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Alitalia - Ritiro di Air France (no politica)

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    #91
    Originally posted by cocis View Post
    pare che ora si ridiscuta con air france ...

    ora ai sindacati va bene le proposte..... e se fosse tutta una presa in giro ??
    strano eh

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      #92
      Nel frattempo qui hanno chiuso due compagnie aeree (ATA e Aloha) in una settimana, con talmente tanto preavviso che i passeggeri l'hanno scoperto quando arrivati al check in non c'era nessuno ad attenderli. Aloha perlomeno ha detto che rimborsera' i possessori di biglietti, l'Ata invece ha detto che il rimborso se lo possono sognare...

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        #93
        Originally posted by cocis View Post
        pare che ora si ridiscuta con air france ...

        ora ai sindacati va bene le proposte..... e se fosse tutta una presa in giro ??
        Originally posted by Scorpion View Post
        strano eh
        E' un tipico compolrtamento di un certo tipo di persone ...

        Mi viene il vomito a pensarci ... maledetti ! E non possiamo fare nulla per fermarli

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          #94
          Buffa la cosa pero' :

          Per costruire aeroporti e sostenere una compagnia statale spillano soldi all'Italia ... quando li vendono non restituiscono un caxxo ai cittadini ma si intascano tutto schioppa , i sindacati e tutti gli altri vili politici .

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            #95


            cos? continueranno a prendere soldi i soliti parassiti ..

            3/4/2008
            Alitalia, Police nuovo presidente

            Cda: proposta AF idonea per crescita

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              #96
              Mi sembra che ci sia un po' di confusione sulla questione Alitalia, soprattutto su HUB- Malpensa - Fiumicino.....
              L'HUB originale di Alitalia ? sempre stato Fiumicino, poi con l'apertura di Malpensa si ? voluto creare un altro HUB, qui riporto un'intervista su alcune delle cause che hanno portato al collasso di Alitalia-Malpensa, ripeto sono solo alcune perch? ci sono anche responsabilit? di governo (ambedue le parti), di sindacati e di amministratori locali, comunque eccovi l'interessante intervista se avete voglia di approfondire:



              Fausto Cereti non ? in pensione: ora ? presidente dell?Assaereo, l?associazione aderente alla Confindustria che raggruppa e rappresenta le compagnie aeree operanti in Italia. Laureato in Ingegneria aeronautica, cominci? l?attivit? professionale nel 1954 nella Fiat Avio. Nel 1969 pass? nel settore pubblico, all?Aeritalia del Gruppo Iri in qualit? di direttore generale e, successivamente, di amministratore delegato; nel 1990, in seguito alla fusione tra l?Aeritalia e la Selenia e alla nascita dell?Alenia, assunse la presidenza di quest?ultima, fino ad essere nominato, nel 1996, presidente dell?Alitalia, carica tenuta fino al 2003, ossia fino a quando la compagnia aerea ? stata sconvolta dagli avvenimenti che hanno imposto la sua capitolazione come ?compagnia di bandiera italiana? e la sua vendita all?Air France. In questa intervista l?ing. Cereti illustra le principali cause che, non essendo state prontamente affrontate e rimosse dai responsabili politici, hanno ridotto in gravi difficolt? l?azienda, nonch? gli errori compiuti dagli stessi che ne hanno accelerato la fine e portato alla triste conclusione.

              Domanda. Erano proprio necessarie la privatizzazione e la vendita dell?Alitalia?
              Risposta. Le privatizzazioni non andrebbero mai annunciate prima; e quando si annunciano, vanno subito realizzate altrimenti si mobilitano tante forze negative. Quella dell?Alitalia non era un?opzione ma una necessit?, e il fatto di non averla compiuta nel momento opportuno le ha fatto perdere l?accordo con la KLM, che ? uscita da esso accampando pretesti, anche se poi questi si sono rivelati infondati tanto che essa ha dovuto pagare all?Alitalia una penale di 250 milioni di dollari.

              D. Per quale motivo ? uscita?
              R. Per tre ragioni. La prima, difficile da valutare, consiste nel fatto che in Olanda il potere nelle aziende si conserva imbrigliando i giovani nei consigli di amministrazione attraverso la cooptazione. Il top management della KLM temeva che i giovani manager approfittassero del caos esistente nel nostro sistema per fare carriera; nelle loro aziende si avanzava solo per la fedelt? al capo. Da una ricerca che avevamo commissionato a psicologi ed esperti di formazione era emerso che gli italiani avevano pi? potenziale, ma gli olandesi erano pi? formati e pi? produttivi nell?affrontare il mercato, per cui i loro ?quadri? avevano capito che dalla fusione poteva nascere un potere, e questo ha spaventato l?establishment olandese.

