Questo we ho potuto sperimentare le due facce del mondo delle due ruote.
Abbiamo avuto ospiti un mio amico con la moglie e il suo tenerissimo bambino; un'amicizia nata per caso intorno alla moto e poi consolidata col tempo, di quelle come ce ne sono anche qui dentro...
Allo stesso tempo, ieri ho ricevuto due brutte notizie: un mio caro amico, il compagno di banco delle superiori, amico da ormai 20 anni, ha avuto un incidente in cui ha distrutto la sua Varadero, e adesso piange in un letto di ospedale, con tre costole rotte e una vertebra malconcia, sulla sua situazione personale (? reduce da una separazione, non voluta da lui). La mia lontananza, poi, aumenta il senso d'impotenza: in questi 20 anni ci siamo sempre aiutati e sostenuti, anzi lui ha aiutato me nei miei travagli personali e sentimentali, ed ora io non posso fare molto di pi? che mandare un sms di conforto.
Per completare il quadro, uno dei miei ex alunni dell'Universit? mi chiama per dirmi che Francesco, uno dei "miei" studenti, ? morto in un incidente: un ragazzino in macchina ha invaso la corsia dove stava viaggiando con la sua moto. 24 anni, un'immensa voglia e GIOIA di vivere, una passione smisurata per la meccanica e l'ingegneria, che lo portava a farmi fare sempre tardi dopo ogni lezione, subissandomi di accorate domande a cui volentieri rispondevo, tirando tardi.
La moto mi ha dato gioia, mi ha fatto conoscere persone carissime. La moto mi ha accomunato al destino di persone speciali, e come ogni medaglia, mi ha presentato l'altra sua faccia, riscuotendo il suo credito in sofferenza e lacrime.
E' curioso come non riesca a provare rancore verso la moto. Mai come adesso mi risuonano come profondamente vere (anche se, lo riconosco, sembrano un bell'esercizio di retorica) le parole del mio amico Mario:
"In moto si muore, ? vero, ma non esiste modo migliore per vivere il tempo che ci ? concesso"
Una preghiera per chi ci ha lasciati, e per chi sta combattendo per risalire la china.
Abbiamo avuto ospiti un mio amico con la moglie e il suo tenerissimo bambino; un'amicizia nata per caso intorno alla moto e poi consolidata col tempo, di quelle come ce ne sono anche qui dentro...
Allo stesso tempo, ieri ho ricevuto due brutte notizie: un mio caro amico, il compagno di banco delle superiori, amico da ormai 20 anni, ha avuto un incidente in cui ha distrutto la sua Varadero, e adesso piange in un letto di ospedale, con tre costole rotte e una vertebra malconcia, sulla sua situazione personale (? reduce da una separazione, non voluta da lui). La mia lontananza, poi, aumenta il senso d'impotenza: in questi 20 anni ci siamo sempre aiutati e sostenuti, anzi lui ha aiutato me nei miei travagli personali e sentimentali, ed ora io non posso fare molto di pi? che mandare un sms di conforto.
Per completare il quadro, uno dei miei ex alunni dell'Universit? mi chiama per dirmi che Francesco, uno dei "miei" studenti, ? morto in un incidente: un ragazzino in macchina ha invaso la corsia dove stava viaggiando con la sua moto. 24 anni, un'immensa voglia e GIOIA di vivere, una passione smisurata per la meccanica e l'ingegneria, che lo portava a farmi fare sempre tardi dopo ogni lezione, subissandomi di accorate domande a cui volentieri rispondevo, tirando tardi.
La moto mi ha dato gioia, mi ha fatto conoscere persone carissime. La moto mi ha accomunato al destino di persone speciali, e come ogni medaglia, mi ha presentato l'altra sua faccia, riscuotendo il suo credito in sofferenza e lacrime.
E' curioso come non riesca a provare rancore verso la moto. Mai come adesso mi risuonano come profondamente vere (anche se, lo riconosco, sembrano un bell'esercizio di retorica) le parole del mio amico Mario:
"In moto si muore, ? vero, ma non esiste modo migliore per vivere il tempo che ci ? concesso"
Una preghiera per chi ci ha lasciati, e per chi sta combattendo per risalire la china.
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