Abbiamo le prove Sono innocenti
di Luigi Di Stefano, perito giudiziario
I due Mar? sono innocenti, e da oltre un anno ne abbiamo le prove. Fin dai primi giorni apparvero una serie di contraddizioni sulla ricostruzione dei fatti, non tornavano i tempi, le posizioni, le testimonianze, persino il calibro dei proiettili repertati nell'autopsia delle vittime era diverso da quelli in dotazione: Latorre e Girone dovevano essere scagionati subito, ma sappiamo com’? andata. A forza di scavare, ordinando e riscontrando le informazioni secondo i metodi dell'analisi tecnica giudiziaria (da 20 anni faccio questo) emersero una serie di ?magagne processuali? tali da invalidare l'impianto accusatorio di fronte a qualsiasi tribunale: distruzione dei reperti giudiziari (il peschereccio restituito al proprietario e da questo subito affondato), omissioni nelle indagini (la petroliera greca Olimpyc Flair che aveva denunciato un attacco pirata nella stessa zona non venne richiamata in porto), e cos? via, al punto che a marzo 2013 depositai in procura la richiesta di non rimandare i mar? in India spiegando perch? non avrebbero avuto un giusto processo. La svolta arriv? a giugno 2013: facendo tradurre le dichiarazioni del comandante del peschereccio rese a caldo al momento dello sbarco, davanti a telecamere e a un graduato di polizia, questo dichiar? che gli avevano sparato alle 21.30, cinque ore dopo l'incidente alla petroliera italiana. Negli stessi giorni recuperammo una mail della Guardia Costiera indiana e venne fuoriche tutta la storia della ?fuga e la caccia? alla petroliera Enrica Lexie che scappava nell'Oceano Indiano era inventata di sana pianta. Abbiamo le prove che fin dal secondo giorno le autorit? indiane montarono il caso ?contro gli italiani?. I magistrati hanno tutto. Come si ? arrivati a questo punto ? un vero mistero di Stato.
Luigi Di Stefano
Fonte iltempo.it
di Luigi Di Stefano, perito giudiziario
I due Mar? sono innocenti, e da oltre un anno ne abbiamo le prove. Fin dai primi giorni apparvero una serie di contraddizioni sulla ricostruzione dei fatti, non tornavano i tempi, le posizioni, le testimonianze, persino il calibro dei proiettili repertati nell'autopsia delle vittime era diverso da quelli in dotazione: Latorre e Girone dovevano essere scagionati subito, ma sappiamo com’? andata. A forza di scavare, ordinando e riscontrando le informazioni secondo i metodi dell'analisi tecnica giudiziaria (da 20 anni faccio questo) emersero una serie di ?magagne processuali? tali da invalidare l'impianto accusatorio di fronte a qualsiasi tribunale: distruzione dei reperti giudiziari (il peschereccio restituito al proprietario e da questo subito affondato), omissioni nelle indagini (la petroliera greca Olimpyc Flair che aveva denunciato un attacco pirata nella stessa zona non venne richiamata in porto), e cos? via, al punto che a marzo 2013 depositai in procura la richiesta di non rimandare i mar? in India spiegando perch? non avrebbero avuto un giusto processo. La svolta arriv? a giugno 2013: facendo tradurre le dichiarazioni del comandante del peschereccio rese a caldo al momento dello sbarco, davanti a telecamere e a un graduato di polizia, questo dichiar? che gli avevano sparato alle 21.30, cinque ore dopo l'incidente alla petroliera italiana. Negli stessi giorni recuperammo una mail della Guardia Costiera indiana e venne fuoriche tutta la storia della ?fuga e la caccia? alla petroliera Enrica Lexie che scappava nell'Oceano Indiano era inventata di sana pianta. Abbiamo le prove che fin dal secondo giorno le autorit? indiane montarono il caso ?contro gli italiani?. I magistrati hanno tutto. Come si ? arrivati a questo punto ? un vero mistero di Stato.
Luigi Di Stefano
Fonte iltempo.it
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