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Termini Imerese , Pomigliano, etc. : Diritti Vs Doveri lavoratori

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    #16
    penso e credo di incentivi per termini ne siano stati spesi assai... capisco sia in una ozona povera capisco che vada incentivata la lavorazione ecc ecc
    ma la fiat resta pure una azienda PRIVATA (ok e' quasi statale perche con i soldi che spilla o ha spillato) pero' resto dell'idea che... una azienda nn rende... chela chiudano...
    c'e' gente in altre zone di italia che magari ha piu voglia di lavorare....
    boh....


    God UMBERT salvaci tu....
    Last edited by sgamino81; 18-06-10, 10:42.

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      #17
      Originally posted by wrc View Post
      ala...sai che mediamente io non condivido il punto di vista di lele..... per? a volte ? vero.

      ? sacrosanto il diritto al lavoro...per? l'azienda dove si lavora va anche mantenuta.





      quello che dico anche io.....

      in Italia si sta verificando (tutto questo grazie a certe mentalit? diffuse e imho SBAGLIATE)...la forbice tra le piccole imprese, dove a volte il dipendente ? poco tutelato o cmq i titolari se ne approfittano....
      e le grandi aziende dove a volte la mentalit? del lavoratore ? "machissene....tanto siamo oltre 1000...qualcuno lo far?...." ergo...la produttivit? se ne va a benedire....non rendendosi conto che questo ? un male per se stesso, per i colleghi, e per il sistema stesso (se chiude una grossa azienda va in crisi l'indotto e tutto ci? che ne consegue....ma ancora una volta anche questo l'italiano medio sembra proprio non volerlo recepire... )

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        #18
        Originally posted by sgamino81 View Post
        penso e credo di incentivi per termini ne siano stati spesi assai... capisco sia in una ozona povera capisco che vada incentivata la lavorazione ecc ecc
        ma la fiat resta pure una azienda PRIVATA (ok e' quasi statale perche con i soldi che spilla o ha spillato) pero' resto dell'idea che... una azienda nn rende... chela chiudano...
        c'e' gente in altre zone di italia che magari ha piu voglia di lavorare....
        boh....


        God UMBERT salvaci tu....
        non ne farei un "problema" di zona geografica ma piuttosto di situazioni createsi in quella situazione particolare....

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          #19
          Originally posted by wrc View Post
          non ne farei un "problema" di zona geografica ma piuttosto di situazioni createsi in quella situazione particolare....
          ah si in effetti...
          diciamo che... la zona nn spicca per elevai picchi di PIL
          sara' un caso...
          pero resto dell'idea che... m'han rotto le balle di rifilare incentivi li...

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            #20
            Originally posted by sgamino81 View Post
            ah si in effetti...
            diciamo che... la zona nn spicca per elevai picchi di PIL
            sara' un caso...
            pero resto dell'idea che... m'han rotto le balle di rifilare incentivi li...
            ci sono anche aziende fiorenti.... e grosse aziende che investono e producono nel sud... per restare nel settore auto pensa che gli interni in pelle mercedes sono fatti a Napoli..

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              #21
              I punti dell'accordo dovrebbero essere questi:



              Personalmente, non avendo mai fatto l'operaio in catena di montaggio, ne i turni, non penso di essere in grado di valutare queste cose.

              Penso che sia giusto combattere l'assenteismo, specialmente di massa,
              ma penso anche che qui la scelta sia lavorare a Pomigliano o dare il benestare per trasferire tutto all'estero e mettere tutte queste persone a carico della collettività e poi senza lavoro.

              Vediamo come andrà il referendum interno, cosa decideranno i lavoratori con la loro testa e non le persone sedute su poltrone imbottite nelle segreterie.

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                #22
                ricordiamoci che c'? in atto anche questo piano.... sacrosanto e reale.

