Silenzio... tutto intorno a me tace... sento solo il fruscio dei miei pensieri. Il campanile della chiesa vicina tra qualche minuto batterà' sei rintocchi, sei echi lontani. È presto ancora ma è in questo momento che il giorno si affaccia quasi in punta di piedi e ho deciso di lasciare il letto un po' prima stamattina per rifuggire dai discorsi con i demoni dai bruti pensieri che ogni mattina, da un po' di tempo a questa parte, vengono a farmi visita specialmente nelle prime ore del mattino... ma non stamattina, no... stamattina l'unica voce che ho intenzione di ascoltare, che voglio sentire è solo il rumore del vento...
Ecco, comincia ad albeggiare, e c'è' una luce tra il celeste e il rosa così particolare, inusuale per chi non e' avvezzo ad alzarsi prima dell'alba...
La strada di fronte casa e' un serpentone grigio e silenzioso quasi irreale per chi abita qui abituato al caos degli zombie in scatola del mattino, mentre ora sembra sussurrare solo un cantico dolce che solo i centauri sanno ascoltare sotto un cielo terso e sgombro di un grigio/azzurro indefinibile che la illumina dolcemente, senza ombre...
Brividi...
Mi volto e la guardo dolcemente dormire, inconsapevole della tempesta di pensieri che accompagna una emozione che nasce lontano nel tempo e nei ricordi... molti irrazionali.... come sono le emozioni più vere.
Lei... l'altra... l'amante dalla pelle di gelido metallo e il cuore rovente di fuoco.. lei è sempre lì... pulita e lustra sotto al telo, pronta a partire... la sento chiamarmi sempre più spesso ultimamente ma il mio essere è inquieto, troppo per affrontarla.. e Lei è come Scilla e Cariddi fuse in un abito di lega e carbonio... una demone tentatrice della quale devo essere capace di dominare il temperamento o ogni volta che varco quel cancello potrebbe essere l'ultima...
Ma Ella è anche triste ultimamente... i troppi pensieri che affollano la mia mente di uomo non più bambino, ove prima vi era posto solo per Lei, la fanno sentire trascurata, tradita... ah... se solo sapesse che dentro arde impetuoso sempre lo stesso cuore, la stessa passione che ci accompagnava a testa bassa tra curve e tornanti con silenziosa complicità... ma vi è un tempo per vivere senza un domani, e un tempo per crescere proiettando la propria ombra accanto ad un'altra alla quale devi, in qualche modo, render conto anche se nulla chiede, nulla pretende se non poterti sfiorare nella notte per sapere che sei lì...
Silenzioso scivolo come un'ombra dabbasso, indosso pantaloni tecnici, stivali, la giacca con protezioni e paraschiena che ormai odora più di smog cittadino che di aria di campagna, prendo chiavi, guanti, scelgo il casco ed esco...
Mi fermo a guardarla ancora celata sotto al telo che la protegge dalla brina immaginando le sue forme, i suoi spigoli, le sue pochissime curve che si raccordano senza soluzione di continuità e che rispecchiano esattamente il suo carattere forte, senza mezze misure... bastarda... e bellissima..
Silenziosamente, molto silenziosamente sollevo il telo e la libero dalle catene per spingerla dolcemente lontano dalle finestre ove la sua voce potrebbe non essere compresa e destare il sonno di qualcuno che, giustamente, si sta già godendo la domenica mattina a modo suo, così distante dal mio: dormendo di gusto...
La consapevolezza del mio giocare con il fuoco accompagna quel brivido che risale sulla schiena tutte le volte che sfioro quel pulsante e le dono la vita, ma la vita, per come la vivo, e' una sfida da affrontare a viso aperto, senza troppi ma e nessun se... perché credo fermamente che alla nascita ci venga assegnato un tempo già scritto, un diario con un numero di pagine ben definito e sarebbe davvero stupido lasciarne qualcuna bianca... senza nemmeno una singola frase, un'immagine degna di essere raccontata e ricordata.
E con la penna per scrivere una nuova avventura già in mano la accendo ed Ella si desta con un ringhio basso, irregolare ed intrigante che mi domanda se davvero lo voglio, se davvero ho voglia di inseguire la nostra ombra come allora...
Ricaccio quella punta di paura che mi ricorda che non son più il kamikaze di un tempo, tiro la frizione, innesto prima con un deciso colpo della punta dello stivale e si va....
Uscendo dal cancello mi chiedo se colei che ancora dorme possa davvero capire fino in fondo questo lato del mio essere così nascosto e così evidente... chissà... ma non dev'essere facile essere la donna di un centauro, la donna di un'ombra che scorre sull'asfalto e di un rombo che si perde nel suo stesso eco...
