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sulla situazione attuale e gli scontri degli scorsi giorni a roma (articolo giornale)

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    #16
    Syd87, rispondere alla tua domanda ? molto difficile.

    Quella che segue ? la mia personalissima opinione; una delle possibili risposte.

    Credo che le cause siano da ricercare in una serie di fattori:
    - il primo ? insito nella nostra cultura; noi italiani siamo portati a ricercare la via pi? breve in tutto.
    Questo fa si che si sia portati ad i cambiamenti repentini ed anche rischiosi, e credo che questa sia la caratteristica, nella storia millenaria della penisola che oggi si chiama Italia, ci abbia permesso di contribuire in modo significativo allo sviluppo delle scienze umanistiche e della civilt? in senso stretto. Pensa solo ai tantissimi artisti (pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, ecc.) che la Penisola ha espresso.
    Il rovescio della medaglia ? che siamo poco inclini alla politica dei piccoli passi, che implica pazienza, tenacia e costanza.
    Noi siamo quelli dei miracoli, "veri" o presunti che siano, siamo quelli della zona Cesarini.
    Noi non siamo bravi a programmare, a pianificare ed a perseguire obbiettivi di lungo termine.


    - Il secondo ? la storia della nostra giovane Repubblica; se guardiamo agli ultimi 60 anni in Italia c'? sempre stata una spaccatura netta tra gli schieramenti.
    Prima tra i partiti che rappresentavano i due blocchi che per decenni si sono fronteggiati nella guerra fredda.
    Dopo la caduta del muro di Berlino tra chi ? "comunista" (anche se non lo ? mai stato) e chi al contrario ? liberale (anche se non ha idea di cosa significhi esserlo davvero).
    Dalla fine degli anni sessanta ai primi anni 80 il terrorismo rosso e nero hanno pesantemente influenzato la vita del Paese e questo ? un esempio della conflittualit? esasperata che ha caratterizzato in modo cronico la Repubblica Italiana.
    Noi ci siamo assuefatti a questo perenne stato di conflitto e non ne rileviamo l'atipicit? a meno di assistere ad episodi "clamorosi" che, per quanto ricordi, lo sono sempre stati in negativo.

    - Il terzo ? un elemento contingente che rende un unicum la situazione politica italiana dal dopo Tangentopoli ad oggi.
    Il conflitto di interesse di chi ci governa; in soldoni noi abbiamo qualcuno che dovrebbe adottare decisioni contro il proprio interesse personale per fare quello della collettivit?; non 'sta n? in cielo n? in terra.


    Questa aberrazione della democrazia, che ha attecchito grazie all'abilit? dimostrata nello sfruttare gli elementi culturali e storici, precedentemente elencati, che caratterizzano la nostra societ?, ci sta portando all'auto distruzione.

    Non credo che noi si sia meno capaci degli altri, anzi al contrario credo che abbiamo almeno una qualit? che altri non hanno sviluppato come noi: la cultura intesa in senso lato.
    Dovremmo sfruttare questo patrimonio che abbiamo costruito in migliaia di anni ed invece preferiamo litigare su tutto perch? ci manca la capacit? di mediazione, di compromesso in senso positivo (od il pragmatismo se preferisci) che gli altri invece hanno.

    Non credo neanche che la societ? italiana sia pi? egoista delle altre; a me sembra che pecchiamo piuttosto di senso civico e della consapevolezza di essere una comunit?.

    E' per questo che sono convinto che per uscirne si debba cominciare a dare esempi diversi che facciano leva sul senso civico e sulla necessit? di trovare una sintesi/mediazione che essere una comunit? impone.

    Sono sicuro che l'Italia ? in grado di esprimere persone di qualit? che possano darcelo questo esempio.
    Ti cito due persone che, al di l? delle diverse idee/preferenze politiche si possano avere, ritengo l'abbiano oggettivamente fatto nel recente passato: Ciampi e Prodi.

    Rileggendo il "poema" che ho scritto, forse si potrebbe sintetizzare il tutto e rispondere alla tua domanda, semplificando, dicendo che siamo immaturi, nel senso che ci manca la solidit?, l'equilibrio della maturit?.

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      #17
      Originally posted by syd87 View Post
      si per? c'? da dire che di paesi capitalisti ce ne son molti,ma la situazione ad esempio in paesi come la danimarca o la svezia non mi pare propriamente la stessa (o almeno queste son state le mie impressioniquardare).
      Quelli sono paesi con una politica sociale molto forte per?... Come al solito, la verit? sta nel mezzo e loro l'hanno capito da un pezzo...

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        #18
        Originally posted by Foglio View Post
        Quelli sono paesi con una politica sociale molto forte per?... Come al solito, la verit? sta nel mezzo e loro l'hanno capito da un pezzo...
        Beh sei mai stato in Danimarca ? Facile fare i leoni con 1 abitante ogni chilometro !

        L'Italia ? sovraffollata e siamo talmente coLLioni che VOGLIAMO che vengano immigrati da ogni dove ... se cladestini ancor meglio cosi sinceriamo un p? di voti alla sx appena avranno diritto di voto

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          #19
          Originally posted by gluca View Post
          Syd87, rispondere alla tua domanda ? molto difficile.

