L'altra sera eravamo a cena di amici.
La comitiva era composta da persone del sud che sono venute a Milano per motivi di studio e/o lavoro e che poi qui sono rimaste avendo iniziato un'attivit? lavorativa.
Parlando ? emerso che un flusso da sud a nord c'? sempre stato ma che dal 2000 in poi c'? stato un vero boom, tanto che nel nostro gruppo (Azione Cattolica - Milano Centro) il 70/80 % sono ragazzi che sono qui, ma che hanno tutta la famiglia gi?.
I racconti sono stati tanti, tipo una ragazza che 4/6 mesi prima prenotava i per fare avanti indietro da casa il pi? possibile (a volte anche tutte le settimane). " Vivevo sempre col trolley in mano, il venerd? mattina arrivavo a lavoro con la valigia e la domenica notte o il luned? mattina tornavo con lo stesso trolley. Poi dal marted? al gioved? lavoravo tutto il giorno andavo in palestra un paio d'ore e poi a casa a dormire.. aspettando il venerd? pomeriggio per partire". Ero a Milano per lavorare ma la mia vita era 900km.
E' stato solo quando mi sono trovata a dover stare 2 we di fila a Milano che ho cominciato a guardarla con occhi diversi... ed ho iniziato a diradare i viaggi aerei. Anche se tutte le vacanze di Natale ed Estive sono gi? a casa mia."
Oppure il racconto di Teresa (la mia compagna), che quando studiava non potendo permettersi il volo a/r Milano/Lamezia lo faceva in treno. 16/17 ore di Treno.
Quando fece il concorso per l'azienda ospedaliera dove lavora ora, era il 22 dicembre ed era arrivata per le vacanze di Natale a Casa, l'amica con cui aveva preparato il concorso l'ha avvista che il giorno dopo ci sarebbe stato l'esame. E stata a casa 8 ore e poi si ? rifatta le 17 ore di treno. Ha fatto il concorso ed il 24 dicembre ? tornata indietro.
Insomma in 4 giorni ha passato 50 ore in treno!!
Oppure il racconto di Alfredo (nome di fantasia) che ha perso la mamma quando era al liceo e dopo la laurea in Ingegneria ? venuto a lavorare a Milano. Dopo qualche anno (2 anni fa) ? morto alnche il pap? e lui era qui a Milano. L'hanno avvisato i fratelli ed ? corso gi? per la veglia.
Quando ero adolescente non c'era questa forte immigrazione, i racconti erano quelli dei genitori o dei nonni, e al sud si andava al mare d'estate, si tornava al paese. Si mangiavano i cibi buoni e non quelli del supermercato.
Si sentiva che al Sud finalmente si stava provando ad investire ne territorio che c'erano persone che tornavano per lavorare e quindi la fiumara con la valigia in cartone non ci sarebbe pi? stata.
Invece gli amici che incontro mi raccontano una cosa diversa. "noi sapevamo che dopo il liceo, massimo l'universit? ce ne saremmo dovuti andare o stare gi? a vivacchiare"
Io ho sempre pensato e un po' lo desidero ancora che mi piacerebbe vivere gi?, la vita mi sembra pi? semplice ed anche i rapporti sono meno formali.
Poi c'? l'incognita del lavoro. Del rischio di rimanere a vivacchiare pure io, come mi raccontano i parenti che dicono "qui non c'? lavoro ed uno deve arrangiarsi a fare quello che capitata giorno per giorno in nero... se ? fortunato, altrimenti nemmeno quello." "Ci salviamo con il po' di orto che facciamo che almeno la verdura non manca, la frutta se di stagione chi ne ha un po' te ne regala e su queste cose si risparmia".
Salto a pi? pari la sfilza di affermazioni del tipo. "gi? funziona cos?" (con aria sconsolata), come a dire che non c'? speranza.
Io quello che vedo da oltre 30 anni in Puglia e quest'anno in Calabria ? stato apoteotico sono due cose: l'essere approssimativi e l'incopiutezza.
Ma una persona che vive dove la normalit? ? che tutto ? arrangiato, dove vengono appaiate scarpe e ciabatte dove il bello ? deturpato dall'indecenzae dove "funziona cos?" ? "quasi costretto" ad adagiarsi, non funzionando le altre strategie.
Molte persone mi hanno detto di vedere loro stesse (non i polentoni) il Sud come un carozzone che viene sbattacchiato qua e l? e di soffrirne, ma di sapere che.. "ora che le cose cambiano gi?... non cambieranno mai". E che l'unica soluzione ? saltare dal carrozzone ad altra vettura.
