?Provi, provi a girare. Se il dito non cade nel mare vuol dire che l? noi ci siamo?. Sulla scrivania Giannantonio Brugola teneva un mappamondo. E non per caso.
Quando chiedevamo lumi sull'andamento della sua azienda era quello in fondo il modo pi? facile per spiegare. Con le bandierine sparse in tutti i continenti a rappresentare gli impianti automobilistici clienti dell'azienda di Lissone, un modo immediato per comunicare la propria quota di export: 100%.
Cavaliere del lavoro, classe 1942, Giannantonio era un imprenditore di vecchia scuola: casa a due passi dall'azienda, alle otto gi? nello stabilimento, il primo impegno quotidiano un giro tra i reparti, ?per vedere come va?. Routine seguita fino a poche settimane fa, quando la malattia lo ha costretto al riposo, ma fino all'ultimo i contatti con i manager sono stati quotidiani, al telefono.
Giannantonio ha sviluppato e portato a nuovi record l'azienda fondata nel 1926 dal padre Egidio, prima in Europa a sviluppare la vite con testa cava esagonale, con un brand ormai diventato sinonimo del prodotto. In apparenza semplice, un pezzo di acciaio lavorato, che tuttavia deve garantire performance elevate sopportando sollecitazioni estreme: di fatto, essendo componente critica inserita in un motore, non dovrebbe mai rompersi.
?Noi puntiamo su questo ? ci raccontava l'imprenditore - e se riusciamo a sbaragliare i concorrenti di tutto il mondo, tedeschi, indiani e cinesi, ? perch? otteniamo la qualit? totale, con zero difetti?.
Tradotto in numeri significa che soltanto uno-due pezzi per ogni milione prodotto viene ?contestato? dai clienti, percentuale irrisoria che rappresenta il principale asset dell'azienda nelle trattative con i costruttori. Cos?, nonostante il fatto che il principale concorrente globale sia per Brugola un gruppo tedesco, l'azienda di Lissone vince commesse a ripetizione anche con i colossi di Berlino, da Volkswagen a Mercedes.
?Con i tedeschi ? sempre dura ? ci raccontava - e l'essere italiani non ? certo un vantaggio. Certo, rispetto a 20 anni fa la nostra immagine ? migliorata, in quei tempi per loro eravamo solo spaghetti, mafia e mandolino?.
Oggi no, la percezione ? evidentemente diversa. E l'orgoglio dei risultati raggiunti si leggeva con chiarezza nel sorriso di Brugola qualche mese fa, quando il Governatore del Michigan and? a Lissone, a visitare l'azienda, potenziale investitore in procinto di aprire un nuovo impianto oltreatlantico.
?E guardi - borbottava sorridente indicandoci Rick Snyder dall'altra parte del tavolo - che ci hanno cercati loro?.
Sviluppo negli Usa, con un impianto che pochi giorni fa ha iniziato a produrre le primi viti, che per Giannantonio non ha mai per? rappresentato un'alternativa a Lissone, sede storica della societ?, arrivata a nuovi record di ricavi con crescite a doppia cifra ormai da cinque anni consecutivi e un fatturato praticamente raddoppiato dal 2009, anno orribile in cui i ricavi scesero a quota 62 milioni di euro.
Pare un secolo fa, perch? oggi l'impianto di Lissone, che occupa circa 300 addetti, lavora in alcuni reparti a pieno regime, 24 ore su 24 per quasi tutto l'anno, con un investimento in progettazione e ricerca che vale il 15% dei ricavi, realizzati producendo in media sette milioni di viti al giorno. Risultati che nelle tasche degli operai hanno portato un premio di risultato di 1000 euro, 300 dei quali ?aggiunti? proprio da Giannantonio, oltre gli accordi sindacali.
L'apertura negli Usa era il suo sogno, e lo ha visto realizzato.
?Ho fatto quello che dovevo ? ci diceva congedandoci nell'ultimo incontro, forse tradendo un poco di stanchezza ? ora toccher? a mio figlio. E' giusto che vada avanti lui?.
