Le stime di due ricercatori dell?universit? di Messina: ?Non solo gettito fiscale,
ma risparmi superiori ai 574 milioni nella repressione della criminalit??
Legalizzare la cannabis potrebbe rivelarsi un affare, e non solo per i fan dello spinello libero. La proposta di legge presentata recentemente anche in Senato con la firma di oltre 290 parlamentari potrebbe diventare un toccasana per i conti dello Stato. Secondo uno studio in uscita per la rivista online laVoce.info, i benefici fiscali della commercializzazione legale della marijuana vanno da 5,9 a 8,5 miliardi di euro. ?Abbiamo applicato la stessa aliquota al 75% usata per il tabacco e prevista dalla proposta di legge - spiegano i due autori dello studio, Ferdinando Ofria e Piero David, dell?universit? di Messina - considerando anche il risparmio di circa 574,7 milioni stanziati per la repressione del fenomeno, una cifra sottostimata considerando l?impegno profuso dalle istituzioni nel contrasto di traffico e spaccio di droghe leggere?.
La ricerca
David e Ofria sono allievi di Mario Centorrino, economista messinese scomparso nell?agosto dello scorso anno. Sempre per laVoce.info, nel febbraio 2014 insieme hanno pubblicato uno studio che riguardava proprio l?effetto della cannabis sui conti pubblici. La nuova ricerca ? adesso uno sviluppo di quel primo saggio. ?Questa volta siamo andati pi? a fondo nella stima dei benefici economici - aggiunge David - calcolando gli introiti fiscali sulla base di un imponibile ottenuto moltiplicando il consumo medio degli stupefacenti per il costo di mercato?. Partendo dallo studio Aqua Drugs, progetto del dipartimento Politiche Antidroga che misura l?uso degli stupefacenti attraverso l?analisi delle acque reflue, i due ricercatori presumono un consumo giornaliero di 36,62 dosi ogni mille abitanti. Moltiplicando per un prezzo che varia tra gli 8 e i 12 euro a dose, si ottiene una spesa annua che oscilla tra i 106.930 e i 160.395 euro. Che per il totale della popolazione nazionale (pi? una variabile del 10% che sfugge alle stime di Aqua Drug) compone una base imponibile tra i 7 e i 10,6 miliardi di euro.
La proposta di legge
La proposta di legge presentata dal sottosegretario Benedetto Della Vedova e sottoscritta da esponenti di Pd, Forza Italia, Sel, Gal e M5S, punta ad ottenere anche benefici non strettamente fiscali. ?La legalizzazione - continua Ofria - non solo incrementa le entrate per lo Stato, ma libera anche risorse attualmente impiegate nella repressione del crimine?. Lo studio de laVoce.info cita esplicitamente l?ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia, che ormai sposa la politica della depenalizzazione: ?Se si vuole reprimere pi? efficacemente il traffico di droghe pesanti e ridurre contemporaneamente la liquidit? delle organizzazioni criminali va ipotizzata una regolamentazione legale delle droghe leggere?. I detenuti per reati di droga costano allo Stato poco pi? di un miliardo (dati Dap del 2011, gli ultimi disponibili). Sui 37,13 miliardi spesi per le Forze dell?Ordine, Ofria e David calcolano che solo 457,4 milioni sono stati utilizzati per reprimere traffico e spaccio di droghe. ?Un risparmio probabilmente sottostimato - aggiunge David - perch? basato sulla percentuale di appena l?1,23% di denunciati per traffico o possesso sul totale?. La spesa pubblica per sostenere il proibizionismo della droga si aggirerebbe quindi attorno al miliardo e mezzo. Prendendo in considerazione solo le droghe leggere, ? invece di 574 milioni.
I pro e i contro
Facendo un calcolo tra i costi (in termini di impatto sulla salute pubblica) e benefici (intesi come vantaggi fiscali ed economici nel bilancio dello Stato), non si pu? prescindere dalla diffusione ormai capillare delle cosiddette droghe leggere. Le esperienze di Uruguay e di alcuni stati Usa, Colorado in testa, hanno dimostrato che legalizzando la cannabis la criminalit? regredisce. Nel Colorado, ad esempio, lo spaccio illegale si ? ridotto di due terzi, mentre rapine e furti sono diminuiti del 3 e del 10 %. Ma, secondo gli studiosi messinesi, c?? di pi?: ?Non dobbiamo dimenticare - conclude David - che solo attraverso la legalizzazione ? possibile controllare certe sostanze. La cannabis messa in commercio dalla mafia ? mescolata con sostanze pericolosissime, oppiacei e anfetamine, ad esempio. Un prodotto confezionato dal Monopolio di Stato sarebbe da questo punto di vista certamente pi? sicuro?. Tagliando in modo spregiudicato l?hashish, oppure sottoponendo la marijuana a bagni chimici altamente tossici, le organizzazioni criminali amplificano gli effetti psicotropi, e al contempo aprono praterie al passaggio da una droga all?altra, da stupefacenti ?leggeri? alle pi? distruttive eroina, cocaina, droghe sintetiche. ?Spacciando su vasta scala - concludono gli autori dello studio - le mafie si assicurano fasce di consenso. Da un lato garantiscono lo sballo, dall?altro offrono lavoro a chi non riesce a trovare spazio nel mercato legale?.
