Il processo alle balene ? iniziato. L'accusa, rappresentata dai tre grandi paesi cacciatori - Giappone, Norvegia e Islanda - sostiene che i grossi cetacei "rubano" i pesci ai paesi in via di sviluppo intaccando le risorse ittiche dei mari. La difesa, rappresentata dal Wwf, replica affermando che la denuncia ? "assurda". Lo scontro si annuncia feroce al sessantesimo summit della Commissione baleniera internazionale che si apre oggi a Santiago del Cile presenti ottanta paesi.
La prima questione sul tavolo sar? proprio il calo delle risorse ittiche. "Giappone, Norvegia e Islanda - spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic e specie del Wwf Italia - continuano ad affermare che i cetacei stanno intaccando le risorse ittiche dei nostri mari, causando un calo del pescato. Assurdo. La colpa ? dell'uomo e della pesca selvaggia. La tesi dell'accusa serve solo per giustificare la caccia alle balene e per sviare l'attenzione dal vero problema, quello della pesca che sta letteralmente ripulendo i mari, provocando un calo preoccupante di tonni, merluzzi e salmoni".
I difensori dei giganti dei mari stanno affilano le armi: "Nel summit - continua Rocco - smentiremo le tesi dell'accusa con studi scientifici, dimostrando come sia l'uomo il vero responsabile dell'overfishing, cio? l'eccessivo sfruttamento delle risorse attraverso la pesca".
Ma i paesi "cacciatori" non si fermano. La loro arringa prevede un'accusa ancor pi? precisa: le balene-imputate sarebbero colpevoli di sottrarre pesce ai paesi in via di sviluppo. "Si tratta ancora una volta di un'assurdit?", ribadisce l'esponente del Wwf Italia. "Presenteremo un dossier Who's eating all the fish? (Chi sta mangiando tutto il pesce?) con cui dimostreremo come oltre il 60% del pesce pescato in paesi poveri non rimane nei mercati locali ma finisce in quelli europei, giapponesi, nord-americani e cinesi".
Anche l'Italia avr? voce in capitolo al summit che decider? le sorti dei giganti dei mari, e sar? rappresentata da una delegazione mista costituita da esperti dell'Icram (l'istituto per la ricerca sul mare), del ministero dell'Ambiente e delle Politiche agricole.
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La prima questione sul tavolo sar? proprio il calo delle risorse ittiche. "Giappone, Norvegia e Islanda - spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic e specie del Wwf Italia - continuano ad affermare che i cetacei stanno intaccando le risorse ittiche dei nostri mari, causando un calo del pescato. Assurdo. La colpa ? dell'uomo e della pesca selvaggia. La tesi dell'accusa serve solo per giustificare la caccia alle balene e per sviare l'attenzione dal vero problema, quello della pesca che sta letteralmente ripulendo i mari, provocando un calo preoccupante di tonni, merluzzi e salmoni".
I difensori dei giganti dei mari stanno affilano le armi: "Nel summit - continua Rocco - smentiremo le tesi dell'accusa con studi scientifici, dimostrando come sia l'uomo il vero responsabile dell'overfishing, cio? l'eccessivo sfruttamento delle risorse attraverso la pesca".
Ma i paesi "cacciatori" non si fermano. La loro arringa prevede un'accusa ancor pi? precisa: le balene-imputate sarebbero colpevoli di sottrarre pesce ai paesi in via di sviluppo. "Si tratta ancora una volta di un'assurdit?", ribadisce l'esponente del Wwf Italia. "Presenteremo un dossier Who's eating all the fish? (Chi sta mangiando tutto il pesce?) con cui dimostreremo come oltre il 60% del pesce pescato in paesi poveri non rimane nei mercati locali ma finisce in quelli europei, giapponesi, nord-americani e cinesi".
Anche l'Italia avr? voce in capitolo al summit che decider? le sorti dei giganti dei mari, e sar? rappresentata da una delegazione mista costituita da esperti dell'Icram (l'istituto per la ricerca sul mare), del ministero dell'Ambiente e delle Politiche agricole.
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