                L'amministratore delegato : c'? un piano B, ma ? molto poco piacevole
                TEODORO CHIARELLI
                Si tratta di aumentare i volumi e di ridurre i costi. Non c?? null?altro. Non ? complicato?. Scuote il capo e socchiude gli occhi segnati da lunghe notti insonni, Sergio Marchionne.
                ? l?ennesima domanda sul futuro della Fiat in Italia. Il manager ha scelto il 21 aprile, giorno che festeggia il natale di Roma, per presentare il nuovo piano quinquennale del Lingotto, il piano del rilancio e dello sviluppo, il piano che il neopresidente John Elkann non esita a definire ?storico?.
                Sembra innervosito, a tratti insofferente e persino tranchant, l?amministratore delegato italo-canadese. Annuncia che il binomio Fiat-Chrysler arriver? entro il 2014 a produrre 6 milioni di auto e che in cinque anni le autovetture proposte, tra nuovi modelli e cosiddetti ?refresh?, saranno 51. ? una Fiat che guarda il mondo e che opera nel mondo, una Fiat che parla inglese e proprio per questo sceglie di rivolgersi in una maratona di otto ore agli analisti nella lingua della Regina e della City. Ma ? anche una Fiat che vuole mantenere le proprie radici, il cuore pulsante e il cervello pensante in Italia, non disgiunti da fabbriche e maestranze tricolori. Ed ? qui che iniziano i problemi.

                Antefatto. Marchionne la chiama ?Fabbrica Italia? e rappresenta l?impegno a rafforzare la presenza Fiat nel nostro Paese. S?, perch?, nonostante gli scettici, il suo obiettivo ? di aumentare gradualmente la produzione degli stabilimenti italiani sino a 1,4 milioni di vetture entro il 2014, pi? del doppio delle 650 mila prodotte lo scorso anno. E a queste bisogna aggiungere 250 mila veicoli commerciali leggeri (100 mila in pi? rispetto al 2009). L?obiettivo, inoltre, ? che un milione delle auto prodotte in Italia siano esportate e, di queste, 300 mila verso gli Stati Uniti.
                Non basta. ?Il livello degli investimenti che si vuole destinare all?Italia nei cinque anni ? enorme - spiega Marchionne -. Sono 20 miliardi di euro, due terzi di quelli di tutti i business del gruppo a livello mondiale?. Parla di una grande opportunit? per creare posti di lavoro in Italia, l?Ad del Lingotto. Di opportunit? unica affinch? il complesso industriale nazionale compia un significativo passo in avanti, ?voltando pagina e chiudendo con un passato che non riflette la realt? del mondo odierno?.

                In che modo? Introducendo flessibilit? nella gestione degli impianti e nel lavoro. Per poter essere in grado di rispondere con rapidit? ed efficienza ai cambiamenti della domanda di mercato. ?Questa - insiste - ? una di quelle occasioni che capitano una volta sola nella vita?. Il manager del Lingotto chiede dunque di ?aprire subito un confronto con le organizzazioni sindacali per rinegoziare, sia a livello nazionale che locale, gli accordi che non sono pi? adeguati ai requisiti correnti e, di fatto, comprometterebbero la realizzazione del piano?. Si infervora, Marchionne, sembra non darsi pace. Quasi rivedesse improvvisamente, come in un film, giornate intere fatte di sdruciti rituali sindacali figli di un mondo che non c?? pi?. ?Sapeste quante volte sono tornato a casa alle 11 di sera disgustato da quanto visto sul fronte delle relazioni industriali...?.

                Non ? che altrove sia tutto rose e fiori. Ma da nessuna parte c?? lo stop-and-go continuo, il conflitto permanente e la melassa dei tavoli inconcludenti. ?Con i sindacati di Chrysler ho avuto scontri durissimi, discussioni in cui sono volate parole che non si possono riportare in pubblico. Ma poi un accordo si ? trovato. E dopo l?intesa nessuno si ? inventato il bench? minimo ostacolo. Oggi, dopo nove mesi di cura, a Detroit festeggiano il primo trimestre del ritorno all?utile operativo?. L?Ad del Lingotto insiste che non sono previsti tagli, ma semmai un aumento di organici. Che lui ai lavoratori ?non chiede sacrifici, ma impegno?.

