Qualcuno se lo ricorder? sicuramente Zib.
Ha avuto una specie di borsa di studio per la Columbia University e ha mandato una mail con il racconto del suo sbarco negli USA.
Eccolo qui:
I viaggi Bologna-Gatwick e Heatrow-NY sono stati ottimi cosi come gli atterraggi. Ma la legge di Murphy si estende anche oltreoceano e appena sceso dal 747 ho capito il significato di ?interminabili code al JFK di New York?. Mi guardo un po? intorno stanco e intontito per il viaggio e mi accodo alla lenta fila dove gli agenti del Department of Homeland Security controllano il visto, fanno una foto di riconoscimento e prendono le impronte digitali.
Il giovane sbirro rasato e tatuato sta controllando le due persone davanti a me e ogni tanto mi lancia un occhiata poco rassicurante. Ho la netta sensazione che stia per succedere qualcosa di poco piacevole.
Arrivato il mio turno guarda il visto e mi chiede di mostrare un altro paio di documenti che mi sono serviti per ottenere il visto. Ovviamente sono in Italia, sulla scrivania dell?ufficio :-O Glielo dico e lui mi fa notare che senza quei documenti il visto non ha NESSUN VALORE. La mia mascella cade a terra, non ci posso credere: nessuno mi aveva specificato questo particolare e in virt? della mia idea piramidale della burocrazia cartacea credevo che tutta quella carta fosse necessaria solo ed esclusivamente per ottenere il sospirato visto dal governo americano.
Lo sbirro mette il mio passaporto in una cartellina gialla e mi porta in un ufficio che sembra uno di quei tribunali dove il giudice sentenzia la condanna al malfattore di turno. Mi fanno sedere di fronte a una scrivania sopraelevata da cui spuntano 3 grossi poliziotti pseudosferici, la cui massa ? davvero inquietante.
Mi fanno un po? di terrorismo psicologico, non so dove vogliono arrivare. Gli chiedo se facendomi spedire i documenti dall?Italia posso risolvere la situazione, ma la risposta ? NO. Cerco di mantenere la calma pensando che potrei essere una ciambellina senza passaporto: le cose potrebbero andare anche peggio. Ormai sono stanchissimo e stravolto, probabilmente la mia facciazza sconvolta ? il mio lasciapassare e alla fine si decidono a lasciarmi andare: probabilmente sanno cos?altro sarebbe successo.
Il problema successivo ? che non ho il numero di prenotazione dell?ostello perch? al momento della stampa (un paio di ore prima della partenza del mio volo) il formato di stampa MDI della microsoft non veniva riconosciuto da Chernobyl, il pc dell?ufficio.
Cos? esco dal corridoio del Terminal 7 e mi imbatto in un tizio che mi chiede se ho bisogno di un taxi, sento che non dovrei dargli corda ma probabilmente per la stanchezza mi sbottono e gli dico che ne avrei bisogno ma che non so l?indirizzo preciso dell?ostello. Il tipo mi risponde che nn c?? problema, basta che gli dica il quartiere e il nome dell?ostello. Io rispondo, lui annuisce e in un batter d?occhio mi porta alla sua macchina. In quel momento mi sovviene la raccomandazione che devo aver letto in qualche guida sul web: ?mai servirsi dei tassisti abusivi?. Purtroppo i miei tempi di reazione sono dell?ordine del quarto d?ora e mi accorgo di quello che sto facendo solo quando lo zaino da trekking ? gi? all?interno del baule della sua auto.
Vista l?ora e il fatto che sembra sapere dove portarmi non ho il coraggio di rifiutare, firmando cos? la mia resa senza condizioni. Lungo la strada comincia a farmi domande, ripetendole pi? volte a distanza di tempo. Sto praticamente sudando freddo, mentre l?auto imbocca grosse strade a quattro corsie, svincoli e sopraelevate varie comincio a immaginarmi una storia parallela: potrebbe fermarsi dovunque, puntarmi un arma lasciandomi in mezzo al nulla :-O no dai? manteniamo la calma: abusivo si, ma assassino no e comunque sono i clienti che lo fanno mangiare? oppure quello che ruba loro? ;-D
In un tempo comunque accettabile mi porta a destinazione e proprio di fronte all?ostello mi spara non un proiettile bens? una richiesta altrettanto malavitosa: ONEHUNDREDTWENTYFIVE. Rimango sbigottito e chiedo conferma, lui scrive l?uno, poi il due e infine il cinque, mi aspetto altro? ma la virgola non la mette. La carogna pretende CENTOVENTICINQUE VERDONI, io comincio a strippare continuando a ripetere la cifra in italiano con gli occhi fuori dalle orbite. Gli dico che ? troppo, che non ? possibile e lui comincia ad elencarmi le spese del posteggio, della macchina e altro?C?? poco da fare, inventandomi la scusa che non ho soldi addosso gli chiedo di aprire il baule e comincio a tirare fuori la mia roba? se scappa con il bagaglio sono spacciato :-|
Mi dice che ? meglio salire per dargli i soldi, che ? pi? sicuro? peccato che il vero ladro sia in macchina, mica sul marciapiede.
