Si sveglia dal coma il barista
dopo il brutale pestaggio della Magliana
Erano poche le speranze che Ennio Casale potesse farcela dopo l'aggressione per rapina, il 7 settembre, da parte di una gang di giovani romeni, tutti arrestati
IL CASO
Si sveglia dal coma il barista
dopo il brutale pestaggio della Magliana
Erano poche le speranze che Ennio Casale potesse farcela dopo l'aggressione per rapina, il 7 settembre, da parte di una gang di giovani romeni, tutti arrestati
ROMA - Le speranze che potesse farcela erano minime. Ma per lui, invece, è arrivato il miracolo tanto sperato. Si è svegliato dal coma Ennio Casale, il barista di 63 anni rapinato per 60 euro e picchiato selvaggiamente da una banda di romeni lo scorso 7 settembre, nella Capitale, e ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma. L'uomo, che è stato trasferito dal reparto rianimazione a quello di neurochirurgia, è stato stubato e respira autonomamente, ma sono ancora da accertare eventuali danni neurologici. Casale è sempre stato un uomo solo e ancora adesso, a distanza di sei settimane dalla vicenda, nessun familiare o amico è andato a trovarlo in ospedale.
TELECAMERE - I cinque componenti del branco che rapinarono i barista, tutti romeni senza fissa dimora tra i 22 e i 32 anni, furono arrestati dai carabinieri alcuni giorni dopo l'aggressione. Ennio Casale, un romano di 63 anni che lavora in un caffè in piazza San Maria Maggiore, stava rientrando a casa di notte quando fu seguito dai suoi aguzzini sull'autobus dove era salito. Una volta sceso e poco distante da casa è stato poi aggredito a scopo di rapina, pestato dal branco, e lasciato in terra privo di sensi. Casale fu identificato dai carabinieri solo grazie alla marca sulla pettorina del bar dove lavora. I rapinatori furono incastrati dalla telecamera di un bar, che li riprese subito dopo quella violenza brutale. Il gruppo di romeni è fortemente sospettato di numerose altre rapine messe a segno nella Capitale con lo stesso metodo: di notte avvicinavano le persone che si attardavano a rincasare, le circondavano e toglievano loro quanto avevano addosso, accompagnando la loro azione con un inutile pestaggio della vittima. (Fonte: Ansa).
Qui ci dovrebbe essere il video:
dopo il brutale pestaggio della Magliana
Erano poche le speranze che Ennio Casale potesse farcela dopo l'aggressione per rapina, il 7 settembre, da parte di una gang di giovani romeni, tutti arrestati
IL CASO
Si sveglia dal coma il barista
dopo il brutale pestaggio della Magliana
Erano poche le speranze che Ennio Casale potesse farcela dopo l'aggressione per rapina, il 7 settembre, da parte di una gang di giovani romeni, tutti arrestati
ROMA - Le speranze che potesse farcela erano minime. Ma per lui, invece, è arrivato il miracolo tanto sperato. Si è svegliato dal coma Ennio Casale, il barista di 63 anni rapinato per 60 euro e picchiato selvaggiamente da una banda di romeni lo scorso 7 settembre, nella Capitale, e ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma. L'uomo, che è stato trasferito dal reparto rianimazione a quello di neurochirurgia, è stato stubato e respira autonomamente, ma sono ancora da accertare eventuali danni neurologici. Casale è sempre stato un uomo solo e ancora adesso, a distanza di sei settimane dalla vicenda, nessun familiare o amico è andato a trovarlo in ospedale.
TELECAMERE - I cinque componenti del branco che rapinarono i barista, tutti romeni senza fissa dimora tra i 22 e i 32 anni, furono arrestati dai carabinieri alcuni giorni dopo l'aggressione. Ennio Casale, un romano di 63 anni che lavora in un caffè in piazza San Maria Maggiore, stava rientrando a casa di notte quando fu seguito dai suoi aguzzini sull'autobus dove era salito. Una volta sceso e poco distante da casa è stato poi aggredito a scopo di rapina, pestato dal branco, e lasciato in terra privo di sensi. Casale fu identificato dai carabinieri solo grazie alla marca sulla pettorina del bar dove lavora. I rapinatori furono incastrati dalla telecamera di un bar, che li riprese subito dopo quella violenza brutale. Il gruppo di romeni è fortemente sospettato di numerose altre rapine messe a segno nella Capitale con lo stesso metodo: di notte avvicinavano le persone che si attardavano a rincasare, le circondavano e toglievano loro quanto avevano addosso, accompagnando la loro azione con un inutile pestaggio della vittima. (Fonte: Ansa).
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