Pu? un singolo pasto nella mensa di un ufficio pubblico arrivare a costare 73 euro? A Roma s?. E' il caso della mensa per i dipendenti della Camera dei deputati di Palazzo Marini. Nonostante Montecitorio abbia deciso di abbandonare i quattro palazzi Marini nella centralissima piazza San Silvestro, con un risparmio di 25 milioni di euro annui, il mantenimento della mensa per i dipendenti per un solo mese nelle more del trasloco, arriver? a costare un milione di euro.
Si tratta di quattro stabili, tra piazza San Silvestro e via del Tritone, affittati da circa 15 anni per garantire un ufficio a tutti i deputati e ai loro staff. Uno spreco denunciato dal Movimento 5 Stelle che aveva portato la Camera a decidere di rescindere il contratto, chiudere la mensa per i parlamentari e licenziare i dipendenti.
Ma ora, denuncia il questore di Scelta Civica Stefano Dambruoso, per tenere aperto il ristorante per qualche settimana, la societ? dell'immobiliarista Sergio Scarpellini Milano 90, chiede il pagamento dell'affitto per tutto l'immobile. E in pi? c'? da calcolare il costo dei 45 addetti alla mensa e di altri 45 dipendenti per garantire i servizi, per un totale di quasi un milione di euro che, diviso per il numero di pasti erogati dalla mensa, fa 73 euro a pasto.
Le polemiche sui costi della Camera non riguardano, per?, solo gli affitti d'oro. Il Codacons ha preso di mira Laura Boldrini per un soggiorno privato in un hotel di Grottammare, in provincia di Ascoli, risalente al dicembre del 2013. In quell'occasione, secondo l'associazione di difesa dei consumatori, la presidente avrebbe chiesto alla Camera di anticiparle il pagamento, per poi restituire l'intera somma in un secondo momento.
La vicenda ? finita sul tavolo del consiglio di giurisdizione (una sorta di mini tribunale della Camera) che ha deciso di acquisire tutta la documentazione della vicenda. Il Codacons ha esultato ("ci hanno dato ragione") ma il presidente del consiglio di giurisdizione Losacco ha puntualizzato che il caso deve essere ancora esaminato nel merito. Poi ? intervenuto il portavoce della Boldrini per precisare che la presidente della Camera a Grottammare non ha usato "soldi pubblici" e che la cifra di cui si parla ? di 150 euro.
Si tratta di quattro stabili, tra piazza San Silvestro e via del Tritone, affittati da circa 15 anni per garantire un ufficio a tutti i deputati e ai loro staff. Uno spreco denunciato dal Movimento 5 Stelle che aveva portato la Camera a decidere di rescindere il contratto, chiudere la mensa per i parlamentari e licenziare i dipendenti.
Ma ora, denuncia il questore di Scelta Civica Stefano Dambruoso, per tenere aperto il ristorante per qualche settimana, la societ? dell'immobiliarista Sergio Scarpellini Milano 90, chiede il pagamento dell'affitto per tutto l'immobile. E in pi? c'? da calcolare il costo dei 45 addetti alla mensa e di altri 45 dipendenti per garantire i servizi, per un totale di quasi un milione di euro che, diviso per il numero di pasti erogati dalla mensa, fa 73 euro a pasto.
Le polemiche sui costi della Camera non riguardano, per?, solo gli affitti d'oro. Il Codacons ha preso di mira Laura Boldrini per un soggiorno privato in un hotel di Grottammare, in provincia di Ascoli, risalente al dicembre del 2013. In quell'occasione, secondo l'associazione di difesa dei consumatori, la presidente avrebbe chiesto alla Camera di anticiparle il pagamento, per poi restituire l'intera somma in un secondo momento.
La vicenda ? finita sul tavolo del consiglio di giurisdizione (una sorta di mini tribunale della Camera) che ha deciso di acquisire tutta la documentazione della vicenda. Il Codacons ha esultato ("ci hanno dato ragione") ma il presidente del consiglio di giurisdizione Losacco ha puntualizzato che il caso deve essere ancora esaminato nel merito. Poi ? intervenuto il portavoce della Boldrini per precisare che la presidente della Camera a Grottammare non ha usato "soldi pubblici" e che la cifra di cui si parla ? di 150 euro.
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