              D. Il secondo motivo?
              R. Gli olandesi avevano capito che, se rompevano l?alleanza con noi e ne uscivano senza colpe o addirittura per colpa nostra, avrebbero portato via all?Alitalia, come ? stato, almeno un terzo, se non la met? dei nostri passeggeri a lungo raggio, perch? avevano la possibilit? di seguirli in modo pi? efficace. Ricordo che, recandomi in Australia con un aereo della KLM, la capo-cabina olandese mi disse: ?Peccato questa rottura, ci stavamo abituando ai vostri passeggeri cos? gentili, ed educati, non come i nostri?. La KLM, infatti, ha una forte capacit? commerciale ma un mercato a clientela di secondo livello; gestisce i passeggeri come fossero di seconda classe, il che ora avviene per l?Air France che ha comprato il pacchetto azionario della compagnia olandese in cambio di denari o di azioni Air France. Il Governo olandese ha il 7-8 per cento, quello francese il 18 per cento, per cui chi comanda ? quest?ultimo, che per? si ? impegnato a rispettare per 40 anni la quota di mercato della KLM.

              D. Il terzo motivo della rottura?
              R. Il loro amministratore delegato, persona molto in gamba, riteneva che la British Airways fosse disposta a compiere una fusione nella quale la KLM avrebbe avuto pi? potere che con l?Alitalia, e che l?operazione sarebbe stata pi? facile. Giudicava la compagnia italiana un partner non affidabile anche a causa della cattiva gestione dell?hub di Malpensa, dovuta alla pretesa dell?Amministrazione comunale di Milano di avere passeggeri sia in questo aeroporto sia in quello di Linate, per vendere meglio le azioni della societ? di gestione, la Sea, di propriet? del Comune. Quando Malpensa fu aperto e l?Alitalia decise un aumento di capitale, la banca inglese consulente finanziaria del Comune mi chiese se garantivamo i voli a Malpensa; risposi di s?, a condizione che l?aeroporto di Linate venisse chiuso o il suo traffico molto ridotto; la banca precis? di aver fatto presente al sindaco che, con Linate in funzione, Malpensa non aveva futuro e pertanto la SEA valeva meno. Ma il sindaco, proprietario di una fabbrica meccanica di 200 operai, aveva la mentalit? del piccolo imprenditore e non lo capiva: riteneva che avere due fabbriche fosse meglio che averne una.

              D. Quale il motivo pi? fondato?
              R. I primi due avvelenarono a poco a poco l?ambiente, il terzo fu determinante tanto che abbiamo ottenuto il pagamento della penale perch?, durante l?arbitrato instauratosi per risolvere la controversia e nel quale ci scambiavamo le accuse, l?autista dell?amministratore delegato della KLM confess? di aver accompagnato quest?ultimo a un aereo in partenza per Londra da un aeroporto secondario, proprio il giorno in cui egli decise la rottura dell?accordo. Messo alle strette, il rappresentante olandese dovette ammettere la circostanza, anche perch? in Olanda dire una bugia ? un fatto grave.

              D. Che cosa avrebbe dovuto fare il Governo italiano per non perdere quell?occasione?
              R. Per prima cosa avrebbe dovuto evitare le tre crisi governative registratesi durante quella legislatura, in ognuna delle quali si inser? la richiesta di chiudere Malpensa. Poi capo del Governo divenne Romano Prodi che aveva l?idea di privatizzare l?Alitalia; anzi tale idea era partita proprio quando egli era presidente dell?Iri e in tale veste aveva favorito un accordo con gli inglesi che nell?Alitalia provoc? vari scioperi. Quando divent? presidente della Confindustria inglese, l?amministratore delegato della British Airways mi conferm? l?esistenza di un accordo su una fusione alla pari e sull?affidamento all?Alitalia dei collegamenti tra l?Europa e Londra. Quell?accordo diede origine ad ?Aquila selvaggia?, cio? alle proteste dei piloti che bloccavano gli aerei sulla pista avendo saputo dai loro colleghi inglesi che sarebbero stati destinati a volare da Roma a Londra anzich? da Roma a New York. La rivolta caus? le dimissioni del presidente Renato Riverso e dell?amministratore delegato Roberto Schisano, ai quali subentrammo rispettivamente io e Domenico Cempella.

