Per una serie di circostanze qualche mese fa in azienda ci siamo ritrovati ad avere carenza di disegnatori.
Siccome il periodo ? buio, lavorativamente parlando, il titolare mi ha concesso di inserire un paio di tirocinanti con la prospettiva di assunzione.
Dopo una lunga ricerca tra i diplomati delle scuole tecniche della zona, iniziano i colloqui, e qu? la prima sorpresa: quasi tutti i diplomati risultano disoccupati, ma quasi nessuno ? disposto a venire a sostenere un colloquio (su 200 contattati, almeno il 60 % ? inoccupato; si presentano 4 persone)...
Comincia la selezione, individuo un ragazzo che mi pare sveglio ed in gamba fin da subito.
Comincia il tirocinio, le sensazioni positive vengono confermate; esattamente nella giornata odierna, a distanza di sei mesi il ragazzo viene assunto, dopo aver concluso il tirocinio non retribuito (percependo fin'ora solo un rimborso spese di 300 euro/mese, concesso dopo molte insistenze da parte mia verso la propriet? aziendale).
Storia positiva...
Circa due mesi fa, chiamiamo una delle persone che avevano sostenuto il colloquio, una ragazza. Le chiediamo di iniziare il tirocinio.
Qu? le prime sorprese: aveva dichiarato di aver fatto un corso post diploma a cui aveva fatto seguito un un altro tirocinio, dicendo di essere in grado di utilizzare un software cad cam; in realt? scopro che ? a malapena in grado di usare il PC.
Con i miei collaboratori ci mettiamo gi? di santa pazienza ed un po' a turno le spieghiamo i rudimenti dell'utilizzo del software (investendo molto tempo prezioso).
Esegue qualche messa in tavola con molta riluttanza.
Passo successivo cominciamo a farle disegnare qualcosa di semplice da zero.
Sempre con molta pazienza la seguiamo passo a passo.
Ma ogni spiegazione deve essere ripetuta pi? e pi? volte, anche le cose pi? semplici sembrano impossibili; mi accorgo che manca una cosa fondamentale: la voglia di imparare.
Decido quinda di farle fare cose ancora pi? semplici, contattare i fornitori per richiedere disegni o altro.
Oggi l'apice: entro in ufficio alle 13:30, lei arriva con mezz'ora di ritardo; le chiedo cortesemente di contattare Tizio, Caio e Sempronio per una serie di cose.
Esco dall'ufficio, devo allontanarmi per recarmi da un fornitore.
Rientro alle 16; le chiedo com'? andata, mi dice che Tizio non risponde, Caio non c'?, Sempronio idem.
Siccome aveva anche altre cose da fare, le chiedo se le avesse portate avanti. Mi risponde che ha passato due ore al telefono e che quindi non ha potuto..............................
Ora viene il bello.
Prima di uscire alle 17:30 spaccate, si alza e mi viene a domandare se avrebbe percepito la retribuzione del mese di febbraio. Le rispondo di no, perch? la "retribuzione" non ? prevista dalla nostra azienda per i tirocinanti, eventualmente solo un rimborso spese per qulli che abitano pi? lontano (non ? il suo caso).
Mi risponde scocciata dicendo che l'altro ragazzo ha percepito retribuzione durante il tirocinio.
Liquido il discorso dicendole che prima di pretendere bisognerebbe dare un pochino.
Ma ce sei o ce fai?
Siccome il periodo ? buio, lavorativamente parlando, il titolare mi ha concesso di inserire un paio di tirocinanti con la prospettiva di assunzione.
Dopo una lunga ricerca tra i diplomati delle scuole tecniche della zona, iniziano i colloqui, e qu? la prima sorpresa: quasi tutti i diplomati risultano disoccupati, ma quasi nessuno ? disposto a venire a sostenere un colloquio (su 200 contattati, almeno il 60 % ? inoccupato; si presentano 4 persone)...
Comincia la selezione, individuo un ragazzo che mi pare sveglio ed in gamba fin da subito.
Comincia il tirocinio, le sensazioni positive vengono confermate; esattamente nella giornata odierna, a distanza di sei mesi il ragazzo viene assunto, dopo aver concluso il tirocinio non retribuito (percependo fin'ora solo un rimborso spese di 300 euro/mese, concesso dopo molte insistenze da parte mia verso la propriet? aziendale).
Storia positiva...
Circa due mesi fa, chiamiamo una delle persone che avevano sostenuto il colloquio, una ragazza. Le chiediamo di iniziare il tirocinio.
Qu? le prime sorprese: aveva dichiarato di aver fatto un corso post diploma a cui aveva fatto seguito un un altro tirocinio, dicendo di essere in grado di utilizzare un software cad cam; in realt? scopro che ? a malapena in grado di usare il PC.
Con i miei collaboratori ci mettiamo gi? di santa pazienza ed un po' a turno le spieghiamo i rudimenti dell'utilizzo del software (investendo molto tempo prezioso).
Esegue qualche messa in tavola con molta riluttanza.
Passo successivo cominciamo a farle disegnare qualcosa di semplice da zero.
Sempre con molta pazienza la seguiamo passo a passo.
Ma ogni spiegazione deve essere ripetuta pi? e pi? volte, anche le cose pi? semplici sembrano impossibili; mi accorgo che manca una cosa fondamentale: la voglia di imparare.
Decido quinda di farle fare cose ancora pi? semplici, contattare i fornitori per richiedere disegni o altro.
Oggi l'apice: entro in ufficio alle 13:30, lei arriva con mezz'ora di ritardo; le chiedo cortesemente di contattare Tizio, Caio e Sempronio per una serie di cose.
Esco dall'ufficio, devo allontanarmi per recarmi da un fornitore.
Rientro alle 16; le chiedo com'? andata, mi dice che Tizio non risponde, Caio non c'?, Sempronio idem.
Siccome aveva anche altre cose da fare, le chiedo se le avesse portate avanti. Mi risponde che ha passato due ore al telefono e che quindi non ha potuto..............................
Ora viene il bello.
Prima di uscire alle 17:30 spaccate, si alza e mi viene a domandare se avrebbe percepito la retribuzione del mese di febbraio. Le rispondo di no, perch? la "retribuzione" non ? prevista dalla nostra azienda per i tirocinanti, eventualmente solo un rimborso spese per qulli che abitano pi? lontano (non ? il suo caso).
Mi risponde scocciata dicendo che l'altro ragazzo ha percepito retribuzione durante il tirocinio.
Liquido il discorso dicendole che prima di pretendere bisognerebbe dare un pochino.
Ma ce sei o ce fai?
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