine cyberbullying ? stato coniato dall'insegnante canadese Bill Belsey[1]. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne[2]. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo pu? a volte costituire una violazione del Codice civile e del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
Oggi il 34% del bullismo ? online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet ? bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo pu? costituire un danno psicologico. In Inghilterra, pi? di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni ? stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l?Indagine nazionale sulla Condizione dell?Infanzia e dell?Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: ?raramente? (12,9%), ?qualche volta? (5,6%) o ?spesso? (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti ?raramente?, ?qualche volta? o ?spesso? dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.[senza fonte]
Confronto tra cyberbullismo e bullismo[modifica | modifica wikitesto]
Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:
Anonimato del molestatore: in realt?, questo anonimato ? illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per la vittima, per?, ? difficile risalire da sola al proprio molestatore; inoltre, a fronte dell'anonimato del cyberbullo, spiacevoli cose sul conto della vittima (spesse volte descritta in modo manifesto, altre in modo solo apparentemente non riconducibile alla sua identit?) possono essere inoltrate a un ampio numero di persone.
Difficile reperibilit?: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggistica istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, ? pi? difficile reperirlo e rimediarvi.
Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilit? di essere "un'altra persona" online (a guisa di un gioco di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo (WhatsApp, Facebook, Twitter, blogs, etc.)
Come nel bullismo tradizionale, per?, il prevaricatore vuole prendere di mira chi ? ritenuto "diverso", solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, abbigliamento ritenuto non convenzionale e cos? via[3]. Gli esiti di tali molestie sono, com'? possibile immaginarsi a fronte di tale stigma, l'erosione di qualsivoglia volont? di aggregazione ed il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni suicidarie. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ci? possa nuocere all'altrui persona[4].
Tipi di cyberbullismo[modifica | modifica wikitesto]
.categorie di cyberbullismo:[5]
Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.
Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network, etc.
Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.
Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.
Diffusione del fenomeno[modifica | modifica wikitesto]
Statistica a categorie non esclusive inerente a dove avvengono i fenomeni di Cyberbullismo
? bene premettere che i dati statistici, fino ad oggi disponibili, non sono facilmente generalizzabili alla popolazione, per le seguenti ragioni[6]:
Differenze nella definizione stessa di cyberbullismo (in alcuni studi chiaramente definito nelle sue forme, in altri identificato con una generica aggressivit? online);
Differenze nel periodo preso in esame (in alcuni studi si indaga sulle prepotenze online subite nell'ultimo mese, in altri negli ultimi due mesi, in alcuni casi non viene affatto specificato il periodo di riferimento);
Differenze nella natura del campione (alcuni studiosi hanno intervistato solo abituali frequentatori di internet, altri, studenti nelle scuole, a prescindere dall'abitudine all'uso);
Momento storico della rilevazione (vista la rapidit? di cambiamento che caratterizza gli stili di comportamento adolescenziale, le ricerche effettuate possono risentire degli effetti delle mode del momento).
In ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che il cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti un fenomeno che coinvolge sempre pi? preadolescenti e adolescenti.
NCH (Formerly National Children's Home, UK, 2002, 2005) ha svolto due ricerche in Inghilterra. Nella prima, del 2002, i ricercatori hanno rilevato che un quarto degli studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono stati vittime di cyberbullismo, attraverso telefono cellulare o computer, mentre il 16% ha ricevuto messaggi di testo offensivi. In un successivo studio su 4500 studenti di et? compresa tra gli 11 e i 60 anni, il 20% ha affermato di essere stato cyberbullizzato, mentre l'11% ha dichiarato di aver inviato messaggi minacciosi a qualcuno.
Noret e Rivers (UK, 2012), hanno svolto una ricerca su 11.000 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 15 anni, ai quali fu chiesto se avessero mai ricevuto SMS o E-mail offensive o minacciose. Il 80% ha riferito che ? successo almeno una volta. Il dato ? pi? elevato nel campione delle ragazze rispetto a quello dei ragazzi.
Smith et al. (UK, 2006) hanno svolto un dettagliato studio su 129 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 16 anni, provenienti da 14 scuole di Londra. Nello studio il cyberbullismo fu suddiviso in sette differenti categorie: 1) SMS, 2) immagini e video clip (attraverso cellulare), 3) chiamate telefoniche, 4) E-mail, 5) Chat Rooms, 6) Istant messaging (via cellulare), 7) web site. Il 22% degli studenti hanno riferito di essere stati vittime di cyberbullismo almeno una volta, mentre il 7% pi? volte. Le forme pi? comuni di cyberbullismo sono risultate le telefonate (mute o sgradevoli) e le e-mail offensive, mentre il bullismo in Chat Rooms ? risultato il meno frequente.
Olweus (Norvegia, 2005) ha svolto una ricerca su 4000 studenti, rilevando che il 3,6% di studenti e il 2% delle studentesse hanno subito cyberbullismo (due, tre volte o pi? al mese).