              D. Che cosa prevedeva in particolare quell?accordo?
              R. Quando assunsi la presidenza dell?Alitalia, non ne conobbi il contenuto, ma l?accordo esisteva. La necessit? di un?alleanza internazionale era evidente, gi? si sapeva che nel mondo si sarebbero formate al massimo 4 alleanze, che poi divennero 3 perch? si verificarono fallimenti di aziende americane che ridussero a tre le possibilit? di alleanze. Allora cercammo un?alleanza che ci consentisse di mantenere i voli a lungo raggio, sui quali avevamo il consenso dei piloti dell?Anpac sia per il loro orgoglio professionale sia perch? guadagnavano di pi? e faticavano di meno. L?accordo con la KLM ci avrebbe permesso tutto questo, ma era necessaria la privatizzazione della compagnia.

              D. Che cosa avvenne dopo?
              R. Con Cempella definii subito le competenze: io mi sarei occupato solo di alleanze internazionali e della parte pi? tecnica della scelta degli aerei, tanto che feci acquistare l?Embraer e il Boeing 777, la macchina pi? bella che l?Alitalia ha oggi. Eravamo citati in tutto il ?mondo Iri? perch? andavamo d?accordo. Per eventuali alleanze esplorammo tutte le direzioni. Gli inglesi chiarirono subito che avevano bisogno di compagnie non alleate ma sussidiarie. Io avrei preferito la Lufthansa perch? avendo realizzato con i tedeschi il G-91, il Tornado e alcuni programmi spaziali, avevamo con loro una grande affinit?. Ma la Lufthansa rispose che avremmo dovuto riparlarne dopo alcuni anni perch?, avendo loro stretto un?alleanza con la Sas e intendendola allargare all?Austrian e alla Spainair, un accordo con l?Alitalia avrebbe avuto il veto dell?Antitrust.

              D. E dopo la British Airways?
              R. I primi disponibili a stringere un?alleanza furono gli svizzeri, con i quali sviluppammo otimi rapporti a livello dell?amministratore delegato. Anche con i francesi concordammo un buon programma, arrivammo a firmare un memorandum con l?amministratore delegato dell?Air France Christian Blanc il quale, sostituito poi per ragioni politiche da Jean-Cyril Spinetta, ci invit? a sottoporlo a quest?ultimo. Ma io e Cempella ritenemmo che non era corretto costringerlo a diventare nostro alleato a sua insaputa. Dopo le elezioni francesi divent? ministro dei Trasporti un comunista che blocc? le privatizzazioni; e Spinetta ci disse che non era il momento di fare qualsiasi accordo.

              D. Allora svizzeri o francesi?
              R. Nel frattempo raggiungemmo un accordo con gli svizzeri ma il Consiglio di amministrazione della Swiss Air non l?approv? perch? aveva stretto alleanze e comprato societ? ovunque, contando sull?adesione della Svizzera al mercato aeronautico; questo per? non avvenne, per cui cominciarono a fallire la compagnia belga Sabena e altre compagnie che la Swiss aveva acquisito.

              D. Come si giunse alla KLM?
              R. Intanto noi avevamo maturato un buon rapporto con la KLM puntando a un?alleanza che ci avrebbe fatto diventare la quarta compagnia con la possibilit? di sviluppare un?alleanza con la terza, che all?epoca era l?Air France. Parlammo con Spinetta, un uomo molto in gamba, ma nel frattempo il rapporto si interruppe perch? gli olandesi ci rimproveravano il mancato decollo di Malpensa, la scarsit? dei collegamenti e l?assenza della privatizzazione, che c?eravamo impegnati a varare entro una certa data. Allora l?Iri invi? al Governo il piano di privatizzazione che doveva essere approvato dal Parlamento, ma Rifondazione Comunista si oppose minacciando di far cadere il Governo. Se Prodi fosse caduto sulla privatizzazione dell?Alitalia, sarebbe diventato un eroe liberal-democratico.

              D. Che cosa avvenne dopo nei rapporti con la KLM? Come si giunse alla rottura definitiva?
              R. Poi ci furono dei contatti tra il Governo olandese e l?allora direttore generale del Ministero dell?Economia italiano Mario Draghi, attualmente governatore della Banca d?Italia; noi avevamo posto alcuni punti fermi con la KLM, ma il Governo olandese ottenne dal nostro rappresentante che la nuova compagnia fosse di nazionalit? olandese invece che italiana, per cui sarebbe diventata capo-commessa e tutti i consiglieri di amministrazione sarebbero stati cooptati dagli olandesi. A questa richiesta noi ci eravamo sempre opposti, e invece fu accettata probabilmente perch? il team italiano non conosceva il problema, non parlava con noi, non ci dava ascolto. La KLM e il Governo olandese lavoravano, invece, in sintonia, per cui ottennero due set di condizioni, ma noi rifiutammo l?accordo anche se era stato accettato dal nostro Governo. Draghi and? a parlare personalmente con gli olandesi, ma ormai la situazione si era deteriorata ed eravamo alla rottura, anche per il maldestro tentativo di Cempella di far nominare nella struttura alcuni suoi fedeli, azioni che non possono farsi in campo internazionale. Per cui ci fu attribuita la colpa di aver voluto troppo.

