"I miei figli, loro s? che son bravi ragazzi, li ho educati bene, io. Son mica di quelli che vanno in discoteca e si drogano". Quanta arroganza e quanta presunzione c'? dietro alle parole di tanti genitori che commentano cos? la morte di due ragazzini che potrebbero benissimo essere i loro figli.
Quanta illusione di controllo c'? nelle convinzione granitica di avere messo al mondo dei figlioli ubbidienti, accorti e affatto curiosi. E quanta delusione salter? fuori il giorno in cui "all'apparir del vero" miseramente mamme tronfie e pap? orgogliosi scopriranno che anche i loro giovani virgulti s'attaccano alla bottiglia di vodka e a malapena si ricordano di allungarla con la lemon, o si troncano di canne o si sfondano il cervello di MDMA.
Quello che mi congela il cuore in questi giorni tristi in cui ci si dovrebbe limitare a piangere due vite finite troppo in fretta, ? la velocit? con la quale tanti adulti, madri e padri, sono pronti a lapidare altri genitori, imputando loro la morte dei loro figli. Come se non bastassero due bare e due fosse al cimitero. No, ci vuole il carico da 11, preso su con un facile due di briscola: i figli sono il risultato dell'educazione di mamma e pap?. E chi se ne frega se mamma e pap? di quei due figli morti hanno speso fiato e prole in raccomandazioni, se si sono preoccupati di spiegare cosa ? giusto e cosa no: se i loro ragazzi hanno chiuso la loro vita in una discoteca ? un po' come se ad ammazzarli fossero stati loro, quelli che li hanno messi al mondo.
C'? cos? tanta superficialit? e cos? tanto egoismo nella presunzione di controllo di questi 'bravi genitori' che io mi domando se ci sia spazio per quel minimo di consapevolezza indispensabile a essere genitori, non dico bravi, ma almeno decenti. Perch? i figli non sono appendici, non sono replicanti, non sono cagnolini che si possono legare a un guinzaglio che si pu? allungare o accorciare a seconda della paura che possano finire nei guai. I figli sono esseri umani, autonomi, indipendenti e spesso diversi da coloro che li hanno messi al mondo. Lo diventano la prima volta che rispondono con un "no" farfugliato con la bocca piena di pastina quando gli si propone l'omogeneizzato. Sarebbe saggio comprenderlo e levarsi di dosso l'illusione di avere sfornato dei bambolotti accondiscendenti. Sarebbe saggio ed eviterebbe tanti tonfi gi? dal ramo pi? alto del pero della presunzione: un ramo che ultimamente ? molto affollato di 'bravi genitori' e 'bravissimi figlioli'.
Mia madre ? astemia, non pu? neanche sentire l'odore del vino che si ubriaca, mio padre beve aranciata o, quando ? proprio carico, si fa una birretta piccola con la pizza. Io da ragazzina, assieme alle mie amiche, ho preso delle sbornie colossali: roba da riuscire a stento a trovare il mio letto e metterci sotto una bacinella. La mattina del giorno dopo, puntuali come la morte, incrociavo le facce divertite di entrambi che, lungi dall'allungarmi un paio di aspirine, sentenziavano lapidari: "Era buona la vodka? A guardarti non si direbbe. E comunque se vuoi fare la 'grande', comportati da 'grande' e impara che ogni azione ha delle conseguenze: quelle della sbornia sono queste". Fatta una mano di conti ho imparato che c'era un limite oltre il quale era stupido che mi spingessi.
L'ho imparato sulla mia pelle. Ma io sono stata fortunata, e non solo perch? ho avuto genitori saggi: ma perch? bastava davvero poco perch? io non vedessi l'alba del giorno dopo. Ho perso tanti amici impastati contro un albero, cotti di alcol e qualcuno anche di droga. Potevo essere in macchina con loro. Non c'ero e oggi sono qui a scrivere nel tentativo di risvegliare la memoria addormentata di questi 'bravi genitori'. Perch? anche loro volevano andare a ballare a 16 come a 18 anni. Anche loro scalpitavano per essere indipendenti dal controllo di mamma e pap?. Anche loro hanno fatto le loro idiozie. Esattamente come le fanno i loro figli. Che non sono ragazzi migliori di Lamberto o di Lorenzo, sono solo pi? fortunati. Perch? se muori che non hai ancora 20 anni, se muori in una serata che dovrebbe essere una di quelle da ricordare con un sorriso di nostalgia quando, come me, hai 41 anni e alle 11 di sera crolli dal sonno mentre stiri una camicia, sei stato sfigato. E non ? colpa di tuo padre e di tua madre, ? colpa della sfortuna.
Non venitemi a dire che uno se la cerca, perch? nessuno si cerca la morte a 16 anni sciogliendosi un cristallo di MDMA in una bottiglietta d'acqua. Cerca qualcosa di nuovo, cerca un divertimento che forse noi non possiamo capire, un divertimento malato e pericoloso, un divertimento oltre il limite, ma ? questo che cerca. E i giudizi da benpensanti medioborghesi, fatemi il piacere, risparmiateli ai genitori di questi due bambini che non hanno fatto in tempo a diventare grandi. Perch? la verit? ? che ad aprire la porta a due sbirri in divisa alle 5 del mattino, la prossima volta, potreste essere proprio voi.
