Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Una cosa che non capisco delle donne....

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #76
    Originally posted by GianClark View Post
    Se hanno accanto uno che le ama, le rispetta.... ? sostanzialmente corretto. (poi ognuno ha le sue difficolt?, fragilit? e limiti) queste si lamentano e a volte sono proprio opprimenti.

    Se hanno uno stronz-o... che le mena se ne frega e tutto... lo giustificano!
    "E' colpa mia perch? lo esaspero" "Se io non fossi cos?, lui non avrebbe certe reazioni...."

    Rimango interdetto
    la troppa apprensivit? le stufa, le cose bisogna dargliele un p? per volta, e quando serve essere indifferenti, bisogna essere indifferenti. loro sono cosi, se senti dire in giro il contrario, ? una grossa bugia.

    Comment


    • Font Size
      #77
      non mi trovo d'accordo su molte cose scritte in questo topic, ma forse non sono in grado di fornire una spiegazione con parole mie, anche perch? penso che sia un fattore psicologico che nulla ha a che vedere con il maschio alfa ecc ecc ...
      Ragion per cui vi copio qualche scritto di chi meglio di me riesce ad esprimere il mio pensiero:

      "Quali sono i fattori che impediscono ad una donna di uscire da una relazione violenta? Perch? la donna non reagisce ai soprusi che subisce? Truminger nel suo lavoro marital violence, the legal solution ha classificato i motivi che impediscono ad una donna di rompere la relazione:

      1. Negativo concetto di se;

      2. Fiducia che il marito possa cambiare;

      3. Mancanza di sostegni economici tali da garantire una autosufficienza;

      4. Presenza di bambini bisognosi del sostegno economico offerto dal padre;

      5. Concezione negativa della separazione e del divorzio;

      6. Impossibilit? di lavorare per la presenza di bambini piccoli da accudire;

      7. Paura di non poter vivere da sole.

      Una donna vittima di violenze, in proposito, racconta[4]:

      ?Non l?avevo certo sposato per interesse. Per? scoprire che era a volte anche molto diverso da quello che mi ero immaginata ? stato scioccante. Infatti all?inizio non volevo crederci. (?) Mi dicevo: ?mi sono sbagliata io a vedere questo suo comportamento che non mi aspettavo. Probabilmente mi sono sbagliata, lui non ? cos?, non si ? comportato cos??. Negavo proprio l?evidenza. Per? non avevo nessun testimone, non potevo fare il confronto con nessuno. In quest?ultimo periodo, infatti, ero molto confusa. Sono sicura che mi era piaciuto molto all?inizio, che mi ero sentita molto attratta, per? ??.

      Sul perch? le donne maltrattate non lasciano il partner sono nate tante leggende metropolitane: vengono accusate di essere passive, di volere una relazione di quel tipo, di essere masochiste perch? piace loro subire abusi e altre cose che, se non fosse perch? sono idee largamente diffuse, potrebbero quasi fare sorridere.

      Le cose nella realt? sono molto diverse. Per prima cosa le donne che non lasciano il partner sono tutto all?infuori che passive, infatti cercano in ogni modo di cambiare la situazione: discutono con il partner per farlo ragionare, si difendono, rispondono alle aggressioni e spesso minacciano di andarsene (anche se poi non mettono in atto la minaccia oppure, una volta realizzata, tornano sui loro passi). In certi casi le donne si rivolgono ad amici, parenti ed anche alle istituzioni per chiedere aiuto, ma come rispondono queste ultime? Troppo spesso le istituzioni rimangono sorde alle richieste di aiuto delle donne, preferiscono non vedere la violenza, sembrano dare ragione all?uomo violento colpevolizzando la donna. In molto casi cercano di convincerla a rimanere col l?uomo per il bene dei figli. In questo modo la donna si trova a subire una seconda violenza: la prima ? quella che subisce dal compagno violento, la seconda ? quella che subisce dalle istituzioni che, banalizzando il suo problema, la fanno ricadere nell?abisso degli abusi. Per farci un?idea di quello appena scritto riportiamo alcune testimonianze[5]:

      ?Mi ha dato un morso terribile, ho avuto paura e sono scappata. Sono andata da mio pap?, volevo restare li ma mi ha detto di non metterlo in mezzo e che dovevo tornare a casa perch? era mio marito?

      ?Una sera sono andata al Pronto Soccorso piena di legnate e il medico mi ha detto: ?Signora, non faccia denuncia, ? pur sempre suo marito?. Testuali parole. A quel punto mi sono sentita un verme, mi sono presa su e son tornata a casa?.