                Cos? l?amministratore delegato di Fiat non usa mezze misure per evidenziare che ? indispensabile il s? dei sindacati al piano per garantire un futuro agli stabilimenti italiani. Spiega che Pomigliano sar? il banco di prova. Aggiunge che ?i sindacati devono trovare una base su cui condividere il futuro degli stabilimenti italiani. Se non vorranno farlo ? una decisione loro?. In questo caso, Marchionne lo dice candidamente, esiste ?un piano B?. ?E non sarebbe per nulla piacevole. Non ? uno scherzo, abbiamo la possibilit? di prendere la baracca produttiva e impiantarla altrove?. Un ultimatum? Al manager la parola non piace. ?Spero di trovare gente con cui dialogare, ma se non ci stanno non possiamo farci niente. Con il ?piano B? non voglio minacciare nessuno, ma l?azienda deve andare avanti?.

                Ma c?? anche un problema Paese. Marchionne, a pi? riprese, entra nel merito del rapporto tra Fiat e Stato e, in particolare, tocca il tema, spinoso, degli aiuti pubblici. ?Non abbiamo chiesto al governo n? assistenza n? finanziamenti: facciamo da soli?, sottolinea, rivendicando il peso di un piano che ?? solo un impegno della Fiat?. Un concetto che il manager ribadisce con forza. ?Certa gente dice che la Fiat appartiene al governo per tutti gli aiuti che ha ricevuto. ? una cavolata bestiale?. E ancora: ?Avete visto tutti il nostro comportamento sugli incentivi, ? stato un martirio. Hanno detto bestialit? incredibili. Dal governo vogliamo quello che danno a tutti gli altri?. Certo, a differenza di quanto avviene in Italia - e Marchionne non manca di ricordarlo - altri Paesi hanno generosamente sovvenzionato le loro aziende automobilistiche (9 miliardi, ad esempio, ha ricevuto Peugeot-Citro?n dallo Stato francese), e altri ancora offrono a Fiat condizioni d?oro per attirare i suoi investimenti.

                Ma questo ? un altro film, che porta semmai Marchionne a parlare spavaldo dei concorrenti. ?Volete sapere come reagiranno quando vedranno il nostro piano? Si metteranno a ridere finch? non creperanno dalle risate. Perch? questa sar? la risposta dell?arroganza del sistema automobilistico. E vi potrei dire anche chi rider? pi? degli altri. Ma poi si vedr? quale sar? la realt?. Ci avevano abbandonati come morti nel 2004, ma siamo ancora qui, e avete visto con quali
                risultati. Sono tranquillo: alla fine parleranno i risultati del mercato?.

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                  #23
                  Io mi sono fatto una mia idea:
                  Penso che sfruttino quelle zone storicamente per l'ottenimento dei voti in politica.
                  I voti si ottengono dando mandato a certi personaggi che appartengono a un club che coinvolge un vasto numero di affiliati, che poi, a titolo di favore vengono assunti per farsi uno stipendio aggratise.
                  Io mi domanderei quanti tra quelli che cazzeggiano all'interno della catena di montaggio abbiano la fedina totalmente pulita, sono di sicuro la minoranza

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                    #24
                    Originally posted by Lele-R1-Crash View Post
                    Ah ok , ed hai pensato bene di rispondere in modo puerile ?

                    Cmq non era ne semplicistica , ne demagocica e ne priva di contenuti ... bensi era solamente uno spunto di riflessione . Se vedo che non si riesce a discutere di questo chiudo e continuiamo a scrivere le minchiate sentimentali dell'uomo che cerca la donna e via discorrendo ...
                    Lele

                    Se il tuo voleva essere uno spunto....lo ? stato

                    Vuoi deciderne anche gli sviluppi ?

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                      #25
                      Originally posted by ala70 View Post
                      Lele

                      Se il tuo voleva essere uno spunto....lo ? stato

                      Vuoi deciderne anche gli sviluppi ?
                      quoto

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                        #26
                        Originally posted by wrc View Post


