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il Cern annuncia la scoperta storica

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    #46
    vabb?, ho capito tutto....ma fondamentalmente questa scoperta a cosa porta di concreto?

    Ok...ora sappiamo che tutto ci? che una determinata branchia delle Scienza ha studiato per anni risulta essere esatto al 101%....

    E quindi?

    Scusate questa domanda ma io essendo un ex-pseudo appassaionato potrei essere interessato all'argomento

    Questa scoperta porta a pensare che sono possibili i viaggi intergalattici (o interdimensionali) ?
    Porta a pensare che sia possibile il teletrasporto? La telepatia?

    Ci spiega come son state costruite le piramidi?

    Ci pu? portare a conoscere almeno la met? dei segreti che erano custoditi nelle Biblioteca di Alessandria prima dell'incendio?

    Ci pu? portare a comprendere meglio le origini e l'evoluzione dell'uomo e dare definitivamente un calcio in culo (con rispetto parlando) a Darwin e le sue teorie?


    Se nessuna di queste domande ( e altre a dir la verit?) trover? una risposta non me ne frega un emerito cavolo di questa scoperta

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      #47
      Le Teorie di Gauge:
      Allora dicevo, per capire perch? ? necessario il bosone di Higgs bisogna prima capire quale ? il problema con le moderne teorie delle interazioni tra le particelle fondamentali, che prendono il nome di Teorie di Gauge. Quindi come sono fatte e perch? non funzionano.

      Le teorie di gauge sono teorie quantistiche, quindi prevedono una dualit? onda-particella (ad esempio il campo elettromagnetico ed il rispettivo portatore dell'informazione, il fotone), ma si possono spiegare classicamente (ovvero come fossero campi) ricordando che ad ogni interazione ? associato (almeno) un messaggero (la particella).

      La prima teoria di gauge risale pi? o meno verso gli anni '30 quando la rivoluzione quantistica oramai era pienamente avviata. A quei tempi l'unica interazione descritta classicamente era quella elettromagnetica, grazie alle equazioni di Maxwell



      le quali definiscono le equazioni del moto del campo elettrico E e del campo magnetico B a partire dalla densit? statica di carica rho e dalla corrente J (fregatevene di epsilon e mu), associate allo stato di talune particelle cariche (ad esempio degli elettroni).

      Per capire le teorie di gauge non ? essenziale capire le equazioni di Maxwell, anche se queste sono facilmente leggibili: la prima ci dice che il campo elettrico ? generato da una (densit? di) carica (rho), la seconda che il campo magnetico non ? generato da una carica (detto monopolo magnetico, il magnetismo ? infatti un effetto relativistico) ma piuttosto, come dice la quarta, ? generato da un moto di cariche (la densit? di corrente J), e sempre la quarta insieme alla terza ci dice che il campo elettrico ed il campo magnetico sono correlati con derivate "miste", se varia temporalmente un campo varia spazialmente l'altro.

      Le equazioni di Maxwell ci dicono quindi che non esiste un campo elettrico ed un campo magnetico, ma piuttosto un unico campo chiamato campo elettromagnetico. La necessit? di trattare i due campi con un solo oggetto non ? solo formale, ma prettamente richiesta al fine di poter trattare le equazioni di Maxwell in un contesto di relativit? speciale. Ho infatti detto che il campo magnetico ? un effetto relativistico, mi spiego: se davanti a me prendo una bobina e vi faccio girare un elettrone posso misurare il campo magnetico generato dal suo moto, ma basta cambiare il mio sistema di riferimento e mettermi solidale all'elettrone (ovvero girare come fa l'elettrone) e vedr? l'elettrone fermo e la bobina girare, ed il campo magnetico prodotto dalla particella ? scomparso! Non molto comodo.