      ?Sono andata alla polizia e ho fatto un esposto. Il giorno dopo ci hanno chiamato e il commissario m?ha fatto il processo. Sosteneva che esasperavo mio marito e lo portavo a comportarsi in modo violento. Gli ho detto: ?mio marito mi chiude fuori dalla porta per delle ore, mi vieta di andare in chiesa?. ?Signora e lei rinuncia ad andare in chiesa?. ?Mi vieta di telefonare. Ha spaccato il telefono, queste non sono violenze??. ?Signora si vede che lei gli risponde a tono?. Mio marito ha detto: ?hai visto che ho ragione? Che dovrei dartene di pi???.

      ? assurdo che le istituzioni (spesso anche amici e parenti) siano cos? sorde alle richieste delle donne maltrattate, ma spesso ? ci? che accade e quindi una motivo che spinge le donne a non fare nulla. Molte donne hanno tentato di fare qualcosa, ma le risposte che hanno ottenuto sono state umilianti e denigranti quasi quanto gli abusi del compagno. Altre donne, proprio per la paura di non essere credute o di essere mal considerate non prova neppure la via istituzionale e si tiene tutto dentro.

      I motivi che tengono una donna legata a un uomo che la maltratta non hanno nulla a che vedere con il masochismo. In molti casi vi ? una ragione economica, le donne non hanno da che mantenersi e raramente il marito versa gli assegni. Con la recente legge del 2001 ora vi ? la possibilit? che l?assegno di mantenimento venga detratto direttamente dalla busta paga dell?uomo da parte del datore di lavoro. Questo ? sicuramente un grande passo in avanti, ma non sempre alla teoria segue la pratica. Le donne si trovano davanti ad una situazione certa, materiale e concreta come pu? essere quella di non avere i soldi per mangiare e sopravvivere, verso una situazione solo promessa e per questo non certa, di vedersi versare degli alimenti dal compagno violento. In molti casi la paura prende il sopravvento e, al motto della vecchia frase mai lasciare la strada vecchia per la nuova, preferiscono rimanere con il marito.

      Altro motivo che le spinge a restare sono i figli: non li vogliono separare dal padre, non vogliono fare loro subire dei traumi. Purtroppo non si rendono conto che restando accanto ad un marito violento, in un relazione caratterizzata solo da abusi e dove l?amore ? solo un vago ricordo, producono dei danni ai figli maggiori.

      Molte donne restano accanto al marito perch? legate a ideali di coppia e di famiglia: sono state educate a sottomettere il proprio bene per il benessere della famiglia.

      Le donne restano anche per paura della solitudine, dopo anni vissuti in una situazione di abuso ne sono diventate quasi schiave: hanno paura di non riuscire a vivere senza l?uomo che abusa di loro, spesso si sono ormai convinte di non valere nulla.

      Le donne non scappano perch? la violenza le ha consumate da dentro, le ha private di ogni forza per potere reagire e le ha riempite di mille paure. Il maltrattamento mina cos? profondamente l?integrit? della donna fino a rendere impossibile ogni suo movimento, la devastano e la distruggono e determinano l?impossibilit? di ribellarsi.

      La violenza intrafamigliare nel pensiero corrente (e spesso anche in quello delle vittime) viene visto come un fenomeno che fa parte della coppia e per tale motivo deve essere accettato (l?amore non ? bello se non ? litigarello). Gli stereotipi, i luoghi comuni, una risposta sociale non adeguata precludono la possibilit? di individuare dei validi strumenti di intervento. Il problema ? proprio una societ? che non ha mai delegittimato pienamente l?abuso contro la donna, legittimando invece tutte quelle strategie che questa mette in atto al fine di mantenere la relazione. La donna, allora, si trova nella necessit? di dover sopravvivere alla relazione e, per fare questo, mette in atto tutta una serie di difese. Stiamo parlando delle strategie di coping: insieme di reazioni utilizzate per far fronte ad una situazione inaccettabile. Le strategie di coping salvano (forse) la donna da una minaccia, ma producono altri effetti collaterali. In questo modo, infatti, la donna riesce a sopravvivere alla relazione, ma si allontana sempre di pi? dalla realt?. Non riescono pi? a vedere la realt? come ?, ma la vedono distorta, distorta fino al punto da non riuscire a riconoscere l?abuso. Non riconoscendo l?abuso non hanno pi? la forza di chiedere aiuto, perch? se lo facessero sarebbe come andare a riscoprire ci? che con le strategie di coping avevano accuratamente coperto. Vediamo nel dettaglio alcune di queste strategie individuate da Ponzio nel libro ?crimini segreti?[6].

