Originally posted by cosimo
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Ritengo che sia la parola "manager" che quelle "successo" sfuggano ad una definizione univoca.
Certamente, possiamo dire che esiste una specie di ricetta generale: "cose" che se riesci a mettere nel tuo "paniere" certamente ti agevoleranno, posto che tu abbia in mente di diventare un "manager" di "successo".
Ma, come detto, non esiste per? alcuna assicurazione che sia sufficiente acquisire i vari ingredienti per raggiungere lo scopo, inoltre la lista degli ingerdienti e molto lunga, varia ed "aperta".
Se proprio dovessi mettere qualcosa al primo posto, anche a rischio di essere banale, ci metterei la "volont?".
E' sempre brutta la autoreferenzialit?, ma in questo caso forse mi aiuta ad esprimere meglio l'ultimo concetto.
Non so se di successo (non sta certo a me giudicarlo, e comunque secondo me, come diceva quella famosa poesia, in fondo vittoria e sconfitta sono due "impostori"), ma probabilmente io appartengo alla famigerata categoria dei "manager".
Ho 44 anni: la prima volta che sono stato nominato Direttore Generale ed Amministratore Delegato, avevo 31 anni. Una azienda che non era ne Apple ne Fiat, ma solo una realt? toscana di 250 dipendenti e 60 milioni di fatturato, la classica media. Ero gi? impiegato in quella azienda, ero controller. Quindi promosso sul campo.
Ci sono rimasto come amministratore Delegato per 8 anni; poi sono passato in un'altra, direttore generale (non AD) per 1 anno. Qui son durato poco, probabilmente non ? stata una esperienza di successo. Azienda un poco pi? grande della precedente, sempre settore moda.
Poi 1 anno di "disoccupazione", ed infine l'incarico attuale, di nuovo AD, azienda pi? piccola, solo 75 dipendenti. Ci sono da due anni.
Nelle aziende in cui ho ricoperto gli incarichi, ci sono arrivato sempre tramite head hunters, non conoscevo nessuno, specie tra gli azionisti, prima di arrivarci, ne ivi avevo parenti o amici. Non sono iscritto ad alcun partito ne ad alcuna associazione.
Cosa c'entra la volont??
B?, io sono andato via di casa a 18 anni per andare all'universit? a 800 km da casa. Figlio di un operaio e di una impiegata, agli studi mi hanno mantenuto con sacrifici e mi sono aiutato con lavoretti estivi.
Dopo la laurea ho conseguito un Master MBA perch? ho vinto una borsa di studio del FSE, altrimenti non avrei potuto pagarlo. Cmq sono andato in una regione diversa da dove avevo studiato.
Poi sono entrato come impiegato in una grande azienda, in emilia e da li ho accettato di spostarmi nell'azienda dove sono entrato come controller (quindi sempre impiegato) e dove poi mi hanno offerto la grande chance. Ho accettao di trasferirmi e lasciare il sicuro (grande azienda) per l'insicuro (azienda pi? piccola ed in un settore "ballerino": proprio li per? ? arrivata la svolta.
Insomma, gli "ingredienti" (laurea, master, capacit?) servono senz'altro, ma le cose bisogna "volerle". e soprattutto bisogna volerle quando la vita ti mette davanti delle scelte, consapevoli che qualunque "guadagno" (non dico di carattere economico) lo si pagher? con una perdita da altri punti di vista.
Scusate se mi sono dilungato, ma l'argomento era invitante...in 7,5 anni di forum non avevo mai parlato "di me".
Certamente, possiamo dire che esiste una specie di ricetta generale: "cose" che se riesci a mettere nel tuo "paniere" certamente ti agevoleranno, posto che tu abbia in mente di diventare un "manager" di "successo".
Ma, come detto, non esiste per? alcuna assicurazione che sia sufficiente acquisire i vari ingredienti per raggiungere lo scopo, inoltre la lista degli ingerdienti e molto lunga, varia ed "aperta".
Se proprio dovessi mettere qualcosa al primo posto, anche a rischio di essere banale, ci metterei la "volont?".
E' sempre brutta la autoreferenzialit?, ma in questo caso forse mi aiuta ad esprimere meglio l'ultimo concetto.
Non so se di successo (non sta certo a me giudicarlo, e comunque secondo me, come diceva quella famosa poesia, in fondo vittoria e sconfitta sono due "impostori"), ma probabilmente io appartengo alla famigerata categoria dei "manager".
Ho 44 anni: la prima volta che sono stato nominato Direttore Generale ed Amministratore Delegato, avevo 31 anni. Una azienda che non era ne Apple ne Fiat, ma solo una realt? toscana di 250 dipendenti e 60 milioni di fatturato, la classica media. Ero gi? impiegato in quella azienda, ero controller. Quindi promosso sul campo.
Ci sono rimasto come amministratore Delegato per 8 anni; poi sono passato in un'altra, direttore generale (non AD) per 1 anno. Qui son durato poco, probabilmente non ? stata una esperienza di successo. Azienda un poco pi? grande della precedente, sempre settore moda.
Poi 1 anno di "disoccupazione", ed infine l'incarico attuale, di nuovo AD, azienda pi? piccola, solo 75 dipendenti. Ci sono da due anni.
Nelle aziende in cui ho ricoperto gli incarichi, ci sono arrivato sempre tramite head hunters, non conoscevo nessuno, specie tra gli azionisti, prima di arrivarci, ne ivi avevo parenti o amici. Non sono iscritto ad alcun partito ne ad alcuna associazione.
Cosa c'entra la volont??
B?, io sono andato via di casa a 18 anni per andare all'universit? a 800 km da casa. Figlio di un operaio e di una impiegata, agli studi mi hanno mantenuto con sacrifici e mi sono aiutato con lavoretti estivi.
Dopo la laurea ho conseguito un Master MBA perch? ho vinto una borsa di studio del FSE, altrimenti non avrei potuto pagarlo. Cmq sono andato in una regione diversa da dove avevo studiato.
Poi sono entrato come impiegato in una grande azienda, in emilia e da li ho accettato di spostarmi nell'azienda dove sono entrato come controller (quindi sempre impiegato) e dove poi mi hanno offerto la grande chance. Ho accettao di trasferirmi e lasciare il sicuro (grande azienda) per l'insicuro (azienda pi? piccola ed in un settore "ballerino": proprio li per? ? arrivata la svolta.
Insomma, gli "ingredienti" (laurea, master, capacit?) servono senz'altro, ma le cose bisogna "volerle". e soprattutto bisogna volerle quando la vita ti mette davanti delle scelte, consapevoli che qualunque "guadagno" (non dico di carattere economico) lo si pagher? con una perdita da altri punti di vista.
Scusate se mi sono dilungato, ma l'argomento era invitante...in 7,5 anni di forum non avevo mai parlato "di me".
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