NON C'ERA SMAILA, MA FINTI FINANZIERI
Milano: finti finanzieri svaligiano Damiani
Ancora in azione una banda di professionisti, ancora un bottino cospicuo: a 50 anni dalla rapina di via Osoppo (27 febbraio 1958, 590 milioni al valore di allora), sempre a Milano quattro banditi, questi senza armi ma anche senza violenza, hanno messo a segno una rapina destinata ad entrare negli annali del crimine. 'Casa Damiani', una delle maison del gioiello pi? blasonate e conosciute al mondo, ? stata derubata ieri mattina in corso Magenta 82, a poche centinaia di metri dal centro citt?.
L'entit? del bottino non si conosce ancora, lo si sapr?
al termine dell'inventario. E' sicuramente milionaria: ?
stato completamente svuotato un armadio blindato di due metri
per tre, pieno di cassetti. Per terra sono rimaste poche cose:
un paio di orecchini, alcuni anelli. Il resto ? finito in una
borsa nera (o un sacco della spazzatura, le versioni non sono
concordi). Casa Damiani, quotata in Borsa, garantisce che il
valore dei gioielli trafugati ? ampiamente coperto da
assicurazione. Il colpo, "da professionisti" secondo gli investigatori della squadra mobile, ha avuto una lunga gestazione ed ? stato coronato da pieno successo. Per entrare nel palazzo, un immobile dell' 800 destinato per intero a esposizione e ad eventi, uno dei quali era in programma oggi (eventi riservati alla clientela Vip) i banditi hanno lavorato per mesi. Hanno scavato il muro perimetrale del palazzo accanto a
quello preso di mira (dove sono in corso lavori di
ristrutturazione e dove c'? un ponteggio appoggiato alla
facciata) e nella parete di mattoni pieni hanno realizzato un
buco largo 80 centimetri e alto 60. Hanno lavorato dal Natale
scorso, soprattutto di notte e di prima mattina, ma non sempre.
"Quei rumori si interrompevano giorni e giorni e poi
riprendevano", ha riferito R.Z., un professionista che abita al
numero 78. Lavoravano nella cantina di uno dei condomini del
civico 80, Salvatore Taras, di 61 anni. Taras ha saputo dai giornalisti quello che avevano fatto nella sua cantina. "Sono stato fuori Italia per una ventina di giorni, tra New York e Miami" ha detto. La cantina, piena di polvere, tra due vecchi televisori accatastati e altri oggetti abbandonati, era stata trasformata in cantiere. Il buco ? stato usato per entrare nella maison, ma anche per fuggire: in questo modo i banditi, a volto scoperto, hanno evitato di passare dal cortile del piano terra ed essere inquadrati dalle telecamere. Quelle stesse che all'ingresso del palazzo riprendono i clienti che chiedono di entrare. 'Si pregano i signori visitatori di farsi riconoscere tramite telecamera' recita una targa all' ingresso, prima del cancello di ferro che immette nel cortile su cui si affacciano le ali del palazzo. Alle 10, un'ora prima dell'arrivo dei clienti invitati all'
evento di Casa Damiani, i banditi con le pettorine della Guardia di Finanza sono entrati nei sotterranei del palazzo che ospita la maison attraverso il foro del muro. Da l? sono saliti al
primo piano. Hanno bussato a una porta dicendo di essere
finanzieri e annunciando un controllo. L'addetto al catering ha
aperto. All'interno hanno trovato il direttore e tre impiegate
(una delle quali aveva la chiave del caveau). Poi ? arrivata
anche la donna delle pulizie. Gli sconosciuti, che indossavano occhiali da sole, si sono calati sulla fronte le visiere dei berretti e hanno annunciato le loro vere intenzioni. Non erano armati. "Guardate in basso e non in faccia" hanno intimato con accento meridionale. Mentre tre tenevano sotto controllo i presenti, il quarto ha fatto la razzia. Al termine hanno legato i polsi di direttore, impiegate, cameriere e donna delle pulizie con i lacci per bloccare matasse di filo elettrico, li hanno chiusi in bagno e hanno fatto a ritroso la strada che avevano percorso per entrare e sparire nel nulla. Pochi minuti dopo (erano le 10.52) uno dei dipendenti ? riuscito a slegarsi e a chiamare la polizia. Otto minuti dopo, puntuale, ha suonato alla porta, quella dell'ingresso principale, il primo cliente invitato.