Gli allungo prima il centone e poi il pezzo da venti e i cinque da uno. Ed ? in questo momento che il fottutissimo bastardo da il meglio di se: con un rapido movimento si imbosca i cento dollari e li rimpiazza con una banconota da 10 o da 1 dollaro (non ricordo bene). Mi dice di guardare le banconote e mi ripete ?onehundredandtwentyfive? do you understand me??. Perdo le staffe, alzo la voce, gli dico di non scherzare e mi avvicino alla sua vomitevole faccia. Ok, sono lo sprovveduto turista di cui approfittare ma a tutto c?? un limite e sto maledetto pezzente stava andando veramente oltre. A questo punto fa finta di cercare in mezzo ad una mazzetta di denaro e finalmente trova il centone che gli ho allungato.
Ero veramente senza parole, esausto, deluso e incazzato. Prendo i miei bagagli, gliene auguro veramente tante ed entro nell?ostello. Una ragazzona di colore di almeno 200 libbre mi chiede se pago in contanti o carta?
Secondo voi quante probabilit? ci sono che la mia carta non venga accettata in questo postaccio dimenticato pure da googlemaps?
?TRANSEAT? come diceva il mio prof di latino delle superiori.
Fortunatamente riesco a recuperare tutto il contante, la gentilissima sottiletta mi da la chiave e vado alla ricerca della stanza #525.
Moquette sul pavimento, un letto molto alto con un asse di legno al posto della rete, c?? anche un lavandino accanto alla porta e poco sopra i rubinetti c?? un tubo al neon, l?unica fonte luminosa di questa piccola e squallida cameretta dalle pareti verde acido. Emette una luce fioca e a tratti irregolare che rispecchia il mio stato d?animo. Ho una sorta di peso sullo stomaco che non mi fa respirare liberamente, calpesto inconvulsamente i pochi metri quadrati di moquette disponibili e ripenso alla successione degli eventi che mi ha portato qui. Sono in ballo e non posso tirarmi indietro, ma cominciare una nuova esperienza con queste premesse non ? sicuramente di aiuto.
Ora quello che ci vuole ? una doccia, nella speranza che lavi via la fatica del viaggio ma anche la tristezza accumulata in queste ultime ore. Subito dopo mi infilo nel letto cercando di dormire qualche ora.
Dopotutto domani ? un altro giorno?
Ha avuto una specie di borsa di studio per la Columbia University e ha mandato una mail con il racconto del suo sbarco negli USA.
Eccolo qui:
I viaggi Bologna-Gatwick e Heatrow-NY sono stati ottimi cosi come gli atterraggi. Ma la legge di Murphy si estende anche oltreoceano e appena sceso dal 747 ho capito il significato di ?interminabili code al JFK di New York?. Mi guardo un po? intorno stanco e intontito per il viaggio e mi accodo alla lenta fila dove gli agenti del Department of Homeland Security controllano il visto, fanno una foto di riconoscimento e prendono le impronte digitali.
Il giovane sbirro rasato e tatuato sta controllando le due persone davanti a me e ogni tanto mi lancia un occhiata poco rassicurante. Ho la netta sensazione che stia per succedere qualcosa di poco piacevole.
Arrivato il mio turno guarda il visto e mi chiede di mostrare un altro paio di documenti che mi sono serviti per ottenere il visto. Ovviamente sono in Italia, sulla scrivania dell?ufficio :-O Glielo dico e lui mi fa notare che senza quei documenti il visto non ha NESSUN VALORE. La mia mascella cade a terra, non ci posso credere: nessuno mi aveva specificato questo particolare e in virt? della mia idea piramidale della burocrazia cartacea credevo che tutta quella carta fosse necessaria solo ed esclusivamente per ottenere il sospirato visto dal governo americano.
Lo sbirro mette il mio passaporto in una cartellina gialla e mi porta in un ufficio che sembra uno di quei tribunali dove il giudice sentenzia la condanna al malfattore di turno. Mi fanno sedere di fronte a una scrivania sopraelevata da cui spuntano 3 grossi poliziotti pseudosferici, la cui massa ? davvero inquietante.
Mi fanno un po? di terrorismo psicologico, non so dove vogliono arrivare. Gli chiedo se facendomi spedire i documenti dall?Italia posso risolvere la situazione, ma la risposta ? NO. Cerco di mantenere la calma pensando che potrei essere una ciambellina senza passaporto: le cose potrebbero andare anche peggio. Ormai sono stanchissimo e stravolto, probabilmente la mia facciazza sconvolta ? il mio lasciapassare e alla fine si decidono a lasciarmi andare: probabilmente sanno cos?altro sarebbe successo.
Il problema successivo ? che non ho il numero di prenotazione dell?ostello perch? al momento della stampa (un paio di ore prima della partenza del mio volo) il formato di stampa MDI della microsoft non veniva riconosciuto da Chernobyl, il pc dell?ufficio.