      ?Non voglio farvi perdere tempo?

      Alcune donne si recano presso i centri antiviolenza ma, prima di esporre il loro problema, mettono le mani avanti: mettono in dubbio che sia il posto adatto per loro, non vogliono fare perdere tempo perch? ritengono esistano sicuramente delle situazioni pi? gravi. Continuano a negare gli abusi, cercando di convincersi che il marito sia una ottima persona perch? basta saperlo prendere. In questi casi ? la donna che si prendere la responsabilit? di tutto, attribuisce a suoi comportamenti sbagliati la reazione violenta del compagno. In definitiva la prima strategia di coping consiste proprio nel cercare di negare l?abuso, attribuendo a se stesse le colpe degli atteggiamenti del marito.

      ?Non ricordo?

      Un?altra strategia di coping consiste nel non ricordare: gli episodi negativi vengono rimossi dalla memoria, oppure coperti da una patina tale da renderli inaccessibili. Le donne non voglio ricordare la violenza subita e se, dopo un duro lavoro da parte de Centri Antiviolenza, riescono a vincere questo muro possono, all?incontro successivo, dimenticare di aver ricordato.

      ?ricucire?

      Quando il negare, il minimizzare, il non ricordare diventano strumenti non adeguati ricorrono alla strategia del ?ricucire?: iniziano a pensare, pianificare l?idea di andarsene senza per? mai metterla veramente in pratica. La strategia del coping, paradossalmente, consiste proprio in questo: pianificare senza mettere in atto. Il proporsi di andarsene, di rompere con il partner violento sembra aiutare la donna a reggere la situazione e ricucire di volta in volta gli strappi prodotti. Quali sono gli effetti di questa strategia? Lo scollamento che avviene tra il piano delle intenzioni e quello della realt?, tra quello che la donna vorrebbe fare e quello che non riesce a fare, aumenta il suo senso di impotenza e la sua scarsa autostima.

      ?go and stop?

      Altra strategia ? quella del ?go and stop?: una volta che hanno deciso di andarsene tornano sui loro passi riprendendo ad usare quelle strategie precedentemente entrati in crisi. Il ritornare sui suoi passi della donna non deve indurre a formulare giudizi negativi su di lei, ma deve essere un segnale del fatto che la donna non era ancora pronta a fare quel passo.

      ?ho le spalle grosse?

      Molte donne non si rivolgono all?ospedale, dopo aver subito violenza da parte dell?uomo, vantandosi di avere ?le spalle grosse?. La causa di questo ? uno stereotipo molto diffuso che fa combaciare la donna forte con la donna che sopporta tutto. Per le donne minimizzare la gravit? della violenza fisica subita ? un modo per sminuire l?accaduto. Andare al pronto soccorso o in ospedale significava mettere nero su bianco (magari attraverso radiografie e un referto chiaro) una realt? che lei rifiuta di vedere. Non ? da trascurare il fatto che questo atteggiamento porta la donna a trascurare se stessa e la propria salute.

      ?lui ? un buon padre?

      In molti casi ? l?amore della madre per il figlio ci? che le da la forza per interrompere la relazioni, ma in altri casi avviene l?esatto contrario. Focalizzarsi sulla sopravvivenza mediante strategie di coping pu? provocare una grossa confusione rispetto le esigenze dei propri figli. Cos? le donne non lasciano il marito adducendo la motivazione ?lui ? un buon padre?, ma le cose stanno veramente cos?? E? come se la donna puntasse tutta la sua attenzione sulla protezione del rapporto e, in una sorta di conflitto di interessi, non riuscisse pi? a proteggere n? se stessa n? e figli. In realt? l?immagine del buon padre, pi? che tutelare i figli, sembra rassicurare lei e realizzare il suo desiderio che il partner sia tale.

      ?il potere dell?utero?

      ?Il potere dell?utero differenzia le donne dagli uomini e instaura il potere della maternit?, di atto altrettanto grande e di solito pi? pervasivo e influente di quello del denaro, della legge e della posizione sociale. Si tratta della forma di potere che pu? richiedere anni e perfino generazioni prima di manifestarsi pienamente e che, una volta stabilito, ? difficilmente reversibile. Bench? si tratti di un potere normalmente esercitato in modo benefico, le medesime pulsioni che generano amore, appagamento e senso di sicurezza, possono quando le cose vanno male, produrre effetti collaterali. ? Se le donne avessero alle spalle una pi? antica tradizione di appartenenza alle strutture del potere, forse il loro atteggiamento nei confronti degli uomini e dei figli non sarebbe pi? governato, come accade ancora oggi, da una debolezza che esse si sforzano di trasformare in ossessivit? e controllo?[7].