Quando chiedevamo lumi sull'andamento della sua azienda era quello in fondo il modo pi? facile per spiegare. Con le bandierine sparse in tutti i continenti a rappresentare gli impianti automobilistici clienti dell'azienda di Lissone, un modo immediato per comunicare la propria quota di export: 100%.
Cavaliere del lavoro, classe 1942, Giannantonio era un imprenditore di vecchia scuola: casa a due passi dall'azienda, alle otto gi? nello stabilimento, il primo impegno quotidiano un giro tra i reparti, ?per vedere come va?. Routine seguita fino a poche settimane fa, quando la malattia lo ha costretto al riposo, ma fino all'ultimo i contatti con i manager sono stati quotidiani, al telefono.
Giannantonio ha sviluppato e portato a nuovi record l'azienda fondata nel 1926 dal padre Egidio, prima in Europa a sviluppare la vite con testa cava esagonale, con un brand ormai diventato sinonimo del prodotto. In apparenza semplice, un pezzo di acciaio lavorato, che tuttavia deve garantire performance elevate sopportando sollecitazioni estreme: di fatto, essendo componente critica inserita in un motore, non dovrebbe mai rompersi.
?Noi puntiamo su questo ? ci raccontava l'imprenditore - e se riusciamo a sbaragliare i concorrenti di tutto il mondo, tedeschi, indiani e cinesi, ? perch? otteniamo la qualit? totale, con zero difetti?.
Tradotto in numeri significa che soltanto uno-due pezzi per ogni milione prodotto viene ?contestato? dai clienti, percentuale irrisoria che rappresenta il principale asset dell'azienda nelle trattative con i costruttori. Cos?, nonostante il fatto che il principale concorrente globale sia per Brugola un gruppo tedesco, l'azienda di Lissone vince commesse a ripetizione anche con i colossi di Berlino, da Volkswagen a Mercedes.
?Con i tedeschi ? sempre dura ? ci raccontava - e l'essere italiani non ? certo un vantaggio. Certo, rispetto a 20 anni fa la nostra immagine ? migliorata, in quei tempi per loro eravamo solo spaghetti, mafia e mandolino?.
Oggi no, la percezione ? evidentemente diversa. E l'orgoglio dei risultati raggiunti si leggeva con chiarezza nel sorriso di Brugola qualche mese fa, quando il Governatore del Michigan and? a Lissone, a visitare l'azienda, potenziale investitore in procinto di aprire un nuovo impianto oltreatlantico.
?E guardi - borbottava sorridente indicandoci Rick Snyder dall'altra parte del tavolo - che ci hanno cercati loro?.
Sviluppo negli Usa, con un impianto che pochi giorni fa ha iniziato a produrre le primi viti, che per Giannantonio non ha mai per? rappresentato un'alternativa a Lissone, sede storica della societ?, arrivata a nuovi record di ricavi con crescite a doppia cifra ormai da cinque anni consecutivi e un fatturato praticamente raddoppiato dal 2009, anno orribile in cui i ricavi scesero a quota 62 milioni di euro.
Pare un secolo fa, perch? oggi l'impianto di Lissone, che occupa circa 300 addetti, lavora in alcuni reparti a pieno regime, 24 ore su 24 per quasi tutto l'anno, con un investimento in progettazione e ricerca che vale il 15% dei ricavi, realizzati producendo in media sette milioni di viti al giorno. Risultati che nelle tasche degli operai hanno portato un premio di risultato di 1000 euro, 300 dei quali ?aggiunti? proprio da Giannantonio, oltre gli accordi sindacali.
L'apertura negli Usa era il suo sogno, e lo ha visto realizzato.
?Ho fatto quello che dovevo ? ci diceva congedandoci nell'ultimo incontro, forse tradendo un poco di stanchezza ? ora toccher? a mio figlio. E' giusto che vada avanti lui?.
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