Che fareste voi per il Sud?
La comitiva era composta da persone del sud che sono venute a Milano per motivi di studio e/o lavoro e che poi qui sono rimaste avendo iniziato un'attivit? lavorativa.
Parlando ? emerso che un flusso da sud a nord c'? sempre stato ma che dal 2000 in poi c'? stato un vero boom, tanto che nel nostro gruppo (Azione Cattolica - Milano Centro) il 70/80 % sono ragazzi che sono qui, ma che hanno tutta la famiglia gi?.
I racconti sono stati tanti, tipo una ragazza che 4/6 mesi prima prenotava i per fare avanti indietro da casa il pi? possibile (a volte anche tutte le settimane). " Vivevo sempre col trolley in mano, il venerd? mattina arrivavo a lavoro con la valigia e la domenica notte o il luned? mattina tornavo con lo stesso trolley. Poi dal marted? al gioved? lavoravo tutto il giorno andavo in palestra un paio d'ore e poi a casa a dormire.. aspettando il venerd? pomeriggio per partire". Ero a Milano per lavorare ma la mia vita era 900km.
E' stato solo quando mi sono trovata a dover stare 2 we di fila a Milano che ho cominciato a guardarla con occhi diversi... ed ho iniziato a diradare i viaggi aerei. Anche se tutte le vacanze di Natale ed Estive sono gi? a casa mia."
Oppure il racconto di Teresa (la mia compagna), che quando studiava non potendo permettersi il volo a/r Milano/Lamezia lo faceva in treno. 16/17 ore di Treno.
Quando fece il concorso per l'azienda ospedaliera dove lavora ora, era il 22 dicembre ed era arrivata per le vacanze di Natale a Casa, l'amica con cui aveva preparato il concorso l'ha avvista che il giorno dopo ci sarebbe stato l'esame. E stata a casa 8 ore e poi si ? rifatta le 17 ore di treno. Ha fatto il concorso ed il 24 dicembre ? tornata indietro.
Insomma in 4 giorni ha passato 50 ore in treno!!
Oppure il racconto di Alfredo (nome di fantasia) che ha perso la mamma quando era al liceo e dopo la laurea in Ingegneria ? venuto a lavorare a Milano. Dopo qualche anno (2 anni fa) ? morto alnche il pap? e lui era qui a Milano. L'hanno avvisato i fratelli ed ? corso gi? per la veglia.
Quando ero adolescente non c'era questa forte immigrazione, i racconti erano quelli dei genitori o dei nonni, e al sud si andava al mare d'estate, si tornava al paese. Si mangiavano i cibi buoni e non quelli del supermercato.
Si sentiva che al Sud finalmente si stava provando ad investire ne territorio che c'erano persone che tornavano per lavorare e quindi la fiumara con la valigia in cartone non ci sarebbe pi? stata.
Invece gli amici che incontro mi raccontano una cosa diversa. "noi sapevamo che dopo il liceo, massimo l'universit? ce ne saremmo dovuti andare o stare gi? a vivacchiare"
Io ho sempre pensato e un po' lo desidero ancora che mi piacerebbe vivere gi?, la vita mi sembra pi? semplice ed anche i rapporti sono meno formali.
Poi c'? l'incognita del lavoro. Del rischio di rimanere a vivacchiare pure io, come mi raccontano i parenti che dicono "qui non c'? lavoro ed uno deve arrangiarsi a fare quello che capitata giorno per giorno in nero... se ? fortunato, altrimenti nemmeno quello." "Ci salviamo con il po' di orto che facciamo che almeno la verdura non manca, la frutta se di stagione chi ne ha un po' te ne regala e su queste cose si risparmia".
Salto a pi? pari la sfilza di affermazioni del tipo. "gi? funziona cos?" (con aria sconsolata), come a dire che non c'? speranza.
Io quello che vedo da oltre 30 anni in Puglia e quest'anno in Calabria ? stato apoteotico sono due cose: l'essere approssimativi e l'incopiutezza.
Ma una persona che vive dove la normalit? ? che tutto ? arrangiato, dove vengono appaiate scarpe e ciabatte dove il bello ? deturpato dall'indecenzae dove "funziona cos?" ? "quasi costretto" ad adagiarsi, non funzionando le altre strategie.
Molte persone mi hanno detto di vedere loro stesse (non i polentoni) il Sud come un carozzone che viene sbattacchiato qua e l? e di soffrirne, ma di sapere che.. "ora che le cose cambiano gi?... non cambieranno mai". E che l'unica soluzione ? saltare dal carrozzone ad altra vettura.
Che fareste voi per il Sud?
Comment