          Quella che segue ? la mia personalissima opinione; una delle possibili risposte.

          Credo che le cause siano da ricercare in una serie di fattori:
          - il primo ? insito nella nostra cultura; noi italiani siamo portati a ricercare la via pi? breve in tutto.
          Questo fa si che si sia portati ad i cambiamenti repentini ed anche rischiosi, e credo che questa sia la caratteristica, nella storia millenaria della penisola che oggi si chiama Italia, ci abbia permesso di contribuire in modo significativo allo sviluppo delle scienze umanistiche e della civilt? in senso stretto. Pensa solo ai tantissimi artisti (pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, ecc.) che la Penisola ha espresso.
          Il rovescio della medaglia ? che siamo poco inclini alla politica dei piccoli passi, che implica pazienza, tenacia e costanza.
          Noi siamo quelli dei miracoli, "veri" o presunti che siano, siamo quelli della zona Cesarini.
          Noi non siamo bravi a programmare, a pianificare ed a perseguire obbiettivi di lungo termine.


          - Il secondo ? la storia della nostra giovane Repubblica; se guardiamo agli ultimi 60 anni in Italia c'? sempre stata una spaccatura netta tra gli schieramenti.
          Prima tra i partiti che rappresentavano i due blocchi che per decenni si sono fronteggiati nella guerra fredda.
          Dopo la caduta del muro di Berlino tra chi ? "comunista" (anche se non lo ? mai stato) e chi al contrario ? liberale (anche se non ha idea di cosa significhi esserlo davvero).
          Dalla fine degli anni sessanta ai primi anni 80 il terrorismo rosso e nero hanno pesantemente influenzato la vita del Paese e questo ? un esempio della conflittualit? esasperata che ha caratterizzato in modo cronico la Repubblica Italiana.
          Noi ci siamo assuefatti a questo perenne stato di conflitto e non ne rileviamo l'atipicit? a meno di assistere ad episodi "clamorosi" che, per quanto ricordi, lo sono sempre stati in negativo.

          - Il terzo ? un elemento contingente che rende un unicum la situazione politica italiana dal dopo Tangentopoli ad oggi.
          Il conflitto di interesse di chi ci governa; in soldoni noi abbiamo qualcuno che dovrebbe adottare decisioni contro il proprio interesse personale per fare quello della collettivit?; non 'sta n? in cielo n? in terra.


          Questa aberrazione della democrazia, che ha attecchito grazie all'abilit? dimostrata nello sfruttare gli elementi culturali e storici, precedentemente elencati, che caratterizzano la nostra societ?, ci sta portando all'auto distruzione.

          Non credo che noi si sia meno capaci degli altri, anzi al contrario credo che abbiamo almeno una qualit? che altri non hanno sviluppato come noi: la cultura intesa in senso lato.
          Dovremmo sfruttare questo patrimonio che abbiamo costruito in migliaia di anni ed invece preferiamo litigare su tutto perch? ci manca la capacit? di mediazione, di compromesso in senso positivo (od il pragmatismo se preferisci) che gli altri invece hanno.

          Non credo neanche che la societ? italiana sia pi? egoista delle altre; a me sembra che pecchiamo piuttosto di senso civico e della consapevolezza di essere una comunit?.

          E' per questo che sono convinto che per uscirne si debba cominciare a dare esempi diversi che facciano leva sul senso civico e sulla necessit? di trovare una sintesi/mediazione che essere una comunit? impone.

          Sono sicuro che l'Italia ? in grado di esprimere persone di qualit? che possano darcelo questo esempio.
          Ti cito due persone che, al di l? delle diverse idee/preferenze politiche si possano avere, ritengo l'abbiano oggettivamente fatto nel recente passato: Ciampi e Prodi.

          Rileggendo il "poema" che ho scritto, forse si potrebbe sintetizzare il tutto e rispondere alla tua domanda, semplificando, dicendo che siamo immaturi, nel senso che ci manca la solidit?, l'equilibrio della maturit?.
          apprezzo davvero tanto chi ? disposto a sacrificare del tempo per esporre le proprie idee in modo cosi chiaro , su di un argomento per nulla scontato poi; grazie mille .
          io ragionando avevo cercato di darmi una risposta sostanzialmente come te, andando a ritroso per piccoli passi (partendo magari dal senso di vuoto che mi provoca pensare a come siam stati uniti e a come la politica di Liborio Romano sia ancora quella predominante ai giorni nostri).
          La risposta che mi son tiuscito a dare alla fine ? per? pressocch? la stessa: siam "piccoli" e peggio ancora non si ? sviluppato una qualche forma di "coscienza collettiva"..

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            #20
            Quelli che vanno a sfasciare tutto fanno gli operai o i mantenuti.. Altro che disagio. Sono dei falliti che sfortunatamente credono ciecamente in qualcosa di distorto e se ne fregano.. Poi ci sono gli indignati che non hanno le palle, o la stupidit? di spaccare tutto ma col loro silenzio li appoggiano.. Poi.. Molto poi.. Ci sono gli altri..e anche su questi altri ci sarebbe da discutere.

            Per me i primi andrebbero cacciati,i secondi ammoniti e gli altri informati e incoraggiati.

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