              D. Quindi la scelta odierna dell?Air France ? quasi naturale?
              R. Gi? quando decidemmo di trattare con la KLM, in realt? vi era chi propendeva per l?Air France, e oggi confermo che ? rimasta l?unica scelta. Per farne una diversa bisognerebbe far uscire l?Alitalia dalla Sky Team di cui ? membro. Noi riuscimmo ad ottenere 250 milioni di dollari dalla KLM perch? essa aveva rotto l?alleanza in atto da poco pi? di un anno; oggi, se non ? prevista una cifra fissa, una compagnia che recede da un accordo deve indennizzare l?ex partner di qualsiasi danno, ossia non deve fargli diminuire il traffico, pertanto il costo della decisione ? incalcolabile. Se, per esempio, l?Alitalia si ritirasse e l?Air France dimostrasse che 100 mila passeggeri si recavano a Parigi con i suoi piani di volo, l?Alitalia dovrebbe inviarle altrettanti passeggeri. Oltre all?Air France, dello Sky Team fanno parte la Delta, la Continental, la Korean Air, l?Aeroflot, la CSA. Ora sta per aderire anche una compagnia cinese. Tutte queste compagnie sarebbero piombate sull?Alitalia e, per ottenere gli indennizzi, le avrebbero pignorato gli aerei.

              D. Perch? non ? stata venduta a imprenditori italiani?
              R. Perch?, quando hanno visto i conti, tutte le cordate italiane si sono ritirate. Non c?era altro da fare, a parte quello che ? riuscito a fare il precedente amministratore delegato Giancarlo Cimoli, che non si capisce per? perch?, in quella critica situazione, sia stato nominato. E vi ? rimasto a lungo perch?, visto che il Consiglio di amministrazione aveva sempre dichiarato che egli aveva raggiunto gli obiettivi fissati, nessuno in realt? aveva il coraggio di azionare la clausola prevista per mandarlo via. ? stato un fallimento annunciato; per? alla base, a mio parere, vi sono due fatti. Una societ? non pu? essere gestita da un management a responsabilit? limitata mentre i sindacati del personale, se si rivolgono al Governo, ottengono la cassa integrazione all?80 per cento dello stipendio reale, quindi 40 mila euro su 50 mila, quando a un metalmeccanico si erogano al massimo 800 euro. Questo va contro gli interessi dell?azienda.



              .......... segue

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                #97
                Parte 2

                D. Che fece lei da presidente?
                R. Lo feci presente a un rappresentante del Governo che mi rispose: ?Mica vorr? far fallire l?Alitalia prima delle elezioni? Lasciamo il problema a quelli che verranno dopo?. Cos? l?Alitalia ? stata caricata come una bomba ad orologeria, c?era solo da vedere in mano a chi sarebbe scoppiata. Qualche settimana fa, quando i concorrenti erano rimasti in due, pensavo: se prevale l?idea di risolvere il problema, la venderanno all?Air France; se invece Prodi pensa che il suo Governo sia alla fine e desidera fare un regalo al suo successore, la vende all?Air One perch?, dopo uno o due anni, la situazione sarebbe stata di nuovo come prima. Non sarebbe stata una soluzione definitiva, sarebbe trascorso un altro anno di sofferenza.


                D. Quando ? cominciata la fase terminale della compagnia?
                R. Quando vollero mettere l?azienda in mano a persone legate ai partiti politici: decisero di nominare come presidente un rappresentante della Lega per difendere Malpensa, e come amministratore delegato un mio collaboratore legato ad Alleanza Nazionale, persona simpatica e bravissima ma forse troppo debole per svolgere quel compito. Per cui pensarono di mettergli accanto due vicedirettori generali, ma io osservai: se l?amministratore delegato ? vostro, un direttore generale sar? dell?Udc e l?altro di Forza Italia; costoro faranno di tutto per esautorarlo; il tal modo non gli state dando un aiuto, ma la corda per impiccarlo.

