Dopo i vostri numerosi insulti, vi potrebbe fare piacere sapere che probabilmente la ragazzina e la madre si sono inventate tutto...
Terni, lite a scuola per crocifisso. Il padre: "Ma se gioca tutti i giorni in parrocchia" - Il Fatto Quotidiano
"Pare che quella stessa mattina il dodicenne fosse stato picchiato dai coetanei, compresa la bambina poi oggetto dell’aggressione."
"<<Questo ragazzino>> – afferma la vicepreside – <<? arrivato in questa scuola il 27 aprile ed era in Italia da poco. Non parla una parola di italiano, dice al massimo ‘ciao’. Come avrebbe fatto a pronunciare quelle parole? [sul crocifisso]>>"
"La mamma della ragazza ha ribadito: <<Ha parlato in arabo, ma in precedenza avevano gi? litigato e aveva fatto riferimenti al crocifisso>>".
"Il padre del 12enne [...] ha difeso il figlio, che si trova a Terni da poco pi? di un mese: <<Come fa a dire qualcosa contro la croce se non parla italiano?>> si chiede. Non solo: il ragazzino, spiega, ogni giorno dopo la scuola, insieme ai fratelli, <<va nella chiesa vicino casa e l? fa i compiti e gioca>>. Il padre del ragazzino ha raccontato che sin dai primi giorni il figlio ? stato <<preso di mira con insulti razzisti>>."
"<<Con quello che ? successo la religione non c’entra niente. ? stata una reazione a quello che era successo la mattina.>>"
Anche io la penso come nell'ultima citazione. Una madre razzista che insegna il razzismo alla figlia, la figlia che se la prende con il compagno di razza diversa, il compagno di razza diversa che (sbagliando) le risponde. Una dinamica normalissima e molto pi? sensata del "mi ha colpito per il crocifisso all'uscita della scuola". Ma dai... Con la madre presente? Se fosse lui il bullo se la sarebbe presa con lei lontano dagli sguardi degli adulti. E la madre che dice che ha fatto riferimento al crocifisso per poi ritrattare (visto che il ragazzo non sa parlare italiano e probabilmente non sa nemmeno che si dica cos?)...?
Terni, lite a scuola per crocifisso. Il padre: "Ma se gioca tutti i giorni in parrocchia" - Il Fatto Quotidiano
"Pare che quella stessa mattina il dodicenne fosse stato picchiato dai coetanei, compresa la bambina poi oggetto dell’aggressione."
"<<Questo ragazzino>> – afferma la vicepreside – <<? arrivato in questa scuola il 27 aprile ed era in Italia da poco. Non parla una parola di italiano, dice al massimo ‘ciao’. Come avrebbe fatto a pronunciare quelle parole? [sul crocifisso]>>"
"La mamma della ragazza ha ribadito: <<Ha parlato in arabo, ma in precedenza avevano gi? litigato e aveva fatto riferimenti al crocifisso>>".
"Il padre del 12enne [...] ha difeso il figlio, che si trova a Terni da poco pi? di un mese: <<Come fa a dire qualcosa contro la croce se non parla italiano?>> si chiede. Non solo: il ragazzino, spiega, ogni giorno dopo la scuola, insieme ai fratelli, <<va nella chiesa vicino casa e l? fa i compiti e gioca>>. Il padre del ragazzino ha raccontato che sin dai primi giorni il figlio ? stato <<preso di mira con insulti razzisti>>."
"<<Con quello che ? successo la religione non c’entra niente. ? stata una reazione a quello che era successo la mattina.>>"
Anche io la penso come nell'ultima citazione. Una madre razzista che insegna il razzismo alla figlia, la figlia che se la prende con il compagno di razza diversa, il compagno di razza diversa che (sbagliando) le risponde. Una dinamica normalissima e molto pi? sensata del "mi ha colpito per il crocifisso all'uscita della scuola". Ma dai... Con la madre presente? Se fosse lui il bullo se la sarebbe presa con lei lontano dagli sguardi degli adulti. E la madre che dice che ha fatto riferimento al crocifisso per poi ritrattare (visto che il ragazzo non sa parlare italiano e probabilmente non sa nemmeno che si dica cos?)...?
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