      Possiamo concludere dicendo che le motivazioni che spingo una donna a rimanere sono tante e complesse: semplificarle, banalizzarle e stigmatizzare la donna contribuisce a farla sentire sempre maggiormente inadeguata e incapace di decidere. Questo non fa altro che protrarre la sua presenza accanto ad un uomo violento."


      e anche:

      "Come il principe azzurro si trasforma nell'orco
      All'inizio del rapporto il partner violento si presenta nella sua veste migliore: ? particolarmente affettuoso, premuroso, fa sentire la sua donna unica e speciale.

      Con il tempo per? si instaura quello che gli psicologi chiamano il" circolo della violenza".

      Dopo ogni episodio di maltrattamento, lui si scusa, piange, promette di non farlo pi? e ..per un po' di tempo mantiene effettivamente le sue promesse: ridiventa l' uomo tenero e romantico dei primi tempi fino al prossimo episodio di violenza

      E'importante sapere che questa difficile situazione ? destinata a peggiorare: negli anni gli episodi di maltrattamento diventano sempre pi? frequenti e gravi.

      Inutile sperare che al situazione possa risolversi da sola e che con il tempo, un uomo violento possa cambiare: lui cambier? s?, ma in peggio.

      Perche' le donne non lasciano un uomo violento
      Molto spesso le donne trovano quasi impossibile lasciare un compagno violento, nonostante la relazione sia profondamente insoddisfacente.

      Infatti l'effetto del maltrattamento ? quello di distruggere l'autostima e le capacit? decisionali in chi lo subisce.

      Con il tempo la donna finir? per credere di essere colpevole, di non valere niente e di meritarsi il maltrattamento.

      Gli uomini maltrattanti cercano di creare il vuoto intorno alla loro compagna, la isolano dai suoi familiari e amici, scoraggiano i suoi tentativi da autonomia e indipendenza (anche dal punto di vista economico).

      Sola e senza appoggio, la donna maltrattata si convincer? di non essere in grado di affrontare la vita autonomamente e preferir? restare in una relazione difficile ma conosciuta.

      Inoltre ci pu? essere il timore ( fondato) che se decide di lasciare il compagno, lui possa diventare ancora pi? violento e pericoloso."


      Cmq perdonatemi se dico che questo argomento non riesco a scherzare e che non va preso alla leggera, ? una piaga e andrebbe combattuto, dai maschi in primis ...

      Comment


      • Font Size
        #78
        Originally posted by Spank View Post
        non mi trovo d'accordo su molte cose scritte in questo topic, ma forse non sono in grado di fornire una spiegazione con parole mie, anche perch? penso che sia un fattore psicologico che nulla ha a che vedere con il maschio alfa ecc ecc ...
        Ragion per cui vi copio qualche scritto di chi meglio di me riesce ad esprimere il mio pensiero:


        Cmq perdonatemi se dico che questo argomento non riesco a scherzare e che non va preso alla leggera, ? una piaga e andrebbe combattuto, dai maschi in primis ...
        Grazie 1000 per il tuo contributo, grazie di cuore!

        ... Una domanda: perch? un uomo ha atteggiamenti tanto brutali?

        Comment


        • Font Size
          #79
          beh..un copia e incolla potente...ci vorr? un secolo ma dopo leggo tutto.
          Intanto quoto le tue prime righe..quest'approccio non mi dispiace.

          Comment


          • Font Size
            #80
            Originally posted by danystoner View Post
            beh..un copia e incolla potente...ci vorr? un secolo ma dopo leggo tutto.
            Intanto quoto le tue prime righe..quest'approccio non mi dispiace.
            e leggilo!

            Comment


            • Font Size
              #81
              Originally posted by GianClark View Post
              Grazie 1000 per il tuo contributo, grazie di cuore!

              ... Una domanda: perch? un uomo ha atteggiamenti tanto brutali?
              non saprei dirlo, a me la domanda che viene in testa e come pu? un uomo che dice di amare una donna (o che ha amato) trasformare l'amore in violenza.