Slonje e Smith (Svezia, 2006) hanno svolto un ricerca su 360 adolescenti tra i 12 e i 20 anni. La ricerca ha evidenziato che il 12% ? stato cyberbullizzato una o due volte, mentre il 10% ha dichiarato di aver agito prepotenze online.
Salmivalli (Finlandia, 2007), in una ricerca rivolta a 6500 studenti, di et? compresa tra i 9 e gli 11 anni, ha rilevato che il 2% degli studenti e il 2,4 delle studentesse ? vittima di cyberbullismo (una o due volte al mese).
Vandebosh (Belgio, 2010), ha svolto una ricerca su 2052 studenti, ha rilevato che il 62% ? stato vittima di cyberbullismo.
Van den Eijnden, Vermulst, Rooij e Meerkerk (Paesi Bassi, 2006) hanno svolto una ricerca su 4500 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 72 anni. Il 17% ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo una volta al mese ed il 3% una volta a settimana.
Kapatzia e Syngollitou (Grecia, 2007) hanno svolto una ricerca su 544 studenti, di et? compresa tra i 14 e i 19 anni. Le vittime di cyberbullismo sono risultate il 90% (una o due volte al mese), il 6% (due o tre volte al mese), mentre i cyberbulli il 9% (una o due volte al mese) e il 7% (due o tre volte al mese).
Li (Canada, 2006) ha svolto un'indagine su 264 studenti di et? compresa tra i 12 e i 14 anni. Circa il 25% riferisce di aver subito cyberbullismo, mentre il 17% afferma di aver cyberbullizzato un coetaneo. In un recente studio, Beran e Li (2007) hanno scoperto che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo ? salita al 35%.
Campbell e Gardner (Australia, 2005) ha riscontrato che il 14% di 120 studenti di otto anni ? stato oggetto di cyberbullismo mentre l'11% ha cyberbullizzato un compagno nell'ultimo anno.
Ybarra e Mitchell (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1501 studenti di et? compresa tra i 10 e i 17 anni che usano regolarmente Internet. Il 12% ha riferito di essere diventato aggressivo con qualcuno, on line, mentre il 4% afferma di aver subito aggressioni. Il 3% dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito cyberbullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente on line. Gli autori ipotizzano, allora, che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per attaccare gli altri, e vendicarsi on line delle offese subite nella vita reale.
Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia ?bullismo online?) ? il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico attuato mediante la rete.
Il termine cyberbullying ? stato coniato dall'insegnante canadese Bill Belsey[1]. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne[2]. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo pu? a volte costituire una violazione del Codice civile e del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
Oggi il 34% del bullismo ? online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet ? bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo pu? costituire un danno psicologico. In Inghilterra, pi? di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni ? stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l?Indagine nazionale sulla Condizione dell?Infanzia e dell?Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: ?raramente? (12,9%), ?qualche volta? (5,6%) o ?spesso? (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti ?raramente?, ?qualche volta? o ?spesso? dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.[senza fonte]
Confronto tra cyberbullismo e bullismo[modifica | modifica wikitesto]
Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:
Anonimato del molestatore: in realt?, questo anonimato ? illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per la vittima, per?, ? difficile risalire da sola al proprio molestatore; inoltre, a fronte dell'anonimato del cyberbullo, spiacevoli cose sul conto della vittima (spesse volte descritta in modo manifesto, altre in modo solo apparentemente non riconducibile alla sua identit?) possono essere inoltrate a un ampio numero di persone.
Difficile reperibilit?: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggistica istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, ? pi? difficile reperirlo e rimediarvi.
Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilit? di essere "un'altra persona" online (a guisa di un gioco di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo (WhatsApp, Facebook, Twitter, blogs, etc.)
Come nel bullismo tradizionale, per?, il prevaricatore vuole prendere di mira chi ? ritenuto "diverso", solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, abbigliamento ritenuto non convenzionale e cos? via[3]. Gli esiti di tali molestie sono, com'? possibile immaginarsi a fronte di tale stigma, l'erosione di qualsivoglia volont? di aggregazione ed il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni suicidarie. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ci? possa nuocere all'altrui persona[4].
Tipi di cyberbullismo[modifica | modifica wikitesto]
.categorie di cyberbullismo:[5]
Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.
Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network, etc.
Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.
Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.
Diffusione del fenomeno[modifica | modifica wikitesto]
Statistica a categorie non esclusive inerente a dove avvengono i fenomeni di Cyberbullismo
? bene premettere che i dati statistici, fino ad oggi disponibili, non sono facilmente generalizzabili alla popolazione, per le seguenti ragioni[6]:
Differenze nella definizione stessa di cyberbullismo (in alcuni studi chiaramente definito nelle sue forme, in altri identificato con una generica aggressivit? online);
Differenze nel periodo preso in esame (in alcuni studi si indaga sulle prepotenze online subite nell'ultimo mese, in altri negli ultimi due mesi, in alcuni casi non viene affatto specificato il periodo di riferimento);
Differenze nella natura del campione (alcuni studiosi hanno intervistato solo abituali frequentatori di internet, altri, studenti nelle scuole, a prescindere dall'abitudine all'uso);
Momento storico della rilevazione (vista la rapidit? di cambiamento che caratterizza gli stili di comportamento adolescenziale, le ricerche effettuate possono risentire degli effetti delle mode del momento).
In ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che il cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti un fenomeno che coinvolge sempre pi? preadolescenti e adolescenti.
NCH (Formerly National Children's Home, UK, 2002, 2005) ha svolto due ricerche in Inghilterra. Nella prima, del 2002, i ricercatori hanno rilevato che un quarto degli studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono stati vittime di cyberbullismo, attraverso telefono cellulare o computer, mentre il 16% ha ricevuto messaggi di testo offensivi. In un successivo studio su 4500 studenti di et? compresa tra gli 11 e i 60 anni, il 20% ha affermato di essere stato cyberbullizzato, mentre l'11% ha dichiarato di aver inviato messaggi minacciosi a qualcuno.
Noret e Rivers (UK, 2012), hanno svolto una ricerca su 11.000 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 15 anni, ai quali fu chiesto se avessero mai ricevuto SMS o E-mail offensive o minacciose. Il 80% ha riferito che ? successo almeno una volta. Il dato ? pi? elevato nel campione delle ragazze rispetto a quello dei ragazzi.
Smith et al. (UK, 2006) hanno svolto un dettagliato studio su 129 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 16 anni, provenienti da 14 scuole di Londra. Nello studio il cyberbullismo fu suddiviso in sette differenti categorie: 1) SMS, 2) immagini e video clip (attraverso cellulare), 3) chiamate telefoniche, 4) E-mail, 5) Chat Rooms, 6) Istant messaging (via cellulare), 7) web site. Il 22% degli studenti hanno riferito di essere stati vittime di cyberbullismo almeno una volta, mentre il 7% pi? volte. Le forme pi? comuni di cyberbullismo sono risultate le telefonate (mute o sgradevoli) e le e-mail offensive, mentre il bullismo in Chat Rooms ? risultato il meno frequente.
Olweus (Norvegia, 2005) ha svolto una ricerca su 4000 studenti, rilevando che il 3,6% di studenti e il 2% delle studentesse hanno subito cyberbullismo (due, tre volte o pi? al mese).
Slonje e Smith (Svezia, 2006) hanno svolto un ricerca su 360 adolescenti tra i 12 e i 20 anni. La ricerca ha evidenziato che il 12% ? stato cyberbullizzato una o due volte, mentre il 10% ha dichiarato di aver agito prepotenze online.
Salmivalli (Finlandia, 2007), in una ricerca rivolta a 6500 studenti, di et? compresa tra i 9 e gli 11 anni, ha rilevato che il 2% degli studenti e il 2,4 delle studentesse ? vittima di cyberbullismo (una o due volte al mese).
Vandebosh (Belgio, 2010), ha svolto una ricerca su 2052 studenti, ha rilevato che il 62% ? stato vittima di cyberbullismo.
Van den Eijnden, Vermulst, Rooij e Meerkerk (Paesi Bassi, 2006) hanno svolto una ricerca su 4500 studenti, di et? compresa tra gli 11 e i 72 anni. Il 17% ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo una volta al mese ed il 3% una volta a settimana.
Kapatzia e Syngollitou (Grecia, 2007) hanno svolto una ricerca su 544 studenti, di et? compresa tra i 14 e i 19 anni. Le vittime di cyberbullismo sono risultate il 90% (una o due volte al mese), il 6% (due o tre volte al mese), mentre i cyberbulli il 9% (una o due volte al mese) e il 7% (due o tre volte al mese).
Li (Canada, 2006) ha svolto un'indagine su 264 studenti di et? compresa tra i 12 e i 14 anni. Circa il 25% riferisce di aver subito cyberbullismo, mentre il 17% afferma di aver cyberbullizzato un coetaneo. In un recente studio, Beran e Li (2007) hanno scoperto che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo ? salita al 35%.
Campbell e Gardner (Australia, 2005) ha riscontrato che il 14% di 120 studenti di otto anni ? stato oggetto di cyberbullismo mentre l'11% ha cyberbullizzato un compagno nell'ultimo anno.
Ybarra e Mitchell (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1501 studenti di et? compresa tra i 10 e i 17 anni che usano regolarmente Internet. Il 12% ha riferito di essere diventato aggressivo con qualcuno, on line, mentre il 4% afferma di aver subito aggressioni. Il 3% dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito cyberbullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente on line. Gli autori ipotizzano, allora, che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per attaccare gli altri, e vendicarsi on line delle offese subite nella vita reale.
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