solo il 10% coperte dai contributi
ROMA
Conti in rosso per il
fondo Inps dei commercianti e
non andr? meglio nei prossimi
anni. Dal 2010 la gestione
riporta risultati economici
negativi superiori al miliardo
di euro e c?? poco ricambio
generazionale: il rapporto
iscritti/pensionati, che ? gia
molto basso, 1,58 nel 2015, ??
destinato a peggiorare
significativamente a medio-
lungo termine?. ? lo stesso
istituto a comunicarlo, nella
sua operazione ?Inps a porte
aperte?, la cui ultima puntata ?
dedicata appunto alla
?Gestione commercianti?.
La voragine ? presto spiegata.
Aliquote al 22,74% per titolari e
aiutanti, ?molto inferiori?
rispetto a quelle versate dai
lavoratori dipendenti (32,7%),
e redditi bassi (gli Studi di
settore, indicano per il 2013, in
media 17.500,00 euro annui):
in sostanza vuol dire non
coprire con i contributi versati
nemmeno le pensioni
minime.
Un sistema instabile e con forti
squilibri sociali: in base alle
regole attualmente in vigore,
infatti, anche chi ha un reddito
sotto la soglia minima, che ?
fissata in 15.548 euro, paga i
contributi per quell?importo, a
vantaggio di chi ha, invece, un
reddito molto pi? alto.
L?aliquota aumenta di un
punto oltre i 46mila euro e
fino a un massimo di 76mila
(o 100mila a seconda della
anzianit?). L?Istituto
presieduto da Tito Boeri, ha
provato a ricalcolare tutte le
pensioni gi? erogate con il solo
metodo contributivo (in
relazione cio? a quanto si ?
versato) e il 91% subirebbe una
riduzione, un terzo di queste
sarebbe pi? che dimezzata. Ad
esempio, un commerciante
andato in pensione di
anzianit? a 58 anni con un
assegno di 3.450 euro ne
perderebbe 1.250. Con la
pensione di vecchiaia (a 66
anni e 3 mesi) da 2.220 euro
passerebbe a 1.430.
Fonte:Corriere della sera
ROMA
Conti in rosso per il
fondo Inps dei commercianti e
non andr? meglio nei prossimi
anni. Dal 2010 la gestione
riporta risultati economici
negativi superiori al miliardo
di euro e c?? poco ricambio
generazionale: il rapporto
iscritti/pensionati, che ? gia
molto basso, 1,58 nel 2015, ??
destinato a peggiorare
significativamente a medio-
lungo termine?. ? lo stesso
istituto a comunicarlo, nella
sua operazione ?Inps a porte
aperte?, la cui ultima puntata ?
dedicata appunto alla
?Gestione commercianti?.
La voragine ? presto spiegata.
Aliquote al 22,74% per titolari e
aiutanti, ?molto inferiori?
rispetto a quelle versate dai
lavoratori dipendenti (32,7%),
e redditi bassi (gli Studi di
settore, indicano per il 2013, in
media 17.500,00 euro annui):
in sostanza vuol dire non
coprire con i contributi versati
nemmeno le pensioni
minime.
Un sistema instabile e con forti
squilibri sociali: in base alle
regole attualmente in vigore,
infatti, anche chi ha un reddito
sotto la soglia minima, che ?
fissata in 15.548 euro, paga i
contributi per quell?importo, a
vantaggio di chi ha, invece, un
reddito molto pi? alto.
L?aliquota aumenta di un
punto oltre i 46mila euro e
fino a un massimo di 76mila
(o 100mila a seconda della
anzianit?). L?Istituto
presieduto da Tito Boeri, ha
provato a ricalcolare tutte le
pensioni gi? erogate con il solo
metodo contributivo (in
relazione cio? a quanto si ?
versato) e il 91% subirebbe una
riduzione, un terzo di queste
sarebbe pi? che dimezzata. Ad
esempio, un commerciante
andato in pensione di
anzianit? a 58 anni con un
assegno di 3.450 euro ne
perderebbe 1.250. Con la
pensione di vecchiaia (a 66
anni e 3 mesi) da 2.220 euro
passerebbe a 1.430.
Fonte:Corriere della sera
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