a scrivere l'articolo è stato filippo facci scrive su libero fatevi due risate và http://it.wikiquote.org/wiki/Filippo_Facci http://www.danielemartinelli.it/2009...-diffamazione/
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Leggetevi questa un'altro miracolo 22 esami in 31 mesi
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Originally posted by gigigno View Posta scrivere l'articolo ? stato filippo facci scrive su libero fatevi due risate v? http://it.wikiquote.org/wiki/Filippo_Facci http://www.danielemartinelli.it/2009...-diffamazione/
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Originally posted by gigigno View PostCraxi ha modernizzato negli anni '80 il Paese e l'ha arricchito.
So solo che in quel periodo eravamo 5 al mondo ed in forte ascesa,
ed abbiamo incominciato a dare fastidio, ora non valiamo meno di niente!
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Originally posted by DevilR1 View PostNon mi frega niente di craxi, berlusconi dalema di pietro e compagnia
So solo che in quel periodo eravamo 5 al mondo ed in forte ascesa,
ed abbiamo incominciato a dare fastidio, ora non valiamo meno di niente!
Cmq la frase di prima è stata detta da facciLast edited by gigigno; 19-01-10, 19:40.
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Io sò solo che l'italia stava messa bene, e contavamo,quindi siamo diventati
scomodi,vedi non ci vogliono nel consiglio permanente dell'onu, eppure ne abbiamo le facoltà allora più di ora!Noi non siamo mai ben visti e quando
siamo più potenti cercano di affossarci!
IO PARLO DA ITALIANO....CHE GIRA IL MONDO E SI ACCORGE DI COME
SIAMO VISTI........ci vogliono sempre pizza e mandolino
favole favole favole..........il debito è sempre esistito per tutti e tutti
hanno debito,il problema sorge quando il debito non si può pagare
non quando o quanto lo si ha ricordatevelo,perchè tu puoi avere un debito ALTO
MOLTO alto,ma se hai un PIL alto sei messo meglio di chi ha poco!
esempio se tu hai uno scoperto in banca di 50€ e lo usi cioè sei a rosso
quindi stai usando soldi non tuoi, stai sicuro che se devi fare un mutuo
o altra azione di credito ti accettano subito, se invece non hai nulla di
credenziali stai fresco se prima non dai garanzie per il doppio di quello che credi non ti danno un euro!
e poi leggiti questo:
Nonostante l’economia sembra si stia stabilizzando, continuano le preoccupazioni per il futuro. Un problema, già più volte sollevato, è quello del debito pubblico che i vari Stati stanno emettendo per coprire i costi degli interventi anti-crisi. Diverse stime indicano che a livello globale, gli Stati dovranno emettere quest’anno poco meno di 6.000 miliardi di dollari di nuovo debito, una cifra enorme in cui gli USA pesano per più del 50%, con oltre 3.000 miliardi di nuovo debito (nella cifra, oltre che il debito federale, è compreso quello dei singoli stati).
Sottolineiamo che questa cifra riguarda le nuove emissioni di debito, che va a sommarsi ai livelli di debito già esistenti. In quest’ottica, non è sbagliato confrontare queste cifre con il PIL — dato che se c’è qualcuno che chiede un prestito (gli Stati), perché le cose funzionino deve esserci qualcuno in grado di prestare denaro. Confrontiamo il nuovo debito con la “nuova ricchezza generata”, per capirci.
Bene, il problema è che il PIL del pianeta non è infinito, ma può essere stimato intorno ai 60.000 miliardi di dollari (nel 2008, era un po’ sopra questo valore): nuovo debito per 6.000 miliardi vuol dire che serve tra il 9 e il 10% del PIL mondiale per coprire il nuovo debito emesso dagli Stati (il 5% solo per gli USA). A prescindere dal significato statistico della stima, valori di questo tipo comportano pesanti e non trascurabili effetti sull’economia mondiale. Principalmente per due motivi:
* la scarsità di risorse disponibili rispetto a quelle richieste, dal punto di vista di equilibiro di mercato implica che il debito pubblico (i Titoli di Stato) deve essere maggiormente remunerativo per chi lo acquista: visto dal punto di vista dell’emettittore, si traduce in un maggior costo del debito per gli Stati.
* la maggiore remuneratività del debito pubblico però lo fa entrare in competizione anche con gli investimenti alternativi, e potrebbe finire con lo scoraggiare gli investimenti nei settori industriali (un investimento nel settore privato comunque deve rendere un “delta” in più rispetto all’acqusito di Titoli di Stato) o quantomeno sottrarre risorse, che sarebbero però necessarie per il rilancio dell’economia, e quindi quantomeno rallentare la ripresa.
Ad oggi, questi problemi non sono probabilmente delle immediate emergenze (i Titoli di Stato, anche italiani, hanno al momento rendimenti ridottissimi, a causa dell’elevata domanda), ma si tratta di problematiche da tenere in debita considerazione, per evitare appunto che emergenze si verifichino.
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mmm d'accordo (dipende molto dai paesi che vai comunque) sul fatto che fuori siamo visti male (grazie anche a determinati personaggi che puoi immagirti senza che faccia nomi) ti rispondo facendoti leggere questo tratto da wikipedia:
Finanza Pubblica:
Secondo l'ISTAT, nel 2008 il debito pubblico italiano era pari a quasi 1.664 miliardi di euro, ovvero il 105,8% del PIL, in crescita rispetto al 103,5% dell'anno precedente[8], ponendo in quell'anno l'Italia al quinto posto al mondo nella classifica dell'indebitamento in rapporto al PIL e al secondo posto per valore del debito in termini assoluti, soltand dietro al Giappone[9]. La spesa per interessi, anch'essa in aumento, supera gli 80 miliardi, ovvero il 5,1% del Prodotto interno lordo[10].