                        Antefatto. Marchionne la chiama ?Fabbrica Italia? e rappresenta l?impegno a rafforzare la presenza Fiat nel nostro Paese. S?, perch?, nonostante gli scettici, il suo obiettivo ? di aumentare gradualmente la produzione degli stabilimenti italiani sino a 1,4 milioni di vetture entro il 2014, pi? del doppio delle 650 mila prodotte lo scorso anno. E a queste bisogna aggiungere 250 mila veicoli commerciali leggeri (100 mila in pi? rispetto al 2009). L?obiettivo, inoltre, ? che un milione delle auto prodotte in Italia siano esportate e, di queste, 300 mila verso gli Stati Uniti.
                        Non basta. ?Il livello degli investimenti che si vuole destinare all?Italia nei cinque anni ? enorme - spiega Marchionne -. Sono 20 miliardi di euro, due terzi di quelli di tutti i business del gruppo a livello mondiale?. Parla di una grande opportunit? per creare posti di lavoro in Italia, l?Ad del Lingotto. Di opportunit? unica affinch? il complesso industriale nazionale compia un significativo passo in avanti, ?voltando pagina e chiudendo con un passato che non riflette la realt? del mondo odierno?.

                        In che modo? Introducendo flessibilit? nella gestione degli impianti e nel lavoro. Per poter essere in grado di rispondere con rapidit? ed efficienza ai cambiamenti della domanda di mercato. ?Questa - insiste - ? una di quelle occasioni che capitano una volta sola nella vita?. Il manager del Lingotto chiede dunque di ?aprire subito un confronto con le organizzazioni sindacali per rinegoziare, sia a livello nazionale che locale, gli accordi che non sono pi? adeguati ai requisiti correnti e, di fatto, comprometterebbero la realizzazione del piano?. Si infervora, Marchionne, sembra non darsi pace. Quasi rivedesse improvvisamente, come in un film, giornate intere fatte di sdruciti rituali sindacali figli di un mondo che non c?? pi?. ?Sapeste quante volte sono tornato a casa alle 11 di sera disgustato da quanto visto sul fronte delle relazioni industriali...?.

                        Non ? che altrove sia tutto rose e fiori. Ma da nessuna parte c?? lo stop-and-go continuo, il conflitto permanente e la melassa dei tavoli inconcludenti. ?Con i sindacati di Chrysler ho avuto scontri durissimi, discussioni in cui sono volate parole che non si possono riportare in pubblico. Ma poi un accordo si ? trovato. E dopo l?intesa nessuno si ? inventato il bench? minimo ostacolo. Oggi, dopo nove mesi di cura, a Detroit festeggiano il primo trimestre del ritorno all?utile operativo?. L?Ad del Lingotto insiste che non sono previsti tagli, ma semmai un aumento di organici. Che lui ai lavoratori ?non chiede sacrifici, ma impegno?.

                        .

                        io direi di leggere diverse volte questo importante passaggio, soprattutto la parte finale

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                          #27
                          l'accordo di massima non è irragionevole, solo un punto mi lascia molto perplesso, quello del diritto allo scipoero (che ricordo essere un diritto espresso nella nostra magnifica costituzione)
                          per il resto direi mche è accettabile!

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                            #28
                            Originally posted by ala70 View Post
                            Lele

                            Se il tuo voleva essere uno spunto....lo ? stato

                            Vuoi deciderne anche gli sviluppi ?
                            Assolutamente no , per? posso esigere di non vedere commmenti puerili con sole faccine (sono pure vietate dal regolamento se vuoi essere pignolo)

                            Fine mini-polemica .

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                              #29
                              quello del diritto allo sciopero che non si può fare nei casi in cui l'azienda ha comandato lo straordinario per esigenze di avviamento, recuperi produttivi e punte di mercato, secondo me dovrebbe avere come "allegato" un altro punto in cui l'azienda specifica quali sono le condizioni per le quali vengono dichiarate queste "emergenze", in modo da non approfittarsene.. (anche se in linea teorica secondo me un'azienda NON PUO' vietare gli scioperi, ma forse in un caso così di emergenza.. insomma "basta dargli un lavoro" e penso che possano accontentarsi questa volta).. comunque l'altra sera ne parlavo a cena con mio padre quando sia al TG3 sia al TGLA7 (quindi decisamente non telegiornali di destra ) hanno fatto vedere i "numeri dell'assenteismo" in quella fabbrica.. diciamo che questa è stata la volta in cui il mio pensiero si è più avvicinato a quello di Lele

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                                #30
                                e poi c'è chi si lamenta se le aziende vanno male...

                                anzichè pensare a lavorare questi pensano agli scioperi...

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