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Ieri sera sono andato a vedere questo film.
I suoi precedenti ("Le fate Ignoranti" e "La finestra di fronte") mi sono decisamente piaciuti, quindi le premesse erano pi? che buone, ma questo.. beh... questo film ? una vera perla, e ve lo consiglio caldamente !!!
Qui di seguito riporto una piccola recensione che ho scritto al volo.
Non sono un critico cinematografico, intendiamoci... prendete queste mie righe con le molle; il mio ? solo l'umile parere di un modesto progettista meccanico.
CUORE SACRO
Un film lontano dai clamori ed i roboanti effetti speciali di scuola Holliwoodiana, e che proprio per questo convince e conquista, nonostante i temi di non certo facile assimilazione e degustazione.
Una regia abile e di raro equilibrio dipana una pellicola magica, ambientata tra le rarefatte atmosfere di una Roma "di periferia" (in senso metaforico) ove un'arrembante manager d'azienda, il classico squalo dell'alta finanza, finisce per compiere il proprio destino trovando finalmente se stessa e l'antica coscienza di s?, per troppo tempo addormentata dietro la patinata vita dell'alta societ?.
Irene Ravelli (questo il nome della protagonista, magistralmente interpretata dalla bellissima Barbara Bobulova, gi? vista in "Ovunque sei" di Michele Placido, giusto per citare uno dei suoi pi? recenti film) ? la manager di un'azienda di successo, che si muove in acque torbide spesso ai limiti (e anche oltre) della legalit? e soprattutto della moralit?. Il film si apre proprio con il suicidio di una coppia, ennesime vittime degli squali affamati dell'alta finanza. Ma gli affari sono affari, e la vita (finanziariamente parlando) va avanti, e si prospetta il nuovo, ennesimo lucroso contratto, una casa da ristrutturare per farne miniappartamenti.
Ma la casa ? quella che ha visto l'infanzia della Ravelli, e un'ondata di ricordi e sommessi rimpianti comincia a farsi strada tra le cricche della facciata di manager rampante, per poi far svelare la "luce nascosta" del cuore sacro che ognuno nasconde in s?.
L'incontro con Benny, una deliziosa e simpatica furfantella, combier? la sua esistenza e la far? inevitabilmente tendere verso quella che era (probabilmente) la sua vera natura, aiutare i bisognosi e gli oppressi, in un'estasi di fervori religiosi e altruistici ai limiti del parossismo.
I "riferimenti eccellenti" si susseguono con dolcezza, dalla "Piet?" di Michelangelo alla denudazione di S. Francesco d'Assisi, mentre la regia volteggia con mestria e tocco leggero tra temi piuttosto difficili, come la realt? dei poveri e reietti e le incomprensioni familiari, il tutto sostenuto da una colonna sonora trascinante ma delicata che sorregge al meglio, insieme a penetranti silenzi, gli stati d'animo e le tensioni dei "nostri", tensioni che dalla pellicola riescono realmente a permeare l'incantato spettatore.
I protagonisti, pur nella loro marcata caratterizzazione (splendida, ad esempio, la superba Lisa Gastoni nel ruolo della zia perfida e senza scrupoli), riescono ad essere pienamente convincenti e mai pomposi, cosa in cui sarebbe stato facile cadere in un film dalla spiritualit? cos? insistente, e i pur squallidi e "terreni" retroscena della miseria metropolitana riescono a diventare fiabeschi sfondi di vicende in cui "il Dio" appare pur senza mai farsi invadente, permettendo all'incipiti religioso di far spazio alla profonda analisi introspettiva.
Insomma, un film che d? pieno lustro alla denominazione di "settima arte" che la cinematografia si porta appresso, un piccolo e delizioso cameo effuso in atmosfere magiche e corroborato da una multimedialit? semplice (in fondo sono solo musiche e sguardi) ma di indubbia efficacia, che sa colpire lo spettatore nel profondo, e sa conquistarlo toccando le corde pi? intime del suo animo.
Si capisce che m'? piaciuto?