Fonte corriere.it
ma risparmi superiori ai 574 milioni nella repressione della criminalit??
Legalizzare la cannabis potrebbe rivelarsi un affare, e non solo per i fan dello spinello libero. La proposta di legge presentata recentemente anche in Senato con la firma di oltre 290 parlamentari potrebbe diventare un toccasana per i conti dello Stato. Secondo uno studio in uscita per la rivista online laVoce.info, i benefici fiscali della commercializzazione legale della marijuana vanno da 5,9 a 8,5 miliardi di euro. ?Abbiamo applicato la stessa aliquota al 75% usata per il tabacco e prevista dalla proposta di legge - spiegano i due autori dello studio, Ferdinando Ofria e Piero David, dell?universit? di Messina - considerando anche il risparmio di circa 574,7 milioni stanziati per la repressione del fenomeno, una cifra sottostimata considerando l?impegno profuso dalle istituzioni nel contrasto di traffico e spaccio di droghe leggere?.
La ricerca
David e Ofria sono allievi di Mario Centorrino, economista messinese scomparso nell?agosto dello scorso anno. Sempre per laVoce.info, nel febbraio 2014 insieme hanno pubblicato uno studio che riguardava proprio l?effetto della cannabis sui conti pubblici. La nuova ricerca ? adesso uno sviluppo di quel primo saggio. ?Questa volta siamo andati pi? a fondo nella stima dei benefici economici - aggiunge David - calcolando gli introiti fiscali sulla base di un imponibile ottenuto moltiplicando il consumo medio degli stupefacenti per il costo di mercato?. Partendo dallo studio Aqua Drugs, progetto del dipartimento Politiche Antidroga che misura l?uso degli stupefacenti attraverso l?analisi delle acque reflue, i due ricercatori presumono un consumo giornaliero di 36,62 dosi ogni mille abitanti. Moltiplicando per un prezzo che varia tra gli 8 e i 12 euro a dose, si ottiene una spesa annua che oscilla tra i 106.930 e i 160.395 euro. Che per il totale della popolazione nazionale (pi? una variabile del 10% che sfugge alle stime di Aqua Drug) compone una base imponibile tra i 7 e i 10,6 miliardi di euro.
La proposta di legge
La proposta di legge presentata dal sottosegretario Benedetto Della Vedova e sottoscritta da esponenti di Pd, Forza Italia, Sel, Gal e M5S, punta ad ottenere anche benefici non strettamente fiscali. ?La legalizzazione - continua Ofria - non solo incrementa le entrate per lo Stato, ma libera anche risorse attualmente impiegate nella repressione del crimine?. Lo studio de laVoce.info cita esplicitamente l?ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia, che ormai sposa la politica della depenalizzazione: ?Se si vuole reprimere pi? efficacemente il traffico di droghe pesanti e ridurre contemporaneamente la liquidit? delle organizzazioni criminali va ipotizzata una regolamentazione legale delle droghe leggere?. I detenuti per reati di droga costano allo Stato poco pi? di un miliardo (dati Dap del 2011, gli ultimi disponibili). Sui 37,13 miliardi spesi per le Forze dell?Ordine, Ofria e David calcolano che solo 457,4 milioni sono stati utilizzati per reprimere traffico e spaccio di droghe. ?Un risparmio probabilmente sottostimato - aggiunge David - perch? basato sulla percentuale di appena l?1,23% di denunciati per traffico o possesso sul totale?. La spesa pubblica per sostenere il proibizionismo della droga si aggirerebbe quindi attorno al miliardo e mezzo. Prendendo in considerazione solo le droghe leggere, ? invece di 574 milioni.
I pro e i contro
Facendo un calcolo tra i costi (in termini di impatto sulla salute pubblica) e benefici (intesi come vantaggi fiscali ed economici nel bilancio dello Stato), non si pu? prescindere dalla diffusione ormai capillare delle cosiddette droghe leggere. Le esperienze di Uruguay e di alcuni stati Usa, Colorado in testa, hanno dimostrato che legalizzando la cannabis la criminalit? regredisce. Nel Colorado, ad esempio, lo spaccio illegale si ? ridotto di due terzi, mentre rapine e furti sono diminuiti del 3 e del 10 %. Ma, secondo gli studiosi messinesi, c?? di pi?: ?Non dobbiamo dimenticare - conclude David - che solo attraverso la legalizzazione ? possibile controllare certe sostanze. La cannabis messa in commercio dalla mafia ? mescolata con sostanze pericolosissime, oppiacei e anfetamine, ad esempio. Un prodotto confezionato dal Monopolio di Stato sarebbe da questo punto di vista certamente pi? sicuro?. Tagliando in modo spregiudicato l?hashish, oppure sottoponendo la marijuana a bagni chimici altamente tossici, le organizzazioni criminali amplificano gli effetti psicotropi, e al contempo aprono praterie al passaggio da una droga all?altra, da stupefacenti ?leggeri? alle pi? distruttive eroina, cocaina, droghe sintetiche. ?Spacciando su vasta scala - concludono gli autori dello studio - le mafie si assicurano fasce di consenso. Da un lato garantiscono lo sballo, dall?altro offrono lavoro a chi non riesce a trovare spazio nel mercato legale?.
Fonte corriere.it
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