Scivolo piano piano facendo rotta per quella strada che si arrampica per le colline laziali, consapevole che e' ancora fredda e che le gomme, fredde anch'esse, potrebbero tradirmi sulla brina del mattino alla prima curva il chè rappresenterebbe, tra l'altro, un'imbarazzante epilogo di una giornata nata sotto i migliori auspici... ma tutto procede e la Tiburtina scorre lenta mentre viaggio con la visiera alzata a metà per respirare a fondo quest'aria frizzante che mi anticipa, nonostante il sole sia ancora nascosto, che sarà una gran bella giornata da vivere e una bella storia da scrivere... e veleggiando di pensiero in pensiero mi ritrovo ai piedi dei colli di Monte Bove, al solito baretto dove fermarsi per bersi un corroborante cappuccino è ben più di una piacevole abitudine prima di attaccare la salita che porta al passo.
Esco... casco, guanti, chiavi? Dove ho lasciato le chiavi? Ah si... sul bancone... ovviamente che testa!
“zzzz” “zzzz” “zzzz” ... SMS: “...disgraziato, stamattina mi tradisci eh? Divertiti... e occhio che a me piaci tutto intero e quando non sono attaccata lì dietro come un sacchettino di sabbia non ti regoli...”
Sorrido... mi conosce bene... ma in realtà ho più paura di lei, troppo dolore e troppe lacrime ho già versato sull'asfalto per questa vita governata da una incontrollabile passione...
Guardo a destra, nessuno... nemmeno un gatto che attraversa... guardo a sinistra, curve, tante curve... Mi domando un'ultima volta s'è questo il vero segreto della felicità, della mia almeno... e mi rispondo di si, assolutamente si...
Riparto.
Affronto piano le prime curve piegandomi poco e con delicatezza, l'aria e' fresca, cristallina e comincio ad avere freddo alle mani. Non incontro macchine. Non incontro nulla ma piano piano la mia ombra nasce lì ove il mio essere sfiora l'asfalto bello scuro, rugoso, sicuro... e mi ritrovo a sorridere.. si, a sorridere all'asfalto e alla salita che s'inerpica su per la strada scomparendo e riapparendo curva su curva, tornante su tornante... forse sto impazzendo?
Forse... ma è così bello diventare tutt'uno con lei... con loro...
Solo io, Lei e la strada.
Ancora brividi, ma questa volta non è il freddo... no...
Aumento l'andatura un po' per volta Ella mi asseconda rombando e confondendosi nella sua stessa eco...
Sembra aver deciso, finalmente, di vivere questo scorcio d'alba come se gli anni non fossero mai passati e allora via... testa bassa e cuore avanti...io e Lei... e Claudio, Daniele, Alex... son tutti lì ai bordi della strada con le saponette ben consumate e le ali ripiegate sula schiena pronti a spiccare il volo per accompagnarci... e così sia!
Le curve si susseguono una dopo l'altra, sembrano infinite interrotte solo da qualche fastidioso rettilineo... un paio di paesini... un paio di mucche al pascolo che bruca a bordo strada...
E non sento più' il freddo.
I giri dei nostri cuori aumentano mentre le curve si susseguono sempre più velocemente. Una, dieci, cento, mille curve scorrono veloci sotto di me... rido... rido dentro al casco così forte che riesco a sentirmi nonostante l'urlo del motore sia diventato ormai un ringhio fortissimo mentre le gomme in mescola assecondano, ormai ben calde, i miei desideri e gli angoli di piega sempre maggiori.
Sentila la bastarda come spinge bene ed urla tutta la sua rabbia! Sentila come mi anticipa che mi toca quasi tenerla a freno... Ora si che sto bene, ma sto bene davvero. Sono in pace con me stesso perché nessun problema è mai stato abbastanza veloce da riuscire a tenermi la scia in mattinate come questa... LAMB di Gabriel è la colonna sonora che mi ritrovo a contare nella mia mente... perfetta...
Poi arrivo in cima al passo, rallento e mi fermo. La lascio girare qualche minuto al minimo carezzandole il serbatoio e infine... la spengo...
...Silenzio...
Mi arrampico sul terrapieno lì davanti e mi siedo a guardare il panorama, bellissimo, da togliere il fiato con le curve percorse alla mia sinistra e le curve da percorrere alla mia destra....
Il sole che fa finalmente capolino dalla dietro la vetta srotolando i suoi caldi e morbidi raggi tutta la valle saturandola di colori così accesi e vivi che sembra la stia riportando alla vita... scaldandola e preparandola ad una nuova, bellissima giornata.
