Caro direttore, ebbene s?, sono un evasore
Caro direttore,
ebbene s?, sono un evasore. Lo sono per sopravvivere e far vivere decentemente la mia famiglia che altrimenti verrebbe stritolata da un fisco vorace che non ha eguali al mondo. A voi bempensanti far? anche ribrezzo, lo so, perch? sono anni che subisco la retorica del ladro di Stato e del Paese che va a picco per colpa di gente come me. Non ? cos?, glielo assicuro. Vorrei che questi soloni provassero a pagare tutti i balzelli e le imposte che toccano a me e a quanti, come me, non riescono pi? a tirare avanti. Sono un piccolo imprenditore nel settore dei servizi. Ho gi? ricevuto parecchie visite di finanzieri e ispettori delle Entrate per controllare e sanzionare anche minime imprecisioni formali. E sanzionano. Eccome se lo fanno. Multe salate che, ovviamente, mi tocca pagare. Non si rendono conto che ogni mese devo dare lo stipendio ai miei (ormai pochissimi) dipendenti. Con le banche che rifiutano di prestarmi i soldi. Ma di che stiamo parlando?
Ormai in Italia ? impossibile essere competitivi perch? il mio socio occulto ? lo Stato: prende soltanto e mi d? poco, quasi niente, in cambio. Tengo una contabilit? in nero, separata da quella ufficiale. Ogni sera prendo il mio incasso non dichiarato al Fisco e lo nascondo, molti colleghi lo portano dritto a Montecarlo. Soltanto in questo modo posso tenere in piedi una piccola azienda. L?alternativa sarebbe quella di licenziare e chiudere bottega.
Penso spesso a tutti i miei colleghi che non ci sono pi?, che non hanno resistito alla vergogna di essere gettati sul lastrico, di perdere la dignit?. Mi chiedo da anni: non sarebbe meglio avere poche norme, certe, e una pressione fiscale pi? bassa? Lo dicono tutti i politici. Ma nessuno lo fa.
Lettera firmata
Fonte iltempo.it
Caro direttore,
ebbene s?, sono un evasore. Lo sono per sopravvivere e far vivere decentemente la mia famiglia che altrimenti verrebbe stritolata da un fisco vorace che non ha eguali al mondo. A voi bempensanti far? anche ribrezzo, lo so, perch? sono anni che subisco la retorica del ladro di Stato e del Paese che va a picco per colpa di gente come me. Non ? cos?, glielo assicuro. Vorrei che questi soloni provassero a pagare tutti i balzelli e le imposte che toccano a me e a quanti, come me, non riescono pi? a tirare avanti. Sono un piccolo imprenditore nel settore dei servizi. Ho gi? ricevuto parecchie visite di finanzieri e ispettori delle Entrate per controllare e sanzionare anche minime imprecisioni formali. E sanzionano. Eccome se lo fanno. Multe salate che, ovviamente, mi tocca pagare. Non si rendono conto che ogni mese devo dare lo stipendio ai miei (ormai pochissimi) dipendenti. Con le banche che rifiutano di prestarmi i soldi. Ma di che stiamo parlando?
Ormai in Italia ? impossibile essere competitivi perch? il mio socio occulto ? lo Stato: prende soltanto e mi d? poco, quasi niente, in cambio. Tengo una contabilit? in nero, separata da quella ufficiale. Ogni sera prendo il mio incasso non dichiarato al Fisco e lo nascondo, molti colleghi lo portano dritto a Montecarlo. Soltanto in questo modo posso tenere in piedi una piccola azienda. L?alternativa sarebbe quella di licenziare e chiudere bottega.
Penso spesso a tutti i miei colleghi che non ci sono pi?, che non hanno resistito alla vergogna di essere gettati sul lastrico, di perdere la dignit?. Mi chiedo da anni: non sarebbe meglio avere poche norme, certe, e una pressione fiscale pi? bassa? Lo dicono tutti i politici. Ma nessuno lo fa.
Lettera firmata
Fonte iltempo.it
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