CAZZ CHE CERVELLI
Milano: finti finanzieri svaligiano Damiani
Ancora in azione una banda di professionisti, ancora un bottino cospicuo: a 50 anni dalla rapina di via Osoppo (27 febbraio 1958, 590 milioni al valore di allora), sempre a Milano quattro banditi, questi senza armi ma anche senza violenza, hanno messo a segno una rapina destinata ad entrare negli annali del crimine. 'Casa Damiani', una delle maison del gioiello pi? blasonate e conosciute al mondo, ? stata derubata ieri mattina in corso Magenta 82, a poche centinaia di metri dal centro citt?.
L'entit? del bottino non si conosce ancora, lo si sapr?
al termine dell'inventario. E' sicuramente milionaria: ?
stato completamente svuotato un armadio blindato di due metri
per tre, pieno di cassetti. Per terra sono rimaste poche cose:
un paio di orecchini, alcuni anelli. Il resto ? finito in una
borsa nera (o un sacco della spazzatura, le versioni non sono
concordi). Casa Damiani, quotata in Borsa, garantisce che il
valore dei gioielli trafugati ? ampiamente coperto da
assicurazione. Il colpo, "da professionisti" secondo gli investigatori della squadra mobile, ha avuto una lunga gestazione ed ? stato coronato da pieno successo. Per entrare nel palazzo, un immobile dell' 800 destinato per intero a esposizione e ad eventi, uno dei quali era in programma oggi (eventi riservati alla clientela Vip) i banditi hanno lavorato per mesi. Hanno scavato il muro perimetrale del palazzo accanto a
quello preso di mira (dove sono in corso lavori di
ristrutturazione e dove c'? un ponteggio appoggiato alla
facciata) e nella parete di mattoni pieni hanno realizzato un
buco largo 80 centimetri e alto 60. Hanno lavorato dal Natale
scorso, soprattutto di notte e di prima mattina, ma non sempre.
"Quei rumori si interrompevano giorni e giorni e poi
riprendevano", ha riferito R.Z., un professionista che abita al
numero 78. Lavoravano nella cantina di uno dei condomini del
civico 80, Salvatore Taras, di 61 anni. Taras ha saputo dai giornalisti quello che avevano fatto nella sua cantina. "Sono stato fuori Italia per una ventina di giorni, tra New York e Miami" ha detto. La cantina, piena di polvere, tra due vecchi televisori accatastati e altri oggetti abbandonati, era stata trasformata in cantiere. Il buco ? stato usato per entrare nella maison, ma anche per fuggire: in questo modo i banditi, a volto scoperto, hanno evitato di passare dal cortile del piano terra ed essere inquadrati dalle telecamere. Quelle stesse che all'ingresso del palazzo riprendono i clienti che chiedono di entrare. 'Si pregano i signori visitatori di farsi riconoscere tramite telecamera' recita una targa all' ingresso, prima del cancello di ferro che immette nel cortile su cui si affacciano le ali del palazzo. Alle 10, un'ora prima dell'arrivo dei clienti invitati all'
evento di Casa Damiani, i banditi con le pettorine della Guardia di Finanza sono entrati nei sotterranei del palazzo che ospita la maison attraverso il foro del muro. Da l? sono saliti al
primo piano. Hanno bussato a una porta dicendo di essere
finanzieri e annunciando un controllo. L'addetto al catering ha
aperto. All'interno hanno trovato il direttore e tre impiegate
(una delle quali aveva la chiave del caveau). Poi ? arrivata
anche la donna delle pulizie. Gli sconosciuti, che indossavano occhiali da sole, si sono calati sulla fronte le visiere dei berretti e hanno annunciato le loro vere intenzioni. Non erano armati. "Guardate in basso e non in faccia" hanno intimato con accento meridionale. Mentre tre tenevano sotto controllo i presenti, il quarto ha fatto la razzia. Al termine hanno legato i polsi di direttore, impiegate, cameriere e donna delle pulizie con i lacci per bloccare matasse di filo elettrico, li hanno chiusi in bagno e hanno fatto a ritroso la strada che avevano percorso per entrare e sparire nel nulla. Pochi minuti dopo (erano le 10.52) uno dei dipendenti ? riuscito a slegarsi e a chiamare la polizia. Otto minuti dopo, puntuale, ha suonato alla porta, quella dell'ingresso principale, il primo cliente invitato.
CAZZ CHE CERVELLI
Comment