...commovente... se potessi racchiudere questo momento esatto in una bottiglia sarebbe la risposta perfetta per tutti coloro che mi ripetono ancora “ma non è il momento di crescere? Ancora a giocare con stè motorette?” Poveri... davvero... non possono capire cosa vuol dire accarezzare una giornata che silenziosamente nasce rincorrendo la propria ombra mentre danza tra curve e panorami sempre diversi...
Solo a pensarci ecco che torna prepotente in me la fame di curve... di emozioni... e quasi non mi faccio tutto il terrapieno rotolando nella foga di scendere per risalire in sella e rincorrere la luce che avanza...
La strada e' tutta per me e per Lei... Sgombra dalle macchine lente e
paranoiche, sgombra da benpensanti richiusi in inutili SUV libera da tutto quello che potrebbe intralciare il libero corso delle mie emozioni, della mia mente.
Ritorno a casa percorrendo una strada ancora diversa ma per questo non meno pregna di emozioni o di luoghi da ricordare e descrivere nel diario di cui sopra e, una volta giunto davanti al cancello di casa stento a spegnerla, cosciente come non mai di aver ancora vissuto un momento indimenticabile.
La mia mano scorre sul serbatoio, silenziosa e mente la accarezzo sussurro un grazie per avermi riportato a casa tutto intero e così pieno di colori negli occhi, per le sensazioni che mi sa regalare, ascolto il silenzio un po' meno silenzioso di una città che si sta svegliando lentamente, osservo qualche macchina passare mentre seduto sul muretto mi fumo una sigaretta... mamma che si son persi...
Piano piano rientro in casa e la vedo dormire serenamente con il telefonino accanto al cuscino... bellissima...
Mi spoglio dell'armatura da centauro senza poter evitare di guardarmi allo specchio e ritrovo negli occhi quella scintilla, quei colori, quel sole... occhi di un'anima felice e dalle ali bel spiegate... occhi vivi come non mai...
Piano piano scivolo sotto al piumone nel letto e subito sento una mano che scorre sotto le coperte a cercarmi... “disgraziato...” mi sussurra dolcemente senza nemmeno aprire gli occhi “...è stato bello? Com'era la strada?” vorrei risponderle, descrivere ogni sfumatura, ogni colore ma... semplicemente non trovo le parole... ma so anche che Lei sa interpretare i miei silenzi molto più delle mie parole... chiudo gli occhi e respiro profondamente... “dormi piccoletta, il tuo centauro è tornato tutto intero... e felice...”
MaSaCo
Ecco, comincia ad albeggiare, e c'è' una luce tra il celeste e il rosa così particolare, inusuale per chi non e' avvezzo ad alzarsi prima dell'alba...
La strada di fronte casa e' un serpentone grigio e silenzioso quasi irreale per chi abita qui abituato al caos degli zombie in scatola del mattino, mentre ora sembra sussurrare solo un cantico dolce che solo i centauri sanno ascoltare sotto un cielo terso e sgombro di un grigio/azzurro indefinibile che la illumina dolcemente, senza ombre...
Brividi...
Mi volto e la guardo dolcemente dormire, inconsapevole della tempesta di pensieri che accompagna una emozione che nasce lontano nel tempo e nei ricordi... molti irrazionali.... come sono le emozioni più vere.
Lei... l'altra... l'amante dalla pelle di gelido metallo e il cuore rovente di fuoco.. lei è sempre lì... pulita e lustra sotto al telo, pronta a partire... la sento chiamarmi sempre più spesso ultimamente ma il mio essere è inquieto, troppo per affrontarla.. e Lei è come Scilla e Cariddi fuse in un abito di lega e carbonio... una demone tentatrice della quale devo essere capace di dominare il temperamento o ogni volta che varco quel cancello potrebbe essere l'ultima...
Ma Ella è anche triste ultimamente... i troppi pensieri che affollano la mia mente di uomo non più bambino, ove prima vi era posto solo per Lei, la fanno sentire trascurata, tradita... ah... se solo sapesse che dentro arde impetuoso sempre lo stesso cuore, la stessa passione che ci accompagnava a testa bassa tra curve e tornanti con silenziosa complicità... ma vi è un tempo per vivere senza un domani, e un tempo per crescere proiettando la propria ombra accanto ad un'altra alla quale devi, in qualche modo, render conto anche se nulla chiede, nulla pretende se non poterti sfiorare nella notte per sapere che sei lì...
