"Mi hanno detto che per i funerali ci volevano 750 euro, ma io ho risposto che non ce li avevo". E' il racconto disperato di Maryam, marocchina di 29 anni di Cologne (Brescia), che non ha i soldi necessari per seppellire il suo bimbo, morto 15 ore dopo il parto. E cos? il piccolo, che era nato prematuro a seguito di un incidente stradale subito dalla donna, si trova da un mese nella camera mortuaria dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
"Da marzo ho perso il lavoro in una ditta di pulizie e vivo col sussidio di disoccupazione, che non arriva a 600 euro. Il mio compagno ha un lavoro saltuario e fatica a campare lui stesso, mio fratello non lavora", ha detto la giovane mamma. Inizialmente Maryam si era rivolta alle assistenti sociali dell'ospedale, che si erano interessate alla vicenda.
In seguito aveva chiesto al Comune di Cologne, il paese dove la donna vive da quando era adolescente, di poter procedere con un "funerale di povert?": da Bergamo era stato infatti spedito un sollecito al municipio bresciano. Maryam era stata convocata il primo dicembre in Comune con la dichiarazione dei redditi del nucleo familiare: "Mi hanno detto che avevo un reddito e una casa, e che pi? di 250 euro non potevano darmi".
"Ma io - ha proseguito - con la disoccupazione non riesco nemmeno ad arrivare a fine mese e la casa dove vivo mi ? stata pignorata e messa all'asta dopo che 5 anni fa ho smesso di pagare il mutuo. Mi sono sentita umiliata: chiedo aiuto per seppellire mio figlio, non per cambiare l'auto. In otto anni al Comune di Cologne non ho mai chiesto sussidi. Piuttosto faccio la fame, ma mio figlio non lo lascio in una cella frigorifero. Sono anche disposta a farlo seppellire a Bergamo, cos? risparmiamo sul costo del trasporto".
Dal canto suo il Comune di Cologne ha confermato che il contributo viene dato in base al reddito Isee e che, in questo caso, gli uffici non hanno riscontrato gli estremi per procedere a un "funerale di povert?". "Posso assicurare che agiamo con la massima trasparenza", ? il commento del sindaco Carlo Chiari.
"Da marzo ho perso il lavoro in una ditta di pulizie e vivo col sussidio di disoccupazione, che non arriva a 600 euro. Il mio compagno ha un lavoro saltuario e fatica a campare lui stesso, mio fratello non lavora", ha detto la giovane mamma. Inizialmente Maryam si era rivolta alle assistenti sociali dell'ospedale, che si erano interessate alla vicenda.
In seguito aveva chiesto al Comune di Cologne, il paese dove la donna vive da quando era adolescente, di poter procedere con un "funerale di povert?": da Bergamo era stato infatti spedito un sollecito al municipio bresciano. Maryam era stata convocata il primo dicembre in Comune con la dichiarazione dei redditi del nucleo familiare: "Mi hanno detto che avevo un reddito e una casa, e che pi? di 250 euro non potevano darmi".
"Ma io - ha proseguito - con la disoccupazione non riesco nemmeno ad arrivare a fine mese e la casa dove vivo mi ? stata pignorata e messa all'asta dopo che 5 anni fa ho smesso di pagare il mutuo. Mi sono sentita umiliata: chiedo aiuto per seppellire mio figlio, non per cambiare l'auto. In otto anni al Comune di Cologne non ho mai chiesto sussidi. Piuttosto faccio la fame, ma mio figlio non lo lascio in una cella frigorifero. Sono anche disposta a farlo seppellire a Bergamo, cos? risparmiamo sul costo del trasporto".
Dal canto suo il Comune di Cologne ha confermato che il contributo viene dato in base al reddito Isee e che, in questo caso, gli uffici non hanno riscontrato gli estremi per procedere a un "funerale di povert?". "Posso assicurare che agiamo con la massima trasparenza", ? il commento del sindaco Carlo Chiari.
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