      Visto che le equazioni di Maxwell contengono derivate spaziali e temporali e visto che in relativit? ristretta i cambi di sistema di riferimento coinvolgono tutte e 4 le dimensioni (perch? non si cambia solo come si percepiscono le velocit? spaziali ma anche come si percepisce il fluire del tempo), ? conveniente riscrivere le equazioni di Maxwell in funzione di un solo oggetto quadridimensionale chiamato quadripotenziale A, pi? comunemente detto campo elettromagnetico, un vettore quadridimensionale le cui componenti sono A^mu = (A^0 = \phi, A^i = A), con mu un indice = 0,1,2,3 ed i un solo indice spaziale tridimensionale i = 1,2,3. Nelle mie definizioni ho messo c (velocit? della luce) = 1, visto che non gioca alcun ruolo.

      Il campo magnetico ed il campo elettrico si possono quindi scrivere in termini di derivate di questo vettore come

      .

      Definendo quindi un oggetto composto di derivate miste, detto d'Alambertiano



      le 4 equazioni di Maxwell diventano ora una sola equazione per il campo elettromagnetico A^mu



      dove J^mu ? la quadricorrente, ovvero un vettore quadridimensionale la cui componente temporale ? la densita di carica rho e la parte spaziale ? la corrente J.

      Ottimo, questa equazione va molto d'accordo con la relativit? speciale. Se siamo sulla terra o su un'astronave vediamo il campo elettromagnetico evolvere nella stessa maniera. Purtroppo per? il campo A non ? un oggetto fisico, ovvero non ? misurabile. Infatti a partire da A si possono calcolare il campo B ed il campo E, che sono misurabili e quindi unici, ma in realt? esistono una infinit? di campi A che danno tutti lo stesso valore del campo magnetico ed elettrico. Tecnicamente si dice che le equazioni di Maxwell hanno una simmetria di gauge (calibrazione) ovvero che ? possibile prendere un certo A ed ? possibile ricalibrarlo (fare una trasformazione di gauge) tale che per le singole componenti vale




      dove lambda ? una generica funzione, in modo che dia sempre gli stessi valori di B ed E. Di conseguenza A ? fisicamente definito a meno di una non misurabile calibrazione, la quale ? una simmetria delle equazioni.

      Bene, ho una equazione relativistica per il campo elettromagnetico. Ma se questo campo elettromagnetico ? generato da una particella carica, allora io voglio vedere come si muovono le particelle in un campo elettromagnetico, quindi devo accoppiare le equazioni del moto delle particelle alle equazioni di Maxwell, e richiedo di ottenere un set di equazioni che sia 1) invariante sotto la relativit? speciale e 2) invariante sotto la trasformazione di gauge del campo elettromagnetico. Queste sono le due simmetrie del mio sistema.

      Possiamo quindi ad esempio prendere la pi? famosa particella fondamentale, l'elettrone, ed accoppiarla al campo magnetico A. Come ho detto stiamo parlando di meccanica quantistica, la quale purtroppo tocca scomodare visto che a queste energie non valgono pi? le equazioni classiche del moto delle particelle, che per di pi? non sono manco relativistiche. Devo quindi introdurre l'equazione del moto quantistica e relativistica dell'elettrone, detta equazione di Dirac.

      Poich? ogni particella ha una dualit? particella-onda possiamo benissimo trattare l'elettrone non come una particella ma come un campo (come il campo elettromagnetico) che chiamiamo psi. Poich? vogliamo equazioni invarianti sotto la relativit? speciale vogliamo che psi sia un oggetto quadridimensionale come A^mu. Ora, sia A (che ? associato al fotone) che psi (che ? associato all'elettrone) hanno un momento intrinseco, lo spin, ovvero sono come delle palline che ruotano su un proprio asse, ma quello dell'elettrone ? "met?" di quello del fotone, e per questa propriet? particolare mentre A si comporta come un quadrivettore, psi si comporta come uno spinore, ovvero un vettore a quattro componenti (non un quadrivettore!) composto di due vettori bidimensionali che non si guardano fra di loro:

      .

      Sotto le trasformazioni della relativit? generale A e psi trasformano in maniera completamente diversa, sebbene entrambi siano formati da 4 componenti.