Silenzioso scivolo come un'ombra dabbasso, indosso pantaloni tecnici, stivali, la giacca con protezioni e paraschiena che ormai odora più di smog cittadino che di aria di campagna, prendo chiavi, guanti, scelgo il casco ed esco...
Mi fermo a guardarla ancora celata sotto al telo che la protegge dalla brina immaginando le sue forme, i suoi spigoli, le sue pochissime curve che si raccordano senza soluzione di continuità e che rispecchiano esattamente il suo carattere forte, senza mezze misure... bastarda... e bellissima..
Silenziosamente, molto silenziosamente sollevo il telo e la libero dalle catene per spingerla dolcemente lontano dalle finestre ove la sua voce potrebbe non essere compresa e destare il sonno di qualcuno che, giustamente, si sta già godendo la domenica mattina a modo suo, così distante dal mio: dormendo di gusto...
La consapevolezza del mio giocare con il fuoco accompagna quel brivido che risale sulla schiena tutte le volte che sfioro quel pulsante e le dono la vita, ma la vita, per come la vivo, e' una sfida da affrontare a viso aperto, senza troppi ma e nessun se... perché credo fermamente che alla nascita ci venga assegnato un tempo già scritto, un diario con un numero di pagine ben definito e sarebbe davvero stupido lasciarne qualcuna bianca... senza nemmeno una singola frase, un'immagine degna di essere raccontata e ricordata.
E con la penna per scrivere una nuova avventura già in mano la accendo ed Ella si desta con un ringhio basso, irregolare ed intrigante che mi domanda se davvero lo voglio, se davvero ho voglia di inseguire la nostra ombra come allora...
Ricaccio quella punta di paura che mi ricorda che non son più il kamikaze di un tempo, tiro la frizione, innesto prima con un deciso colpo della punta dello stivale e si va....
Uscendo dal cancello mi chiedo se colei che ancora dorme possa davvero capire fino in fondo questo lato del mio essere così nascosto e così evidente... chissà... ma non dev'essere facile essere la donna di un centauro, la donna di un'ombra che scorre sull'asfalto e di un rombo che si perde nel suo stesso eco...
Scivolo piano piano facendo rotta per quella strada che si arrampica per le colline laziali, consapevole che e' ancora fredda e che le gomme, fredde anch'esse, potrebbero tradirmi sulla brina del mattino alla prima curva il chè rappresenterebbe, tra l'altro, un'imbarazzante epilogo di una giornata nata sotto i migliori auspici... ma tutto procede e la Tiburtina scorre lenta mentre viaggio con la visiera alzata a metà per respirare a fondo quest'aria frizzante che mi anticipa, nonostante il sole sia ancora nascosto, che sarà una gran bella giornata da vivere e una bella storia da scrivere... e veleggiando di pensiero in pensiero mi ritrovo ai piedi dei colli di Monte Bove, al solito baretto dove fermarsi per bersi un corroborante cappuccino è ben più di una piacevole abitudine prima di attaccare la salita che porta al passo.
Esco... casco, guanti, chiavi? Dove ho lasciato le chiavi? Ah si... sul bancone... ovviamente che testa!
“zzzz” “zzzz” “zzzz” ... SMS: “...disgraziato, stamattina mi tradisci eh? Divertiti... e occhio che a me piaci tutto intero e quando non sono attaccata lì dietro come un sacchettino di sabbia non ti regoli...”
Sorrido... mi conosce bene... ma in realtà ho più paura di lei, troppo dolore e troppe lacrime ho già versato sull'asfalto per questa vita governata da una incontrollabile passione...
Guardo a destra, nessuno... nemmeno un gatto che attraversa... guardo a sinistra, curve, tante curve... Mi domando un'ultima volta s'è questo il vero segreto della felicità, della mia almeno... e mi rispondo di si, assolutamente si...
Riparto.
Affronto piano le prime curve piegandomi poco e con delicatezza, l'aria e' fresca, cristallina e comincio ad avere freddo alle mani. Non incontro macchine. Non incontro nulla ma piano piano la mia ombra nasce lì ove il mio essere sfiora l'asfalto bello scuro, rugoso, sicuro... e mi ritrovo a sorridere.. si, a sorridere all'asfalto e alla salita che s'inerpica su per la strada scomparendo e riapparendo curva su curva, tornante su tornante... forse sto impazzendo?
Forse... ma è così bello diventare tutt'uno con lei... con loro...
Solo io, Lei e la strada.
Ancora brividi, ma questa volta non è il freddo... no...
Aumento l'andatura un po' per volta Ella mi asseconda rombando e confondendosi nella sua stessa eco...
