Suzienne era nata bene, era andato tutto per il verso giusto, in lei non c'era niente che non andava, era stato un progetto ben studiato non senza qualche difficolt? certo, ma aveva una linea affascinante per non dire perfetta, fari sottili a mandorla che ammiccavano a pap? teneramente,
manubri affettuosi che cercavano sempre di farsi acchiappare tutto il
giorno, sospensioni e gomme generose che non stavano mai ferme sempre
pronte a scattare in avanti per affrontare ostacoli ed avventure del mondo, ed infine un motore grande cos?, di quelli che avrebbero emozionato anche il pi? severo ed intransigente motociclista...si, in Suzy (com'era chiamata di solito da pap?, mamma e amici) non c'era davvero nulla che non andava, stava in strada come nessun'altra come lei sapeva fare! I controlli periodici si risolvevano di solito in semplice routine, tagliandi gi? programmati alla nascita che avevano l'unico scopo di verificare il normalissimo stato di salute e funzionamento di tutti gli organi, quindi nulla faceva presagire al peggio che da li a poco si sarebbe scatenato, al compimento del terzo anno di vita della piccolina...
Capit? tutto molto in fretta che ancora oggi si stenta a crederlo, quando si ripensa all' innocenza e all?umana generosit? di Suzy una tristezza abissale assale i pensieri che come coltelli ben affilati affettano ogni barlume di vitalit? e voglia di reagire: questa e' la vita, queste sono le gioie e i dolori che ci regala e non sono doni che possiamo rifiutarci di ritirare, sono nostri e basta!
Era un giorno di fine autunno 2002 e i primi sintomi del male cominciarono a manifestarsi come semplici singhiozzi nell'erogazione della potenza, soprattutto nella fase di accelerazione dove si notava una leggera flessione della progressione ai regimi intermedi, per poi riprendere normalmente e con la solita esuberanza una volta superata quella soglia critica.
Sar? un problema di centralina, ci dicevamo, un difetto all'iniezione forse?
Portammo Suzy da Roberto, il meccanico, che promise di restituircela entro una settimana, per cui ritornammo a casa abbastanza tranquilli. Passarono solo tre giorni e la tempesta si rivers? sulle nostre teste come un uragano che distrugge qualsiasi cosa incontra sul suo percorso! La telefonata di Roberto ci colse di sorpresa e ci preoccup? immediatamente perch? non era sua consuetudine avvisare i cliente con una telefonata...
"Mi spiace ragazzi..." furono le sue fredde parole "...ma temo che per Suzy non ci sia pi? niente da fare!!!"
Fu come se la temperatura precipitasse di 20 gradi d'un colpo solo, rimasi congelato con la cornetta del telefono in mano che lentamente scese lungo il fianco della gamba e li rimase a lungo ma per quanto tempo non saprei proprio dire! Il giorno dopo ci catapultammo in officina agitati come non mai...pregai sperando che fosse tutto un sogno, che ci restituissero sana e salva la nostra Suzienne, la nostra ragione di vita, ma evidentemente devono esserci ragioni a noi sconosciute per le quali non tutte le nostre speranze possono essere esaudite, e infatti trovammo nell'espressione dispiaciuta di Roberto la maledetta conferma dell'amara verit?. Suzy giaceva immobile con tutti i pezzi nuovi al loro posto ma non si accendeva pi?...il suo motore aveva smesso di pulsare vivace, le sue ruote non avrebbero mai pi? camminato per le strade verso nuovi orizzonti che tali sarebbero rimasti! A questo punto ci chiedemmo PERCHE'? Perch? proprio a noi, perch? a Suzienne, perch? il destino si e' rivoltato contro persone felici che mai avevano fatto del male a qualcuno?