      Lo spin, in particolare, ? definito da un numero. Mentre A ? definito da spin 1, psi ? definito da spin 1/2. I campi con spin intero sono detti campi bosonici, e le particelle associate bosoni, mentre i campi con spin semi-intero sono definiti campi fermionici e le particelle fermioni. Dovrebbe essere chiaro che il bosone di Higgs, in quanto tale, ha spin intero, infatti ha spin 0, ovvero ? una pallina "che non ruota".

      La struttura bi-spinoriale del campo fermionico dell'elettrone ? associata ad un'altra famosa particolarit?. L'equazione del moto (che non ho ancora introdotto) ammette due soluzioni, una soluzione con massa positiva, l'elettrone, ed una soluzione con massa negativa, l'anti-elettrone, che chiameremo psi-barra.

      [continue]

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        #48
        Originally posted by TBW27 View Post
        vabb?, ho capito tutto....ma fondamentalmente questa scoperta a cosa porta di concreto?

        Ok...ora sappiamo che tutto ci? che una determinata branchia delle Scienza ha studiato per anni risulta essere esatto al 101%....

        E quindi?

        Scusate questa domanda ma io essendo un ex-pseudo appassaionato potrei essere interessato all'argomento

        Questa scoperta porta a pensare che sono possibili i viaggi intergalattici (o interdimensionali) ?
        Porta a pensare che sia possibile il teletrasporto? La telepatia?

        Ci spiega come son state costruite le piramidi?

        Ci pu? portare a conoscere almeno la met? dei segreti che erano custoditi nelle Biblioteca di Alessandria prima dell'incendio?

        Ci pu? portare a comprendere meglio le origini e l'evoluzione dell'uomo e dare definitivamente un calcio in culo (con rispetto parlando) a Darwin e le sue teorie?


        Se nessuna di queste domande ( e altre a dir la verit?) trover? una risposta non me ne frega un emerito cavolo di questa scoperta
        beh ma per rispondere ad alcune di queste domande mica devi chiedere alla fisica...

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          #49
          Originally posted by Hitan View Post
          Le Teorie di Gauge:
          Allora dicevo, per capire perch? ? necessario il bosone di Higgs bisogna prima capire quale ? il problema con le moderne teorie delle interazioni tra le particelle fondamentali, che prendono il nome di Teorie di Gauge. Quindi come sono fatte e perch? non funzionano.

          Le teorie di gauge sono teorie quantistiche, quindi prevedono una dualit? onda-particella (ad esempio il campo elettromagnetico ed il rispettivo portatore dell'informazione, il fotone), ma si possono spiegare classicamente (ovvero come fossero campi) ricordando che ad ogni interazione ? associato (almeno) un messaggero (la particella).

          La prima teoria di gauge risale pi? o meno verso gli anni '30 quando la rivoluzione quantistica oramai era pienamente avviata. A quei tempi l'unica interazione descritta classicamente era quella elettromagnetica, grazie alle equazioni di Maxwell



          le quali definiscono le equazioni del moto del campo elettrico E e del campo magnetico B a partire dalla densit? statica di carica rho e dalla corrente J (fregatevene di epsilon e mu), associate allo stato di talune particelle cariche (ad esempio degli elettroni).

          Per capire le teorie di gauge non ? essenziale capire le equazioni di Maxwell, anche se queste sono facilmente leggibili: la prima ci dice che il campo elettrico ? generato da una (densit? di) carica (rho), la seconda che il campo magnetico non ? generato da una carica (detto monopolo magnetico, il magnetismo ? infatti un effetto relativistico) ma piuttosto, come dice la quarta, ? generato da un moto di cariche (la densit? di corrente J), e sempre la quarta insieme alla terza ci dice che il campo elettrico ed il campo magnetico sono correlati con derivate "miste", se varia temporalmente un campo varia spazialmente l'altro.