              Comment


              • Font Size
                #82
                gran bell'intervento spank
                ho la pelle d'oca

                Comment


                • Font Size
                  #83
                  Originally posted by maxegb View Post
                  sei padrone di non essere d'accordo con me, ma per dire che ? una cazzata dovresti almeno avere capito qualcosa di quello che scrivo.....senza offesa, eh.....
                  .
                  giusto per puntualizzare quello che dici per me rimane una kazzata e non sto offendendo nessuno pensandolo, quello che scrivi tu invece ? offensivo ma vabb? lasciamo perdere visto che hai sottolineato la cosa evidentemente ti sei sentito colpito....il discorso che fai per quanto mi riguarda ? alquanto banale come per chi scopre l'acqua calda...ma siamo in un mondo libero dove ognuno ? libero di pensare quello che vuole...in definitiva se credi in quello che scrivi contento tu contenti tutti
                  p.s. ? vero che hai scritto che non bisogna essere stronzi ma "maschi" o aggressivi o non mi ricordo cosa...per? gentilmente mi faresti una lezione su chi rientra nei canoni dello stronzo? cio? un maschio aggressivo che morde al collo ? uno stronzo o meno?!?!?!

                  Comment


                  • Font Size
                    #84
                    Originally posted by GianClark View Post
                    allora dimmi come si fa rinunciare a capire...
                    semplice non ponendosi il problema...non sono da capire ma da accettare...

                    Comment


                    • Font Size
                      #85
                      Originally posted by jakal View Post
                      giusto per puntualizzare quello che dici per me rimane una kazzata e non sto offendendo nessuno pensandolo, quello che scrivi tu invece ? offensivo ma vabb? lasciamo perdere visto che hai sottolineato la cosa evidentemente ti sei sentito colpito...
                      cio?, secondo te dire a qualcuno che ha scritto una cazzata non ? offensivo? allora non hai problemi di comprensione solo su quello che ho scritto, ma ben pi? generalizzati.

                      p.s. ? vero che hai scritto che non bisogna essere stronzi ma "maschi" o aggressivi o non mi ricordo cosa...per? gentilmente mi faresti una lezione su chi rientra nei canoni dello stronzo? cio? un maschio aggressivo che morde al collo ? uno stronzo o meno?!?!?!
                      ecco, magari te lo vai a rileggere, visto che parli ma non ricordi neppure di cosa.

                      Comment


                      • Font Size
                        #86
                        Originally posted by Spank View Post
                        non mi trovo d'accordo su molte cose scritte in questo topic, ma forse non sono in grado di fornire una spiegazione con parole mie, anche perch? penso che sia un fattore psicologico che nulla ha a che vedere con il maschio alfa ecc ecc ...
                        Ragion per cui vi copio qualche scritto di chi meglio di me riesce ad esprimere il mio pensiero:

                        "Quali sono i fattori che impediscono ad una donna di uscire da una relazione violenta? Perch? la donna non reagisce ai soprusi che subisce? Truminger nel suo lavoro marital violence, the legal solution ha classificato i motivi che impediscono ad una donna di rompere la relazione:

                        1. Negativo concetto di se;

                        2. Fiducia che il marito possa cambiare;

                        3. Mancanza di sostegni economici tali da garantire una autosufficienza;

                        4. Presenza di bambini bisognosi del sostegno economico offerto dal padre;

                        5. Concezione negativa della separazione e del divorzio;

                        6. Impossibilit? di lavorare per la presenza di bambini piccoli da accudire;

                        7. Paura di non poter vivere da sole.

                        Una donna vittima di violenze, in proposito, racconta[4]:

                        ?Non l?avevo certo sposato per interesse. Per? scoprire che era a volte anche molto diverso da quello che mi ero immaginata ? stato scioccante. Infatti all?inizio non volevo crederci. (?) Mi dicevo: ?mi sono sbagliata io a vedere questo suo comportamento che non mi aspettavo. Probabilmente mi sono sbagliata, lui non ? cos?, non si ? comportato cos??. Negavo proprio l?evidenza. Per? non avevo nessun testimone, non potevo fare il confronto con nessuno. In quest?ultimo periodo, infatti, ero molto confusa. Sono sicura che mi era piaciuto molto all?inizio, che mi ero sentita molto attratta, per? ??.

                        Sul perch? le donne maltrattate non lasciano il partner sono nate tante leggende metropolitane: vengono accusate di essere passive, di volere una relazione di quel tipo, di essere masochiste perch? piace loro subire abusi e altre cose che, se non fosse perch? sono idee largamente diffuse, potrebbero quasi fare sorridere.

