Inoltro a tutte e tutti questo articolo relativo al taglio dell'ICI, come spunto di riflessione.
E' d'obbligo sottolineare che come sempre la riduzione delle tasse ci viene fatta pagare principalmente attraverso il taglio dei fondi per le politiche sociali.
I centri antiviolenza? Inutili! Tagliamo!
E’ stato varato il taglio della tassa sulla prima casa (ICI)! Ma con quali soldi? Lo sgravio fiscale è stato possibile abbattendo decine di fondi già stanziati, dal trasporto locale a quello per l'occupazione, dall'ammodernamento delle rete idrica nazionale a quello dedicato al recupero dei centri storici. Il ministro Tremonti taglia, dove non serve, dove gli sembra uno spreco: fa scomparire il fondo antiviolenza per le donne e quello per l'inclusione sociale degli immigrati, quello per l'abbattimento degli ecomostri e per il sostegno al trasporto ferroviario delle merci. Spariti anche i soldi per il potenziamento dell’informatizzazione pubblica, lo sviluppo della banda larga e il passaggio a digitale terrestre. Tremonti promette al sud il Ponte sullo Stretto (?!?) e intanto leva quegli interventi immediati su strade e ferrovie di cui Calabria e Sicilia hanno bisogno come dell'aria.
Per quanto riguarda i centri antiviolenza, la ministra alle pari opportunità Mara Carfagna ha risposto così alle interrogazioni sul taglio dei venti milioni di euro : “…appaiono pretestuose ed eccessive le critiche rivolte al taglio operato nei confronti del Fondo per la lotta alla violenza alle donne, posto che si è proceduto ad esso nella consapevolezza che i centri di contrasto alla violenza dovranno costituire oggetto di una seria riflessione in quanto solo il 2,8 per cento delle donne si rivolge ad essi…”. Ma come, non sa che il 2,8 per cento delle donne corrisponde ad una somma di sopravvissute di tutto rispetto? Meritano forse una punizione solo perché hanno fatto la scelta di rivolgersi ad altri piuttosto che ad un prete? E come si fa ad aumentare la quota di donne che si rivolgono ai centri antiviolenza se c'e' una campagna di denigrazione che costruisce una cultura dello scetticismo rispetto a luoghi laici che possono aiutare tante donne? La ministra parla di fondi presso la presidenza del consiglio che sarebbero utilizzabili per non meglio precisati piani sui diritti e le pari opportunità. Non si capisce di chi, dato che la signora continua a dire che donne, gay, lesbiche e compagnia bella non hanno nulla da chiedere perché stanno a posto così (“Io credo che l'omosessualità non sia più un problema… Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste…”)
La ministra Carfagna, in risposta ad un articolo di Natalia Aspesi sulle violenze in famiglia (“Quando il nemico è in casa”), afferma che “…divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all’interno della famiglia…”, attribuendo le cause della violenza anche ad una presunta fragilità della donna “…Dal momento in cui il 68.3% delle violenze contro le donne si consumano in casa, quindi in un luogo privato, ed il 93% delle donne non denuncia la violenza subita dal partner, emerge drammaticamente il rifiuto da parte delle stesse che preferiscono la strada del silenzio per evitare la reiterazione del comportamento violento…”.
(Riassunto scritto da Varie fonti internet)
Per il taglio ICI percarità son felice... ma tanto alla fine tagliano da una parte per dare all'altra...
E' d'obbligo sottolineare che come sempre la riduzione delle tasse ci viene fatta pagare principalmente attraverso il taglio dei fondi per le politiche sociali.
I centri antiviolenza? Inutili! Tagliamo!
E’ stato varato il taglio della tassa sulla prima casa (ICI)! Ma con quali soldi? Lo sgravio fiscale è stato possibile abbattendo decine di fondi già stanziati, dal trasporto locale a quello per l'occupazione, dall'ammodernamento delle rete idrica nazionale a quello dedicato al recupero dei centri storici. Il ministro Tremonti taglia, dove non serve, dove gli sembra uno spreco: fa scomparire il fondo antiviolenza per le donne e quello per l'inclusione sociale degli immigrati, quello per l'abbattimento degli ecomostri e per il sostegno al trasporto ferroviario delle merci. Spariti anche i soldi per il potenziamento dell’informatizzazione pubblica, lo sviluppo della banda larga e il passaggio a digitale terrestre. Tremonti promette al sud il Ponte sullo Stretto (?!?) e intanto leva quegli interventi immediati su strade e ferrovie di cui Calabria e Sicilia hanno bisogno come dell'aria.
Per quanto riguarda i centri antiviolenza, la ministra alle pari opportunità Mara Carfagna ha risposto così alle interrogazioni sul taglio dei venti milioni di euro : “…appaiono pretestuose ed eccessive le critiche rivolte al taglio operato nei confronti del Fondo per la lotta alla violenza alle donne, posto che si è proceduto ad esso nella consapevolezza che i centri di contrasto alla violenza dovranno costituire oggetto di una seria riflessione in quanto solo il 2,8 per cento delle donne si rivolge ad essi…”. Ma come, non sa che il 2,8 per cento delle donne corrisponde ad una somma di sopravvissute di tutto rispetto? Meritano forse una punizione solo perché hanno fatto la scelta di rivolgersi ad altri piuttosto che ad un prete? E come si fa ad aumentare la quota di donne che si rivolgono ai centri antiviolenza se c'e' una campagna di denigrazione che costruisce una cultura dello scetticismo rispetto a luoghi laici che possono aiutare tante donne? La ministra parla di fondi presso la presidenza del consiglio che sarebbero utilizzabili per non meglio precisati piani sui diritti e le pari opportunità. Non si capisce di chi, dato che la signora continua a dire che donne, gay, lesbiche e compagnia bella non hanno nulla da chiedere perché stanno a posto così (“Io credo che l'omosessualità non sia più un problema… Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste…”)
La ministra Carfagna, in risposta ad un articolo di Natalia Aspesi sulle violenze in famiglia (“Quando il nemico è in casa”), afferma che “…divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all’interno della famiglia…”, attribuendo le cause della violenza anche ad una presunta fragilità della donna “…Dal momento in cui il 68.3% delle violenze contro le donne si consumano in casa, quindi in un luogo privato, ed il 93% delle donne non denuncia la violenza subita dal partner, emerge drammaticamente il rifiuto da parte delle stesse che preferiscono la strada del silenzio per evitare la reiterazione del comportamento violento…”.
(Riassunto scritto da Varie fonti internet)
Per il taglio ICI percarità son felice... ma tanto alla fine tagliano da una parte per dare all'altra...
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