          Le equazioni di Maxwell ci dicono quindi che non esiste un campo elettrico ed un campo magnetico, ma piuttosto un unico campo chiamato campo elettromagnetico. La necessit? di trattare i due campi con un solo oggetto non ? solo formale, ma prettamente richiesta al fine di poter trattare le equazioni di Maxwell in un contesto di relativit? speciale. Ho infatti detto che il campo magnetico ? un effetto relativistico, mi spiego: se davanti a me prendo una bobina e vi faccio girare un elettrone posso misurare il campo magnetico generato dal suo moto, ma basta cambiare il mio sistema di riferimento e mettermi solidale all'elettrone (ovvero girare come fa l'elettrone) e vedr? l'elettrone fermo e la bobina girare, ed il campo magnetico prodotto dalla particella ? scomparso! Non molto comodo.

          Visto che le equazioni di Maxwell contengono derivate spaziali e temporali e visto che in relativit? ristretta i cambi di sistema di riferimento coinvolgono tutte e 4 le dimensioni (perch? non si cambia solo come si percepiscono le velocit? spaziali ma anche come si percepisce il fluire del tempo), ? conveniente riscrivere le equazioni di Maxwell in funzione di un solo oggetto quadridimensionale chiamato quadripotenziale A, pi? comunemente detto campo elettromagnetico, un vettore quadridimensionale le cui componenti sono A^mu = (A^0 = \phi, A^i = A), con mu un indice = 0,1,2,3 ed i un solo indice spaziale tridimensionale i = 1,2,3. Nelle mie definizioni ho messo c (velocit? della luce) = 1, visto che non gioca alcun ruolo.

          Il campo magnetico ed il campo elettrico si possono quindi scrivere in termini di derivate di questo vettore come

          .

          Definendo quindi un oggetto composto di derivate miste, detto d'Alambertiano



          le 4 equazioni di Maxwell diventano ora una sola equazione per il campo elettromagnetico A^mu



          dove J^mu ? la quadricorrente, ovvero un vettore quadridimensionale la cui componente temporale ? la densita di carica rho e la parte spaziale ? la corrente J.

          Ottimo, questa equazione va molto d'accordo con la relativit? speciale. Se siamo sulla terra o su un'astronave vediamo il campo elettromagnetico evolvere nella stessa maniera. Purtroppo per? il campo A non ? un oggetto fisico, ovvero non ? misurabile. Infatti a partire da A si possono calcolare il campo B ed il campo E, che sono misurabili e quindi unici, ma in realt? esistono una infinit? di campi A che danno tutti lo stesso valore del campo magnetico ed elettrico. Tecnicamente si dice che le equazioni di Maxwell hanno una simmetria di gauge (calibrazione) ovvero che ? possibile prendere un certo A ed ? possibile ricalibrarlo (fare una trasformazione di gauge) tale che per le singole componenti vale




          dove lambda ? una generica funzione, in modo che dia sempre gli stessi valori di B ed E. Di conseguenza A ? fisicamente definito a meno di una non misurabile calibrazione, la quale ? una simmetria delle equazioni.

          Bene, ho una equazione relativistica per il campo elettromagnetico. Ma se questo campo elettromagnetico ? generato da una particella carica, allora io voglio vedere come si muovono le particelle in un campo elettromagnetico, quindi devo accoppiare le equazioni del moto delle particelle alle equazioni di Maxwell, e richiedo di ottenere un set di equazioni che sia 1) invariante sotto la relativit? speciale e 2) invariante sotto la trasformazione di gauge del campo elettromagnetico. Queste sono le due simmetrie del mio sistema.

          Possiamo quindi ad esempio prendere la pi? famosa particella fondamentale, l'elettrone, ed accoppiarla al campo magnetico A. Come ho detto stiamo parlando di meccanica quantistica, la quale purtroppo tocca scomodare visto che a queste energie non valgono pi? le equazioni classiche del moto delle particelle, che per di pi? non sono manco relativistiche. Devo quindi introdurre l'equazione del moto quantistica e relativistica dell'elettrone, detta equazione di Dirac.

