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Piccolo Smemorandum per gli Smemorati. La Sme riuniva i gloriosi marchi alimentari Pavesi, Cirio, Bertolli, De Rica, Motta, Alemagna, Gs, Autogrill e cos? via. Ma era diventata, grazie alla gestione fallimentare delle Partecipazioni statali, cio? dei partiti, un carrozzone maleodorante che costava allo Stato migliaia di miliardi di ricapitalizzazioni, investimenti e ristrutturazioni. Ed era in perenne perdita, proprio come Alitalia. Prodi la mise sul mercato, rivolgendosi ai colossi del settore: Ferrero, Barilla, coop. Risposero tutti picche. L?unica societ? interessata era la Buitoni, che il 30 aprile 1984 sigl? con l?Iri un pre-contratto d?acquisto: 497 miliardi di lire per il 64,3% del gruppo. Prezzo di favore? Balle: il prezzo viene fissato da due perizie dei professori bocconiani Poli e Guatri (Poli diventer? presidente di Publitalia, gruppo Fininvest). Ed ? poi confermato dalla perizia disposta dall?allora ministro delle PPSS Clelio Darida (Dc), che approva l?accordo Prodi-De Benedetti, come pure la commissione Bilancio della Camera, il Cda unanime dell?Iri e il Cipi. Ma poi il premier Craxi si mette di traverso: per lui non sono previste mazzette (diversamente da quelle che pagheranno anni dopo altri offerenti); e considera De Benedetti un nemico. Dunque promuove una cordata alternativa tramite l?apposito Berlusconi.
L?amico Silvio, che si occupa di mattone e antenne, non sa da dove cominciare: cos? costringe, insieme al premier, Ferrero e Barilla a rimangiarsi il diniego all?offerta Prodi. Ma l?operazione va per le lunghe e mancano pochi giorno al closing Iri-Buitoni. Cos? si organizza in tutta fretta un?azione di disturbo: il 24 maggio un certo avvocato Italo Scalera, compagno di scuola di Previti, offre 550 miliardi per la Sme (il rilancio minimo sui 500 offerti dall?Ingegnere) a nome di misteriosi imprenditori che, al momento, non vogliono comparire. E' un'offerta falsa, una bufala commissionata dal Cavaliere per prendere tempo. Craxi coglie la palla al balzo e blocca la cessione a Buitoni. Il 29 maggio, finalmente, i Mister X escono allo scoperto: sono Berlusconi, Barilla e Ferrero, che con la societ? Iar offrono il minimo possibile dopo il rilancio Scalera: 600 miliardi. La prova che il prezzo fissato da Prodi era giusto.
La privatizzazione a quel punto si arena in un groviglio di carte bollate. Pantalone continua a ripianare i debiti dei panettoni e dei pomodori di Stato. Poi la Sme verr? venduta a spezzatino,in Italia e all?estero (ma senza il buco nero della consociata Sidalm, indebitatissima, che invece la Buitoni si sarebbe accollata: il che - insieme all?inflazione, alla rivalutazione del ramo alimentare e al fatto che lo Stato ceder? non pi? il 64, ma il 100% del gruppo - spiega l?incasso pi? alto per lo Stato). De Benedetti ricorre in Tribunale contro l?Iri per il mancato rispetto del precontratto, ma i giudici romani gli danno torto: uno di loro ricever? soldi in Svizzera dalla cordata Iar, tramite gli avvocati berlusconiani Previti e Pacifico.
Al processo milanese sulla presunta compravendita di quelle sentenze - tutti assolti - si scoprono altri particolari interessanti. A Berlusconi della Sme (come ora di Alitalia) non fregava nulla: si fece avanti solo per motivi politici. Cinque mesi dopo, ottobre 1984, Craxi si sdebit? con i famigerati ?decreti Berlusconi? per neutralizzare le ordinanze dei pretori che avevano sequestrato gl?impianti che consentivano alle tv Fininvest di trasmettere in contemporanea in tutt?Italia. E i periti della Iar, attivati dai suoi alleati Ferrero e Barilla, avevano valutato la Sme addirittura meno del prezzo concordato da Prodi e De Benedetti. Per gli esperti Barilla, il pacchetto Sme valeva 492 miliardi; per gli esperti Ferrero, 472,5. Meno di quanto offrisse lo stesso De Benedetti. Infatti, prima del diktat di Craxi, Berlusconi aveva dichiarato alla Stampa (23 maggio ?85): ?La Sme ? troppo cara?. Ora dice il contrario: cio? che Prodi voleva svenderla. E, come ai bei tempi di Scalera e Previti, annuncia un'offerta bufala per la compagnia di bandiera.
Giusto per puntualizzare.
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