I suoi precedenti ("Le fate Ignoranti" e "La finestra di fronte") mi sono decisamente piaciuti, quindi le premesse erano pi? che buone, ma questo.. beh... questo film ? una vera perla, e ve lo consiglio caldamente !!!
Qui di seguito riporto una piccola recensione che ho scritto al volo.
Non sono un critico cinematografico, intendiamoci... prendete queste mie righe con le molle; il mio ? solo l'umile parere di un modesto progettista meccanico.
CUORE SACRO
Un film lontano dai clamori ed i roboanti effetti speciali di scuola Holliwoodiana, e che proprio per questo convince e conquista, nonostante i temi di non certo facile assimilazione e degustazione.
Una regia abile e di raro equilibrio dipana una pellicola magica, ambientata tra le rarefatte atmosfere di una Roma "di periferia" (in senso metaforico) ove un'arrembante manager d'azienda, il classico squalo dell'alta finanza, finisce per compiere il proprio destino trovando finalmente se stessa e l'antica coscienza di s?, per troppo tempo addormentata dietro la patinata vita dell'alta societ?.
Irene Ravelli (questo il nome della protagonista, magistralmente interpretata dalla bellissima Barbara Bobulova, gi? vista in "Ovunque sei" di Michele Placido, giusto per citare uno dei suoi pi? recenti film) ? la manager di un'azienda di successo, che si muove in acque torbide spesso ai limiti (e anche oltre) della legalit? e soprattutto della moralit?. Il film si apre proprio con il suicidio di una coppia, ennesime vittime degli squali affamati dell'alta finanza. Ma gli affari sono affari, e la vita (finanziariamente parlando) va avanti, e si prospetta il nuovo, ennesimo lucroso contratto, una casa da ristrutturare per farne miniappartamenti.
Ma la casa ? quella che ha visto l'infanzia della Ravelli, e un'ondata di ricordi e sommessi rimpianti comincia a farsi strada tra le cricche della facciata di manager rampante, per poi far svelare la "luce nascosta" del cuore sacro che ognuno nasconde in s?.
L'incontro con Benny, una deliziosa e simpatica furfantella, combier? la sua esistenza e la far? inevitabilmente tendere verso quella che era (probabilmente) la sua vera natura, aiutare i bisognosi e gli oppressi, in un'estasi di fervori religiosi e altruistici ai limiti del parossismo.
I "riferimenti eccellenti" si susseguono con dolcezza, dalla "Piet?" di Michelangelo alla denudazione di S. Francesco d'Assisi, mentre la regia volteggia con mestria e tocco leggero tra temi piuttosto difficili, come la realt? dei poveri e reietti e le incomprensioni familiari, il tutto sostenuto da una colonna sonora trascinante ma delicata che sorregge al meglio, insieme a penetranti silenzi, gli stati d'animo e le tensioni dei "nostri", tensioni che dalla pellicola riescono realmente a permeare l'incantato spettatore.
I protagonisti, pur nella loro marcata caratterizzazione (splendida, ad esempio, la superba Lisa Gastoni nel ruolo della zia perfida e senza scrupoli), riescono ad essere pienamente convincenti e mai pomposi, cosa in cui sarebbe stato facile cadere in un film dalla spiritualit? cos? insistente, e i pur squallidi e "terreni" retroscena della miseria metropolitana riescono a diventare fiabeschi sfondi di vicende in cui "il Dio" appare pur senza mai farsi invadente, permettendo all'incipiti religioso di far spazio alla profonda analisi introspettiva.
Insomma, un film che d? pieno lustro alla denominazione di "settima arte" che la cinematografia si porta appresso, un piccolo e delizioso cameo effuso in atmosfere magiche e corroborato da una multimedialit? semplice (in fondo sono solo musiche e sguardi) ma di indubbia efficacia, che sa colpire lo spettatore nel profondo, e sa conquistarlo toccando le corde pi? intime del suo animo.
Si capisce che m'? piaciuto?
Andr? sicuramente a vederlo! 
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