          Poich? ogni particella ha una dualit? particella-onda possiamo benissimo trattare l'elettrone non come una particella ma come un campo (come il campo elettromagnetico) che chiamiamo psi. Poich? vogliamo equazioni invarianti sotto la relativit? speciale vogliamo che psi sia un oggetto quadridimensionale come A^mu. Ora, sia A (che ? associato al fotone) che psi (che ? associato all'elettrone) hanno un momento intrinseco, lo spin, ovvero sono come delle palline che ruotano su un proprio asse, ma quello dell'elettrone ? "met?" di quello del fotone, e per questa propriet? particolare mentre A si comporta come un quadrivettore, psi si comporta come uno spinore, ovvero un vettore a quattro componenti (non un quadrivettore!) composto di due vettori bidimensionali che non si guardano fra di loro:

          .

          Sotto le trasformazioni della relativit? generale A e psi trasformano in maniera completamente diversa, sebbene entrambi siano formati da 4 componenti.

          Lo spin, in particolare, ? definito da un numero. Mentre A ? definito da spin 1, psi ? definito da spin 1/2. I campi con spin intero sono detti campi bosonici, e le particelle associate bosoni, mentre i campi con spin semi-intero sono definiti campi fermionici e le particelle fermioni. Dovrebbe essere chiaro che il bosone di Higgs, in quanto tale, ha spin intero, infatti ha spin 0, ovvero ? una pallina "che non ruota".

          La struttura bi-spinoriale del campo fermionico dell'elettrone ? associata ad un'altra famosa particolarit?. L'equazione del moto (che non ho ancora introdotto) ammette due soluzioni, una soluzione con massa positiva, l'elettrone, ed una soluzione con massa negativa, l'anti-elettrone, che chiameremo psi-barra.

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          complimenti, una spiegazione semplice ed ordinata

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            #50
            sar? bigotto, ma a noi che cavolo cambia?

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              #51
              Originally posted by Hitan View Post
              Le Teorie di Gauge:
              Allora dicevo, per capire perch? ? necessario il bosone di Higgs bisogna prima capire quale ? il problema con le moderne teorie delle interazioni tra le particelle fondamentali, che prendono il nome di Teorie di Gauge. Quindi come sono fatte e perch? non funzionano.

              Le teorie di gauge sono teorie quantistiche, quindi prevedono una dualit? onda-particella (ad esempio il campo elettromagnetico ed il rispettivo portatore dell'informazione, il fotone), ma si possono spiegare classicamente (ovvero come fossero campi) ricordando che ad ogni interazione ? associato (almeno) un messaggero (la particella).

              La prima teoria di gauge risale pi? o meno verso gli anni '30 quando la rivoluzione quantistica oramai era pienamente avviata. A quei tempi l'unica interazione descritta classicamente era quella elettromagnetica, grazie alle equazioni di Maxwell



              le quali definiscono le equazioni del moto del campo elettrico E e del campo magnetico B a partire dalla densit? statica di carica rho e dalla corrente J (fregatevene di epsilon e mu), associate allo stato di talune particelle cariche (ad esempio degli elettroni).

              Per capire le teorie di gauge non ? essenziale capire le equazioni di Maxwell, anche se queste sono facilmente leggibili: la prima ci dice che il campo elettrico ? generato da una (densit? di) carica (rho), la seconda che il campo magnetico non ? generato da una carica (detto monopolo magnetico, il magnetismo ? infatti un effetto relativistico) ma piuttosto, come dice la quarta, ? generato da un moto di cariche (la densit? di corrente J), e sempre la quarta insieme alla terza ci dice che il campo elettrico ed il campo magnetico sono correlati con derivate "miste", se varia temporalmente un campo varia spazialmente l'altro.