Inoltre, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico aumenter? sensibilmente nei prossimi anni, attestandosi al 115,8% del PIL nel 2009 per salire fino al 128,5% nel 2014[11].
La causa dell'alto ammontare del debito va ricercata nella politica economica perseguita dallo Stato italiano iniziata a partire dalla fine degli anni sessanta, quando il boom economico fin? e la crescita rallent?, e proseguita durante le crisi petrolifere degli anni settanta e primi anni ottanta. Da un lato, infatti, negli anni '60 fu istituito gradualmente un esteso sistema di welfare state per venire incontro alle richieste dei lavoratori, sistema che si rivel? in molti punti inefficiente ed estremamente costoso, soprattutto a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Dall'altro lato, per sostenere la produzione e dunque la crescita, si seguirono ricette keynesiane di espansione della spesa pubblica finanziata non con un aumento della tassazione, quanto con l'indebitamento statale. Ed, infatti, ancora nel 1985 la tassazione media in Italia era del 34,6% del PIL, contro il 41% della media europea e il 45% della Francia.[senza fonte]
Tuttavia, durante tutti gli anni settanta il peso del debito fu mitigato dalla forte inflazione, mentre la Banca d'Italia emetteva moneta per acquistare i titoli di stato non collocati sul mercato, alimentando ulteriore inflazione. Infatti, nel 1980, l'incidenza del debito pubblico sul PIL era solo del 56,9%, sebbene tale valore fosse gi? notevolmente maggiore di quello delle principali economie europee[12].
La situazione cambi? nel decennio successivo. Nel 1981, con il cosiddetto divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia, quest'ultima non fu pi? obbligata a pagare il debito attraverso l'emissione di moneta. Da questo momento in poi, senza n? inflazione n? emissione di moneta da parte della banca centrale, il debito crebbe senza controllo, poich? n? si diminu? la spesa pubblica, n? ci fu un aumento delle tasse. Il culmine fu raggiunto nella prima met? degli anni novanta. Nel 1994, infatti, fu raggiunto il record di un indebitamento pubblico al 121,8% del PIL, mentre quelli di Francia, Germania e Regno Unito si attestavano rispettivamente al 49,4%, 47,7% e 43%[13]. A questo punto la riduzione del debito non era pi? prorogabile, soprattutto se l'Italia voleva entrare nella nascente Unione Monetaria Europea. Infatti secondo il Trattato di Maastricht, il rapporto deficit/PIL doveva essere sotto il 3%, e il rapporto debito/PIL sotto il 60%; e nel caso questi parametri non fossero rispettati, bisognava dimostrarsi in grado di avvicinarcisi il pi? velocemente possibile. Fu cos? che a partire dal 1992 la politica economica del Paese si concentr? principalmente sulla riduzione del disavanzo del bilancio delle amministrazioni pubbliche e sulla conseguente riduzione del debito nazionale.
I governi italiani che si sono succeduti da allora si sono orientati su tagli alla spesa e adozione di nuove misure per aumentare le entrate. Dal 1991 al 2007 l'Italia ha goduto di un avanzo primario di bilancio, al netto dei pagamenti di interessi. Il disavanzo complessivo della pubblica amministrazione, comprendente gli interessi, ? sceso all'1,4% del PIL nel 2000, dal 7% del 1995[senza fonte]. L'Italia ha cos? aderito all'Unione economica e monetaria dell'Unione europea (UEM) nel maggio 1998. Nel 2004 il rapporto debito/PIL scese al 103,8%, ma da allora ha iniziato lentamente a risalire, con un'accelerazione nel 2009 (quest'ultimo aumento in parte a causa della maggiore spesa pubblica effettuata dal Governo per contenere la crisi, ma anche per la diminuzione del PIL).
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Devil, premesso che ho capito il concetto che vuoi dire e che la penso come te
c'? per? da dire che noi stavamo bene, anche perch? a livello economico il mondo era diviso in blocchi, per l'Occidente era tutto molto pi? semplice,
non voglio fare il cinico ma:
- Deng Xiao Ping ancora faceva stare buono il Dragone, e sul piano internazionale incideva poco, pur lavorando come un matto e diventando la fabbrica a ciclo continuo del mondo
- in Italia c'erano i rubinetti del Piano Marshall (non si chiamava proprio cos? ma erano finanziamenti che provenivano dagli Usa a scopo politico, e ti posso assicurare che erano tanti, anche in piena era liberista reaganiana....io ho studiato in parte quelli che provenivano da Mosca...e...seppur l? erano dei poveracci in confronto...ti confermo che provenivano eccome....)
-l'Italia non stava subendo il vortice della globalizzazione, della delocalizzazione e di tutti i drammi che queste truci parole comportano,.....proprio perch? il globo era pi? "bloccato"
- il Welfare italiano, seppure gi? indebitato, non stava ancora venendo saccheggiato da 3,5 milioni e mezzo di immigrati regolari che hanno le massime facilitazioni per quasi tutto...e cmq se pagano i contributi...questi non riuscirebbero a coprire nemmeno la met? del fabbisogno presente e futuro degli stessi....ergo paga la working class italiana
? triste ma obiettivamente ? cos?
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