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La tratta dei bambini ad Haiti

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    #1

    La tratta dei bambini ad Haiti

    C'erano almeno 20mila orfani nei circa 200 orfanotrofi di Haiti prima del sisma di 10 giorni fa, ed ora ad essi si sono aggiunti, con molta probabilit?, molti altre migliaia di bambini i cui genitori sono morti o dispersi a causa del terremoto.








    Davanti alla prospettiva che questi bambini, abbandonati alla loro sorte, corrano ora il rischio di cadere nelle mani di organizzazioni criminalit? organizzate per inserirli nel mercato delle adozioni illegali, da tutto il mondo si sono moltiplicate le richieste delle famiglie interessate ad adottarli. Fatto questo che ha coinvolto anche i loro governi che si sono mobilitati per portare a buon fine i vari processi di adozione gi? in atto e sveltire quelli in fase conclusiva. Diversi Paesi europei hanno gi? deciso corsie preferenziali per le adozioni concordate prima del sisma. Pare escluso invece, che per ora si parli di nuove adozioni. Tra questi l'Italia dove stamani l'esecutivo ha dato una spinta in avanti al fronte delle adozioni da Haiti. E' stato stabilito, che una volta accertato lo stato di adottabilit? dei bambini, dichiarato dalle autorit? haitiane, le procedure di adozione seguano una corsia preferenziale. Sono per? allo studio presso l'Unione Europea, Ue, forme di affidamento provvisorio per i bambini rimasti apparentemente orfani in attesa di una normalizzazione del Paese e di un chiarimento sulla sorte delle famiglie. Qualcuno addirittura ha proposto quanto venne adottato dall'Arcidiocesi di Miami negli Usa negli anni'60. Si tratta di un piano di evacuazione per i bambini rimasti orfani del tipo dell'operazione 'Peter Pan' organizzata da monsignore Bryan O. Walsh, che tra l'ottobre del 1960 e il dicembre del 1962 'deport?' circa 14mila minori cubani negli Usa. Dopo il terremoto, nel mondo sono in migliaia le famiglie che avevano gi? cominciato le procedure di adozione prima del 12 gennaio ed ora si ritrovano smarrite e disperate non ricevendo pi? notizie dei piccoli loro assegnati. Molte altre invece, sono state prese dal panico perch? temono che i documenti necessari all'adozione siano andati persi sepolti sotto le macerie. Ed ecco che allora stanno intervenendo le diplomazie internazionali nell'intento di porre rimedio alla situazione di vuoto creatasi, intervenendo anche in maniera decisa presso le autorit? haitiane. Per? tutto questo ha allarmato l'Unicef e Save the Children. Le due grandi organizzazioni internazionali che si occupano dell'infanzia nel mondo. L'allarme lanciato riguarda il rischio di adozioni non trasparenti. Oggi poi, l'Unicef ha denunciato anche la scomparsa di 15 bambini da alcuni ospedali di Haiti. Si teme che possano essere stati vittime di un rapimento finalizzato ad alimentare il florido mercato delle adozioni illegali. I numeri di questo fenomeno, gi? in essere nel Paese anche prima del sisma, potrebbero essere spaventosamente alti. Una denuncia, quella dell'agenzia ONU per l'Infanzia, che non fa altro che acuire i timori di un traffico illecito di minori e aumentare le apprensione per le possibili adozioni internazionali che si stanno prospettando in questi giorni. L'Unicef ha chiesto di rispettare la convenzione dell'Aia sui minori a tutti i Paesi che dovessero accogliere bambini che provengono da Haiti e che non figuravano tra quelli che erano gi? oggetto di una pratica di adozione.



    Nel frattempo i ministri della Giustizia dell'Ue, riuniti a Toledo, su iniziativa dell'Italia, hanno deciso di avviare un coordinamento per l'aiuto ai bambini orfani di Haiti in cooperazione con l'Unicef. La presidenza spagnola dell'Ue invece, ha annunciato che proporr? luned? prossimo a Bruxelles, ai Paesi membri, una risposta congiunta comunitaria, sulla base di tre idee: accelerazione delle procedure di adozione gi? avviate, rafforzamento dell'assistenza ai minori isolati e potenziamento dell'azione per la protezione dei minori ad Haiti. Questo mentre l'Unicef ha raccomandato invece, che si congelino tutte le nuove adozioni da Haiti almeno nella fase di emergenza, mostrandosi ovviamente favorevole solo all'uscita dal Paese dei bimbi il cui processo di adozione era gi? in corso o terminato. L'agenzia ONU ritiene che l'adozione dovrebbe essere considerata come ultima risorsa. La soluzione pi? adatta per i bambini haitiani i cui genitori siano morti o non si trovino, sarebbe quella di riunirli alle loro famiglie allargate. Il comitato Internazionale della Croce Rossa ha aperto un ufficio al suo quartier generale ad Haiti, a Crois de Prez, per aiutare le famiglie a ritrovarsi ed ha creato anche un sito-web per aiutare le persone che cercano le loro famiglie. Questo perch? ? convinzione di molti che gran parte dei bambini di Haiti non siano reali orfani, ma semplicemente separati dalle famiglie a causa del caos creatosi dopo il sisma. Per 'Terre des Hommes', TdH, invece, il sostegno a distanza ? lo strumento pi? efficace per combattere abusi, traffico e violenza.
    Last edited by pierry; 31-01-10, 12:24.

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    #2
    il fatto è che tanti bambini sono solo stati separati dai genitori durante la catastrofe.. sono stati catalogati "orfani" e ora sono in un collegio che li accoglie, ma i genitori di molti sono ancora vivi e magari li stanno cercando!!!

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      #3
      Mah... bisogna vedere qualcuno avrà anche buone intenzioni, ma coi tempi che corrono.

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