                        Le cose nella realt? sono molto diverse. Per prima cosa le donne che non lasciano il partner sono tutto all?infuori che passive, infatti cercano in ogni modo di cambiare la situazione: discutono con il partner per farlo ragionare, si difendono, rispondono alle aggressioni e spesso minacciano di andarsene (anche se poi non mettono in atto la minaccia oppure, una volta realizzata, tornano sui loro passi). In certi casi le donne si rivolgono ad amici, parenti ed anche alle istituzioni per chiedere aiuto, ma come rispondono queste ultime? Troppo spesso le istituzioni rimangono sorde alle richieste di aiuto delle donne, preferiscono non vedere la violenza, sembrano dare ragione all?uomo violento colpevolizzando la donna. In molto casi cercano di convincerla a rimanere col l?uomo per il bene dei figli. In questo modo la donna si trova a subire una seconda violenza: la prima ? quella che subisce dal compagno violento, la seconda ? quella che subisce dalle istituzioni che, banalizzando il suo problema, la fanno ricadere nell?abisso degli abusi. Per farci un?idea di quello appena scritto riportiamo alcune testimonianze[5]:

                        ?Mi ha dato un morso terribile, ho avuto paura e sono scappata. Sono andata da mio pap?, volevo restare li ma mi ha detto di non metterlo in mezzo e che dovevo tornare a casa perch? era mio marito?

                        ?Una sera sono andata al Pronto Soccorso piena di legnate e il medico mi ha detto: ?Signora, non faccia denuncia, ? pur sempre suo marito?. Testuali parole. A quel punto mi sono sentita un verme, mi sono presa su e son tornata a casa?.

                        ?Sono andata alla polizia e ho fatto un esposto. Il giorno dopo ci hanno chiamato e il commissario m?ha fatto il processo. Sosteneva che esasperavo mio marito e lo portavo a comportarsi in modo violento. Gli ho detto: ?mio marito mi chiude fuori dalla porta per delle ore, mi vieta di andare in chiesa?. ?Signora e lei rinuncia ad andare in chiesa?. ?Mi vieta di telefonare. Ha spaccato il telefono, queste non sono violenze??. ?Signora si vede che lei gli risponde a tono?. Mio marito ha detto: ?hai visto che ho ragione? Che dovrei dartene di pi???.

                        ? assurdo che le istituzioni (spesso anche amici e parenti) siano cos? sorde alle richieste delle donne maltrattate, ma spesso ? ci? che accade e quindi una motivo che spinge le donne a non fare nulla. Molte donne hanno tentato di fare qualcosa, ma le risposte che hanno ottenuto sono state umilianti e denigranti quasi quanto gli abusi del compagno. Altre donne, proprio per la paura di non essere credute o di essere mal considerate non prova neppure la via istituzionale e si tiene tutto dentro.

                        I motivi che tengono una donna legata a un uomo che la maltratta non hanno nulla a che vedere con il masochismo. In molti casi vi ? una ragione economica, le donne non hanno da che mantenersi e raramente il marito versa gli assegni. Con la recente legge del 2001 ora vi ? la possibilit? che l?assegno di mantenimento venga detratto direttamente dalla busta paga dell?uomo da parte del datore di lavoro. Questo ? sicuramente un grande passo in avanti, ma non sempre alla teoria segue la pratica. Le donne si trovano davanti ad una situazione certa, materiale e concreta come pu? essere quella di non avere i soldi per mangiare e sopravvivere, verso una situazione solo promessa e per questo non certa, di vedersi versare degli alimenti dal compagno violento. In molti casi la paura prende il sopravvento e, al motto della vecchia frase mai lasciare la strada vecchia per la nuova, preferiscono rimanere con il marito.

                        Altro motivo che le spinge a restare sono i figli: non li vogliono separare dal padre, non vogliono fare loro subire dei traumi. Purtroppo non si rendono conto che restando accanto ad un marito violento, in un relazione caratterizzata solo da abusi e dove l?amore ? solo un vago ricordo, producono dei danni ai figli maggiori.

                        Molte donne restano accanto al marito perch? legate a ideali di coppia e di famiglia: sono state educate a sottomettere il proprio bene per il benessere della famiglia.

                        Le donne restano anche per paura della solitudine, dopo anni vissuti in una situazione di abuso ne sono diventate quasi schiave: hanno paura di non riuscire a vivere senza l?uomo che abusa di loro, spesso si sono ormai convinte di non valere nulla.

                        Le donne non scappano perch? la violenza le ha consumate da dentro, le ha private di ogni forza per potere reagire e le ha riempite di mille paure. Il maltrattamento mina cos? profondamente l?integrit? della donna fino a rendere impossibile ogni suo movimento, la devastano e la distruggono e determinano l?impossibilit? di ribellarsi.