Due anni dopo le ferite non si erano ancora rimarginate, continuarono a sanguinare ancora per molto tempo. Ci confortavano solo le lettere di ringraziamento che avevamo ricevuto dai proprietari di altre motociclette bisognose di cure e che attendevano da tempo la donazione di un "ORGANO" sano; ci confortava sapere che l? fuori, da qualche parte, qualcuno a cui Suzy regal? i suoi pezzi pi? forti, aveva ritrovato il sorriso e la speranza di ricominciare a vivere la loro storia come una motocicletta normale!
manubri affettuosi che cercavano sempre di farsi acchiappare tutto il
giorno, sospensioni e gomme generose che non stavano mai ferme sempre
pronte a scattare in avanti per affrontare ostacoli ed avventure del mondo, ed infine un motore grande cos?, di quelli che avrebbero emozionato anche il pi? severo ed intransigente motociclista...si, in Suzy (com'era chiamata di solito da pap?, mamma e amici) non c'era davvero nulla che non andava, stava in strada come nessun'altra come lei sapeva fare! I controlli periodici si risolvevano di solito in semplice routine, tagliandi gi? programmati alla nascita che avevano l'unico scopo di verificare il normalissimo stato di salute e funzionamento di tutti gli organi, quindi nulla faceva presagire al peggio che da li a poco si sarebbe scatenato, al compimento del terzo anno di vita della piccolina...
Capit? tutto molto in fretta che ancora oggi si stenta a crederlo, quando si ripensa all' innocenza e all?umana generosit? di Suzy una tristezza abissale assale i pensieri che come coltelli ben affilati affettano ogni barlume di vitalit? e voglia di reagire: questa e' la vita, queste sono le gioie e i dolori che ci regala e non sono doni che possiamo rifiutarci di ritirare, sono nostri e basta!
Era un giorno di fine autunno 2002 e i primi sintomi del male cominciarono a manifestarsi come semplici singhiozzi nell'erogazione della potenza, soprattutto nella fase di accelerazione dove si notava una leggera flessione della progressione ai regimi intermedi, per poi riprendere normalmente e con la solita esuberanza una volta superata quella soglia critica.
Sar? un problema di centralina, ci dicevamo, un difetto all'iniezione forse?
Portammo Suzy da Roberto, il meccanico, che promise di restituircela entro una settimana, per cui ritornammo a casa abbastanza tranquilli. Passarono solo tre giorni e la tempesta si rivers? sulle nostre teste come un uragano che distrugge qualsiasi cosa incontra sul suo percorso! La telefonata di Roberto ci colse di sorpresa e ci preoccup? immediatamente perch? non era sua consuetudine avvisare i cliente con una telefonata...
"Mi spiace ragazzi..." furono le sue fredde parole "...ma temo che per Suzy non ci sia pi? niente da fare!!!"
Fu come se la temperatura precipitasse di 20 gradi d'un colpo solo, rimasi congelato con la cornetta del telefono in mano che lentamente scese lungo il fianco della gamba e li rimase a lungo ma per quanto tempo non saprei proprio dire! Il giorno dopo ci catapultammo in officina agitati come non mai...pregai sperando che fosse tutto un sogno, che ci restituissero sana e salva la nostra Suzienne, la nostra ragione di vita, ma evidentemente devono esserci ragioni a noi sconosciute per le quali non tutte le nostre speranze possono essere esaudite, e infatti trovammo nell'espressione dispiaciuta di Roberto la maledetta conferma dell'amara verit?. Suzy giaceva immobile con tutti i pezzi nuovi al loro posto ma non si accendeva pi?...il suo motore aveva smesso di pulsare vivace, le sue ruote non avrebbero mai pi? camminato per le strade verso nuovi orizzonti che tali sarebbero rimasti! A questo punto ci chiedemmo PERCHE'? Perch? proprio a noi, perch? a Suzienne, perch? il destino si e' rivoltato contro persone felici che mai avevano fatto del male a qualcuno?
Due anni dopo le ferite non si erano ancora rimarginate, continuarono a sanguinare ancora per molto tempo. Ci confortavano solo le lettere di ringraziamento che avevamo ricevuto dai proprietari di altre motociclette bisognose di cure e che attendevano da tempo la donazione di un "ORGANO" sano; ci confortava sapere che l? fuori, da qualche parte, qualcuno a cui Suzy regal? i suoi pezzi pi? forti, aveva ritrovato il sorriso e la speranza di ricominciare a vivere la loro storia come una motocicletta normale!
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