                D. Quale sar? il futuro?
                R. Si sta verificando quello che ho previsto qualche anno fa. Se il Governo non avesse fatto nulla, entro due anni non sarebbe rimasto pi? alcun vettore italiano; se il Governo avesse desiderato una valida compagnia aerea nazionale, doveva chiamarle tutte e fermare l?Antitrust che impedisce di fare qualsiasi cosa, e che ha bocciato tutti gli accordi, con la Meridiana, con Volare ecc., per garantire la concorrenza. Il risultato ? che oggi la concorrenza nel mercato italiano la fanno l?Easy Jet e la Ryan Air, e la faranno sempre pi? loro. Se l?Alitalia avesse mandato via allora tutte queste compagnie, avrebbe ancora la capacit? manageriale per creare un unico vettore. Ma se si desidera questo, occorre una forte leadership; se si preferisce la libert? assoluta di mercato, le compagnie italiane spariranno e saremo serviti dall?Air France e dalla Lufthansa.

                D. Quale sar? la conclusione?
                R. Se si decide di vendere l?Alitalia, a un vettore straniero, ad esempio l?Air France, il Governo italiano - e non la compagnia che non ? sufficientemente rappresentativa -, deve trattare con il Governo francese e consentire l?operazione ma ad una condizione, la garanzia di mantenere in Italia uno o due hub. Su questo punto per? rischia di spaccarsi la stessa coalizione governativa, per cui ? difficile che nelle trattative si parli di Fiumicino e di Malpensa. Se il Governo non sar? capace di fare questo, sar? accusato di non aver preso nessuna decisione; si dir? solo che ? stato abile a lasciare la patata bollente al successore.

                D. Quali conseguenze per l?immagine del Paese provoca la vendita dell?Alitalia?
                R. A mio parere, l?Alitalia costituisce un caso peggiore di quello dell?immondizia di Napoli. Questa infatti ? un fenomeno quasi naturale e comunque determinato dal comportamento di funzionari di basso livello; l?Alitalia ? stata sempre gestita dai presidenti del Consiglio e dai ministri dell?Economia e della Finanza; a costoro non ? mai venuto in mente di chiedere cosa c?era da fare. Inoltre in tutto questo ci si mette anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il quale non ha capito che ormai gli hub sono in fase di scomparsa, che rimarranno i super hub, e che purtroppo in Italia arriviamo sempre tardi.

                D. Qual ? il suo giudizio sull?Air France?
                R. ? una compagnia molto capace, e che serve gi? il mercato italiano. Aveva subito compreso che l?hub di Malpensa non avrebbe funzionato, e dinanzi alla possibilit? che i passeggeri da Bologna, Firenze, Genova, Torino, Venezia, invece che a Malpensa preferissero andare negli hub di Francoforte, Amsterdam o Londra per imbarcarsi su un volo intercontinentale diretto verso gli Usa o altre destinazioni, ha cercato di recuperarne quanti pi? possibile e indirizzarli a Parigi. Dobbiamo tener presente che, quando era nostra alleata, la KLM si era accaparrata gran parte di quei passeggeri; insieme ad essa, infatti, avevamo realizzato una rete ben vista dai nostri passeggeri, perch? grazie ad essa potevano recarsi facilmente ad Amsterdam e da quell?hub in tutto il mondo.

                D. Quindi Malpensa ? nato male?
                R. Ricordo che, quando parlavo di esso e dei servizi che doveva svolgere, l?allora sindaco di Venezia Paolo Costa mi disse: ?Mica penser? che un veneziano possa andare a Malpensa a prendere l?aereo intercontinentale? Significherebbe per lui riconoscere che Milano ? pi? importante di Venezia. Pertanto o istituite anche voli intercontinentali a Venezia o i veneziani andranno a Parigi o a Londra?. Era un?osservazione giusta anche perch?, dovendo affrontare un volo per gli Stati Uniti di circa 10 ore spezzandolo in due tratte, era preferibile dividere i tempi in due e in 8 ore, anzich? in 20 minuti e in poco meno di 10 ore. Il nostro dramma ? non aver capito che le compagnie aeree, pi? che seguire la politica, devono soprattutto accontentare i passeggeri. In Italia invece si acccontentano tutti, sindacati, fornitori, partiti, Governo; il passeggero invece non conta niente, nessuno l?ha mai preso in considerazione




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                  #98
                  ognuno dice la sua....ma finchè nessuno ammetterà che l'unica responsabile del fallimento alitalia a malpensa è alitalia stessa, i suoi dipendenti naviganti di roma col cul0 pesante e la SEA....andiamo bene...

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                    #99
                    non so se ? vero .. oggi i tg hanno detto che shioppa ? uno degli azionisti di maggioranza di alitalia ... ma che coincidenza ..

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