                        La violenza intrafamigliare nel pensiero corrente (e spesso anche in quello delle vittime) viene visto come un fenomeno che fa parte della coppia e per tale motivo deve essere accettato (l?amore non ? bello se non ? litigarello). Gli stereotipi, i luoghi comuni, una risposta sociale non adeguata precludono la possibilit? di individuare dei validi strumenti di intervento. Il problema ? proprio una societ? che non ha mai delegittimato pienamente l?abuso contro la donna, legittimando invece tutte quelle strategie che questa mette in atto al fine di mantenere la relazione. La donna, allora, si trova nella necessit? di dover sopravvivere alla relazione e, per fare questo, mette in atto tutta una serie di difese. Stiamo parlando delle strategie di coping: insieme di reazioni utilizzate per far fronte ad una situazione inaccettabile. Le strategie di coping salvano (forse) la donna da una minaccia, ma producono altri effetti collaterali. In questo modo, infatti, la donna riesce a sopravvivere alla relazione, ma si allontana sempre di pi? dalla realt?. Non riescono pi? a vedere la realt? come ?, ma la vedono distorta, distorta fino al punto da non riuscire a riconoscere l?abuso. Non riconoscendo l?abuso non hanno pi? la forza di chiedere aiuto, perch? se lo facessero sarebbe come andare a riscoprire ci? che con le strategie di coping avevano accuratamente coperto. Vediamo nel dettaglio alcune di queste strategie individuate da Ponzio nel libro ?crimini segreti?[6].

                        ?Non voglio farvi perdere tempo?

                        Alcune donne si recano presso i centri antiviolenza ma, prima di esporre il loro problema, mettono le mani avanti: mettono in dubbio che sia il posto adatto per loro, non vogliono fare perdere tempo perch? ritengono esistano sicuramente delle situazioni pi? gravi. Continuano a negare gli abusi, cercando di convincersi che il marito sia una ottima persona perch? basta saperlo prendere. In questi casi ? la donna che si prendere la responsabilit? di tutto, attribuisce a suoi comportamenti sbagliati la reazione violenta del compagno. In definitiva la prima strategia di coping consiste proprio nel cercare di negare l?abuso, attribuendo a se stesse le colpe degli atteggiamenti del marito.

                        ?Non ricordo?

                        Un?altra strategia di coping consiste nel non ricordare: gli episodi negativi vengono rimossi dalla memoria, oppure coperti da una patina tale da renderli inaccessibili. Le donne non voglio ricordare la violenza subita e se, dopo un duro lavoro da parte de Centri Antiviolenza, riescono a vincere questo muro possono, all?incontro successivo, dimenticare di aver ricordato.

                        ?ricucire?

                        Quando il negare, il minimizzare, il non ricordare diventano strumenti non adeguati ricorrono alla strategia del ?ricucire?: iniziano a pensare, pianificare l?idea di andarsene senza per? mai metterla veramente in pratica. La strategia del coping, paradossalmente, consiste proprio in questo: pianificare senza mettere in atto. Il proporsi di andarsene, di rompere con il partner violento sembra aiutare la donna a reggere la situazione e ricucire di volta in volta gli strappi prodotti. Quali sono gli effetti di questa strategia? Lo scollamento che avviene tra il piano delle intenzioni e quello della realt?, tra quello che la donna vorrebbe fare e quello che non riesce a fare, aumenta il suo senso di impotenza e la sua scarsa autostima.

                        ?go and stop?

                        Altra strategia ? quella del ?go and stop?: una volta che hanno deciso di andarsene tornano sui loro passi riprendendo ad usare quelle strategie precedentemente entrati in crisi. Il ritornare sui suoi passi della donna non deve indurre a formulare giudizi negativi su di lei, ma deve essere un segnale del fatto che la donna non era ancora pronta a fare quel passo.

                        ?ho le spalle grosse?

                        Molte donne non si rivolgono all?ospedale, dopo aver subito violenza da parte dell?uomo, vantandosi di avere ?le spalle grosse?. La causa di questo ? uno stereotipo molto diffuso che fa combaciare la donna forte con la donna che sopporta tutto. Per le donne minimizzare la gravit? della violenza fisica subita ? un modo per sminuire l?accaduto. Andare al pronto soccorso o in ospedale significava mettere nero su bianco (magari attraverso radiografie e un referto chiaro) una realt? che lei rifiuta di vedere. Non ? da trascurare il fatto che questo atteggiamento porta la donna a trascurare se stessa e la propria salute.

                        ?lui ? un buon padre?