              Le equazioni di Maxwell ci dicono quindi che non esiste un campo elettrico ed un campo magnetico, ma piuttosto un unico campo chiamato campo elettromagnetico. La necessit? di trattare i due campi con un solo oggetto non ? solo formale, ma prettamente richiesta al fine di poter trattare le equazioni di Maxwell in un contesto di relativit? speciale. Ho infatti detto che il campo magnetico ? un effetto relativistico, mi spiego: se davanti a me prendo una bobina e vi faccio girare un elettrone posso misurare il campo magnetico generato dal suo moto, ma basta cambiare il mio sistema di riferimento e mettermi solidale all'elettrone (ovvero girare come fa l'elettrone) e vedr? l'elettrone fermo e la bobina girare, ed il campo magnetico prodotto dalla particella ? scomparso! Non molto comodo.

              Visto che le equazioni di Maxwell contengono derivate spaziali e temporali e visto che in relativit? ristretta i cambi di sistema di riferimento coinvolgono tutte e 4 le dimensioni (perch? non si cambia solo come si percepiscono le velocit? spaziali ma anche come si percepisce il fluire del tempo), ? conveniente riscrivere le equazioni di Maxwell in funzione di un solo oggetto quadridimensionale chiamato quadripotenziale A, pi? comunemente detto campo elettromagnetico, un vettore quadridimensionale le cui componenti sono A^mu = (A^0 = \phi, A^i = A), con mu un indice = 0,1,2,3 ed i un solo indice spaziale tridimensionale i = 1,2,3. Nelle mie definizioni ho messo c (velocit? della luce) = 1, visto che non gioca alcun ruolo.

              Il campo magnetico ed il campo elettrico si possono quindi scrivere in termini di derivate di questo vettore come

              .

              Definendo quindi un oggetto composto di derivate miste, detto d'Alambertiano



              le 4 equazioni di Maxwell diventano ora una sola equazione per il campo elettromagnetico A^mu



              dove J^mu ? la quadricorrente, ovvero un vettore quadridimensionale la cui componente temporale ? la densita di carica rho e la parte spaziale ? la corrente J.

              Ottimo, questa equazione va molto d'accordo con la relativit? speciale. Se siamo sulla terra o su un'astronave vediamo il campo elettromagnetico evolvere nella stessa maniera. Purtroppo per? il campo A non ? un oggetto fisico, ovvero non ? misurabile. Infatti a partire da A si possono calcolare il campo B ed il campo E, che sono misurabili e quindi unici, ma in realt? esistono una infinit? di campi A che danno tutti lo stesso valore del campo magnetico ed elettrico. Tecnicamente si dice che le equazioni di Maxwell hanno una simmetria di gauge (calibrazione) ovvero che ? possibile prendere un certo A ed ? possibile ricalibrarlo (fare una trasformazione di gauge) tale che per le singole componenti vale




              dove lambda ? una generica funzione, in modo che dia sempre gli stessi valori di B ed E. Di conseguenza A ? fisicamente definito a meno di una non misurabile calibrazione, la quale ? una simmetria delle equazioni.

              Bene, ho una equazione relativistica per il campo elettromagnetico. Ma se questo campo elettromagnetico ? generato da una particella carica, allora io voglio vedere come si muovono le particelle in un campo elettromagnetico, quindi devo accoppiare le equazioni del moto delle particelle alle equazioni di Maxwell, e richiedo di ottenere un set di equazioni che sia 1) invariante sotto la relativit? speciale e 2) invariante sotto la trasformazione di gauge del campo elettromagnetico. Queste sono le due simmetrie del mio sistema.

              Possiamo quindi ad esempio prendere la pi? famosa particella fondamentale, l'elettrone, ed accoppiarla al campo magnetico A. Come ho detto stiamo parlando di meccanica quantistica, la quale purtroppo tocca scomodare visto che a queste energie non valgono pi? le equazioni classiche del moto delle particelle, che per di pi? non sono manco relativistiche. Devo quindi introdurre l'equazione del moto quantistica e relativistica dell'elettrone, detta equazione di Dirac.