Cos? esco dal corridoio del Terminal 7 e mi imbatto in un tizio che mi chiede se ho bisogno di un taxi, sento che non dovrei dargli corda ma probabilmente per la stanchezza mi sbottono e gli dico che ne avrei bisogno ma che non so l?indirizzo preciso dell?ostello. Il tipo mi risponde che nn c?? problema, basta che gli dica il quartiere e il nome dell?ostello. Io rispondo, lui annuisce e in un batter d?occhio mi porta alla sua macchina. In quel momento mi sovviene la raccomandazione che devo aver letto in qualche guida sul web: ?mai servirsi dei tassisti abusivi?. Purtroppo i miei tempi di reazione sono dell?ordine del quarto d?ora e mi accorgo di quello che sto facendo solo quando lo zaino da trekking ? gi? all?interno del baule della sua auto.
Vista l?ora e il fatto che sembra sapere dove portarmi non ho il coraggio di rifiutare, firmando cos? la mia resa senza condizioni. Lungo la strada comincia a farmi domande, ripetendole pi? volte a distanza di tempo. Sto praticamente sudando freddo, mentre l?auto imbocca grosse strade a quattro corsie, svincoli e sopraelevate varie comincio a immaginarmi una storia parallela: potrebbe fermarsi dovunque, puntarmi un arma lasciandomi in mezzo al nulla :-O no dai? manteniamo la calma: abusivo si, ma assassino no e comunque sono i clienti che lo fanno mangiare? oppure quello che ruba loro? ;-D
In un tempo comunque accettabile mi porta a destinazione e proprio di fronte all?ostello mi spara non un proiettile bens? una richiesta altrettanto malavitosa: ONEHUNDREDTWENTYFIVE. Rimango sbigottito e chiedo conferma, lui scrive l?uno, poi il due e infine il cinque, mi aspetto altro? ma la virgola non la mette. La carogna pretende CENTOVENTICINQUE VERDONI, io comincio a strippare continuando a ripetere la cifra in italiano con gli occhi fuori dalle orbite. Gli dico che ? troppo, che non ? possibile e lui comincia ad elencarmi le spese del posteggio, della macchina e altro?C?? poco da fare, inventandomi la scusa che non ho soldi addosso gli chiedo di aprire il baule e comincio a tirare fuori la mia roba? se scappa con il bagaglio sono spacciato :-|
Mi dice che ? meglio salire per dargli i soldi, che ? pi? sicuro? peccato che il vero ladro sia in macchina, mica sul marciapiede.
Gli allungo prima il centone e poi il pezzo da venti e i cinque da uno. Ed ? in questo momento che il fottutissimo bastardo da il meglio di se: con un rapido movimento si imbosca i cento dollari e li rimpiazza con una banconota da 10 o da 1 dollaro (non ricordo bene). Mi dice di guardare le banconote e mi ripete ?onehundredandtwentyfive? do you understand me??. Perdo le staffe, alzo la voce, gli dico di non scherzare e mi avvicino alla sua vomitevole faccia. Ok, sono lo sprovveduto turista di cui approfittare ma a tutto c?? un limite e sto maledetto pezzente stava andando veramente oltre. A questo punto fa finta di cercare in mezzo ad una mazzetta di denaro e finalmente trova il centone che gli ho allungato.
Ero veramente senza parole, esausto, deluso e incazzato. Prendo i miei bagagli, gliene auguro veramente tante ed entro nell?ostello. Una ragazzona di colore di almeno 200 libbre mi chiede se pago in contanti o carta?
Secondo voi quante probabilit? ci sono che la mia carta non venga accettata in questo postaccio dimenticato pure da googlemaps?
?TRANSEAT? come diceva il mio prof di latino delle superiori.
Fortunatamente riesco a recuperare tutto il contante, la gentilissima sottiletta mi da la chiave e vado alla ricerca della stanza #525.
Moquette sul pavimento, un letto molto alto con un asse di legno al posto della rete, c?? anche un lavandino accanto alla porta e poco sopra i rubinetti c?? un tubo al neon, l?unica fonte luminosa di questa piccola e squallida cameretta dalle pareti verde acido. Emette una luce fioca e a tratti irregolare che rispecchia il mio stato d?animo. Ho una sorta di peso sullo stomaco che non mi fa respirare liberamente, calpesto inconvulsamente i pochi metri quadrati di moquette disponibili e ripenso alla successione degli eventi che mi ha portato qui. Sono in ballo e non posso tirarmi indietro, ma cominciare una nuova esperienza con queste premesse non ? sicuramente di aiuto.
Ora quello che ci vuole ? una doccia, nella speranza che lavi via la fatica del viaggio ma anche la tristezza accumulata in queste ultime ore. Subito dopo mi infilo nel letto cercando di dormire qualche ora.
Dopotutto domani ? un altro giorno?
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