Caccia, 63 verbali di violazioni
Oltre 9.000 euro intascati dalle casse provinciali per 63 verbali di violazioni venatorie in appena... 14 giorni effettivi di caccia.
E' quasi un business l'attività di vigilanza provinciale vista la propensione dei cacciatori a sorvolare sull'osservanza delle leggi venatorie che disciplinano la loro pratica. Viene da chiedersi cosa succederebbe se il corpo provinciale disponesse di ben maggiori forze e mezzi sul territorio. Tant'è. La stagione è iniziata il 21 settembre ma l'attività di controllo, pur vittima del cronico deficit suaccennato, ha dato già ottimi frutti. A dispetto di chi continua a sostenere che i cacciatori che frequentano il territorio polesano sono tra i più disciplinati. Per la verità una distinzione va fatta: i veri indisciplinati non sono polesani come dimostra il confronto sulla provenienza dei sanzionati: solo 28 su 63 sono residenti tra Adige e Po, gli altri 35 provengono dalle province vicine.I verbali sono stati per la stragrande maggioranza stesi dalla polizia provinciale, ben 57 volte contro sei di altri corpi (vigilanza volontaria, Forestale, altre forze dell'ordine). Le violazioni più frequenti sono state la mancata annotazione delle giornate di caccia o dei capi abbattuti (26), seguono il mancato rispetto delle distanze da case, strade, aree protette o precluse alla caccia (10), l'attività venatoria in campi coltivati (7) e il mancato recupero dei bossoli esplosi (4). Il sette in condotta per gli atc più indisciplinati se lo aggiudica il Ro2 Polesine centrale con 36 violazioni accertate, seguono il Ro1 Polesine occidentale con 14 e il Ro3 Delta del Po con 13. Notevole anche il "carniere" dei capi sequestrati perché abbattuti fuori regola in conseguenza di violazioni riscontrate: in tutto 16 capi di cui otto fagiani, cinque lepri, 2 starne e una marzaiola. Rispetto a questo migratore vale ricordare che il suo abbattimento è stato vietato dalla nuova legge sulle Zps fino al 30 settembre. Disposizione osteggiata in modo acceso da tutto il mondo venatorio.
Oltre 9.000 euro intascati dalle casse provinciali per 63 verbali di violazioni venatorie in appena... 14 giorni effettivi di caccia.
E' quasi un business l'attività di vigilanza provinciale vista la propensione dei cacciatori a sorvolare sull'osservanza delle leggi venatorie che disciplinano la loro pratica. Viene da chiedersi cosa succederebbe se il corpo provinciale disponesse di ben maggiori forze e mezzi sul territorio. Tant'è. La stagione è iniziata il 21 settembre ma l'attività di controllo, pur vittima del cronico deficit suaccennato, ha dato già ottimi frutti. A dispetto di chi continua a sostenere che i cacciatori che frequentano il territorio polesano sono tra i più disciplinati. Per la verità una distinzione va fatta: i veri indisciplinati non sono polesani come dimostra il confronto sulla provenienza dei sanzionati: solo 28 su 63 sono residenti tra Adige e Po, gli altri 35 provengono dalle province vicine.I verbali sono stati per la stragrande maggioranza stesi dalla polizia provinciale, ben 57 volte contro sei di altri corpi (vigilanza volontaria, Forestale, altre forze dell'ordine). Le violazioni più frequenti sono state la mancata annotazione delle giornate di caccia o dei capi abbattuti (26), seguono il mancato rispetto delle distanze da case, strade, aree protette o precluse alla caccia (10), l'attività venatoria in campi coltivati (7) e il mancato recupero dei bossoli esplosi (4). Il sette in condotta per gli atc più indisciplinati se lo aggiudica il Ro2 Polesine centrale con 36 violazioni accertate, seguono il Ro1 Polesine occidentale con 14 e il Ro3 Delta del Po con 13. Notevole anche il "carniere" dei capi sequestrati perché abbattuti fuori regola in conseguenza di violazioni riscontrate: in tutto 16 capi di cui otto fagiani, cinque lepri, 2 starne e una marzaiola. Rispetto a questo migratore vale ricordare che il suo abbattimento è stato vietato dalla nuova legge sulle Zps fino al 30 settembre. Disposizione osteggiata in modo acceso da tutto il mondo venatorio.
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