                        In molti casi ? l?amore della madre per il figlio ci? che le da la forza per interrompere la relazioni, ma in altri casi avviene l?esatto contrario. Focalizzarsi sulla sopravvivenza mediante strategie di coping pu? provocare una grossa confusione rispetto le esigenze dei propri figli. Cos? le donne non lasciano il marito adducendo la motivazione ?lui ? un buon padre?, ma le cose stanno veramente cos?? E? come se la donna puntasse tutta la sua attenzione sulla protezione del rapporto e, in una sorta di conflitto di interessi, non riuscisse pi? a proteggere n? se stessa n? e figli. In realt? l?immagine del buon padre, pi? che tutelare i figli, sembra rassicurare lei e realizzare il suo desiderio che il partner sia tale.

                        ?il potere dell?utero?

                        ?Il potere dell?utero differenzia le donne dagli uomini e instaura il potere della maternit?, di atto altrettanto grande e di solito pi? pervasivo e influente di quello del denaro, della legge e della posizione sociale. Si tratta della forma di potere che pu? richiedere anni e perfino generazioni prima di manifestarsi pienamente e che, una volta stabilito, ? difficilmente reversibile. Bench? si tratti di un potere normalmente esercitato in modo benefico, le medesime pulsioni che generano amore, appagamento e senso di sicurezza, possono quando le cose vanno male, produrre effetti collaterali. ? Se le donne avessero alle spalle una pi? antica tradizione di appartenenza alle strutture del potere, forse il loro atteggiamento nei confronti degli uomini e dei figli non sarebbe pi? governato, come accade ancora oggi, da una debolezza che esse si sforzano di trasformare in ossessivit? e controllo?[7].

                        Possiamo concludere dicendo che le motivazioni che spingo una donna a rimanere sono tante e complesse: semplificarle, banalizzarle e stigmatizzare la donna contribuisce a farla sentire sempre maggiormente inadeguata e incapace di decidere. Questo non fa altro che protrarre la sua presenza accanto ad un uomo violento."


                        e anche:

                        "Come il principe azzurro si trasforma nell'orco
                        All'inizio del rapporto il partner violento si presenta nella sua veste migliore: ? particolarmente affettuoso, premuroso, fa sentire la sua donna unica e speciale.

                        Con il tempo per? si instaura quello che gli psicologi chiamano il" circolo della violenza".

                        Dopo ogni episodio di maltrattamento, lui si scusa, piange, promette di non farlo pi? e ..per un po' di tempo mantiene effettivamente le sue promesse: ridiventa l' uomo tenero e romantico dei primi tempi fino al prossimo episodio di violenza

                        E'importante sapere che questa difficile situazione ? destinata a peggiorare: negli anni gli episodi di maltrattamento diventano sempre pi? frequenti e gravi.

                        Inutile sperare che al situazione possa risolversi da sola e che con il tempo, un uomo violento possa cambiare: lui cambier? s?, ma in peggio.

                        Perche' le donne non lasciano un uomo violento
                        Molto spesso le donne trovano quasi impossibile lasciare un compagno violento, nonostante la relazione sia profondamente insoddisfacente.

                        Infatti l'effetto del maltrattamento ? quello di distruggere l'autostima e le capacit? decisionali in chi lo subisce.

                        Con il tempo la donna finir? per credere di essere colpevole, di non valere niente e di meritarsi il maltrattamento.

                        Gli uomini maltrattanti cercano di creare il vuoto intorno alla loro compagna, la isolano dai suoi familiari e amici, scoraggiano i suoi tentativi da autonomia e indipendenza (anche dal punto di vista economico).

                        Sola e senza appoggio, la donna maltrattata si convincer? di non essere in grado di affrontare la vita autonomamente e preferir? restare in una relazione difficile ma conosciuta.

                        Inoltre ci pu? essere il timore ( fondato) che se decide di lasciare il compagno, lui possa diventare ancora pi? violento e pericoloso."


                        Cmq perdonatemi se dico che questo argomento non riesco a scherzare e che non va preso alla leggera, ? una piaga e andrebbe combattuto, dai maschi in primis ...
                        ....azzz ma sei una donna parli, parli, parli, ma ? la divina commedia sta cosa

                        :gaen:io ho letto solo i 3 puntini finali

                        Comment


                        • Font Size
                          #87
                          Originally posted by thor74 View Post
                          ....azzz ma sei una donna parli, parli, parli, ma ? la divina commedia sta cosa

                          :gaen:io ho letto solo i 3 puntini finali
                          ? un copia incolla ... sciocco!!!!!!!!!!

                          da parte mia ci sono solo le 3 righe iniziali e poi l'ultima riga

                          Comment

                          X
                          Working...
                          X