Che riposino in pace Lamberto e Lorenzo. Che trovino pace, un giorno, i loro genitori.
Fonte huffingtonpost.it
Quanta illusione di controllo c'? nelle convinzione granitica di avere messo al mondo dei figlioli ubbidienti, accorti e affatto curiosi. E quanta delusione salter? fuori il giorno in cui "all'apparir del vero" miseramente mamme tronfie e pap? orgogliosi scopriranno che anche i loro giovani virgulti s'attaccano alla bottiglia di vodka e a malapena si ricordano di allungarla con la lemon, o si troncano di canne o si sfondano il cervello di MDMA.
Quello che mi congela il cuore in questi giorni tristi in cui ci si dovrebbe limitare a piangere due vite finite troppo in fretta, ? la velocit? con la quale tanti adulti, madri e padri, sono pronti a lapidare altri genitori, imputando loro la morte dei loro figli. Come se non bastassero due bare e due fosse al cimitero. No, ci vuole il carico da 11, preso su con un facile due di briscola: i figli sono il risultato dell'educazione di mamma e pap?. E chi se ne frega se mamma e pap? di quei due figli morti hanno speso fiato e prole in raccomandazioni, se si sono preoccupati di spiegare cosa ? giusto e cosa no: se i loro ragazzi hanno chiuso la loro vita in una discoteca ? un po' come se ad ammazzarli fossero stati loro, quelli che li hanno messi al mondo.
C'? cos? tanta superficialit? e cos? tanto egoismo nella presunzione di controllo di questi 'bravi genitori' che io mi domando se ci sia spazio per quel minimo di consapevolezza indispensabile a essere genitori, non dico bravi, ma almeno decenti. Perch? i figli non sono appendici, non sono replicanti, non sono cagnolini che si possono legare a un guinzaglio che si pu? allungare o accorciare a seconda della paura che possano finire nei guai. I figli sono esseri umani, autonomi, indipendenti e spesso diversi da coloro che li hanno messi al mondo. Lo diventano la prima volta che rispondono con un "no" farfugliato con la bocca piena di pastina quando gli si propone l'omogeneizzato. Sarebbe saggio comprenderlo e levarsi di dosso l'illusione di avere sfornato dei bambolotti accondiscendenti. Sarebbe saggio ed eviterebbe tanti tonfi gi? dal ramo pi? alto del pero della presunzione: un ramo che ultimamente ? molto affollato di 'bravi genitori' e 'bravissimi figlioli'.
Mia madre ? astemia, non pu? neanche sentire l'odore del vino che si ubriaca, mio padre beve aranciata o, quando ? proprio carico, si fa una birretta piccola con la pizza. Io da ragazzina, assieme alle mie amiche, ho preso delle sbornie colossali: roba da riuscire a stento a trovare il mio letto e metterci sotto una bacinella. La mattina del giorno dopo, puntuali come la morte, incrociavo le facce divertite di entrambi che, lungi dall'allungarmi un paio di aspirine, sentenziavano lapidari: "Era buona la vodka? A guardarti non si direbbe. E comunque se vuoi fare la 'grande', comportati da 'grande' e impara che ogni azione ha delle conseguenze: quelle della sbornia sono queste". Fatta una mano di conti ho imparato che c'era un limite oltre il quale era stupido che mi spingessi.
L'ho imparato sulla mia pelle. Ma io sono stata fortunata, e non solo perch? ho avuto genitori saggi: ma perch? bastava davvero poco perch? io non vedessi l'alba del giorno dopo. Ho perso tanti amici impastati contro un albero, cotti di alcol e qualcuno anche di droga. Potevo essere in macchina con loro. Non c'ero e oggi sono qui a scrivere nel tentativo di risvegliare la memoria addormentata di questi 'bravi genitori'. Perch? anche loro volevano andare a ballare a 16 come a 18 anni. Anche loro scalpitavano per essere indipendenti dal controllo di mamma e pap?. Anche loro hanno fatto le loro idiozie. Esattamente come le fanno i loro figli. Che non sono ragazzi migliori di Lamberto o di Lorenzo, sono solo pi? fortunati. Perch? se muori che non hai ancora 20 anni, se muori in una serata che dovrebbe essere una di quelle da ricordare con un sorriso di nostalgia quando, come me, hai 41 anni e alle 11 di sera crolli dal sonno mentre stiri una camicia, sei stato sfigato. E non ? colpa di tuo padre e di tua madre, ? colpa della sfortuna.
Non venitemi a dire che uno se la cerca, perch? nessuno si cerca la morte a 16 anni sciogliendosi un cristallo di MDMA in una bottiglietta d'acqua. Cerca qualcosa di nuovo, cerca un divertimento che forse noi non possiamo capire, un divertimento malato e pericoloso, un divertimento oltre il limite, ma ? questo che cerca. E i giudizi da benpensanti medioborghesi, fatemi il piacere, risparmiateli ai genitori di questi due bambini che non hanno fatto in tempo a diventare grandi. Perch? la verit? ? che ad aprire la porta a due sbirri in divisa alle 5 del mattino, la prossima volta, potreste essere proprio voi.
Che riposino in pace Lamberto e Lorenzo. Che trovino pace, un giorno, i loro genitori.
Fonte huffingtonpost.it
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