              Poich? ogni particella ha una dualit? particella-onda possiamo benissimo trattare l'elettrone non come una particella ma come un campo (come il campo elettromagnetico) che chiamiamo psi. Poich? vogliamo equazioni invarianti sotto la relativit? speciale vogliamo che psi sia un oggetto quadridimensionale come A^mu. Ora, sia A (che ? associato al fotone) che psi (che ? associato all'elettrone) hanno un momento intrinseco, lo spin, ovvero sono come delle palline che ruotano su un proprio asse, ma quello dell'elettrone ? "met?" di quello del fotone, e per questa propriet? particolare mentre A si comporta come un quadrivettore, psi si comporta come uno spinore, ovvero un vettore a quattro componenti (non un quadrivettore!) composto di due vettori bidimensionali che non si guardano fra di loro:

              .

              Sotto le trasformazioni della relativit? generale A e psi trasformano in maniera completamente diversa, sebbene entrambi siano formati da 4 componenti.

              Lo spin, in particolare, ? definito da un numero. Mentre A ? definito da spin 1, psi ? definito da spin 1/2. I campi con spin intero sono detti campi bosonici, e le particelle associate bosoni, mentre i campi con spin semi-intero sono definiti campi fermionici e le particelle fermioni. Dovrebbe essere chiaro che il bosone di Higgs, in quanto tale, ha spin intero, infatti ha spin 0, ovvero ? una pallina "che non ruota".

              La struttura bi-spinoriale del campo fermionico dell'elettrone ? associata ad un'altra famosa particolarit?. L'equazione del moto (che non ho ancora introdotto) ammette due soluzioni, una soluzione con massa positiva, l'elettrone, ed una soluzione con massa negativa, l'anti-elettrone, che chiameremo psi-barra.

              [continue]
              Ma ho capito male o 'sti kaxxo di bosoni sono semplicemente le particelle che si usa associare all'esistenza dei campi elettromagnetici dovuti allo spin di elettroni e fotoni quando si ? nella relativit? generale???

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                #52
                @Racing: grazie, ma siamo ancora lontani dall'Higgs, stay tuned

                @Mikiff: No, non ? una caratteristica della relativit? generale (attenti a non confondere relativit? ristretta e generale, in questo contesto si considera solo la ristretta) ma una propriet? quantistica, in quanto lo spin ? una caratteristica puramente quantistica.
                Bosoni e fermioni sono definiti in base al valore del loro spin. Avere uno spin intero o semintero cambia totalmente la struttura delle particelle, sia sotto trasformazioni di simmetria (ovvero se sono scalari, quadrivettori o bispinori), sia statistica (come spiego tra poco). Tutti i campi associati alle interazione sono bosonici, questo ? vero, ma ad esempio questa cosa non vale in supersimmetria, ed inoltre non vale lo stesso per le particelle, ovvero esistono particelle bosoniche che non sono portatori dell'interazione. Ad esempio i pioni, che sono stati quark-antiquark per forza di cose hanno spin totale = 0, quindi sono bosoni, come anche l'higgs che non veicola nessuna interazione.
                La vera differenza tra bosoni e fermioni ? nella loro statistica: i bosoni si possono "sommare" in uno stesso stato, ad esempio la luce ? formata dalla condensazione (la somma) di tanti fotoni con la stessa energia e spin, i fermioni invece non possono stare nello stesso stato, infatti in un orbitale atomico ci pu? stare solo un elettrone con un certo spin. Inoltre per via dello spin intero i bosoni hanno anche caratteristiche ondulatorie osservabili (la luce) mentre i fermioni no (gli aggregati di elettroni non hanno un analogo classico del comportamento ondulatorio della luce).

                @TheKing: va bene cosi?

                Comment


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                  #53
                  Io non so nulla ma cerco di interpretare le tue "definizioni"...

                  ... se un fotone ha spin intero e dunque gli ? associato un campo bosonico allora se mi metto in un sistema di riferimento solidale col fotone lo spin ? zero e usando l'acceleratore si ? registrato il relativo bosone di higgs???

