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Una analisi, anche rapida e superficiale quale quella di possibile in qualche giorno di vacanza su di un documenti di oltre 500 pagine, il Budget definitivo per il 2009 pubblicato pochi giorni fa dalla Ragioneria Generale dello Stato, offre una montagna di spunti interessanti.
Cominciamo dalla prima tabella, il riepilogo per natura dei costi che lo stato italiano prevede di dover sostenere nel corso del presente anno.
La prima cosa che colpisce ? la netta sensazione di trovarsi di fronte ad una macchina non dico immobile, ma dotata di una formidabile forza diinerzia, che tende, anno dopo anno, a correre sempre allo stesso modo.
Lo stato italiano prevede di spendere nel 2009 quasi 500 miliardi di euro, ma di questi solo una piccola parte possono essere gestiti dinamicamente, basta analizzare le poche sintetiche voci della nostra tabella. Quasi il 60% dei soldi disponibili, circa 286 miliardi di euro, sono costi dislocati, ? cio? somme che lo Stato ? tenuto per legge a trasferire ad altri enti erogatori di spesa, soprattutto enti locali ed enti previdenziali; un’altro 17%, oltre 80 miliardi di euro, ? costituito dagli oneri del debito pubblico, ed ? quindi intoccabile.
Restano circa 91 miliardi di euro, poco meno del 20% dei costi pubblici e su di essi infatti la ragioneria generale approfondisce la analisi. Ma neppure questo 20% ? suscettibile di molti margini di manovra. 89 miliardi su 91, quasi il 90% di questa fascia di spesa pubblica, ? rappresentato dai costi delle retribuzioni, evidentemente prefissati ed immobilizzati per definizione.
Ben poco quindi il margine di manovra a disposizione del governo, di qualunque colore sso sia. Ed essenziale lo sforzo di riqualificazione di questa spesa pubblica, enorme ma congelata balena.
http://giuseppeferrari.wordpress.com...ardo-generale/
Cominciamo dalla prima tabella, il riepilogo per natura dei costi che lo stato italiano prevede di dover sostenere nel corso del presente anno.
La prima cosa che colpisce ? la netta sensazione di trovarsi di fronte ad una macchina non dico immobile, ma dotata di una formidabile forza diinerzia, che tende, anno dopo anno, a correre sempre allo stesso modo.
Lo stato italiano prevede di spendere nel 2009 quasi 500 miliardi di euro, ma di questi solo una piccola parte possono essere gestiti dinamicamente, basta analizzare le poche sintetiche voci della nostra tabella. Quasi il 60% dei soldi disponibili, circa 286 miliardi di euro, sono costi dislocati, ? cio? somme che lo Stato ? tenuto per legge a trasferire ad altri enti erogatori di spesa, soprattutto enti locali ed enti previdenziali; un’altro 17%, oltre 80 miliardi di euro, ? costituito dagli oneri del debito pubblico, ed ? quindi intoccabile.
Restano circa 91 miliardi di euro, poco meno del 20% dei costi pubblici e su di essi infatti la ragioneria generale approfondisce la analisi. Ma neppure questo 20% ? suscettibile di molti margini di manovra. 89 miliardi su 91, quasi il 90% di questa fascia di spesa pubblica, ? rappresentato dai costi delle retribuzioni, evidentemente prefissati ed immobilizzati per definizione.
Ben poco quindi il margine di manovra a disposizione del governo, di qualunque colore sso sia. Ed essenziale lo sforzo di riqualificazione di questa spesa pubblica, enorme ma congelata balena.
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