Sembra aver deciso, finalmente, di vivere questo scorcio d'alba come se gli anni non fossero mai passati e allora via... testa bassa e cuore avanti...io e Lei... e Claudio, Daniele, Alex... son tutti lì ai bordi della strada con le saponette ben consumate e le ali ripiegate sula schiena pronti a spiccare il volo per accompagnarci... e così sia!
Le curve si susseguono una dopo l'altra, sembrano infinite interrotte solo da qualche fastidioso rettilineo... un paio di paesini... un paio di mucche al pascolo che bruca a bordo strada...
E non sento più' il freddo.
I giri dei nostri cuori aumentano mentre le curve si susseguono sempre più velocemente. Una, dieci, cento, mille curve scorrono veloci sotto di me... rido... rido dentro al casco così forte che riesco a sentirmi nonostante l'urlo del motore sia diventato ormai un ringhio fortissimo mentre le gomme in mescola assecondano, ormai ben calde, i miei desideri e gli angoli di piega sempre maggiori.
Sentila la bastarda come spinge bene ed urla tutta la sua rabbia! Sentila come mi anticipa che mi toca quasi tenerla a freno... Ora si che sto bene, ma sto bene davvero. Sono in pace con me stesso perché nessun problema è mai stato abbastanza veloce da riuscire a tenermi la scia in mattinate come questa... LAMB di Gabriel è la colonna sonora che mi ritrovo a contare nella mia mente... perfetta...
Poi arrivo in cima al passo, rallento e mi fermo. La lascio girare qualche minuto al minimo carezzandole il serbatoio e infine... la spengo...
...Silenzio...
Mi arrampico sul terrapieno lì davanti e mi siedo a guardare il panorama, bellissimo, da togliere il fiato con le curve percorse alla mia sinistra e le curve da percorrere alla mia destra....
Il sole che fa finalmente capolino dalla dietro la vetta srotolando i suoi caldi e morbidi raggi tutta la valle saturandola di colori così accesi e vivi che sembra la stia riportando alla vita... scaldandola e preparandola ad una nuova, bellissima giornata.
...commovente... se potessi racchiudere questo momento esatto in una bottiglia sarebbe la risposta perfetta per tutti coloro che mi ripetono ancora “ma non è il momento di crescere? Ancora a giocare con stè motorette?” Poveri... davvero... non possono capire cosa vuol dire accarezzare una giornata che silenziosamente nasce rincorrendo la propria ombra mentre danza tra curve e panorami sempre diversi...
Solo a pensarci ecco che torna prepotente in me la fame di curve... di emozioni... e quasi non mi faccio tutto il terrapieno rotolando nella foga di scendere per risalire in sella e rincorrere la luce che avanza...
La strada e' tutta per me e per Lei... Sgombra dalle macchine lente e
paranoiche, sgombra da benpensanti richiusi in inutili SUV libera da tutto quello che potrebbe intralciare il libero corso delle mie emozioni, della mia mente.
Ritorno a casa percorrendo una strada ancora diversa ma per questo non meno pregna di emozioni o di luoghi da ricordare e descrivere nel diario di cui sopra e, una volta giunto davanti al cancello di casa stento a spegnerla, cosciente come non mai di aver ancora vissuto un momento indimenticabile.
La mia mano scorre sul serbatoio, silenziosa e mente la accarezzo sussurro un grazie per avermi riportato a casa tutto intero e così pieno di colori negli occhi, per le sensazioni che mi sa regalare, ascolto il silenzio un po' meno silenzioso di una città che si sta svegliando lentamente, osservo qualche macchina passare mentre seduto sul muretto mi fumo una sigaretta... mamma che si son persi...
Piano piano rientro in casa e la vedo dormire serenamente con il telefonino accanto al cuscino... bellissima...
Mi spoglio dell'armatura da centauro senza poter evitare di guardarmi allo specchio e ritrovo negli occhi quella scintilla, quei colori, quel sole... occhi di un'anima felice e dalle ali bel spiegate... occhi vivi come non mai...
Piano piano scivolo sotto al piumone nel letto e subito sento una mano che scorre sotto le coperte a cercarmi... “disgraziato...” mi sussurra dolcemente senza nemmeno aprire gli occhi “...è stato bello? Com'era la strada?” vorrei risponderle, descrivere ogni sfumatura, ogni colore ma... semplicemente non trovo le parole... ma so anche che Lei sa interpretare i miei silenzi molto più delle mie parole... chiudo gli occhi e respiro profondamente... “dormi piccoletta, il tuo centauro è tornato tutto intero... e felice...”
MaSaCo
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