Sentite che roba......
Ogni mattina alle 7,30 entrano nei loro uffici per non fare mai niente. A Reggio Calabria arrivano lontani e ovattati gli echi della guerra ai nullafacenti della pubblica amministrazione dichiarata dal ministro Brunetta. In questa citt? ? lo Stato con la sua faccia che - dall'ottobre del 2007 - mantiene una grande caserma vuota e paga regolarmente ventuno dipendenti fantasma. Sono sedici uomini e tre donne, tutti impiegati civili del ministero della Difesa. Pi? un colonnello e un maresciallo, comandati a presidiare il nulla. Un monumento dello spreco italico: ? la caserma "Mezzocapo" di Reggio, un glorioso passato di medaglie d'oro e croci di guerra, un quadrilatero di mura spesse e di storia intitolata ai fratelli Carlo e Luigi, prima ufficiali e poi senatori del Regno. E' proprio al centro della pi? grande citt? calabrese. Fino a un anno fa era il quartier generale del Comando militare della Calabria (trasferito a Catanzaro) e oggi "posto di lavoro" di quei diciannove civili e di quei due militari lasciati a Reggio a fare, loro malgrado, i "fannulloni".
Ogni mattina alle 7,30 entrano nei loro uffici per non fare mai niente. A Reggio Calabria arrivano lontani e ovattati gli echi della guerra ai nullafacenti della pubblica amministrazione dichiarata dal ministro Brunetta. In questa citt? ? lo Stato con la sua faccia che - dall'ottobre del 2007 - mantiene una grande caserma vuota e paga regolarmente ventuno dipendenti fantasma. Sono sedici uomini e tre donne, tutti impiegati civili del ministero della Difesa. Pi? un colonnello e un maresciallo, comandati a presidiare il nulla. Un monumento dello spreco italico: ? la caserma "Mezzocapo" di Reggio, un glorioso passato di medaglie d'oro e croci di guerra, un quadrilatero di mura spesse e di storia intitolata ai fratelli Carlo e Luigi, prima ufficiali e poi senatori del Regno. E' proprio al centro della pi? grande citt? calabrese. Fino a un anno fa era il quartier generale del Comando militare della Calabria (trasferito a Catanzaro) e oggi "posto di lavoro" di quei diciannove civili e di quei due militari lasciati a Reggio a fare, loro malgrado, i "fannulloni".
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