                  Ma sopratutto, si vede che non ci capisco una fava brillata???

                  Last edited by MiKiFF; 09-07-12, 17:57.

                  Comment


                  • Font Size
                    #54
                    a me sembra che non sanno nemmeno loro cosa hanno osservato:1:


                    E se il bosone non fosse l'Higgs? - Wired.it

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                      #55
                      @ MiKiff: b? quantomeno mi fa piacere che ti interessi Purtroppo l'interpretazione ? il problema della divulgazione scientifica, poich? si usano allusioni e la gente cerca di "ricostruire" i concetti interpretando quando divulgato. Basta chiedere in tal caso
                      Lo spin ovviamente non ? un momento intrinseco nel senso della palla di biliardo che ruota, in quanto le particelle sono "difetti topologici dello spazio tempo", ovvero sono oggetti puntiformi e non "girano". Lo spin ? un numero quantico, ed in quanto tale ? misurabile ed invariante sotto trasformazione di coordinate. Non solo definisce la struttura dei campi sotto trasformazioni di coordinate (quindi spinori e non quadrivettori ad esempio) ma come gi? detto ne definisce le propriet? statistiche (i bosoni condensano mentre i fermioni no - ? il famoso Principio di Pauli) ed inoltre lo spin definisce anche il numero di gradi di libert?. Ad esempio il fotone ha spin 1 e le proiezioni su di un asse spaziale dello spin sono due, con autovalori +1 e -1, ovvero le due polarizzazioni circolari del campo elettromagnetico. Avesse spin 2 (come il gravitone ad esempio) avrebbe molti gradi di libert? in pi?. Se ne avesse uno soltanto (come il bosone di higgs) non sarebbe polarizzabile.

                      @ motosimo: allora, non ? stato annunciato di aver trovato l'higgs ma una particella scalare con 126GeV. E' vero che ci sono tante possibilit? aperte. Potrebbe essere una particella supersimmetrica, o una delle tante particelle di dark matter, MA tutte le caratteristiche trovate sono in accordo con quelle dell'higgs del modello standard, quindi applicando il Rasoio di Occam la soluzione pi? semplice ? che sia l'higgs. Questo higgs poi pu? essere una particella composta, l'higgs supersimmetrico etc etc... tutti i dettagli sono ancora da comprendere.

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                        #56
                        Originally posted by Hitan View Post
                        @TheKing: va bene cosi?
                        Si, mi ? pi? chiara la prima parte e quindi come con le calibrazioni si associno le teorie di Maxwell.
                        Purtroppo per? vengono fuori tutti i limiti della mia conoscenza (fin troppo basilare) della fisica: non ho idea della differenza tra relativit? ristretta ed allargata, non ho idea di cosa sia un quadrivettore (ed ancora meno di uno spinore), ad esempio.
                        Quindi il filo generale riesco a comprenderlo ma mi sembra di saltellare su uno stagno di notte, sperando di beccare una pietra ad ogni balzo....

                        PS Mi hai sconvolto la serata: io il principio di esclusione lo conoscevo in veste molto diversa e relativa ai soli elettroni.

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                          #57
                          Ok, ho definitivamente capito che non ho lontanamente le basi per poter minimamente capire, evviva...

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                            #58
                            Originally posted by MiKiFF View Post
                            Ok, ho definitivamente capito che non ho lontanamente le basi per poter minimamente capire, evviva...

                            Conte se riesco a capirci qualcosa io, ci riesce chiunque

                            Inviato dal mio SGH-T959 usando Tapatalk

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                              #59
                              Beato chiunque, io alzo bandiera bianca...

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                                #60
                                Originally posted by AndreaRS250 View Post
                                beh ma per rispondere ad alcune di queste domande mica devi chiedere alla fisica...

                                come no?

                                io credevo di si invece




                                P.S. pensaci bene, tutte le domande che ho elencato sono in qualche modo legate tra loro

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