....La madre: ?Ero troppo impegnata a fare sesso?
Quando esattamente un anno fa il piccolo di quattro anni, di Adelaide, in Australia venne ritrovato nella sua stanza tra pannolini sporchi, immondizia e giocattoli, la sua vita stava per spegnersi. Sarebbero bastati ancora due giorni e non sarebbe sopravvissuto.
Pelle e ossa, disidrato e con un peso di appena 8 chili il bimbo non si reggeva in piedi. La sua vita ? totalmente cambiata dal giorno in cui ? arrivata la salvezza ed ? stato tolto a una madre che non aveva alcuna intenzione di prendersi cura di lui. Ora ha una nuova famiglia che lo sta aiutando a crescere e a superare il trauma che lo segner? per tutta la vita. Un percorso in salita, come raccontano i nuovi genitori proprio in queste ore, in concomitanza con la rivelazione di nuovi particolari che hanno portato in carcere la madre di 24 anni e il compagno di 28.
Alla corte la donna ha raccontato di avere occhi solo per il compagno e di essere troppo occupata a fare sesso con lui. ?Ho fatto un casino, ho fatto la cosa sbagliata. So che non avrei dovuto mettere il mio uomo davanti a mio figlio? ha raccontato la donna apparentemente pentita.
Ma un anno fa il piccolo rappresentava solo un peso, un ostacolo alla sua relazione. Il bambino viveva chiuso a chiave nella sua camera, una piccola stanza colma di pannolini sporchi. Veniva nutrito con poco cibo e non aveva a disposizione nemmeno acqua: quando la mamma si ricordava di lui, passava un piatto sotto la porta mentre su Facebook postava le immagini di carne e dolci da riservare al compagno.
Il piccolo ha vissuto in stato fortuito per un periodo che non ? stato ancora determinato e, a salvarlo in maniera del tutto involontaria, ? stato lo stesso uomo che lo ha quasi condannato a morte: la donna, infatti, ha chiamato la polizia dopo l'ennesima aggressione da parte del compagno. Quando gli agenti sono arrivati a casa, convinti di affrontare un fidanzato violento, si sono ritrovati davanti alla casa degli orrori.
L'appartamento era disordinato, sporco e squallido: ovunque c'era cibo avariato, il bagno era ricoperto di carta igienica usata, l'immondizia era accumulata nelle stanze. Ovunque c'era un odore nauseabondo e, dietro una porta chiusa a chiave, il volto del bimbo ha fatto capolino tra cumuli di avanzi, pannolini e giocattoli.
Il piccolo ? stato dato in affidamento a una nuova famiglia e i due sono stati portati in carcere. I pm hanno chiesto delle pene severe dopo che sono stati dichiarati colpevoli di aver messo in pericolo la vita del bambino. Adesso il piccolo sta riprendendo a fatica il suo percorso di vita. I genitori affidatari hanno raccontato che odia le porta chiuse, nasconde il cibo in tasca e non riesce ancora fare i bisogni senza pannolino.
Non riesce a controllare le emozioni, ha limitate competenze linguistiche e istinti autolesionisti: pi? volte ? stato sorpreso a prendersi a pugni in testa o a lanciarsi contro i muri. Il percorso di guarigione ? lungo e per rimarginare le ferite ci vorr? tempo. Per dimenticare, probabilmente, non baster? una vita intera.
Fonte ilmessaggero.it
Ma povero bimbo.
Quanto alla madre...a fare il bagno in una vasca d'acido solforico...viva.
Quando esattamente un anno fa il piccolo di quattro anni, di Adelaide, in Australia venne ritrovato nella sua stanza tra pannolini sporchi, immondizia e giocattoli, la sua vita stava per spegnersi. Sarebbero bastati ancora due giorni e non sarebbe sopravvissuto.
Pelle e ossa, disidrato e con un peso di appena 8 chili il bimbo non si reggeva in piedi. La sua vita ? totalmente cambiata dal giorno in cui ? arrivata la salvezza ed ? stato tolto a una madre che non aveva alcuna intenzione di prendersi cura di lui. Ora ha una nuova famiglia che lo sta aiutando a crescere e a superare il trauma che lo segner? per tutta la vita. Un percorso in salita, come raccontano i nuovi genitori proprio in queste ore, in concomitanza con la rivelazione di nuovi particolari che hanno portato in carcere la madre di 24 anni e il compagno di 28.
Alla corte la donna ha raccontato di avere occhi solo per il compagno e di essere troppo occupata a fare sesso con lui. ?Ho fatto un casino, ho fatto la cosa sbagliata. So che non avrei dovuto mettere il mio uomo davanti a mio figlio? ha raccontato la donna apparentemente pentita.
Ma un anno fa il piccolo rappresentava solo un peso, un ostacolo alla sua relazione. Il bambino viveva chiuso a chiave nella sua camera, una piccola stanza colma di pannolini sporchi. Veniva nutrito con poco cibo e non aveva a disposizione nemmeno acqua: quando la mamma si ricordava di lui, passava un piatto sotto la porta mentre su Facebook postava le immagini di carne e dolci da riservare al compagno.
Il piccolo ha vissuto in stato fortuito per un periodo che non ? stato ancora determinato e, a salvarlo in maniera del tutto involontaria, ? stato lo stesso uomo che lo ha quasi condannato a morte: la donna, infatti, ha chiamato la polizia dopo l'ennesima aggressione da parte del compagno. Quando gli agenti sono arrivati a casa, convinti di affrontare un fidanzato violento, si sono ritrovati davanti alla casa degli orrori.
L'appartamento era disordinato, sporco e squallido: ovunque c'era cibo avariato, il bagno era ricoperto di carta igienica usata, l'immondizia era accumulata nelle stanze. Ovunque c'era un odore nauseabondo e, dietro una porta chiusa a chiave, il volto del bimbo ha fatto capolino tra cumuli di avanzi, pannolini e giocattoli.
Il piccolo ? stato dato in affidamento a una nuova famiglia e i due sono stati portati in carcere. I pm hanno chiesto delle pene severe dopo che sono stati dichiarati colpevoli di aver messo in pericolo la vita del bambino. Adesso il piccolo sta riprendendo a fatica il suo percorso di vita. I genitori affidatari hanno raccontato che odia le porta chiuse, nasconde il cibo in tasca e non riesce ancora fare i bisogni senza pannolino.
Non riesce a controllare le emozioni, ha limitate competenze linguistiche e istinti autolesionisti: pi? volte ? stato sorpreso a prendersi a pugni in testa o a lanciarsi contro i muri. Il percorso di guarigione ? lungo e per rimarginare le ferite ci vorr? tempo. Per dimenticare, probabilmente, non baster? una vita intera.
Fonte ilmessaggero.it
Ma povero bimbo.
Quanto alla madre...a fare il bagno in una vasca d'acido solforico...viva.
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