Ebb?.. aveva solo il 50% di possibilit?...
Il naufragio della Costa Concordia fu causato da una serie di errori a catena, non tutti imputabili al comandante Schettino. Dalla relazione dei periti del gip di Grosseto che hanno analizzato i dati della scatola nera emerge che, in uno dei momenti di tensione in plancia negli attimi appena precedenti alla collisione della nave con lo scoglio delle Scole, all'ordine di accostare a sinistra il timoniere vir? dalla parte opposta, a destra.
Secondo i periti la causa dell'impatto della Costa Concordia con lo scoglio dell'Isola del Giglio fu ''una manovra estremamente azzardata'' ma le conseguenze del naufragio potevano essere pi? contenute, specie in termini di vittime, se le procedure fossero state rispettate. Invece, quella notte in plancia di comando - e non solo - ci fu caos e una lunga sequenza di ritardi e errori, descritti in una minuziosa relazione di 270 pagine.
Secondo quanto emerso dall'analisi della scatola nera l'allarme scatt? in notevole ritardo e, quando finalmente venne lanciato, si scopr? che ''parte dell'equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza'' e che ''ai mezzi collettivi di salvataggio erano stati assegnati membri dell'equipaggio che non erano in possesso'' del certificato di idoneit?". Non solo ''non tutto l'equipaggio era in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro (italiano)''.
Sulla plancia della nave da crociera regnava insomma il caos. Quando il comandante Francesco Schettino cerca di evitare lo scoglio di cui si ? improvvisamente accorto ordina una serie di manovre. Ad un certo punto ordina al timoniere i 10 gradi a sinistra per contrastare la rotazione della poppa verso lo scoglio. Subito dopo accentua la correzione ordinando 20 gradi a sinistra e poi tutta la barra a sinistra.
In base alle registrazioni Vdr, per?, emerge, secondo i periti, che il timoniere non solo "non esegue prontamente quanto ordinato", ma addirittura "sbaglia la direzione di accostata, cio? quando il comandante decide di passare da barra al centro fino a 20 gradi barra a sinistra, il timoniere va a dritta arrivando fino a circa 20 gradi, come se avesse inteso dritta al posto di sinistra, per poi riportare la barra a sinistra, come ordinato, con un ritardo significativo".
Ma sui ritardi nell'abbandono della nave, sottolineano i periti, anche il Fleet Crisis Coordinator di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, non ? immune da colpe. Dopo la collisione, Ferrarini, che aveva la responsabilit? di gestire da terra le prime fasi della crisi, venne informato da Schettino del fatto che c'erano tre compartimenti allagati. Erano le 22.27. A quel punto, secondo i periti, Ferrarini ''avrebbe dovuto suggerire prontamente al Comandante'' di diramare ''l'emergenza generale e il successivo abbandono nave''. Se questi ''appropriati suggerimenti'' ci fossero stati ''i tempi per attivare le procedure di emergenza sarebbero stati piu' celeri''. L'abbandono nave, invece, venne lanciato con pi? di 50 minuti di ritardo.
Il naufragio della Costa Concordia fu causato da una serie di errori a catena, non tutti imputabili al comandante Schettino. Dalla relazione dei periti del gip di Grosseto che hanno analizzato i dati della scatola nera emerge che, in uno dei momenti di tensione in plancia negli attimi appena precedenti alla collisione della nave con lo scoglio delle Scole, all'ordine di accostare a sinistra il timoniere vir? dalla parte opposta, a destra.
Secondo i periti la causa dell'impatto della Costa Concordia con lo scoglio dell'Isola del Giglio fu ''una manovra estremamente azzardata'' ma le conseguenze del naufragio potevano essere pi? contenute, specie in termini di vittime, se le procedure fossero state rispettate. Invece, quella notte in plancia di comando - e non solo - ci fu caos e una lunga sequenza di ritardi e errori, descritti in una minuziosa relazione di 270 pagine.
Secondo quanto emerso dall'analisi della scatola nera l'allarme scatt? in notevole ritardo e, quando finalmente venne lanciato, si scopr? che ''parte dell'equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza'' e che ''ai mezzi collettivi di salvataggio erano stati assegnati membri dell'equipaggio che non erano in possesso'' del certificato di idoneit?". Non solo ''non tutto l'equipaggio era in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro (italiano)''.
Sulla plancia della nave da crociera regnava insomma il caos. Quando il comandante Francesco Schettino cerca di evitare lo scoglio di cui si ? improvvisamente accorto ordina una serie di manovre. Ad un certo punto ordina al timoniere i 10 gradi a sinistra per contrastare la rotazione della poppa verso lo scoglio. Subito dopo accentua la correzione ordinando 20 gradi a sinistra e poi tutta la barra a sinistra.
In base alle registrazioni Vdr, per?, emerge, secondo i periti, che il timoniere non solo "non esegue prontamente quanto ordinato", ma addirittura "sbaglia la direzione di accostata, cio? quando il comandante decide di passare da barra al centro fino a 20 gradi barra a sinistra, il timoniere va a dritta arrivando fino a circa 20 gradi, come se avesse inteso dritta al posto di sinistra, per poi riportare la barra a sinistra, come ordinato, con un ritardo significativo".
Ma sui ritardi nell'abbandono della nave, sottolineano i periti, anche il Fleet Crisis Coordinator di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, non ? immune da colpe. Dopo la collisione, Ferrarini, che aveva la responsabilit? di gestire da terra le prime fasi della crisi, venne informato da Schettino del fatto che c'erano tre compartimenti allagati. Erano le 22.27. A quel punto, secondo i periti, Ferrarini ''avrebbe dovuto suggerire prontamente al Comandante'' di diramare ''l'emergenza generale e il successivo abbandono nave''. Se questi ''appropriati suggerimenti'' ci fossero stati ''i tempi per attivare le procedure di emergenza sarebbero stati piu' celeri''. L'abbandono nave, invece, venne lanciato con pi? di 50 minuti di ritardo.
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